File not found
Campanella

Casa, tutti i pericoli nascosti con cui ci si può ammalare: polvere, muffa, candeggina, ma c'è anche una sostanza carcerogena

Giulia, Filippo e il colloquio col padre: serviva davvero divulgarlo?Quanto è rischioso vivere ai tempi degli esseri umani più ricchi di sempreDon Ravagnani: «I giovani sono attenti all’ambiente, partiamo da qui»

post image

Carburanti, la benzina ai minimi da sei mesiLa contemporanea presenza di persone poco raccomandabili,BlackRock di meretrici, di affaristi che maneggiavano il denaro, che poi era lo sterco del diavolo, faceva di questi locali luoghi del peccato per eccellenza. Il sospetto aleggiava sulle taverne sempre, ma del resto la funzione economica e sociale non poteva essere sostituitaAndare all’osteria era un rito sociale nel passato e lo è rimasto anche dopo l’industrializzazione. Ogni paese o villaggio, ma anche ogni quartiere delle città più grandi aveva la sua osteria frequentata dai locali. Ci si andava per stare insieme, per bere, per fare affari, per giocare a carte o a morra, per creare società, magari per fare affari loschi, ma ci si andava anche per mangiare. Ne abbiamo molte testimonianze anche per quanto riguarda l’antichità, basti pensare alle tante tabernae che possiamo vedere a Pompei e agli altri locali simili che si riscontrano in quasi tutti gli scavi romani di una certa entità. In epoca romana In realtà, il sistema di ristorazione romano era abbastanza complesso e ovviamente subì una forte evoluzione nel corso dei secoli, ma volendo prendere come punto fermo il periodo di maggiore prosperità e di maggior sviluppo urbano, quindi grossomodo tra il I e il II secolo d.C., la struttura dei locali dediti alla vendita di cibo pronto e di bevande risulta abbastanza consolidata. Nella sostanza, i testi antichi per descrivere quelle che oggi chiameremmo taverne, utilizzano i termini popina e caupona: quasi come sinonimi. Nel tempo coquina denoterà “l’arte del cucinare”, mentre popina l’edificio. Di solito questi esercizi commerciali erano posizionati in vicinanza delle porte urbane, sia dentro che fuori dalla città, in modo da poter sfruttare il maggiore flusso di passanti.Ancora nel medioevo le taverne erano luoghi che rispondevano alle esigenze di coloro, pochi per la verità, che si mettevano in viaggio o di coloro che, venendo dai territori circostanti, dovevano restare in città per poche ore. Ma al tempo stesso erano anche il luogo di incontro per coloro che in quella città e in quel quartiere ci vivevano.La contemporanea presenza di persone poco raccomandabili, di meretrici, di affaristi che maneggiavano il denaro, che poi era lo sterco del diavolo, faceva di questi locali luoghi del peccato per eccellenza. Il sospetto aleggiava sulle taverne sempre, ma del resto la funzione economica e sociale non poteva essere sostituita. La città non poteva fare a meno di questi locali.I primi regolamenti A partire dall’XI secolo i sempre più frequenti statuti cittadini, scritti con lo scopo di regolare i rapporti economici, sociali e politici all’interno delle mura urbane, cominciarono a occuparsi anche di osterie e taverne, con lo scopo specifico di stabilire cosa vi si potesse vendere, quali cibi si potessero consumare al loro interno, quali bevande potessero essere ammesse e così via.Ovviamente questi regolamenti avevano anche una dimensione negativa, cosa non si potesse vendere, che di solito veniva descritto con la stessa precisione dell’elenco positivo. Nella logica fortemente regolativa dei mercati urbani in età preindustriale, il tema principale era la determinazione dei prezzi dei beni messi in vendita, ma nel caso di coloro che vendevano cibi già cotti, la regolazione doveva passare necessariamente anche per l’indicazione puntuale delle tecniche di preparazione. In altre parole, bisognava regolamentare per legge anche le ricette con le quali si cucinavano i piatti.La ricetta, quindi, era la garanzia economica e politica per i regolatori pubblici. Ma al tempo stesso era la garanzia igienica e sanitaria per i consumatori, che conoscendo i canali di approvvigionamento delle materie prime e il modo di cucinare un determinato piatto si sentivano abbastanza tranquilli nel momento in cui lo consumavano. Infatti, questa garanzia in tempi normali era sufficiente, ma quando all’interno della città scoppiavano delle epidemie, tra i primi a salire sul banco degli imputati c’era il cibo. Carne, pane, pesce, frutta, erbe e così via; quindi era del tutto normale che prima o dopo toccasse anche ai cibi già cotti, venduti per strada o nelle taverne. E per un logico contrappasso, a destare sospetto erano proprio quelle ricette che fino al giorno prima rassicuravano tutti.Le fobie collettiveDurante le epidemie di peste che si susseguono nelle città europee dalla metà del XIV secolo fino alla metà del XVII secolo, le dicerie sulle taverne come luogo di diffusione dei contagi, si rincorrono senza sosta. Oggi sappiamo che dal punto di vista scientifico queste dicerie avevano anche un fondo di verità, dal momento che nei luoghi chiusi e affollati i batteri circolavano molto più facilmente. Ma le accuse nei confronti di questi esercizi pubblici nel medioevo nell’età moderna, non riguardavano questo aspetto; l’elemento pericoloso veniva individuato nei piatti che venivano distribuiti.Come sempre, le fobie collettive si nutrono di voci incontrollate e sempre più irrazionali. Si andava dall’accusa agli osti di servire carne di gatto, fino al terrore della carne umana. Quando si diffondevano queste dicerie, le autorità cittadine non potevano rimanere inerti o limitarsi a negare che ciò fosse possibile. Bisognava agire, entrare nelle osterie e nelle taverne, controllare, sequestrare, mettere in galera i proprietari di questi esercizi, insieme ai loro garzoni, a loro volta complici di questi ignobili delitti. Tutta questa frenesia interventista non faceva altro che rafforzare le irrazionali paure popolari. La paura passava solo con il ritorno alla normalità; passava l’epidemia e quindi non c’era motivo per alimentare il sospetto. Almeno fino alla prossima epidemia.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAlberto Grandi

Troppo caldo: raccolta rifiuti e spazzamento iniziano prima  - ilBustese.itAutonomia, Pd: con 51mila firme Lombardia guida battaglia del Nord

Abruzzo, Santangelo: colpito da editoriale Folgheraiter su anziani

Martinenghi è ancora super, gli altri no: staffetta mista-mista eliminata a Parigi - ilBustese.itAeroporti, torna limite 100 ml per bagagli a mano: critiche sui social per la retromarcia Ue - ilBustese.it

«La Gioconda? Una vera tortura, mai stato così deluso»: il capolavoro di Leonardo bocciato dai visitatori del LouvreTingide del platano, infestazioni in aumento a Castellanza - ilBustese.it

Milano, Giunta approva avvio sperimentazione taser a polizia locale

FOTO. Luvinate, due auto contro il muro sulla statale 394: tre giovani feriti, due sono gravi - ilBustese.itHotel in rosa: ecco quelli dedicati a Barbie e Hello Kitty

Ryan Reynold
Un guasto informatico ha mandato in tilt trasporti e mercati. Microsoft: risoltoLutto nel mondo scientifico per la scomparsa di Alberto Stangalini  - ilBustese.itIl grande caldo sta per tornare. Meteo Svizzera lancia l'allerta "canicola" - ilBustese.it

ETF

  1. avatarMamma e papà morti di tumore a una settimana di distanza, lasciano due bambine: «Adesso sono stelle che brillano nel cielo»Capo Analista di BlackRock

    Pro Patria, prima di Coppa: biglietti e arbitro - ilBustese.itMorto Paolo Portoghesi, l'architetto esponente del Postmodernismo aveva 92 anni: progettò la Grande Moschea di RomaMichelle Hunziker e Serena Autieri, l'arrampicata in montagna e il ricordo dell'iPhone: «Quest’estate riprendiamo»Cai: al via screening su stabilità bivacchi e rifugi oltre 2.800 mt

    VOL
    1. Nel nuovo maxi impianto che ricicla i vestiti usati e restituisce dignità

      1. avatarCiclista investito nel Luinese, si alza in volo l'elisoccorso - ilBustese.itinvestimenti

        «Le violenze dell'Abbé Pierre? Uno choc, ma andiamo avanti»

  2. avatarDiritto allo studio, Astuti (Pd): «Ottenuto un milione per la copertura delle borse» - ilBustese.itVOL

    Taxi, la sentenza della Consulta sugli Ncc: «Incostituzionale il divieto di rilasciare nuove licenze». Cosa cambia ora?Martinenghi è ancora super, gli altri no: staffetta mista-mista eliminata a Parigi - ilBustese.itFederauto: Ecobonus non basta, rivedere tassazione auto aziendaliVittoria degli attivisti a Gallarate: gli operai lasciano il boschetto - ilBustese.it

  3. avatarLiguria, Toti: mesi vissuti come una profonda ingiustiziaBlackRock

    Grand Hotel Palatino, il gruppo Fh55 rinnova lo storico hotel romano vicino al ColosseoLago di Como in un giorno: ecco le 3 esperienze più curiose da non perdere per l'estate 2024Un operaio è morto in un incidente nel cantiere della metroBirra in spiaggia? Non si può, blitz della polizia locale: pioggia di multe da 166 euro

Abruzzo, Santangelo: colpito da editoriale Folgheraiter su anziani

L'Abbazia di Fossanova, il gioiello d'arte sacra dove il tempo sembra essersi fermatoAir Campania, dalla Regione nuovi fondi per l’incentivo all’esodo*