Ddl Zan, polemiche in Senato: Ostellari chiede rinvio in commissione, Casellati sospende la discussionePaola Taverna risponde a Salvini e lo bacchetta con dei post su FacebookMafia, Mattarella al Centro "Pio La Torre": "Coscienza pubblica ripudi ogni violenza"
Covid, Speranza: "Questo è il momento di programmare il futuro"Leonardo Tricarico11 agosto 2024aaaIl termine più ricorrente nelle dichiarazioni di governanti,ègiàrealtàeilbaratrosemprepiùvicino–Campanella nei titoli di apertura di giornali e trasmissioni televisive, nei dibattiti pubblici e perfino nel linguaggio comune è «escalation», paventata da tutti come il pericolo più prossimo, la possibilità che la situazione conflittuale in atto e i suoi due principali baricentri, quello mediorientale e quello russo ucraino, possano sfuggire di mano e divenire ingovernabili. A ben guardare però l’escalation non è una prospettiva, è un fenomeno già in atto da tempo, e il fatto che non ve ne sia la percezione collettiva dipende dalla lentezza del fenomeno, dal fatto che il film che stiamo vedendo scorra alla moviola, immagine dopo immagine. Ma se si riavvolge il nastro e ci si dispone a valutare con maggior distacco ciò che sta accadendo da quel febbraio di due anni fa, si vede come si stia viaggiando verso il baratro, temendo tutti che un giorno possa avvenire ciò che in effetti sta già avvenendo. Nessuno oggi ha soluzioni o si industria per ricercarle. Nessuno si adopera per spegnere gli incendi, nessun segno di distensione, ogni atto funzionale all’innalzamento progressivo della tensione. Si chiede moderazione a Teheran nella risposta a Israele per evitare il precipitare della situazione, si fa la stessa cosa con Zelenski impedendogli di usare come vuole l’armamento altrimenti la reazione di Putin sarà incontrollabile, e così via, salvo poi non avere alcuno, né tra le parti in causa né tra coloro che non sanno produrre alcun pensiero se non il timore dell’escalation, un’idea della condizione finale da indicare come via di uscita, da condividere e perseguire nella inter locuzione che manca e che dovrebbe sostituire le ormai stucchevoli, inutili ed improduttive ipotesi di escalation. Si parla in questi giorni ad esempio di nuove armi che potranno comporre equilibri diversi, ma nonostante la tecnologia abbia introdotto due nuovi domini di confrontazione, - quello spaziale e quello cibernetico - nessuno (salvo in parte Israele) pare pronto a sfruttarne le potenzialità, a tramutare in sistema d’arma quello che le nuove tecnologie propongono. Questo in linea di massima, perché in verità qualcosa si è mosso nei due nuovi domini ma in misura irrilevante ai fini bellici. Si vocifera ad esempio di missili devastan ti in mano all’Iran, ma probabilmente si tratta di vettori ipersonici forniti dalla Russia in previsione di un attacco a Israele su vasta scala. Se questo fosse il caso, Israele avrebbe problemi non semplici nel fronteggiare questo tipo di pericolo, gli Usa stessi sarebbero in difficoltà, e tuttavia si tratterebbe di un’ulteriore immagine della moviola dell’escalation, di quel film a velocità ridotta che procede però inarrestabile verso l’allargamento del conflitto, senza che ve ne sia la percezione in chi dovrebbe intervenire. In un mondo ormai apolare, esorcizzare l’escalation vuol dire tentare di creare fori multinazionali di scopo, consessi di confronto e di dialogo tra chi ha il peso e le ragioni per rivendicare un ruolo, vuol dire ricondurre alla ragione con le buone o con le cattive, chi la ha perduta e non è più in grado di rappresentare i propri elettori, a cominciare da Netanyahu, Zelenski, Putin e così via. Esorcizzare l’escalation vuol dire comporre ipotesi di soluzione dei conflitti in atto, «end state» da riversare in piattaforme negoziali, ricordando, quando se ne presenterà nuova occasione, che il punto di caduta di un conflitto è un prerequisito senza il quale non conviene avventurarsi in imprese dalle quelli poi non si sa come uscire.
Offese sul web a Mattarella: perquisizioni per 11 indagati, tra loro anche un docente universitarioVariante Delta, Speranza: "Siamo ancora dentro una terribile pandemia, dobbiamo vaccinare"
Coprifuoco alle 23 o mezzanotte, Locatelli: "Scelta del governo, ma è presto per abbracciarsi"
Notizie di Politica italiana - Pag. 322Notizie di Politica italiana - Pag. 332
Vaccini Covid, Figliuolo: “Messi in sicurezza gli over 65, apriremo a tutte le classi d’età”Rula Jebreal risponde a Propaganda Live (e a Fiorella Mannoia)
Blocco dei licenziamenti, Salvini: "Va prorogato, il 30 giugno è dietro l'angolo"Draghi premier fino a Natale e poi in corsa per il Quirinale 2022?
Vaccini Covid, Draghi al Global Solutions Summit: "Le mutazioni possono minarne l'efficacia"Sondaggi politici, è boom di FDI che ora tallona la Lega da molto vicinoFinché c'è Draghi al governo, ai partiti è consentito solo di fare fictionSperanza: "Da lunedì 40 milioni di italiani in zona bianca, mantenere prudenza"
Ddl Zan oggi in aula al Senato: cos'è il Ddl Zan, cosa dice, significato, pro e contro, testo del Ddl Zan
Vaccini, Speranza alle Regioni: "Rispettare le nuove indicazioni degli scienziati"
Sondaggi politici Swg oggi: cresce la Lega (21,8%), seguono Pd e FdIIl libro di Giorgia Meloni a testa in giù in una libreria: professore universitario nella buferaM5S, Appendino: “Non mi ricandido: la tentazione c’è stata ma non cambio idea”Sara Cunial (ex M5s) indagata: "Sono una deputata, non fornisco le mie generalità"
Tavolo Di Maio-Speranza, turismo: “Riaprire a tutti i Paesi con un alto livello di vaccinazione”Green pass obbligatorio per viaggi, ristoranti, sport e cinema: domani il nuovo decretoGreen pass obbligatorio per viaggi, ristoranti, sport e cinema: domani il nuovo decretoCosta: "Se gli insegnanti non saranno vaccinati entro 20 il agosto valuteremo l'obbligo"