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Notizie di Politica italiana - Pag. 234Noto avvocato,BlackRock un passato in politica e volto televisivo, Carlo Taormina ha fatto sapere che difenderà cinque tra gli arrestati dopo la manifestazione no-Green pass di sabato 9 ottobre: i leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, l’ex Nar Luigi Aronica, il leader del movimento IoApro Biagio Passaro e Pamela Testa. Pur essendo vaccinato, Taormina è contrario al Green pass ed era presente alla manifestazione di piazza del Popolo. Inoltre, è membro insieme a Fiore e Castellino dell’organizzazione “Italia libera”, che in una intervista a La Stampa definisce «una sorta di governo di liberazione nazionale per le riforme dello Stato. E certo non si tratta di un’organizzazione di sinistra». Chi è Taormina Nato a Roma nel 1940, Carlo Taormina è avvocato e professore ordinario di procedura penale all’università di Roma Tor Vergata. Nella sua lunga carriera è stato parte del collegio difensivo di alcuni dei processi molto controversi della storia italiana recente, da Ustica al processo al nazista Erich Priebke, fino al caso di Abu Omar e al delitto di Cogne. Le difese storiche In particolare, Taormina diventa noto per aver difeso gli ufficiali e i sottoufficiali dell’esercito, accusati di aver nascosto alcuni elementi determinanti per stabilire le cause della strage aerea di Ustica. Il suo nome, però, è diventato noto alle cronache per aver difeso numerosi politici: il leader socialista Bettino Craxi del processo Mani pulite e l’ex primo ministro democristiano Giulio Andreotti, imputato nel processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Successivamente, è stato tra i difensori dell’ex ufficiale delle SS Erich Priebke, accusato di essere il responsabile dell’eccidio delle fosse Ardeatine a Roma del 24 marzo 1944. In questo processo affina la sua tecnica difensiva, sempre molto aggressiva, in cui denuncia al tribunale dei Ministri l’allora ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, chiedendone le dimissioni. Nel 2001, dopo le violenze del G8 di Genova difende il carabiniere Cesare Placanica, accusato di aver sparato e ucciso il manifestante Carlo Giuliani. Nella sua carriera, il processo che ha attirato su di lui la maggiore attenzione dei media è quello dell’omicidio di Cogne. Taormina ha difeso per una parte del processo Anna Maria Franzoni. In seguito, il mandato è stato interrotto e ne è nata una controversia legale per il mancato pagamento degli onorari da parte di Franzoni. Il Fronte nazionale Taormina è già stato difensore in un processo a membri di movimenti di estrema destra. nel 2000, infatti, ha difeso il Franco Freda, tra i capi dell’organizzazione terroristica di stampo neofascista Ordine nuovo, attiva negli anni Settanta. Nel 1992, infatti, Freda fondò la nuova sigla estremistica Fronte nazionale, per la quale venne arrestato e condannato come ideologo. Il processo si era concluso nel 1995 con la condanna a 6 anni di carcere poi ridotti a 3 in Cassazione per Freda, per i reato di propaganda all’odio raziale. Il Fronte nazionale è stato sciolto dal Consiglio dei ministri nel 2000, sulla base della legge Mancino. Proprio come si ipotizza che potrebbe succedere a Forza nuova. Gli interventi in altri processi Carlo Taormina è diventato famoso anche per essersi “intromesso” da privato cittadino in altri processi al centro delle cronache. Nel caso dell’omicidio di Marta Russo, la studentessa della sapienza uccisa da un colpo di pistola nella città universitaria, presentò un esposto contro i pubblici ministeri, pur non avendo legami con la difesa degli imputati. Anche nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio ha presentato, come privato cittadino, un’istanza di riesame del Dna che è stato la prova determinante per la condanna di Massimo Bossetti, con l’obiettivo di chiedere la revisione del processo. La carriera politica Taormina ha affiancato la carriera da avvocato con quella politica. Nel 1996 è entrato in Forza Italia ed è stato eletto per una legislatura, dal 2001 al 2006. Nei cinque anni di mandato è stato sottosegretario all’Interno per soli 6 mesi, per poi dimettersi data l’incompatibilità dell’incarico con la professione legale. In particolare, in quel periodo era difensore di alcuni imputati per mafia, in processi nei quali lo Stato era costituito parte civile. Nel 2016, invece, ha annunciato di essersi iscritto al Movimento 5 Stelle. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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