Disperso nello tsunami del 2004, viene ritrovato in un ospedaleGiorgio Airaudo: "Mio padre morto per covid in ospedale"Vestito mini ricambiato con preservativo XL, e i social esplodono
Giorgio Airaudo: "Mio padre morto per covid in ospedale"L’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. Rendersi più indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili,VOL ridurre il più possibile il rischio di nuove dipendenze (come quelle sulle terre rare e i semiconduttori) e garantire prezzi bassi dell’elettricità per l’industria. Lo vuole l’Unione europea, come lo vuole l’Italia. Ma i cicli di investimento durano 10-15 anni e gli attuali obiettivi climatici ai quali sono inevitabilmente allineati quelli di ammodernamento industriale, 2030 e 2050, rischiano di perdere di rilevanza: quelli al 2030 perché ormai, al netto di alcuni possibili passi indietro, la strada maestra è tracciata, quelli al 2050 perché, per l’appunto, ancora troppo lontani se non resi salienti da un percorso credibile fatto di tappe intermedie. L’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. La Commissione europea ha pubblicato una serie di strategie industriali nel passato – ne è stato responsabile Antonio Tajani per un periodo – ma i 27 capi stati non sono mai riusciti di adottare una visione comune, neanche in risposta all’Inflation Reduction Act americano. C’è da sperare che l’obiettivo per il 2040 venga chiarito il prima possibile perché l’industria ha bisogno di prevedibilità per promuovere l’innovazione. Il Green Deal Nell’attuazione del Green Deal europeo, molte aziende hanno investito nella circolarità o nell’uso dell’idrogeno verde senza una chiara previsione della domanda per i loro prodotti. Standard, quote e nuovi incentivi finanziari per i materiali riciclati e verdi (come l’acciaio) possono creare mercati in crescita e premiare i primi arrivati. Ma su quali scelte strategiche dipendono una reindustrializzazione e transizione energetica di successo? Il nuovo rapporto “Choices for a more strategic Europe” di Strategic Perspectives, think tank con base a Bruxelles, ha provato a rispondere a questa domanda prendendo come riferimento una riduzione delle emissioni nette del 90 per cento. Considerando le recenti evoluzioni politiche in Europa e il concreto rischio che il prossimo Parlamento europeo abbia posizioni diverse da quello attuale sulla transizione, una riduzione del 90 per cento delle emissioni al 2040 può suonare molto ambiziosa. Vista la ferocia dell’attuale ondata di caldo estremo è rassicurante che l’obiettivo sia fattibile quanto necessario. Non scordiamoci che il disallineamento con gli obiettivi di Parigi significherebbe andare incontro a eventi climatici estremi ancora più intensi e frequenti. Sulla competitività, rappresenta anche un’opportunità epocale per non soccombere alla concorrenza di Cina (la cui capacità di energia solare è già maggiore di quella di tutto il resto del mondo sommato insieme) e Stati Uniti (che sulle tecnologie pulite stanno impostando il proprio futuro con investimenti pari a 400 miliardi di dollari). Secondo il rapporto, le moltiplici sfide che l’Ue deve affrontare si articolano attorno a tre scelte principali: 1) aumentare l’elettrificazione in tutti i settori, sulla base del raggiungimento di un sistema energetico a zero emissioni entro il 2037, 2) sposare la circolarità per rendere l’industria europea più competitiva in un mondo di risorse limitate, prezzi energetici volatili e catene di approvvigionamento inaffidabili, 3) investire nella produzione di tecnologie a zero emissioni per garantire che l’Ue guidi la corsa globale e crei posti di lavoro nelle regioni che affrontano molteplici transizioni simultanee da industrie tradizionali come acciaio e automobili – come Piemonte, Puglia e Sardegna. È il momento per i leader di avviare un solido dibattito politico su come affrontare queste scelte e plasmare il futuro dell’industria europea. Linda Kalcher è Direttrice esecutiva di Strategic Perspectives © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLinda Kalcher
Johnson & Johnson, perché l’Australia non acquisterà il vaccinoCovid, Merkel vuole estendere il Lockdown anche per aprile
Wuhan un anno dopo la fine del lockdown: come si vive oggi nella città simbolo della pandemia?
Aggressore si nasconde a casa della vittima: incastratoSette brigatisti rossi arrestati in Francia: tre sono sfuggiti alla cattura
Spagna, estate alle porte: mascherina obbligatoria anche in spiaggiaUSA, agenti investiti da un'auto a Capitol Hill
USA, Biden: stop all’uso delle mascherine anti-Covid all’aperto per i vaccinatiLa Svezia riapre gli stadi, l'ingresso è consentito solo a 8 tifosi a partita
L'Ungheria approva il vaccino cinese CanSinoVaccino, rovinate 15 milioni di dosi J&J a causa di un errore umanoGenitori violentano ripetutamente il figlio di 6 settimaneMarò, Alta Corte Indiana all'Italia: risarcimento da un milione alle famiglie dei pescatori uccisi
Israele, revocato l’obbligo della mascherina all’aperto da domenica 18 aprile
Si ritira per aiutare il compagno malato e lui chiede di sposarla
Il suo intervento salta per la pandemia, 46enne muore di tumoreRussia, scontro tra due elefantesse in un circo spaventa il pubblicoMorto il principe Filippo, marito della Regina Elisabetta: aveva 99 anni Morto il principe Filippo, marito della Regina Elisabetta: aveva 99 anniGuai per il pastore tedesco di Biden, che morde ancora
Trump all'assalto dei social: l'idea dell'ex presidenteAstrazeneca, nuovo studio dalla Germania sulle trombosi venoseMiss Mondo arrestata dopo aver aggredito Miss Sri Lanka in direttaParrucchiere si taglia i capelli in segno di solidarietà al cliente