Tg News - 7/8/2024 - Tiscali NotizieBangladesh, la premier Sheikh Hasina si è dimessa ed è in India - Tiscali NotizieBangladesh, i manifestanti sfregiano il murale dell'ex premier Hasina - Tiscali Notizie
Muhammad Yunus tornerà in Bangladesh domani - Tiscali NotizieLa ricorrenzaVallemaggia,ìilnostromondoèEconomista Italiano un mese dopo il disastro: «Così il nostro mondo è cambiato»Da quella terribile notte dell’alluvione, molte cose sono cambiate - La speranza nel futuro è però rimasta intatta - I sindaci di Cevio e Lavizzara si raccontano: «Nonostante la grande tragedia la gente si è unita e ha voglia di rimanere in valle ad abitare»©Chiara Zocchetti Giona Carcano30.07.2024 06:00Nella testa restano i rumori, negli occhi le immagini. Di quella notte, ciascun abitante della valle conserverà un ricordo. Di angoscia, di paura, di sogni spezzati. Di misericordia alla vista della devastazione o dei morti. Ma anche di solidarietà, di amore per la propria storia, di radici che non si spezzano. Un mese dopo il disastro che ha investito l’Alta Vallemaggia i boati risuonano ancora, le immagini riaffiorano. E sono un pugno nello stomaco, ancora e ancora. La furia delle frane, il fiume che non si ferma più, i ponti spezzati, l’arrivo dei soccorsi. Ore, giorni, indelebili. Per sempre.Una dimensione diversaUn mese. Così poco è passato. Ma per chi ha vissuto tutto questo, il tempo ha cambiato dimensione. Non c’è un prima, un dopo. C’è l’urgenza, continui problemi da risolvere. Un turbinio che comincia la mattina e, forse, comunque non sempre, finisce la sera tardi. Come quella mattina del 30 giugno, al risveglio. Wanda Dadò e Gabriele Dazio, sindaci di Cevio e Lavizzara, non la dimenticheranno mai. Perché erano lì, come gli altri abitanti. Con le stesse paure.«La sera ero al Piano di Peccia, dove c’era il torneo di calcio con 300 ragazzi», racconta Dazio. Verso le 23.15, la partenza. «Sono sceso verso Cavergno perché la mattina successiva saremmo partiti in vacanza». Poi i messaggi. Dei pompieri, dei figli ancora presenti al capannone. «Da Prato Sornico, mi dicevano che stava andando tutto all’aria». Dazio avrebbe voluto risalire in auto. «Però mi hanno spiegato che così rischiavo la vita». Ha dovuto aspettare, insonne, le quattro del mattino. Ma a Menzonio la strada era bloccata. «Ho preso il primo elicottero disponibile e ho fatto un sorvolo. Una volta tornato, ci ho messo un po’ a riprendermi. Ho visto cose che pensavo di non vedere mai in vita mia». I luoghi dov’è nato e cresciuto il sindaco erano devastati. «La mattina sono stata svegliata dal rumore degli elicotteri», ricorda invece Dadò. «Sono uscita per capire cos’era successo. Ho visto alcune persone che avevano tentato di recarsi in val Bavona sconvolte da ciò che avevano visto. Non c’era corrente, ma sono riuscita comunque a sollevare manualmente la porta del garage e a togliere l’auto. Mi sono quindi recata a Cevio, dove sono stata informata di ciò che era accaduto». La voce si è sparsa in fretta nella valle. Si parla di vittime, mancano l’elettricità, l’acqua, il telefono non prende. «Tutta la giornata è stata un susseguirsi di informazioni. In quelle ore abbiamo cercato di fare ciò che potevamo. Anche confortare i primi sfollati, che avevano vissuto momenti brutti. Mai avremmo pensato di trovarci di fronte a tanta devastazione».Il peso della responsabilitàUn mondo cambiato. E una realtà sconosciuta da affrontare, anche perché i sindaci sono i primi a dover dare delle risposte. Una responsabilità difficile da gestire. Per chiunque. «Appena sono sceso dall’elicottero, dopo il primo sorvolo, mi sono fatto grandissime domande», dice non a caso Dazio, con la voce rotta dall’emozione. «Ho messo in dubbio molte cose, anche le mie capacità. Non nascondo di essermi chiesto se davvero fossi in grado di affrontare tutto questo. Ma non avevo altra scelta». Bisognava affrontare di petto le cose, era il momento di farcela e basta. «Ma ci ho messo una settimana prima di riuscire a rialzare la testa di fronte alla distruzione e a dire ‘‘Lavizzara, ripartiamo’’». Anche Dadò, sindaca da due mesi, ha dovuto affrontare un percorso complicato. E abbandonare tutti i progetti in corso per far rivivere il Comune. «L’impatto è stato fortissimo, soprattutto doversi confrontare con chi era stato toccato in prima persona dal disastro». Il pensiero, poi, corre alla vittime. Un mese dopo, il bilancio è pesantissimo: 7 morti e un disperso. La tragedia umana ancora si può vedere e sentire nei gesti e nelle parole di chi ci sta di fronte. Una comunità unita Passano i giorni, le settimane. È il tempo di riunirsi, nonostante tutto. «La forza dell’unione della nostra comunità ci permetterà di rialzarci». Ne è convinta la sindaca, così come il sindaco. Eppure, «non possiamo dire semplicemente ‘‘ricostruiamo’’», sottolinea Dadò. Perché ci sono zone, come Fontana, in cui la frana ha seppellito un intero territorio. «Bisognerà pensare a come dare continuità alla memoria storica di questi posti. Molte delle cose che abbiamo cercato di tramandare e conservare sono irrimediabilmente distrutte. Però ce la faremo, la popolazione ci tiene tanto a rimanere in valle». Anche grazie al sostegno delle autorità, dei volontari, dei ticinesi e della politica. Un contributo che i sindaci non esitano a definire «fondamentale». Ma che non andrà disperso col passare del tempo, spiegano. Perché l’urgenza, in Vallemaggia, non se ne andrà oggi, e nemmeno domani. Forse, la normalità, arriverà fra anni. Anche se il ritorno dei turisti, soprattutto grazie al ponte temporaneo di Visletto, «dà morale agli abitanti». Perché fa tornare alla memoria il passato, quando l’economia della regione ancora viveva di estate, di camper e di bagnanti. La speranza che tutto torni come prima esiste. Non si parla ancora di danni, o di come fare questo o quello. Una cosa, però, è urgente. «L’acqua», ci dicono. La sorgente idrica del paese di Fontana non esiste più, in Lavizzara solo una ha resistito. Serviranno milioni. Ma la rinascita passa anche dall’elemento che quella notte ha portato morte e devastazione.In questo articolo: Disastro in Vallemaggia
Ministro esteri libanese: lavoriamo per evitare una guerra totale - Tiscali NotizieUe, sorella miliardario Usmanov rinuncia a eredità - Tiscali Notizie
Israele non invitato,ambasciatori occidente non vanno a Nagasaki - Tiscali Notizie
Campagna Trump, 'Walz è un radicale di sinistra' - Tiscali NotizieViolenza sessuale sulla statale 36 a Monza: un arresto. La polizia messa in allarme dai passanti - Tiscali Notizie
Usa, distrutti 2 droni e 3 missili Houthi nelle ultime 24 ore - Tiscali NotizieRottamazione quater: ufficiale la proroga al 15 settembre - Tiscali Notizie
Musica, Gilberto Gil annuncia ultimo tour nel 2025 - Tiscali NotizieTrasferiti i giovani coinvolti in rivolta minorile Torino - Tiscali Notizie
Cisgiordania, secondo attacco in poche ore a Tulkarem, 4 morti - Tiscali NotizieRiapre in Vietnam dopo restauro 'il ponte giapponese' di Hoi An - Tiscali NotizieMuore folgorato mentre manovra motopompa nel Tarantino - Tiscali NotizieLula ironizza su autoproclamazione di González in Venezuela - Tiscali Notizie
Comuni, bozza su riforma tassa di soggiorno ci preoccupa - Tiscali Notizie
Donald Trump ascolta California Dreaming in un cybertruck - Tiscali Notizie
Rfi, risale la puntualità dei treni, ora in orario 8 su 10 - Tiscali NotizieDue arresti a Vienna, volevano colpire allo show Taylor Swift. "Preparavano un attentato". Annullati i tre concerti - Tiscali NotizieShade aggredito sotto casa: "Mi hanno messo una mano sul collo" - Tiscali NotizieBambina nasce in autostrada, intervengono elicottero e polizia - Tiscali Notizie
Due elefanti a Chelsea, secondo capitolo di Banksy - Tiscali NotizieOcean Viking in porto ad Ancona, una donna tra i 196 naufraghi - Tiscali NotizieEsce dal carcere e torna a minacciare la ex, lei 'un incubo' - Tiscali NotizieSib e Fiba confermano lo sciopero ombrelloni del 9 agosto - Tiscali Notizie