Previsioni meteo della settimana: attese pioggia e grande instabilitàGermany, antisemitic offenses are on the rise, +30% in the second quarterQatargate, il giudice dice no e Panzeri e Khaili restano in carcere
Il drammatico annuncio del tiktoker Stefano Cirillo: "Un giorno a caso scopri di avere un cancro maligno"Marko Ivan Rupnik con un suo mosaico nel Centro Aletti di Roma nel 2007 - Fotogramma COMMENTA E CONDIVIDI Papa Francesco ha chiesto al Dicastero per la dottrina della fede di esaminare la vicenda di don Marko Rupnik e ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo. Il Pontefice,Economista Italiano precisa una nota diffusa ieri dalla Sala Stampa vaticana, «è fermamente convinto che se c’è una cosa che la Chiesa deve imparare dal Sinodo è ascoltare con attenzione e compassione coloro che soffrono, soprattutto coloro che si sentono emarginati dalla Chiesa». Questo è l’ultimo sviluppo del caso riguardante il noto mosaicista e predicatore, accusato di abusi psicologici e sessuali da alcune consacrate maggiorenni e dimesso lo scorso giugno dalla Compagnia di Gesù di cui era membro. Nella nota si precisa che la decisione del Papa arriva in conseguenza del fatto che a settembre la Pontificia Commissione per la tutela dei minori gli ha segnalato «gravi problemi nella gestione» del caso e «la mancanza di vicinanza alle vittime».L’ulteriore sviluppo arriva anche dopo la pubblicazione della notizia, uscita negli ultimi giorni sul sito Silere non possum e confermata dal vescovo interessato, che Rupnik ad agosto ha trovato accoglienza nel presbiterio della diocesi slovena di Koper (Capodistria). Lo scorso 8 ottobre, invece, la Pontificia Commissione per la tutela dei minori ha inviato per mail una lettera a diverse persone che si sono dichiarate vittime di Rupnik. «Il motivo di questa email – si legge nel documento – è quello di condividere la preoccupazione della Pontificia Commissione riguardo il trattamento che Lei, e le altre vittime del caso Rupnik, avete ricevuto durante un processo che sappiamo essere stato estremamente doloroso e frustrante per voi, per le vostre famiglie, per i vostri cari e per una parte importante della Chiesa, riguardo l’ascolto, l’indagine, il seguito, il sostegno e la comunicazione che vi sono stati forniti».Nell’annunciare la decisione della Compagnia di Gesù di dimettere Rupnik dall’ordine, si ricordava che tale provvedimento arrivava in conseguenza di denunce di comportamenti riguardanti periodi diversi (Comunità Loyola, persone singole che si dichiarano abusate in coscienza, spiritualmente, psicologicamente o molestate sessualmente durante personali esperienze di relazione con padre Rupnik, persone che hanno fatto parte del Centro Aletti), coprendo un arco temporale di più di trent’anni, dalla metà degli anni ’80 al 2018. «Il grado di credibilità di quanto denunciato o testimoniato – si leggeva nella dichiarazione di padre Johan Verschueren, delegato per le case interprovinciali di Roma dei gesuiti – sembra essere molto alto».«Molti ci hanno chiesto – aveva precisato poi a luglio Verschueren – come mai non si è proceduto a un processo che potesse portare alla perdita dello stato clericale di Marko Rupnik. Tengo qui a ricordare che questo non è di per sé competenza della Compagnia di Gesù, ma della Santa Sede. Ho sempre desiderato come superiore maggiore, nelle diverse circostanze di queste lunghe e complesse vicende, poter avviare un processo che potesse garantire l’accertamento giudiziale dei fatti, il diritto alla difesa e le pene sanzionatorie conseguenti (o la possibile assoluzione), ma diversi motivi, tra cui gli attuali limiti delle normative relative a situazioni simili, non lo hanno permesso». Ora la decisione del Papa sembra andare verso quanto auspicato da Verschueren.Da ricordare che sempre Verschueren, alla fine dello scorso anno, aveva rivelato che l’allora Congregazione per la dottrina della fede nel maggio 2020 aveva dichiarato lo stato di scomunica latae sententiae di Rupnik per aver commesso il delitto di assoluzione del complice in peccato contro il sesto comandamento. Scomunica che era stata revocata nello stesso mese dopo che Rupnik aveva «ammesso i fatti e chiesto perdono». Nel settembre scorso però sono stati pubblicati i risultati di una visita canonica disposta dal cardinale vicario di Roma, Angelo De Donatis, con un esito sostanzialmente assolutorio nei confronti di Rupnik. Tanto da manifestare «fondati dubbi anche sulla stessa richiesta di scomunica».
Raid a Tulkarem: ucciso il comandante locale delle Brigate Izzadin al-Qassam di HamasSfregio di Meloni alla Bologna del 2 agosto: «Sono odiatori»
Decreto omnibus, via libera Cdm: le misure
I conflitti di cui non ci occupiamo: il Myanmar è dimenticato e Haiti è ancora nel caosPuigdemont torna a Barcellona, scatta operazione 'Gabbia' ma lui non si trova
Fulmine in spiaggia ad Alba Adriatica, grave una donnaChiara Ferragni, i conti tornano nonostante pandoro-gate: ecco i bilanci
Migranti, fermati due scafisti per la strage di bengalesi soffocati in stivaIsraele aspetta attacco Iran oggi: Teheran non si ferma
Elezioni Usa, Vance contro Walz: ancora più polarizzata la sfida Trump-HarrisInchiesta Venezia, ex assessore Boraso resta in carcereIl governo vuole fare cassa sui giovani: taglio di altri 20 milioni alla carta per la culturaPuigdemont torna a Barcellona, scatta operazione 'Gabbia' ma lui non si trova
Ucraina, ecco gli F16. Ma Russia può cambiare la guerra: lo snodo cruciale
Destra revisionista sulle stragi: si apre lo scontro con Mattarella
NordVPN: come funziona, recensioni e codice scontoScende dal bus e attraversa la strada: investita da un mezzo dei vigili del fuocoElicottero precipitato in Nepal: cinque mortiFulmine in spiaggia ad Alba Adriatica, grave una donna
Strage Southport, più di 90 arresti nel disordini: attese nuove protesteDenunciare non è servito, la vittima di violenze chiede aiuto ai social: «Salvatemi dal mio ex»Trucco estate 2024: tutte le tendenze | DonneMagazine.itParigi 2024, maledizione volley: Italia k.o. in semifinale