Cosa prevede il Family Act per lo smart workingConcorsi pubblici 2020 in Liguria: i bandi attiviConcorsi pubblici 2020: i bandi in Basilicata
Le anticipazioni sul Def. scostamento del deficit da 55 miliardiC'è un aspetto poco raccontato delle fonti rinnovabili di energia ed è il loro potenziale comunitario di autoconsumo e autoproduzione: comuni,BlackRock Italia famiglie, gruppi di cittadini che installano piccoli impianti autosufficienti e raggiungono due obiettivi contemporaneamente, consumare energia pulita e risparmiare soldi. In Italia succede già, sotto i nostri occhi ma lontano dalle cronache. Si tratta di un mondo che Legambiente segue con molta attenzione e che ha raccontato nel nuovo rapporto Comunità rinnovabili. È anche un modo per affrontare un altro problema invisibile della società italiana: la povertà energetica che colpisce almeno due milioni di famiglie. C'è un aspetto poco raccontato delle fonti rinnovabili di energia ed è il loro potenziale comunitario di autoconsumo e autoproduzione: comuni, famiglie, gruppi di cittadini che installano piccoli impianti autosufficienti e raggiungono due obiettivi contemporaneamente, consumare energia pulita e risparmiare soldi. In Italia succede già, sotto i nostri occhi ma lontano dalle cronache. Si tratta di un mondo che Legambiente segue con molta attenzione e che ha raccontato nel nuovo rapporto Comunità rinnovabili. Sono due quelle già funzionanti, si contendono il «primato» di prima comunità energetica in Italia. Ma poco importa, conta che esistano: sono quelle di San Giovanni a Teduccio, cioè Napoli, e Magliano Alpi, in provincia di Cuneo. Altre sedici sono in fase di progetto e sette sono in quelle preliminari. Questo è un microcosmo che la transizione energetica, così macchinosa dall'alto per le resistenze che sappiamo (vincoli, lentezza, sovrintendenze, tutela estrema di un'idea feticcio del paesaggio), la stanno facendo dal basso. È anche un modo per affrontare un altro problema invisibile della società italiana: la povertà energetica che colpisce almeno due milioni di famiglie. La comunità di Napoli nasce con un investimento di 100mila euro finanziato da una fondazione locale (Fondazione Famiglia di Maria), raggiunge quaranta famiglie con disagi sociali e permette a ciascuna di esse di risparmiare fino a 300 euro all'anno. Quella di Magliano Alpi è invece strutturata intorno a un impianto fotovoltaico sul tetto del municipio, che dà autonomia a una serie di strutture comunali (una biblioteca, una palestra, la scuola, il municipio stesso) e offre l'energia in surplus a cinque famiglie che hanno aderito al progetto. Non è un piccolo mondo residuale, qui c’è del potenziale sostanziale. Secondo un altro studio (di Elemens con Legambiente) le comunità energetiche da rinnovabili possono arrivare a 16 GW di potenza installata entro il 2030. Sarebbe il 30 per cento dell’obiettivo climatico del Pniec (il piano energetico nazionale). È vero che quel piano va aggiornato ai nuovi obiettivi europei, ma è comunque una quota che restituisce la scala del potenziale di queste comunità. Nel rapporto Legambiente sottolinea anche che in Italia ci sono già 3.493 comuni 100 per cento elettrici, cioè dove la produzione elettrica da rinnovabili supera i fabbisogni delle famiglie residenti, e ce ne sono addirittura quaranta 100 per cento rinnovabili, cioè dove il mix delle fonti consente di coprire sia i fabbisogni elettrici che termici delle famiglie. Ci sono poi esperienze interessanti, come quella del porto di Savona, dove un sistema di pannelli fotovoltaici è programmato per salire di potenza da 121 kW (attuali) a 4 mW. A regime, vuol dire che il 95 per cento dell'energia del porto verrà dal solare. In Piemonte c'è poi un altro progetto interessante, ha nome battagliero e militante: Oil Free Zone Territorio Sostenibile, è stato messo in piedi dal Consorzio Pinerolo Energia insieme al Politecnico di Torino e Acea. A oggi sono a un livello di autoproduzione del 42 per cento, puntano ad arrivare al 100, diventando una comunità energetica che unirà sei comuni, cinque aziende e oltre un centinaio di soggetti pubblici e privati sparsi nella Città metropolitana di Torino. Realtà di questo tipo sono in tutta Italia, dalle Alpi alla Puglia, in Sardegna e nelle periferie urbane. È un'onda di piccoli cambiamenti territoriali tra di loro autonomi, che hanno insieme il potenziale di cambiare il rapporto tra gli italiani e l'energia. Iscriviti gratis alla newsletter sull’ambiente, Areale, cliccando qui. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFerdinando Cotugno Giornalista specializzato in ambiente, per Domani cura la newsletter Areale, ha scritto il libro Italian Wood (Mondadori) e ha un podcast sulle foreste italiane (Ecotoni).
Servizi di interpretariato: tutto quello che c’è da sapereNessuna proroga per le tasse: resta la scadenza a luglio
Fattoretto Srl sponsor al 4ecom di Milano
Agenzia delle Entrate: le mascherine marchio CE sono detraibiliIl bonus INPS per Partite Iva potrebbe salire a 800 euro
Concorsi pubblici 2020 Trentino Alto Adige: i bandi attiviDecreto Aprile 2020: i nuovi aiuti per lavoratori e famiglie
Bonus 600 euro INPS per Partite Iva: a chi spetta e come richiederlo?Econobus al 110% per le seconde case: l'ipotesi del governo
Aumenti in busta paga da luglio 2020: quanto si guadagnerà?Coronavirus, molti ristoranti e negozi non riapriranno a giugnoEcco i lavori più pagati in Italia: la classifica degli stipendiRegime forfettario e lavoro dipendente contemporaneamente
Bonus seggiolino anti abbandono: come richiederlo
Il ministro Gualtieri fa chiarezza su Eurobond e Mes
Rincaro delle sigarette, ecco i nuovi prezzi dall'11 marzo 2020Piano Colao: cosa è previsto? Tutti i bonusStipendi: perché è d'obbligo il pagamento entro il 12 gennaioEurogruppo, che cosa è il Recovery Fund proposto dall'Italia?
Coronavirus, Facebook offre 100 milioni ai giornalistiL’Europa dichiara guerra alla plastica e Fas Italia presenta la gamma Plastic Free dedicata agli AlberghiCoronavirus, trovato accordo per anticipo cassa integrazioneCoronavirus, estensione del reddito di cittadinanza: la proposta