File not found
Professore Campanella

Incidente mortale: perde la vita Alessandro Massimi, caporale dell'Esercito di 45 anni

Scappa dal compagno che la picchia da tre giorni: si rifugia in banca con la figlia piccolaCittà di Castello, scontro tra auto e camion lungo la Tiberina: un feritoDa Sgarbi ai meme su Open to meraviglia, bocciata la Venere di Botticelli trasformata in virtual influencer

post image

Usa, svaligiano un camion della Zecca di due milioni di monete da 10 centL'arcivescovo Ghizzoni - Siciliani COMMENTA E CONDIVIDI Dalla parte delle vittime,investimenti sempre, attraverso azioni concrete tese a prevenire, informare, formare e reagire in maniera efficace davanti agli abusi commessi da operatori pastorali o chierici: è questo principio fondamentale di garanzia e trasparenza ad aver guidato la Chiesa italiana (così come quella di tutto il mondo) nella costruzione della rete a protezione dei minori e delle persone vulnerabili. A fare il punto sul lavoro compiuto dalla Conferenza episcopale italiana e dalle diocesi a cinque anni dall’istituzione del Servizio nazionale per la tutela dei minori è l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio.L'incontro dei referenti territoriali di novembre 2023 - SicilianiQuali sono oggi i frutti più preziosi scaturiti dal lavoro del Servizio?Il Servizio è nato nel febbraio 2019 e l’anno successivo abbiamo dovuto fare i conti con la pandemia. Nonostante questo ostacolo tutte le diocesi hanno risposto alla richiesta di nominarono i loro referenti. Poi abbiamo chiesto alle Chiese locali di aprire una nuova struttura: un centro di ascolto per la tutela dei minori, per dare informazioni e accogliere chi voleva fare segnalazioni o denunce. Ne sono sorti oltre un centinaio, diocesani o interdiocesani, che coprono praticamente tutto il territorio. I responsabili sono in prevalenza laici e donne, con competenze specifiche. Poi il Servizio nazionale ha elaborato grazie ai suoi specialisti, tre Sussidi: sul fenomeno e le ferite degli abusi, sulle buone prassi di prevenzione in parrocchia, sulla formazione dei seminaristi e dei novizi in tempo di abusi. Più tardi è uscito anche un Sussidio specifico per le scuole cattoliche, adatto però anche a tutte le scuole. In questi ultimi due anni i membri del Servizio nazionale con la coordinatrice Emanuela Vinai hanno fatto moltissimi interventi su tutto il territorio italiano, incontrando i vescovi delle regioni ecclesiastiche, presbiteri e diaconi, catechisti, insegnati di religione, allenatori sportivi, animatori delle realtà giovanili e delle associazioni. Parliamo di varie decine di migliaia di persone coinvolte ogni anno. I due resoconti annuali (2020-21 e 2022) elaborati con il contributo di esperti della Cattolica, hanno mostrato come questa rete si stia muovendo e stabilizzando. Anche i centri di ascolto sono in parte conosciuti: nei quasi tre anni di vita hanno avuto circa 90 segnalazioni e qualche centinaio di contatti.Cosa manca ancora da fare?Abbiamo constatato che non tutte le diocesi e non tutte le regioni ecclesiastiche si sono mosse con lo stesso ritmo, soprattutto per una certa disparità di risorse umane. In compenso ci sono molte diocesi importanti che hanno elaborato in proprio cammini di formazione per tutti gli operatori pastorali, di ottimo livello. E più si fa formazione, più aumenta la sensibilizzazione ed emergono casi nuovi o antichi. Sostenere e potenziare questa rete è il nostro primo compito, d’accordo coi vescovi. Con loro, infatti, in quasi tutte le assemblee generali abbiamo riaffermato le scelte e le azioni di prevenzione per la tutela dei piccoli e dei ragazzi che sono il bene più prezioso che ci è affidato, in collaborazione con le parrocchie, le associazioni e i movimenti e naturalmente con le famiglie. Inoltre stiamo studiando come ricavare conoscenze e orientamenti per la prevenzione grazie a una serie di approfondimenti e di ricerche, in itinere e in partenza. Delitti antichi e recenti. A testimonianza che in questi anni c’è stata una vera svolta anche nelle diocesi italiane che hanno iniziato seriamente ad affrontare gli abusi dei chierici.L’impegno della Chiesa su questo tema come sollecita, se lo fa, anche la società civile?Là dove ci sono le denunce, la magistratura fa il suo dovere. La nostra società ha ancora un atteggiamento stigmatizzante e questo rallenta le denunce: spesso infatti o la vergogna, o i sensi di colpa ingiusti delle vittime, o la tendenza antica a lavare i panni sporchi in casa, limita la reazione. Anche la paura di essere messi alla mercé di tutti sui social o strumentalizzati sui mass media blocca le denunce. Ora qualcosa, però, sta cambiando. Anche noi vescovi e religiosi ci siamo impegnati moralmente a incoraggiare e sostenere le vittime che si rivolgono a noi, perché denuncino i reati anche alla magistratura. Il nostro rapporto con le istituzioni civili sul tema è iniziato molto bene con il Ministro della famiglia e pari opportunità, che sta continuando. Siamo invitati permanenti all’Osservatorio nazionale e abbiamo un buon rapporto con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. A livello locale, non dappertutto, ma in tante realtà diocesane e regionali si sono stabiliti contatti e accordi anche formali per una collaborazione con le forze dell’ordine, con la magistratura, con l’assistenza sociale, con gli amministratori. È un campo che si sta sviluppando in alcuni casi concreti, non solo con atti ufficiali e convegni di studio. E il nostro impegno coinvolge anche la scuola, lo sport e, soprattutto, le famiglie. Purtroppo la grandissima maggioranza (circa 9 su 10) dei maltrattamenti, delle violenze assistite, degli abusi di vario tipo, avvengono nella cerchia familiare: ecco perché bisogna arrivare anche qui di concerto con le altre istituzioni educative, assistenziali, di volontariato della società.Qual è stata la risposta delle comunità cristiane finora?La risposta è stata in genere positiva anche se l’argomento è molto sensibile, delicato e in larga misura nuovo per come lo affrontiamo in termini di un nuovo rispetto verso i piccoli e i ragazzi, verso il loro corpo, la loro sensibilità psicologica, la loro anima, che chiede una nuova educazione affettiva, sessuale e morale, decisamente diversa da ciò che vedono e sentono con i loro strumenti elettronici e anche dagli esempi incoerenti degli adulti. È una battaglia educativa e culturale che chiede prima di tutto agli adulti e agli educatori di vivere con coerenza e serietà l’affettività, le relazioni, la sessualità tra loro e in presenza dei ragazzi, a cominciare dalla vita in casa.Lei ha incontrato più volte le vittime: che valore hanno questi gesti?Gli incontri con le vittime, fina dalla prima volta nel lontano 1985, e ancora adesso nell’incontro voluto dalla presidenza della Cei qualche giorno fa, mi hanno sempre scosso e lasciato una traccia di dolore e di indignazione, col desiderio di reagire in ogni modo possibile. Non sempre è stato facile. Nell’ultimo incontro abbiamo visto anche il riflesso sui familiari e la loro sofferenza nel prendere atto della umiliazione e della ferita subita dai figli. Credo che dovremmo fare tutti noi operatori pastorali (vescovi, preti, religiosi e laici educatori...), una esperienza di ascolto e di condivisione con queste persone, nei modi possibili e sempre tutelando la riservatezza. Non si possono più dimenticare. E la loro testimonianza diventa la più forte motivazione per reagire e impostare nuovi atteggiamenti di tutela e di cura per i bambini per i ragazzi.

Fisco, più tempo per aderire alla rottamazione quater: le dateIncidente a Cortona, fuori strada con l'auto: ferite due minori

Gallipoli, ristorante dato alle fiamme nella notte: è incendio doloso

Meteo, arriva il caldo ma non per tutti: le previsioni per gli ultimi 10 giorni di aprileLa Conferenza delle Regioni è contraria al cibo sintetico

Chi sono i tre scialpinisti travolti dalla valanga in Valle d'AostaNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 449

Valcamonica, tre pecore sbranate: i sospetti su un orso

La Cassazione respinge il ricorso di Cosentino: dovrà scontare 10 anniUbriaco alla guida sradica il cancello dei Carabinieri: arrestato

Ryan Reynold
Varese, perseguita la ex: arrestato 40enne di origini maghrebineRunner morto in Trentino, la madre: "La natura me l'ha portato via""Sei grassa fai schifo": madre sottopone la figlia a una dieta forzata

criptovalute

  1. avatarNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 451investimenti

    Empoli, auto finisce contro un tir: 25enne perde la vitaAvvocata ospedale con il suo bambino ma il giudice non rinvia l’udienza. L'attacco: "Questi i deliri di onnipotenza di una certa magistratura"Trentino, appello dei veterinari: "No all'abbattimento di JJ4"50° anniversario dal rogo di Primavalle: cosa accadde e chi erano i fratelli Stefano e Virgilio Mattei

    1. La nuova ordinanza di Fugatti in Trentino: “L’orsa JJ4 va abbattuta”

      1. avatarSi schianta in scooter sull'Aurelia: morto ragazzo di 25 anniinvestimenti

        Incidente a Budrio, cinque veicoli coinvolti: un ferito grave

  2. avatarFumo dall'appartamento, il proprietario non se ne accorge perché addormentato sul divanoGuglielmo

    Pasta in bianco a 26 euro in un ristorante di Milano: scoppia la polemicaFemminicidio Matteuzzi, la difesa dell'ex fidanzato chiede di sentire Maria De Filippi al processoItaliano morto in Kenya: mistero sull'incidente di Renato PirazziniGinosa, incidente stradale: tre morti tra i 25 e 30 anni

  3. avatarPaupisi, scontro tra due auto sulla Telesina: cinque feritiEconomista Italiano

    "Mia figlia di 7 anni bullizzata a scuola, sta perdendo i capelli"Meteo, colpo di coda dell'inverno: nuove piogge sull'ItaliaComo, madre trova immagine pedopornografica della figlia sul cellulare del maritoFurto in una gioielleria nelle Marche: arrestata 50enne di Agropoli

Pillola anticoncezionale, Pro Vita attacca: "Decisione di renderla gratuita grave e pericolosa"

Matrimonio combinato per ottenere i documenti: espulsoRagazza violentata sul treno: la polizia arresta un 36enne egiziano*