Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 42Confindustria, l'Italia evita la recessione per il primo trimestre 2023Bonus Revisione Auto 2023: quando e come richiederlo
Premiati i vincitori della TIM Cybersecurity ChallengeLa riforma Bonafede,ìiprocessisiestinguerannoancheseilprimogradoèEconomista Italiano con tutti i suoi limiti, poneva però un freno alle impugnazioni meramente dilatorie. La riforma Cartabia invece incentiva a difendersi dal processo, invece che nel processo, perchè non limita le impugnazioni che ingolfano la macchina giustizia Il blocco della prescrizione con la sentenza di primo grado previsto dalla cosiddetta "riforma Bonafede", con tutti i suoi limiti (tra cui, uno su tutti, quello di aver equiparato a tal fine le sentenze di assoluzione a quelle di condanna), aveva quanto meno il vantaggio della chiarezza: poneva un freno alle impugnazioni meramente dilatorie. Chi impugnava, infatti, sapeva che, non potendo più lucrare la prescrizione in appello o in Cassazione, avrebbe dovuto farlo soltanto per ottenere una sentenza di merito più favorevole. La maggiore criticità della riforma Bonafede, a mio avviso, consisteva nel non aver previsto alcuno strumento per garantire che i processi, nei gradi successivi, venissero definiti in tempi certi e, più in generale, nel fatto di aver affrontato il tema della prescrizione in maniera atomistica, senza porsi in alcun modo quello della "ragionevole durata" del processo penale e della "tenuta" del sistema accusatorio. E in tal senso - fermo restando che il giusto processo non può essere valutato soltanto in termini di durata, ma richiede anche la salvaguardia della correttezza della decisione, che deve giungere all'esito di un dibattimento di primo grado che si celebri con i suoi tempi, spesso commisurati alla complessità dell'accertamento, e nel rispetto dei diritti di difesa dell'imputato (non apparendo preferibile invece la celebrazione indefettibile di tre gradi di giudizio, per cercare di riparare i guasti di un processo celebrato in maniera frettolosa e sommaria) - sono d'accordo con quanti hanno osservato che la strada maestra per ricompensare l'imputato per l'eventuale eccessiva durata del processo poteva essere quella di prevedere un meccanismo di riduzione della pena inflitta dal giudice di prime cure, in misura proporzionale alla durata del processo di gravame. Gli errori di Cartabia Nulla di tutto questo. La proposta di riforma elaborata dalla Ministra Cartabia - al di là della "frode delle etichette", che si realizza affermando, da un lato, di voler mantenere il blocco della prescrizione con la sentenza di primo grado e, dall'altro, di introdurre una improcedibilità del processo, ove quest'ultmo non venga definito nel termine perentorio indicato dalla legge - ha come effetto principale quello di incentivare nuovamente comportamenti dilatori volti a difendersi dal processo, anziché nel processo. Se dovesse essere approvata questa riforma, infatti - che nulla prevede per cercare di contenere il numero delle impugnazioni e di ridurre i tempi di celebrazione dei giudizi di gravame - è concreto il rischio che le sentenze di condanna continueranno ad essere impugnate tutte, senza esclusione, nella speranza (che spesso diventa certezza) di ingolfare la "macchina" giudiziaria ed ottenere l'estinzione (non già del reato, ma) del processo. E poco importa cercare di comprendere in che cosa si differenzierà questa nuova improcedibilità, rispetto alla vecchia prescrizione, dal momento che l'effetto sarà in ogni caso quello di porre nel nulla le sentenze alle quali si è faticosamente pervenuti in primo grado. Ma vi è di più. Se ben capisco il funzionamento della improcedibilità, qualora la fase di gravame non dovesse concludersi nei tempi previsti dalla legge (cosa alquanto probabile, se, come sembra, non si è voluto abolire nemmeno il divieto di reformatio in peius, ovvero il divieto che la sentenza di primo grado impugnata venga riformata in appello con una pena peggiorativa rispetto a quella del primo grado), in appello o in Cassazione moriranno inesorabilmente anche i processi nei quali la sentenza di primo grado è stata pronunciata in tempi rapidissimi, magari a ridosso del fatto. Se oggi, infatti - con la prescrizione - occorrono mediamente sette anni e mezzo dalla commissione del fatto per ottenere una declaratoria di estinzione del reato; domani - con il nuovo istituto dell'improcedibilità del processo (che, in caso di ritardo, lo farà "deragliare" su un binario morto) - basterà che la sentenza di appello o di Cassazione non venga pronunciata nei due o tre anni successivi alla sentenza di primo grado, per poter giungere allo stesso risultato. E ciò anche se, per avventura, la prescrizione del reato non si è affatto maturata e, in teoria, è ancora molto lontana dal verificarsi. A questo punto, paradossalmente, per risolvere gli inconvenienti che taluni hanno lamentato con il blocco della prescrizione, sarebbe stato preferibile abolire del tutto la "riforma Bonafede" e ritornare semplicemente al sistema vigente prima del 2020. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFabio Lombardo Gip di Arezzo
Aprile 2023, quando pagano l'assegno unico? Le date del calendario InpsRiforma del fisco, cosa cambia con la flat tax e cosa non piace a Confindustria
Quando arriva l’assegno unico e come funziona con il RdC
Ingegnere rifiuta stage da 750 euro: "No a una paga da fame. Basta accettare, così non si vive"Stipendio delle mamme: dopo 15 anni è la metà rispetto alle colleghe senza figli
Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 49Bonus casa 2023: cosa comprende, come funziona, come richiederlo, a chi spetta
Piazza Affari pesante in avvio (-1%)Taglio del cuneo fiscale, a luglio stipendio più alto: a chi spetta l'aumento
Pensioni giugno 2023: quando vengono pagate, calendarioLavoro: si discute l'idea di una "pensione di garanzia"Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza: quando arriva il pagamento a maggio 2023Bonus zanzariere 2023: ecco come richiederlo
Boom incassi per le multe: quali sono le cifre?
Piazza Affari pesante in avvio (-1%)
Addio a Mister Riso Gallo: è morto a 82 anni Mario PreveSaldi estivi 2023, quando iniziano e il calendario completoPensioni, l'Inps corregge il tiro sulla quattordicesima: "Rimane a parte"Assegno unico: l'Ue avvia procedura di infrazione per l'Italia
Transazioni immobiliari residenziali: trend in crescita (ma solo in apparenza)Openjobmetis: "Per cablare l'Italia servono 10 mila tecnici"Confindustria, "Il Pil rallenta, secondo trimestre quasi fermo"Rottamazione cartelle al via: come accedere al servizio, il 30 aprile è la data di scadenza