File not found
criptovalute

Covid Israele: scoperto il primo caso di mutazione della variante Delta

Cina, esplosione in un ristorante per una fuga di gas: almeno 3 morti e 30 feritiLa portavoce di Joe Biden Jen Psaki è positiva al covidRagazza di 22 anni pedinata, minacciata e uccisa a colpi di pistola: arrestato 54enne

post image

Eruzione alle Canarie, fiume di lava dal cratere del vulcano: migliaia di evacuatiUn'opera di Zeng Fanzhi esposta alla Scuola Grande ndella Misericordia s Venezia (particolare) COMMENTA E CONDIVIDI Qualche settimana fa ho affrontato il discorso della pittura cinese contemporanea. Partivo dalla visita alla mostra in corso al Mart di Rovereto. L’idea fondamentale da cui muoveva la mia analisi delle opere esposte era questa: rispetto alla pittura che vedemmo alla Biennale del 1993,investimenti dove Achille Bonito Oliva presentava per la prima volta i pittori, spesso figurativi, che esprimevano in vario modo e intensità una critica più o meno aperta verso la dittatura cinese (Piazza Tienanmen si era rivelata nel 1989, portando l’attenzione del mondo sulla repressione cinese dopo la caduta del Muro); ecco, il clima “post comunista” che si respirava all’epoca ipotecando da parte occidentale speranze di allargamento dell’Europa politica ai paesi ex sovietici, non ha nulla di paragonabile a quello attuale: i pittori cinesi di oggi sembrano testimoniare anzi una sorta di indifferenza verso la critica. Mentre il loro Paese ha imposto al mondo la sua natura anfibia, praticando con grande aggressività l’economia di mercato, a cui corrisponde, politicamente, il pugno duro che tiene sott’acqua la testa della nazione e, in certa misura, la rende anche succube nelle speranze di futuro; così, i pittori di queste ultime generazioni sono, come scrivevo qualche settimana fa, per una libertà senza ideologia, vale a dire che non critica le fondamenta stesse di un potere centralistico che governa il paese più popoloso del mondo. Quando i primi a rendersi “innocui” sono gli artisti, significa che il potere controlla le menti (alle Biennali degli ultimi due anni, quella d’architettura e l’attuale che strilla “stranieri ovunque”, si guarda all’Africa come futuro del mondo, ma nessuno che abbia denunciato l’espansione cinese nel Continente Nero con l’acquisto massiccio di terre e territori che dovranno poi sottostare al diktat di Pechino). Riflettevo su questo paradosso di un Occidente che intrattiene commerci con un Paese gigantesco il cui sistema politico non rispecchia affatto gli ideali delle nostre democrazie (che vorremmo esportare ogni volta che si presenta l’occasione). Chi ormai contesta a Pechino certe sue strategie politiche egemoniche, fuori da una blanda promessa di reazione qualora si spingesse un po’ oltre il limite stabilito? Ma qual è il limite? Taiwan, per esempio? A voler essere onesti l’acquisto delle terre, e non solo in Africa, è possibile alla Cina per la ricca economia e per le regole disinvolte di mercato (tollerate per convenienza dentro l’orizzonte della globalizzazione); stato delle cose che peserà di più, fra qualche decennio, della stessa potenza militare. Gli artisti che vediamo in Occidente, spesso sono parte di questa forxza economica che genera omologazione. A Venezia, nei giorni di apertura dell’attuale Biennale d’arte, si sono svolti alcuni eventi collaterali e due, in particolare, avevano come oggetto pittori cinesi di differenti generazioni: all’Isola di San Giorgo, negli spazi della Piscina Gandini, la Fondazione Cini propone una retrospettiva di Chu Teh-Chun, morto nel 2014 a Parigi dove ha vissuto per oltre mezzo secolo (fino al 30 giugno); alla Scuola Grande della Misericordia, la sede in cui anni fa Jan Fabre aveva allestito una mostra con le sue sculture “sacre” e provocatorie, invece viene presentata, con l’allestimento dell’architetto Tadao Ando che gioca su singolari mise en abyme prospettiche, un’antologica del sessantenne Zeng Fanzhi (fino al 30 settembre) che riunisce due cicli pittorici recenti, dove protagonista è la sintesi fra la spiccata matericità del pigmento, con una policromia ridondante, e la pellicolarità di certe velature su una base grafica che risentono della fluida trasparenza dell’antica pittura cinese. Pur di diverse generazioni – distanti quasi mezzo secolo fra loro – i due pittori sono accomunati da alcuni elementi che, paradossalmente, compongono le due facce di una medaglia dove da un lato la superficie è spaziosa ma priva di rilievo, essendo la pittura di Chu Teh-Chun frutto di astratta superficialità; l’altro lato, invece, ribolle fino a una sorta di polluzione materica trattata da Fanzhi attraverso l’ossessiva stratificazione dei colori, come se il microrilievo della faccia opposta del dittico messo in scena a Venezia, con Chu,esplodesse in un altorilievo dove quasi non importa più nemmeno l’immagine che talvolta emerge da questa fermentazione fisica raggiungendo livelli di parossistico narcisismo, perché Fanzhi esercita un controllo perfetto sul metabolismo che potrebbe prendergli la mano e lo sfrutta, anzi, in termini di implementazione della bellezza come sintesi aurea della luce. E questo si coglie anche nel secondo ciclo che compone la mostra alla Misericordia, realizzato su carta fatta a mano secondo tecniche che risalgono all’antica pittura del dipinto a inchiostro, intessuto anche con la memoria degli “antichi maestri” europei. Come si sarà intuito Fanzhi è un pittore colto che cerca di governare la materia e gli impulsi che lo mettono di fronte alla verità profonda del pigmento. Eppure, l’intenzione che lo muove e lo porta a misurarsi con le iconografie cristiana e buddhista e con la letteratura cinese, sembrano quasi soltanto pretesti per affascinare la mente dello spettatore (ma arrivando fino alle sue viscere, procurandogli una sorta di frisson metaphysique con lo sfarzo del colore); così genera un flusso ipnotico da cui riemergono forme e composizioni che sotto parvenze di figura in realtà sembrano ricreare l’essenza del magma primigenio da cui è venuto l’universo.Ogni opera è una celebrazione del Big Bang controllato dall’artista come astrazione di spazi o come allusione agli infiniti mondi che non sappiamo nemmeno immaginare. L’astrazione di Fanzhi corrisponde alle cosmologie che sembra di vedere anche nei dipinti di Chu Teh-Chun il quale, teniamolo a mente, è morto a 94 anni (dopo un periodo di infermità dovuto a un ictus). La longevità del pittore è dovuta certamente a una serenità di cui beneficiò fin dall’infanzia, col padre collezionista d’arte che lo incoraggiò a intraprendere la pittura e la pratica calligrafica. Chu seguì l’accademia e si educò alle forme dell’arte moderna, ma la sua giovinezza fu sconvolta dalla guerra sino-giapponese, protrattasi fino al 1947. Nel 1949 Chu fuggì a Taiwan, dove insegnò fino al 1955, anno in cui si recò in esilio a Parigi. All’inizio Chu dipinse approfondendo la lezione di Cézanne, ma gli anni di formazione furono segnati da vari incidenti e disastri nei quali perse molti suoi lavori pittorici e fotografici, e anche gran parte delle opere grafiche distrutte da una forte tempesta. A Nanchino, dove aveva lasciato in custodia a un amico tutti i suoi quadri e le sue fotografie, la rivoluzione culturale fece terra bruciata: scomparvero così circa quindici anni di lavori artistici, mentre con l’esilio gli vennero meno anche gran parte dei legami familiari. È naturale che con questo tormento interiore, la sua ricerca pittorica, giunto a Parigi, abbracci la poetica dell’informale europeo: nei suoi lavori dell’epoca si avverte l’influenza di Wols, ma anche di Hartung. Chu predilige l’astrazione lirica, ma il momento “tachiste” dura poco e dopo un viaggio ad Amsterdam alcuni quadri di Rembrandt lo segnano in profondità, così che da questa esperienza elaborerà forme di paesaggio astratto, con dipinti che progressivamente aumentano anche di formato. Dagli anni Settanta la pittura di Chu, assai poco concettuale, ricerca una spazialità dove la luce genera mondi dalla valenza cosmica. Attraverso la gestualità l’artista cinese sembra scavare, e quasi scolpire come sottrazione, un vuoto che rispecchiandosi nello sguardo dello spettatore lo proietta ovvero lo imprigiona in una rete di segni di notevole forza architettonica, come azione ostetrica della luce sul colore. È in questa poetica che trova riscontro anche il titolo della mostra organizzata dalla Fondazione Cini e curata da Matthieu Poirier (con un catalogo edito da Gallimard): In Nebula, “Nella nebbia”, forse col rimando al simbolo caro alla mistica e, in particolare, al pensiero di Nicola Cusano: la nube che cela la visione del divino. Ma che può denunciare, nell’immanenza, una maschera del potere.

Russia, nuovo record di morti legati al Covid: 1.211 nelle ultime 24 oreUSA, uomo spinge carrello della spesa: investito sui binari del treno

Influencer si suicida a 25 anni bevendo pesticidi in diretta: soffriva di depressione

Finlandia, stop alla carne ai ricevimenti a Helsinki per ridurre le emissioniAdobe lascia a casa senza stipendio i dipendenti non vaccinati contro il covid

Ciclista spinse una bimba a terra e fa causa al padre che pubblicò il video sui social“Malata di omosessualità”, indignazione per la diagnosi in un ospedale spagnolo

Una Teenager negli Stati Uniti è stata arrestata per aver rifiutato di indossare la mascherina

Fisherman’s Friends, la proprietaria lascia 50 milioni ai poveri e nulla al figlioMorto per Covid Colin Powell, ex segretario di Stato Usa: aveva 84 anni

Ryan Reynold
Texas, infermiere condannato per aver ucciso 4 pazienti con un'iniezione d'ariaUsa, nasce il primo passaporto con genere X: per chi non si definisce uomo o donnaIncendio in Libano, impianto petrolifero in fiamme: evacuazione dei residenti in corso

BlackRock Italia

  1. avatarIndonesia, terremoto di magnitudo 5.8 a 112 km a est di Bitunginvestimenti

    Il manager della Nike Larry Miller racconta: "60 anni fa sparai e uccisi un ragazzo di 16 anni"Belgio, bambini imitano Squid Game a scuola: schiaffi e violenze per chi perde a "1, 2, 3, stella"Usa, bimbo di 2 anni spara e uccide la madre collegata su Zoom con i colleghiFrancia, un poliziotto è stato aggredito con un coltello da un uomo "in nome del profeta"

      1. avatarCina, panico nei supermercati e scaffali vuoti. Perché potrebbe essere legato al covid-19VOL

        Incendio nella mega raffineria di petrolio di El Palito in Venezuela

  2. avatarCittà del Messico, sparatoria durante una tentata rapina all’aeroporto: due feriticriptovalute

    Rischia di morire in carcere la blogger che mostrò il lockdown a WuhanL’ex governatore di New York Andrew Cuomo accusato di molestie sessualiBungee Jumping dal tetto dell’hotel, la corda si spezza: Yevgenia muore a 33 anni dinanzi ai figliToronto, furto d'auto da 300mila dollari: nella macchina vi erano oggetti dal valore di 80mila dolla

  3. avatarG20, il Presidente degli Usa Biden ha incontrato Draghi, Mattarella e Papa Francesco: i dettagliVOL

    Eutanasia, medico si autodenuncia: ha dato la "polvere del sucidio" a un centinaio di personeNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 611Vaccini per adulti somministrati per errore a 112 bambini degli UsaFrancia, il possibile candidato alle elezioni Zemmour punta il fucile contro i giornalisti ridendo

Sud Africa, violentò la nipote di 6 anni: condannato all’ergastolo

USA, uomo spinge carrello della spesa: investito sui binari del trenoIsraele, l'immunologo Cohen: "Rischio quinta ondata per sottovariante Delta"*