I social sotto accusa per i rischi sui minori. Zuckerberg al Congresso: «Mi dispiace per tutto quello che avete passato»Scoprire Finzioni e ribellarsi all’algoritmo – di Francesco Pacifico con Nicola LagioiaSalvini difende la Tav: “Tireremo dritti come treni”
European Focus 40. La sinistra che ce la faLa produzione non è solo una minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità,ETF ma anche per il clima. E dietro la lentezza del processo politico ci sono gli stessi interessi che fermano la transizione energetica: la plastica è il grande piano delle B dell’industria dei combustibili fossiliQuesta settimana parte a Ottawa, in Canada, il nuovo round dei negoziati Onu per arrivare a un accordo internazionale sulla plastica. Erano partiti quasi due anni fa in Kenya con ambizione e ottimismo, entrambe condizioni che sembrano essersi sgonfiate con il tempo.A guidare il nuovo round sarà il ministro canadese dell’Ambiente, Steven Guilbeault, che di recente ha provato a smuovere questo immobilismo. «Diversi paesi sembrano essersi dimenticati delle ambizioni originarie, cioè l’intenzione collettiva di un trattato che avesse armi per combattere l’inquinamento da plastica ed eliminarlo entro il 2040», ha detto Guilbeault in un’intervista a Climate Home.Questo accade nonostante quella contro la plastica sia una delle sfide ambientali con più consenso pubblico a supporto. Un sondaggio pubblicato nel report People vs Plastic di Greenpeace ha misurato che il sostegno internazionale ad azioni radicali è dell’82 per cento.Coalizione trasversaleGuilbeault non ha menzionato i paesi né gli interessi che si stanno opponendo a questo accordo. Ma tra i più ostili c’è una coalizione trasversale. Gli Stati Uniti hanno chiesto che il trattato non sia «legalmente vincolante», mentre tra gli oppositori più feroci ci sono l’Arabia Saudita, l’Iran e la Russia, che di recente si è opposta a «qualsiasi enfasi su misure restrittive alla produzione o al commercio di plastica», cioè le uniche che potrebbero avere un’efficacia su scala globale a un flusso da 400 milioni di tonnellate ogni anno, di cui solo il 9 per cento viene effettivamente riciclato.«Non ne usciremo riciclando» è il mantra dell’Agenzia ambiente dell’Onu che sta guidando il negoziato, ma è un’idea che non sembra fare presa sui paesi contrari all’accordo.La produzione di plastica non è solo una minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità, ma anche per il clima, e dietro la lentezza del processo politico ci sono gli stessi interessi che fermano la transizione energetica: la plastica è il grande piano delle B dell’industria dei combustibili fossili.Il grande piano BSecondo un nuovo rapporto del Lawrence Berkeley National Laboratory, la plastica rappresenta il 12 per cento della domanda globale di petrolio e l’8,5 di quella di gas. Il risultato è che questo materiale compromette il clima quanto 600 centrali a carbone e rappresenta il 5 per cento delle emissioni globali di carbonio. Ed è un settore che oggi sta vivendo una traiettoria di crescita esponenziale: senza un trattato che fermi la produzione di plastica vergine, questa si troverà a raddoppiare o addirittura triplicare entro il 2050.A quel punto le emissioni di plastica nel 2050 sarebbero di 6,78 gigatonnellate, l’equivalente di 1.700 centrali a carbone. Se anche trovassimo il modo di avere una produzione elettrica interamente decarbonizzata entro la metà di questo secolo, l’aumento della materia plastica si troverebbe a vanificare molti di questi sforzi, consumando tra il 15 e il 19 per cento di tutto il nostro budget di carbonio a disposizione per rispettare l’accordo di Parigi. Oggi le bottiglie e le stoviglie di plastica sono uno dei principali ostacoli al rispetto degli impegni internazionali sul clima.In vista del negoziato di Ottawa, che prende il via domani, 23 aprile, anche un network di 160 istituti finanziari ha invitato i governi a creare le condizioni per avere questo accordo internazionale sulla plastica. Oggi la traiettoria di aumento della produzione è del 4 per cento ogni anno, per mettere l’economia circolare globale in linea con l’accordo di Parigi servirebbe, secondo i dati del Lawrence Berkeley National Laboratory, iniziare a ridurre la produzione del 12 per cento ogni anno, un risultato che può essere raggiunto solo con un trattato ambizioso e vincolante. Non solo l’accordo internazionale sulla plastica sarebbe il più importante in materia ambientale dai tempi dell'accordo di Parigi, ma ormai ne rappresenta anche una sua fondamentale integrazione per poter funzionare.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFerdinando CotugnoGiornalista. Napoletano, come talvolta capita, vive a Milano, per ora. Si occupa di clima, ambiente, ecologia, foreste. Per Domani cura la newsletter e il podcast Areale, ha un podcast sui boschi italiani, Ecotoni, sullo stesso argomento ha pubblicato il libro Italian Wood (Mondadori, 2020). È inoltre autore di Primavera ambientale. L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra (Il Margine, 2022).
La crociata contro la scienza di Milei in ArgentinaTutte le aziende tecnologiche che stanno licenziando migliaia di dipendenti
Fabio Volo: «Se sono uno scrittore di intrattenimento, ben venga. Non mi candideranno allo Strega»
Gli Houthi sabotano i cavi sottomarini. Missili sulla nave MscManovra, Salvini: "Abbiamo dovuto fare delle scelte ma l'impronta della Lega si è vista"
La strategia di Biden: far cadere Netanyahu per difendere IsraeleL’annuncio di Giorgia Meloni da Washington: «Chico Forti torna in Italia»
Salvini "scaglia la prima pietra" sul Ponte: "Entro due anni"European Focus 11. Migranti o schiavi?
Con il riconoscimento facciale si possono fermare gli abusi della poliziaSecondo la CGIA con la flat tax di Meloni "Gli autonomi continueranno a pagare più dei dipendenti"Trump e Biden vincono le primarie in Michigan. Oltre 60mila “uncommitted” per il presidente UsaSospendere gli account senza dare spiegazioni: le censure arbitrarie di X
Julian Assange, concluse le udienze a Londra. Il verdetto sull’estradizione sarà annunciato nei prossimi giorni
Così Facebook prova a uscire dall’angolo
Lo sdegno del mondo per la «carneficina» a Gaza. L’Onu chiede un’inchiesta indipendenteRegionali Lazio, Bianca Berlinguer sarà la candidata di Conte e del M5S?Sul nuovo numero di Finzioni c’è tutta la vita ibrida di MilanoMini naja volontaria: cos'è, significato, requisiti, età
Peter Gomez: "Ridicolo che siano andati al governo per tagliare le accise ma non possono"Ti posso chiamare quando succede?A Milano noi trentenni abbiamo l’ossessione per il mercato immobiliareDestre e Terzo Polo dicono si a togliere il blocco alla prescrizione