Pd, continua l’agosto “militante” di Elly Schlein: le tappe in programma“Ritratto di un amore” di Martin Provost, storia di arte e passione travolgente fuori da ogni schema - Tiscali NotizieIl “Cuore nero” di Silvia Avallone. «Il male non passa, ma non dovremmo sprecare il dolore»
L’ascesa di un divo riluttante. Il banale dominio di Nikola JokićDon Andrea,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock don Giacomo e don Marco hanno firmato una lettera di sostegno e vicinanza alla scelta fatta dalla scuola di chiudere per l’ultimo giorno di Ramadan. Il testo della lettera è stato letto ieri al termine delle messe domenicaliProsegue la polemica politica sulla decisione dell’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello di voler chiudere la scuola per l’ultimo giorno di Ramadan, mese sacro per i musulmani, concedendo un giorno agli alunni per festeggiare la fine del digiuno. Sul caso si sono espressi anche i tre parroci della cittadina (Don Andrea, don Giacomo e don Marco) che hanno firmato una lettera di sostegno e vicinanza alla scelta fatta dalla scuola. Il testo della lettera è stato letto ieri al termine delle messe domenicali. Fatti«Aggrediti dallo Stato, lasciateci fare scuola». La lettera dei docenti dell’istituto di Pioltello«Non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica. Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe, vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione?», scrivono i parroci.«La realtà di Pioltello – aggiungono – è molto complessa e di certo non servono le chiusure e il disprezzo. Serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme». CommentiScuola chiusa per fine Ramadan: l’Italia è cambiata, facciamoci i contiMichele ColucciIl testo integrale della letteraCome sappiamo, in questi giorni Pioltello è stata al centro di un ampio e inaspettato dibattito a seguito della decisione dell’Istituto Comprensivo Iqbal Masih di sospendere le lezioni il giorno 10 aprile per permettere agli studenti di fede islamica di vivere con le loro famiglie il momento di preghiera al termine del Ramadan.Come parroci delle parrocchie di Pioltello ci sentiamo di dire quanto segue:La decisione del Consiglio di Istituto è nata da una seria e attenta capacità di leggere il tessuto sociale della nostra città che, come sappiamo, ha una percentuale di presenza di popolazione musulmana molto alta.Non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica. Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe, vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione?La realtà di Pioltello è molto complessa e di certo non servono le chiusure e il disprezzo. Serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme. Anche il responsabile dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Milano ha espresso apprezzamento per questa «bella iniziativa di dialogo tra religioni»Riteniamo che la decisione, presa in modo collegiale, di chiudere la scuola in occasione della fine del Ramadan sia nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione e cura per ogni persona e per la sua identità. Per questo esprimiamo piena solidarietà al Preside e a tutto il Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo Iqbal MasihSiamo sicuri di una cosa: quando le polemiche saranno finite (di solito bastano pochi giorni) a Pioltello resteremo noi, resteranno le persone; uomini, donne e bambini di buona volontà che vogliono vivere insieme, che vogliono una città bella e serena e, anche se costa fatica e non è scontato, ogni giorno si sporcano le mani, costruiscono ponti e inventano iniziative per incontrarsi, accogliersi e aiutarsi.Don Andrea, don Giacomo e don Marco© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
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