Sciopero dei medici, Schillaci: "Disponibili a un incontro"Schianto con il monopattino sulle strade di Milano: un uomo in comaBimba di 10 mesi ingoia crocifisso: ricoverata in ospedale
Ultima Generazione, blitz degli attivisti all’Arco della Pace a Milano. - . COMMENTA E CONDIVIDI «Penso che la gratitudine sia una straordinaria forza spirituale. Per contro,analisi tecnica essere ingrati è come essere mutilati, come essere afflitti da una brutta miopia intellettuale, una forma di miopia grave poiché sarebbe facilmente evitabile». Con queste parole inizia la riflessione sulla gratitudine il professor Franco Cardini, storico insigne, già docente di storia medievale in atenei italiani, europei ed extraeuropei.La storia – si dice – è maestra di vita. E c’è chi si domanda perché gli esseri umani sembrino imparare così poco dalla storia e siano incapaci di nutrire gratitudine per quanto appreso. Qual è la sua riflessione al riguardo?Due osservazioni: 1) è vero, sembra che gli esseri umani non imparino niente dal passato: ciò avviene perché si sono poste alla storia le domande sbagliate e non la si è studiata come sarebbe stato necessario fare. 2) C’è però anche il rovescio della medaglia: è vero che molti fatti, strutture, istituzioni sembrano ripetere fatti, strutture, istituzioni del passato, però tale ripetizione non è una vera e propria riproduzione, come se la storia fosse un cerchio e in cui tutto ritorna ciclicamente. La storia compie percorsi circolari che sono talvolta anche molto simili tra loro e tuttavia, a ben guardare, sono diversi. E questi percorsi non sono regolari: la storia procede anche per sbalzi improvvisi. La storia è maestra di vita, cui tributare gratitudine, ma è una maestra molto ambigua e straordinariamente complessa: non è una scienza esatta, è imprevedibile, fantasiosa. Una delle frasi più ricorrenti nei libri degli storici mediocri recita pressappoco così: “viste le premesse, era logico, naturale, che accadessero certi fatti”. Ma non è vero! Date certe premesse le cose potevano andare in moltissimi modi diversi e così, infatti, è accaduto.Il teologo Pierangelo Sequeri ha scritto su Avvenire: «I ragazzi imparano – felicemente – la storia di Gesù nella loro iniziazione cristiana. La storia della Chiesa la imparano al liceo, scoprendola come storia delle streghe, delle crociate, e dell’inquisizione». E ancora: «Nella catechesi corrente si traggono esempi dalla semina delle origini ma non c’è narrazione del suo lavoro nelle epoche e nelle generazioni. Delle passioni del seme e delle sue risurrezioni – dei padri che hanno mietuto il buon grano di Dio e delle madri che hanno sapientemente infarinato il lievito – non c’è racconto. Nè memoria né emozione». Condivide queste osservazioni, la necessità di coltivare la memoria – leale, affettuosa e grata – dei padri e delle madri che, lungo i secoli, hanno trasmesso la fede? Certamente! Aggiungo un’osservazione. Ciò che manca, insieme a questa memoria grata, è una reale conoscenza della storia. Spesso si è portati a dare un giudizio pesantemente negativo su vicende che si conoscono poco. Ci sono bravi storici cattolici che alzano le mani e si arrendono ancor prima che gli avversari abbiano puntato il fucile e - lo dico un po’ grossolanamente - parlano subito male delle crociate e dell’Inquisizione. Questo giudizio non è frutto di una conoscenza approfondita della storia ma di un atteggiamento particolare, un misto di pigrizia e debolezza, che evita di compiere una revisione seria delle vicende storiche. Una revisione che porti, ad esempio, a riconoscere quali sono state le ragioni che hanno condotto alle crociate, a riconoscere che esse hanno anche risolto taluni problemi e portato avanti idee che sarebbero felicemente germogliate in seguito. Quest’opera di revisione non viene compiuta, sostanzialmente per viltà e pigrizia: si preferisce concedere subito all’avversario qualcosa, formulando un giudizio totalmente negativo, per poi sottolineare che le cose, in seguito, sono cambiate radicalmente, che vi sono stati eventi e figure quali, ad esempio, il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII, La Pira, papa Francesco. Ma in realtà né il Concilio né le persone citate hanno mai compiuto un passo senza la Tradizione e il patrimonio del passato. La verità è che la storia è molto complessa e chiede di essere studiata e rivista continuamente, con pazienza, intelligenza, onestà intellettuale: non farlo significa venir meno al proprio dovere di storico. Nel corso della sua lunga attività di studio, quali figure l’hanno particolarmente colpita per la loro ammirevole capacità di coltivare la gratitudine?Ne ho incontrate molte. Penso ad esempio a un gruppo di scrittori cattolici fiorentini tra i quali Giovanni Papini, Domenico Giuliotti, Federico Tozzi, che coltivavano un sentimento di profonda gratitudine verso figure quasi dimenticate del cattolicesimo. Papini, ad esempio, provava riconoscenza grande verso figure di secondo piano della Compagnia di Gesù del Seicento. Ma penso anche a Giorgio La Pira: era ammirato e grato anche per quei manuali redatti da eminenti studiosi per i parroci di campagna o per quegli studi minori, pubblicati magari in pochi esemplari dagli stessi sacerdoti, che plasmavano l’apostolato quotidiano: erano tutti lavori straordinariamente fecondi che, di fatto, edificavano la fede di migliaia di persone. Don Milani non è stato una rosa nel deserto: è germogliato da un humus che è stato grembo di altri semi buoni che sono cresciuti e fioriti altrove. Questa pastorale del quotidiano, importantissima, andrebbe meglio studiata. E ringraziata.A chi desidera esprimere il suo sentito grazie?«Anzitutto ai miei genitori, a mio padre, operaio, che, quando ero bambino, ogni sabato sera mi portava ad ascoltare la grande musica a palazzo Pitti e la domenica mattina mi conduceva alla scoperta di monumenti, chiese, e musei di Firenze. Sono profondamente riconoscente anche a molti insegnanti: al mio maestro, Ernesto Sestan, e, a Gerusalemme, ad alcuni insigni docenti dello Studium Biblicum Franciscanum e dell’Università ebraica. Nutro gratitudine anche verso alcuni miei allievi che hanno proseguito studi da me iniziati, e che hanno dato prova di possedere grandi qualità umane e professionali: anche da loro ho imparato. Infine, sono sinceramente grato ad alcune persone che sul momento, con un loro gesto, mi avevano procurato un dolore o una disillusione ma che – ho scoperto molto tempo dopo – avevano compiuto quel gesto con il proposito di farmi del bene».
Venezia, continuano le ricerche dei ragazzi scomparsiFerrara, studentessa indossa velo sul bus: uomo e donna la molestano
Milano, studentessa aggredita a scuola con un coltello
Femminicidio di Giulia Cecchettin, la storia: tutti i dettagli dell'omicidioLecco, ritrovato il 13enne scomparso nel lago
Superenalotto 16 novembre, si fa festa a Rovigo: centrato il "6" da 85,1 milioniIl papà di Indi: "Ci impediscono di portarla a casa anche se è italiana"
Leucemia fulminante: Angelo morto a 11 anniCosenza, operaio morto schiacciato da un muletto: aveva 46 anni
Johnny Ruffo: morto l'ex concorrente di X FactorMilano, investiti fratello e sorella: incidente fra auto e scooterFidanzati scomparsi a Venezia, lo struggente appello della madreAereo militare americano precipita nel Mediterraneo orientale
'Ndrangheta: sequestrati beni per oltre 3 milioni di euro
Papa Francesco contro la povertà materiale e spirituale
Uccide il suo cane con una balestra e un coltello in terrazza: “Era il diavolo”Mense scolastiche, 1 su 3 non è in regolaPrevisioni meteo: ciclone mediterraneo verso l'ItaliaBari, violenza sessuale su 11enne: arrestato lo zio
Caso Lollobrigida: "Piazzolla le concedeva i soldi solo per il dentista"Terremoto in Sicilia: avvertita scossa di magnitudo 3.6Decreto carburanti annullato: non è più obbligatorio esporre cartello con media prezziLecco, morto Ibrahim: il 13enne si era tuffato nel lago e non era più riemerso