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«Con queste armi cambia l’aspetto tattico, ma i droni non sono una svolta»La vocazione all’apertura di Bari si avverte soprattutto nel grande spazio che la città,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock seppur legata ad alcune granitiche certezze enogastronomiche, riserva sempre di più negli ultimi anni alla cucina internazionale (qui la nostra mappa). Infatti, parlare di “etnico” sembra fuori moda (qui il nostro approfondimento), dato che i ristoranti specializzati in altre culture gastronomiche non propongono più caricature comprensibili agli occidentali, bensì si impegnano duramente a portare in tavola preparazioni autentiche e fedeli ai ricettari d’origine. È ciò che hanno fatto anche Roberto De Santis e Davide Manzari con Luz, con la loro “taberna andaluza” che omaggia la cucina di questa grande regione autonoma sulla costa meridionale della Spagna.Oltre il fusion: la cucina andalusa di LuzDe Santis, 29 anni, e Manzari, 27, sono entrambi baresi, conoscitori della scena food della città, in cui hanno lavorato per diversi anni. Amici d’infanzia, hanno scelto di percorrere strade simili: il primo nella mixology, il secondo in cucina. Dopo qualche esperienza fuori dai confini cittadini, a novembre 2023 danno forma a un progetto: aprire un locale insieme, omaggiando l’esperienza di Manzari in Spagna. “Nel barese mancava un ristorante spagnolo che restituisse l’esperienza gastronomica in modo autentico e percepivamo l’aumento dell’interesse intorno ai prodotti di quelle zone” spiegano a CiboToday. Così, stanchi dell’impero del fusion, hanno dato forma a Luz.Tra cultura araba e natura mediterranea. Il progetto della vecchia stalla bareseSi innamorano di una vecchia stalla di fine Ottocento, con delle arcate sul soffitto che tanto ricordano le moschee arabe. Il ristorante si sviluppa in un ambiente unico, in cui sono presenti dieci tavoli. Con l’arrivo dell’estate si potrà allargare l’accoglienza con un dehors. A dare corpo alle atmosfere andaluse, l’architetto Vito Piccoli, che ha incentrato tutto sul tufo e legno, in un omaggio alla naturalità mediterranea.Dopo le esperienze in Spagna, la cucina di quelle terre arriva a BariNei suoi anni in Spagna Davide Manzari è rimasto stregato dalla cucina iberica. “L’Andalusia è stata terra araba per otto secoli” racconta “Ciò ha portato questa cultura a influenzare anche la cucina della zona. Le spezie sono presenti in tante preparazioni, che utilizzano i prodotti del vicino Mediterraneo, disegnando una cucina molto vicina a quella italiana rispetto a quella araba”. Con questa consapevolezza, dopo un’esperienza di 3 anni e mezzo nelle cucine spagnole, Manzari e De Santis hanno studiato un’offerta enogastronomica che ricalca le favolose cene spagnole.La cucina e la cantina di Luz: cosa si mangia e si beve nel ristorante di BariFacendo sempre attenzione alla stagionalità e mettendo in primo piano la convivialità, una serie di tapas – di carne, di pesce o vegetali – aprono la cena. Ma il piatto forte è la paella: pensata per due, è disponibile con carne, pesce, vegetale, di gamberi, valenciana mista, di pesce con branzino. Tuttavia, il menu è elastico: cambia in continuazione in base alla disponibilità della materia prima. Non mancano i piatti forti. Da provare la croquetas di jamon iberico e il rabo de toro, una coda di toro cotta dodici ore in vino rosso e spezie (prezzi tra i 5 e i 12€, per la paella si sta tra i 25 e i 28€). Si conclude la cena con la famosa crema catalana o la torta de quezo.La cantina di Luz omaggia la produzione enoica spagnola, con attenzione sia al vino naturale che convenzionale. Secondo De Santis, “il valore umano vince su tutto. Per questo abbiamo messo al centro la nostra storia e non abbiamo scelto di seguire una moda. Anche nel consigliare di condividere tapas e paella vogliamo regalare ai nostri clienti un’esperienza che rimetta al centro il piacere di stare insieme, viaggiando da fermi”.
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