File not found
Guglielmo

Hallstatt, il "borgo di Frozen" che vuole bandire i selfie

Al sottomarino disperso per la visita al Titanic rimarrebbero solo 40 ore di ossigenoIncendio in Perù, a fuoco una miniera d'oro: almeno 27 mortiAuto contro i cancelli di Downing Street, un arresto

post image

Russia, la smentita del Cremlino sulla 'svolta' dell'Ucraina al confineIl 3 agosto 2014 lo Stato islamico attaccò i kuffar (gli infedeli) per eccellenza,trading a breve termine il popolo yazida nel nord dell’Iraq, in quello che le Nazioni Unite e vari tribunali europei hanno riconosciuto come il primo genocidio del XXI secolo. Oltre 3.000 uomini, donne, bambini e bambine furono uccisi e almeno 6.800 persone, soprattutto donne, bambine e bambini, vennero rapite. L’Ufficio per le persone yazide scomparse stima che ne manchino all’appello 2.600 Il 3 agosto 2014 lo Stato islamico attaccò i kuffar (gli infedeli) per eccellenza, il popolo yazida nel nord dell’Iraq, in quello che le Nazioni unite e vari tribunali europei hanno riconosciuto come il primo genocidio del XXI secolo. Oltre 3.000 uomini, donne, bambini e bambine furono uccisi, e almeno 6.800 persone, soprattutto donne, bambine e bambini, vennero rapite: le prime oggetto di compravendita tra gli “emiri del califfato” attraverso cataloghi o in tragiche imitazioni dei mercati del bestiame e poi sottoposte a schiavitù sessuale, gli ultimi obbligati a combattere.Nonostante la sconfitta dello Stato islamico, nel marzo 2019, l’Ufficio per le persone yazide scomparse stima che manchino all’appello 2.600 persone. Un notevole numero di loro si troverebbe nel vasto sistema di detenzione istituito nel nord-est della Siria, col sostegno degli Usa, per imprigionare persone sospettate di essere affiliate allo Stato islamico.Centinaia di donne, bambine e bambini ormai grandi si ritiene siano intrappolati nel campo di detenzione di al-Hol, tuttora sottoposti a vessazioni, schiavitù e altre forme di violenza da parte di affiliati allo Stato islamico. La direzione del campo ha ammesso di non essere in grado di controllare la situazione e che al suo interno si è costituito un nuovo gruppo dello Stato islamico.Un numero imprecisato di ragazzi e bambini yazidi si troverebbe in altri 27 centri di detenzione della zona.Diverse persone yazide che, dall’interno di al-Hol, hanno dichiarato la loro identità sono state liberate e rimpatriate in Iraq.Molte non lo hanno fatto e restano recluse: c’è chi teme che, al ritorno, sarà ucciso da parenti di persone affiliate allo Stato islamico che si trovano ad al-Hol; ad altre è stato detto che saranno le loro famiglie a punirle, o è arrivata la notizia di ragazze suicidatesi dopo la liberazione perché lasciate sole coi loro traumi (e questo è vero); altre ancora sono state rapite quando erano così piccole da non ricordare più la loro origine yazida.Una bambina yazida rimpatriata in Iraq ha raccontato di essere stata portata ad al-Hol insieme ai familiari dell’ultimo suo rapitore: «La famiglia con cui vivevo ad al-Hol mi obbligava a occuparmi dei loro animali. Mi trattavano come una schiava». MondoIl calvario dei cristiani in Iraq, ma c’è (ancora) speranza per il futuroFutura d'AprileI timori di chi tornaSua madre ha dichiarato che la ricerca della figlia è stata difficile e che quest’ultima aveva difficoltà a identificarsi come yazida: «Non riusciva a ricordare se era yazida o no. Aveva dimenticato la maggior parte delle cose».Un’altra ragazza che aveva 16 anni quando venne rapita dallo Stato islamico è stata rimpatriata da al-Hol dopo essere stata identificata dalla direzione del campo. Ha raccontato ad Amnesty International di aver celato la sua identità yazida per anni prima che lo Stato islamico venisse sconfitto: uno dei suoi rapitori le aveva mostrato le immagini di quello che aveva definito il delitto d’onore di una bambina yazida tornata a casa e le aveva detto che la sua comunità di origine non l’avrebbe mai rivoluta indietro. Temendo di essere uccisa in Iraq, aveva concluso che sarebbe stato meno peggio mimetizzarsi all’interno di al-Hol.Un ulteriore ostacolo è che molte donne e ragazze yazide che si trovano ad al-Hol hanno giovani figli, frutto della violenza sessuale subita da parte dello Stato islamico. Su di loro si è abbattuto lo stigma di essere «le mogli di Daesh». Alcune di loro hanno il timore, ben fondato, che se si identificassero e venissero rimpatriate sarebbero separate dai loro figli, in violazione del diritto internazionale.Nel 2020 Amnesty International aveva denunciato casi di madri separate dai loro figli dopo l’identificazione ad al-Hol. Il rischio permane ancora. Una donna yazida tornata in Iraq da al-Hol ha raccontato ad Amnesty International di essere stata costretta a separarsi dai suoi figli, che ora vivono nel nord-est della Siria: «Lo sanno tutti che sono i figli dello Stato islamico. Ho ancora alcuni loro vestiti, spesso li prendo in mano e li annuso. Certo che vorrei stare con loro. Fanno parte del mio cuore».La conclusione la lasciamo alle amare parole di Abdullah Shrem, un attivista yazida che da dieci anni cerca d’identificare le persone scomparse: «Lo Stato islamico è finito, ma le persone ancora sotto rapimento sono tante. Ci sentiamo completamente ignorati dalla comunità internazionale».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediRiccardo NouryAmnesty International ItaliaÈ il portavoce di Amnesty International Italia.

Portogallo, il cane più vecchio del mondo ha 31 anniAmputato alle gambe è il primo a scalare l'Everest

Ucraina, bimba di 4 anni muore mentre gioca nei gonfiabili, personale distratto dai cellulari non interviene

Sottomarino Titan, la storia del 19enne Suleman: morto per far felice papàPanico a Nottingham: strade chiuse per il rinvenimento di 3 cadaveri

Zelensky, incontro con Papa Francesco: "Rispetto, ma non abbiamo bisogno di mediatori"Irlanda, obbligatoria l'etichetta su vino e alcol

Guerra in Ucraina, bombe russe su un ristorante di Kramatorsk: si contano almeno 10 morti

I messaggi su WhatsApp di Stockton Rush: “Il sottomarino Titan è più sicuro di un elicottero”Stoltenberg sull'adesione della Svezia alla Nato: "Stiamo lavorando perché avvenga il prima possibile"

Ryan Reynold
Terremoto in Nuova Celedonia: scossa di magnitudo 6.1Guerra in Ucraina, il Cremlino su Mosca e Kiev: "Non ci sono le condizioni per i colloqui di pace"Kiev, raid di una potenza eccezionale: allerta in tutte le regioni

Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

  1. avatarTerremoto in Nuova Zelanda, scossa di magnitudo 62: non c'è rischio tsunamiProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Ecuador, almeno 12 morti nella calca durante una partita di calcioToby Addison, il ragazzo cieco cacciato da una palestra con l'accusa di fissare una donnaProteste in Francia, Macron ai ministri: "Garantire la calma"Harry e Meghan tornano in Inghilterra: parla l'ex maggiordomo di corte. Come l'ha presa Carlo?

      1. avatarSparisce l'indicazione del sesso dalla carta di identità in Brasilecriptovalute

        Guerra Russia-Ucraina, Putin è pronto a usare i missili nucleari: tutto quello che c'è da sapere sui Sarmat

  2. avatarPrincipe Harry a processo contro i tabloid britannici per intercettazioni illegaliProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Grecia, rischio ecatombe in un naufragio di migranti: si parla di più di settecento persone, forse cento bambini nelle stiveRussia, Lukashenko ricoverato a Mosca: si ipotizza l'avvelenamentoIncendio all’Europa-Park in Germania, cosa è successoLagarde: "Con l'aumento dei tassi remunerare di più i risparmi

  3. avatarNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 229Guglielmo

    L'orso entra nella pasticceria e mangia i cupcakes, paura in ConnecticutGuerra in Ucraina: una nube radioattiva si muove verso l'EuropaUSA, bisnonna colpita con il taser dalla polizia: è gravissimaNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 224

È iniziata la rivolta di Prigozhin: "La Wagner è nel quartier generale di Rostov"

Titan, il sottomarino scomparso: ecco il robot che potrebbe salvarloTrentino 38enne muore in Brasile annegando in mare dopo un tuffo*