Riscatto di laurea: come fare domanda e a chi spettaLavoro, per l'ad di Fincantieri il problema è l'assenza di lavoratoriEvasione fiscale delle grandi aziende maggiore delle piccole
Commissione Ue: probabile procedura d'infrazione per l'ItaliaUna manifestazione pacifista del 2022 - IMAGOECONOMICA COMMENTA E CONDIVIDI «Il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace,BlackRock Italia per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono». Sono tra le prime parole pronunciate da papa Francesco nel 2024: nella prima omelia dell’anno il Pontefice ha chiesto al mondo di avere sguardi e cuori di donna, in questo tempo martoriato dalle guerre. Perché la guerra, pur essendo un sostantivo femminile, in realtà è maschile. Oltre ogni generalizzazione (esistono uomini di pace, certo!) la guerra nella storia, anche di oggi, è decisa e pianificata soprattutto dagli uomini, perché da millenni e con poche variazioni negli ultimi decenni il potere è nelle loro mani. Non si tratta di sostituirli con donne nella “stanza dei bottoni”: il punto è semmai spezzare l’ingranaggio di cui ogni guerra si alimenta. L’architettura bellica – con la sua ostentazione di forza, la riduzione dell’altro in corpo da possedere o da annientare, l’enfasi sulla distruzione – poggia sulle fondamenta del potere maschile.Quella di genere è la prima differenza con cui l’essere umano è chiamato a confrontarsi: un nodo che quel potere storicamente risolve trasformando la diversità in diseguaglianza e prevaricazione. E che cos’è la guerra, come affermava Simone Weil, se non la forma massima di prevaricazione? Non è un caso, d’altronde, che all’universo femminile tocchi portare il peso e pagare il conto più salato di ogni conflitto: donne-bottino, sfollate, violentate, vendute, vedove e orfane di figli... Quante ne abbiamo viste, nel corso della storia. Quante ne vediamo oggi, nelle immagini atroci che arrivano ogni giorno dall’Ucraina e dal Medio Oriente in fiamme.«La guerra non è un gioco da donne» intona la cantautrice e attivista israeliana Yael Deckelbaum, tra le fondatrici del movimento Women Wage Peace e autrice di “Prayer of the mothers”, divenuta l’inno della marcia della speranza. Già, speranza.Perché Il femminile, nei margini dove è stato confinato – tanto protagonista del dramma dei conflitti quanto escluso dai tavoli ufficiali del dialogo e delle trattative – ha dovuto fare ricorso a un surplus di immaginazione e determinazione per andare avanti. Una resistenza creativa da cui nascono le risorse per perseguire nuovi modelli di convivenza, meno sbilanciati, meno violenti, meno disumani. Se gli uomini possono vincere o perdere la guerra, insomma, alle donne è rimasta una sola opzione: vincere la pace. Trovare il modo di ripartire, riparare gli strappi nei tessuti familiari e sociali, essere fattive costruttrici di riconciliazione.Dal desiderio di illuminare questo lavoro silenzioso, che in ogni parte del mondo contribuisce al cambiamento, è nata l'iniziativa che Avvenire ha lanciato l'8 marzo 2024, #donneperlapace, nella convinzione che, quando la vecchia via continua a fallire, bisogna imboccarne una nuova. Quella delle donne, appunto. Nel corso delle settimane abbiamo dato voce a decine di protagoniste di riconciliazione. Ognuna ha raccontato su queste pagine e sul sito web come è diventata donna di pace, e perché il mondo ha bisogno di «sguardi umani e cuori che vedono» declinati al femminile. Questo progetto è in ideale continuità con #avvenireperdonneafghane del 2023: a disegnare il logo è una giovane illustratrice profuga afghana ora sfollata in Pakistan.Con il contributo scientifico dell’Università Cattolica abbiamo inoltre formulato una petizione al Parlamento Europeo, in cui si chiede di ridare slancio all’Agenda Donna Pace e Sicurezza, con la quale l’Onu nel 2000 auspicava una maggiore presenza di mediatrici nei colloqui di pace e, insieme, una prospettiva di genere nei negoziati. Che vuol dire mettersi dalla parte delle vittime, pretendere riparazione e riconciliazione. Chi condividerà il nostro stesso desiderio di pace potrà fare la sua parte, sostenendo la scuola primaria Neve Shalom Wahat al-Salam, in Israele, in cui studiano insieme bambini palestinesi e bambini ebrei. Il progetto Donne per la pace è dedicato a Vivian Silver, pacifista israeliana uccisa durante l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023.
Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 154Aliquote Irpef 2019: calcolo, scaglioni e novità
Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 160
Analisi Enea: Italia, aumenta la spesa per il gas e l'elettricitàNotizie di Economia in tempo reale - Pag. 173
Tria: "Possibili misure aggiuntive per calo del debito"Bonus famiglia 2020: come funziona, requisiti e a chi spetta
Instapro.it: servizi per la casa a 360°Come disattivare Adblock su Chrome definitivamente
Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 154UE, Draghi: "Economia più debole ma euro è sopravvissuto"Reddito di cittadinanza, falso sito 'Imps': 500mila iscrittiBlack Friday 2019: i dati di vendita record e gli sconti
Quota 100, i dubbi del nuovo governo sulla misura leghista
Whirlpool di Napoli, vertice al Mise: chiusura forse scongiurata
Reddito di cittadinanza troppo basso: arrivano le lamenteleAutostrade, aumento dei pedaggi bloccato per altri due mesiCome funziona la metro di RomaManovra economica, per il 2020 previsto un deficit al 2,1%
Fattura elettronica, il bilancio dell'Agenzia delle EntrateIl tour di NFON: tutte le sei date dell'eventoPiano del governo: bonus di 240 euro al mese per ogni figlioLettera Ue, Tria: "Nessuna manovra correttiva"