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Numeri e voti. L’aria delle urne trascina Ferrarini

Migranti, il patto tra i Paesi Ue è ancora lontano: gelo tra Italia e GermaniaCosa dice la mise di Meloni al G7 sul potere femminileL’arte e le realtà, vedere la Palestina con altri occhi

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Affitti brevi e il codice identificativo: le nuove norme in arrivoPazza gara in Ungheria: doppietta McLaren e caos Verstappen Piastri vince davanti a Norris,-Capo Analista di BlackRock terzo Sir Lewis Hamilton. Verstappen quinto dopo una gara e un comportamento caotici, Ferrari in leggera ripresaPiastri in Ungheria - Copyright McLaren X account Incredibile GP di Ungheria, che termina con una doppietta del team di Woking, guidato dall’italiano Andrea Stella, nonostante tantissime discussioni tra il team e i propri piloti. Ancora una volta abbiamo assistito a un GP che ha regalato tantissime emozioni, il che è un bene per la F1: duelli al limite, team radio piccati e piccanti, uscite di pista e strategie diversificate… ancora una volta però è la Ferrari a mancare tra i veri protagonisti, con una quarta posizione ottenuta più per demeriti di altri che per meriti propri.   McLaren dimostra ancora una volta di avere nettamente la vettura più forte del lotto. Un weekend dominato con un 1-2 in qualifica al sabato, e con un 1-2 devastante in gara. Se la vettura è nettamente la migliore, il team dimostra ancora una volta di zoppicare e di essere incerto nei momenti che contano: una gestione clamorosamente debole dei “team order”, con Norris che viene quasi supplicato di far passare Piastri. L’australiano era in testa alla corsa ed era stato sopravanzato da Norris per un “undercut” non voluto e malamente gestito dal team di Woking che aveva avuto troppa “paura” di Hamilton e richiamato con inutile anticipo Norris. Lando è visibilmente amareggiato a fine gara per aver fatto passare il compagno di squadra, soprattutto in considerazione del quinto posto di Verstappen e della potenziale lotta per il mondiale pilota. Va però detto che Lando ha perso la vittoria principalmente in partenza, scattando male e facendosi affiancare da Piastri ancora prima della prima staccata. Ancora una volta Lando non vince una gara altamente alla sua portata. Pastri è invece glaciale sul podio, nonostante l’emozione per la prima vittoria. Attenzione a questo team, perché la lotta per il mondiale è davvero aperta.   Terzo è Hamilton che vince il duello con Max Verstappen. Duello durato diversi giri,  che si è sviluppato in diverse fasi della gara e che ha avuto il suo epilogo a pochi giri dalla fine quando Max ha tentato un sorpasso disperato con una staccata impossibile alla curva 1. L’olandese finisce lungo e si tocca con Hamilton, con il risultato di farsi superare anche da Leclerc.   Il monegasco della Ferrari ottiene un quarto posto con una SF-24 troppo incostante: in difficoltà all’inizio, la vettura di Maranello si è quasi dimostrata la più veloce in pista nello stint con le gomme hard, per poi tornare ad essere di un paio di decimi inferiore rispetto alla Mercedes (non consideriamo nemmeno la McLaren) una volta rimontate le gomme medie. Ci perdonerete il gioco di parole ma l’incostanza e l’inconsistenza di vettura (e, a volte, anche dei piloti) sono l’unica costante del team Ferrari del 2024. Tutto ciò deve continuare a far riflettere. Soprattutto, deve far riflettere la scelta del team di fermare Leclerc dopo solo 13 giri dello stint di gomme hard, proprio quando sembrava essere una delle vetture più performanti in pista. Si è voluto copiare Hamilton per provare a stare davanti a Verstappen probabilmente, ma la scelta è davvero difficilmente comprensibile. “Il weekend è andato abbastanza bene” ha dichiarato Vassuer a fine gara, aggiungendo “l’anno scorso abbiamo concluso a 65 secondi mentre quest’anno a 20”. Si dimentica di aggiungere che l’anno scorso vinceva la Red Bull mentre quest’anno la McLaren, il che indica che il team è stato chiaramente superato da McLaren durante l’anno. Ed è successo per due anni di fila. La cosa che preoccupa è la mancanza di strategie per “chiudere il gap”. “Spero ci saranno piste più adatte alla nostra vettura”, chiude l’intervista Vasseur. Anche questo non sembra un gran piano.   Il campione del mondo Max Verstappen è soltanto quinto, ma è assoluto protagonista della gara, combinandone una più di Bertoldo. Parte bene, punta all’esterno della prima curva ma vedendosi impossibilitato ad attaccare decide di usare la via di fuga come corsia di accelerazione per superare Norris. Si vedrà costretto a cedere la posizione, nonostante le sue lamentele. Nel duello con Hamilton fatica a passare, e passa la gara a lamentarsi della propria vettura che “non va come previsto dagli aggiornamenti”. Al momento del pitstop di Hamilton e Leclerc si apre in radio e insulta il team per le strategie. Quando, dopo il proprio pitstop, riesce a riprendere Hamilton e Leclerc, si riapre in radio e insulta nuovamente il team. Durante l’ennesimo duello con Hamilton, chiede al proprio team di protestare perchè non gli è stato dato sufficiente spazio e riceve in risposta dal proprio ingegnere di pista “ti stai comportando come un bambino”.  Non ci stupiremo se dovessimo venire a conoscenza di una firma di Verstappen con Mercedes per il 2025: una discussione del genere è tutt’altro che normale e non può non avere conseguenze.   Norris recupera ancora qualche punto su Verstappen (e ne avrebbe recuperati molti altri se avesse vinto) e il mondiale è più aperto di quello che si possa pensare. Soprattutto, pensando alla situazione in casa Red Bull che è quanto meno caotica. Si corre ancora tra una settimana in Belgio, sul mitico circuito di Spa.   Di seguito i risultati del GP di Ungheria: 1 Piastri (McLaren) 2 Norris (McLaren) 3 Hamilton (Mercedes) 4 Leclerc (Ferrari) 5 Verstappen (Red Bull) 6 Sainz (Ferrari) 7 Perez (Red Bull) 8 Russell (Mercedes) 9 Tsunoda (RB) 10 Stroll (Aston Martin) 11 Alonso (Aston Martin) 12 Ricciardo (RB) 13 Hulkenberg (Haas) 14 Albon (Williams) 15 Magnussen (Haas) 16 Bottas (Sauber) 17 Sargeant (Williams) 18 Zhou (Sauber) 19 Ocon (Alpine) DNF Gasly (Ocon) Lorenzo Pisani, Loris Sironi, Stefano Sandrini

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