Effetto Venezia al via, 160 tra concerti, mostre, talk a Livorno - Musica - Ansa.itMorto l'attore Roberto Herlitzka, un gigante dalla voce sommessa - Teatro - Ansa.itEcuador: Amb. Davoli in visita a casa museo Guayasamin - News dalle Ambasciate - Ansa.it
Parigi: 4 di coppia è remo d'argento, 'dedica speciale' - News Olimpiadi 2024 - Ansa.itTre mesi fa la Costa d’Avorio vinceva la Coppa d’Africa battendo in finale la favoritissima Nigeria. Nulla è cambiato nel paese. I ricchi introiti arrivati con il torneo non sono certo finiti nelle tasche delle fasce più povere della popolazione. Ma quella vittoria è stata una carezza per tutti. Viaggio nel grande ospedale psichiatrico 9458 di Bingerville. Dove il calcio tiene compagniaABIDJAN (COSTA D’AVORIO) – Amman sta seduto su un muretto nel lungo corridoio del padiglione maschile. Sembra una pietra. Sente parlare,criptovalute si rianima, spalanca un sorriso senza rete, tutt’uno con gli occhi: «Italiani! Sono stato a Parma, facevo il meccanico, ma alla fine mi hanno sbattuto fuori. Non ero in regola, tanto qui lo posso dire».Siamo nel grande ospedale psichiatrico al 9458 di Bingerville, ad Abidjan, capitale economica della Costa d’Avorio, sei milioni di abitanti, con i suoi quartieri residenziali, i grattacieli, la laguna Ebrié, il caos, e l’altra faccia di tutte le metropoli africane tra spianate di baracche, spazzature, morti viventi, bambini di strada senza una strada. Una città evidentemente smemorata sul tema, un paese ancora alticcio del vino della Coppa d’Africa inaspettatamente, secondo gli esperti, conquistata in una finalissima contro la Nigeria che è già leggenda.L’ubriacatura generale è evidente già sul volo da Cotonou, in Benin. Air Cote d’Ivoire baguette e dolcino li serve nella scatoletta rettangolare con sopra i disegnini stilizzati di palloni, fischietti, scarpette, pantaloncini, sciarpe dei tifosi, la maglia numero 17 del capitano Aurier e un bell’1-2, il risultato della magica notte allo Stade Olympique Alassane Ouattara, dal nome del presidente, contro le Super Aquile di Victor Osimhen, che erano grandi favorite. All’aeroporto internazionale Felix Houphouët-Boigny, sul rullo di consegna delle valigie e pure sul soffitto, ci sono i pupazzi dei giocatori della nazionale, dei quali poi la città è tappezzata. Una coppa che ha fatto anche ingrassare le pance già belle piene del governo ivoriano e della Fif (la federazione calcio), e che ha lasciato lo stesso a tasche vuote chi non ha un franco cfa – si chiama così la moneta di questa ex colonia francese, ex sulla carta perché è Parigi a tenere il paese, come altri della costa occidentale africana, sotto il tacco economico – , contro i 7 milioni di dollari, quattro miliardi e mezzo di franchi incassati. Ammesso che ne abbiano, questi diseredati, di tasche. Come Claude, il fratello che Amman sta aspettando da ore seduto su quel muretto. «Che cos’ha? Non lo so, lo stanno visitando», risponde, battendo l’indice sulla tempia. È impazzito, Claude. Non aveva, appunto, nemmeno i pantaloni quando lo hanno portato qui. L’Africa che cresce, e cresce (pochi lo sanno), e gran parte di essa, come qui, tenta di scrollarsi l’odioso cliché occidentale di terra a rimorchio – certo il riferimento non è ai paesi disastrati del Sahel, in ginocchio, alla fame – invece che protagonista qual è, è anche quella che lascia indietro milioni di giovani che non ce la fanno a correre con lo stesso passo.A Bingerville ci sono tanti pazienti adulti, e moltissimi ragazzi e ragazze, anche giovanissimi. Tormentati, chissà da quali fantasmi. «Droga, quella che raccattano per strada, schifezze artificiali, e alienazioni che riguardano il loro stato sociale. Molti sono soli al mondo», spiega Simeon M’Bo, un operatore dell’ospedale. Chi vaga, chi chiede in dono un braccialetto. Sorridono anche loro dietro le sbarre, tutto il tempo. Tendono la mano, parlano sempre. Un lessico musicale, narra di quando erano bambini. Qualcuno imita il calcio a un pallone. Qui fuori c’è il grande campo dove molti hanno potuto assistere alle partite della Coppa, da uno schermo messo su dalla direzione. Gli Elefanti della nazionale hanno fatto sognare anche loro. «Quando la Nigeria ha sbloccato il match con Troost-Ekong è calato un velo di tristezza», racconta Simeon, «ma il pareggio di Kessié al sessantaduesimo e poi il gol decisivo di Haller all’ottantunesimo hanno trasformato il nostro ospedale in una bolgia. Sembrava di stare tutti allo stadio quella sera».Cento pazienti hanno fatto quanto i sessantamila dell’Olimpico. E da subito, nella notte, tutti volevano giocare. Non si poteva. Quel sogno però già da sé ha avuto la forza di spaccare il finestrone della malattia. Un po’ come il lavandino pesantissimo sradicato da Josip Elice, alias Bancini, il gigante indiano d’America, nel finale di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il calcio è di casa a Bingerville. «Talenti? Se ve ne fossero non sarebbero qui probabilmente, e farebbero certo più gol di quelli che fanno», dice M’Bo con un sorriso amaro come il caffè ivoriano che offre in ufficio. Le porte del campo di calcio sono piccine, sembra di stare in un cartoon. La tecnica è quella che è, gloriosamente, magicamente squinternata. La palla è un papillon. Una farfalla che svolazza su, a destra, a sinistra, tranne che in quella minuscola rete. «Ma si gioca regolarmente, se così si può dire», spiega la guida. Ci sono due coach, fanno quello che possono, Vengono in ospedale nei pomeriggi di mercoledì e sabato. Non è gratis il manicomio. La prima visita costa 2.500 franchi, quasi quattro euro; per chi non ha nulla sono un patrimonio. E poi la permanenza, figuriamoci, 30mila fino alla fine della cura, in stanze che sono casermoni. Se vuoi la singola, paghi altri seimila al giorno. Basta fare i conti: un nostro scarso aperitivo quotidiano, per loro un salasso mortale. Ma la febbre del pallone ha fatto dimenticare tutto, l’inferno là fuori e quello qui dentro, la solitudine, le attese di una carezza che non arriva. Antoine, sedici anni, è tra i più fortunati. Ha una madre accanto china come nella pietà di Michelangelo: gli occhi profondi immobili sul suo ragazzino ammalato. «Bonjour» fa, raccontando che il figlio sta così da mesi e non si vede orizzonte. «Si fa ogni giorno la pipì addosso, ma è un bravo bambino il mio bambino», ripete, senza mollarlo un secondo. Anche lui ha un pantaloncino degli Éléphants. Vengono da Toulepleu, a ovest del paese, bastione del deposto presidente ivoriano Laurent Gbagbo, ai tempi della guerra civile devastata dai miliziani locali e dai mercenari che venivano dalla Liberia e poi dagli scontri durante la presa della città da parte delle forze del capo di stato eletto, Ouattara appunto.Famiglie che hanno vissuto sulla loro pelle, ed ereditato nei loro incubi, anche il dramma di un conflitto che fece, tra il 2010 e il 2011, oltre tremila morti in tutto il paese. Nonostante questo, in boom economico. Con un Pil che cresce da undici anni a una media dell’8 per cento, un reddito pro capite raddoppiato e maggiore produttore ed esportatore di cacao al mondo. Anche grazie alle mani di centinaia di bambini sfruttati come bestie nelle piantagioni. Argomento tabù. La first lady, Dominque Ouattara, ha inventato un organismo di cui è a capo che combatte il lavoro minorile. Un lavoro di imbellettamento dell’immagine. Guai perciò se si parla di piccoli schiavi, visto che si tratta della maggiore fonte di guadagno della Costa d’Avorio. Fatti ed economie distorte, feroci, che non lambiscono gli ospiti di Bingerville. A loro Les Éléphants, il pallone e la Coppa hanno regalato un grande sogno di libertà.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediValerio Giacoia
Gelato e macedonia: calorie, valori nutrizionali, quanto mangiarne | Gazzetta.itMorto O.J. Simpson: l'ex stella Nfl aveva 76 anni | Gazzetta.it
L'acqua del rubinetto è sicura: ecco cosa dicono gli esperti | Gazzetta.it
Nhl, finali Stanley Cup: Florida vola e ipoteca il titolo andando 3-0 su Edmonton | Gazzetta.itParigi 24: Massimo Stano quarto nella 20 km di marcia - News Olimpiadi 2024 - Ansa.it
Beach Volley, a Parigi si parte con Nicolai-Cottafava il 27 luglio | Gazzetta.itCrononutrizione: quando e cosa mangiare contro il diabete | Gazzetta.it
A Sousse i carri del Carnevale di Aoussou, primo nel mondo arabo - Cultura - Ansa.itRugby, il Sudafrica batte l'Irlanda. L'Australia affonda il Galles | Gazzetta.it
Anche Bianca Guaccero nel cast di Ballando con le Stelle - Tv - Ansa.itSitting volley, l'Italia non si nasconde: "Ai Giochi siamo da podio" | Gazzetta.itParigi: pallavolo; gli azzurri ai quarti di finale - Italia Team - Ansa.itGonfiabili per l'estate, dopo unicorno e frutta, è l'anno delle poltrone luminose - Estate 2024 - Ansa.it
Paralimpici, nel curling l'Italia resta nel gruppo A Mondiale | Gazzetta.it
Klopp: 'Tornare ad allenare? Al momento lo escludo' - Calcio - Ansa.it
Giro dei Laghi di Cancano, percorso, come arrivare in auto e bus, noleggio bici | Gazzetta.itAlimentazione | Gazzetta ActiveCrosetto e Sergio siglano accordo di collaborazione Difesa-Rai - Notizie - Ansa.itCoppa del Mondo di sci, salta la gara transfrontaliera di apertura, Zermatt-Cervinia non si disputerà - ITA Sport Press
Liberare il Fauniera dalla neve: la raccolta fondi de La Fausto Coppi | Gazzetta.itNhl, finali Stanley Cup: Florida vola e ipoteca il titolo andando 3-0 su Edmonton | Gazzetta.itMondiale softball 2024: date, programma, tv, sfida Stati Uniti Giappone partite Italia | Gazzetta.itShock anafilattico dopo puntura vespa, morto lo chef Pavel Marc - Notizie - Ansa.it