Il vescovo Gervasi: dai nonni impariamo a condividere i doni che abbiamo - Vatican NewsLorenzo Premuda | Il parabrezza intelligente - Focus.itAnziana asintomatica è rimasta contagiosa per 70 giorni
Preghiera alla Santa Famiglia - Vatican NewsLa squadra di calcio è nelle posizioni di classifiche buone per una partecipazione alle prossime coppe internazionali. La Virtus è nell’élite dell’Eurolega. Anche lo sport riprende dunque a giocare un ruolo fondamentale nella metamorfosi degli ultimi trent’anni: arte,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock cultura, musica, cinema, turismoLuca Carboni, poeta visionario dal fisico bestiale, una volta ha detto che «Bologna non è enorme, ma sono sempre i posti più piccoli ad avere il karma più grande». È una legge di compensazione. E coinvolge tutto: la politica, la cultura, l’amore. Anche lo sport.Con il karma doveva essere in debito il Bfc, cioè il Bologna Football Club, la squadra che sta mettendo in discussione le prevedibili aspettative del campionato di Serie A. Sembra di essere tornati indietro di trent’anni, quando il Bologna in Europa ci andava. Nella città dei compromessi, delle coop e della chiesa, lo sport ha sempre giocato un ruolo preciso: quello di tenere uniti gli opposti. Accade ovunque, stadi e palazzetti sono templi laici della modernità, ma a Bologna un po' di più. Dopo la vittoria sul Torino, il vento dell’Europa è tornato a soffiare sulle due torri. Wind of Champions. O almeno: brezza da Europa League.Nonostante il quinto posto e una settimana da sogno, a Casteldebole nessuno lo dice. Né la dirigenza né Thiago Motta, l’allenatore-artifex di questa nuova età bolognese. Lui, al massimo, come un mantra ripete: «Penso solo alla prossima partita, è la più importante». Ma per Bologna l’aria che soffiava dal continente sta tornando. Attraversare lo spazio degli ultimi trent’anni è come fare un giro nelle contraddizioni. Riccardo Brizzi, storico e docente all’Alma Mater, spiega che «storicamente a Bologna sono state associate varie etichette: la dotta, la grassa, la rossa. Sono un po’ sbiadite nel corso del tempo». Da sempre roccaforte del comunismo, nel 1999, per la prima volta in cinquant'anni, a Palazzo d’Accursio salì il primo sindaco di centrodestra Giorgio Guazzaloca. Alcuni la definirono «caduta del muro di Bologna».Di rosso sbiadito si è poi parlato nel 2022 quando, nei comuni attorno alla città, il centrodestra ha avuto più voti del centrosinistra. Bologna era stata laboratorio politico di matrice accademica con l’Ulivo di Romano Prodi. Trent’anni dopo lo è stata di nuovo: prima con le Sardine, poi con il Pd e la partita per la leadership tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein.Bologna si era proposta capitale della Food Valley, ma le difficoltà di Fico, che doveva essere il polo alimentare più cool d’Italia, hanno frenato le pretese. Dotta sì, ma la riscoperta è faccenda degli ultimi quindici anni.Se l’ateneo continua a caratterizzare la città con i suoi 93.000 studenti, la fotografia recente mostra Bologna meno studentesca e più turistica. C’è una data spartiacque: ottobre 2008. Ryanair portò all’aeroporto Marconi 6 tratte. Dieci anni dopo le destinazioni della compagnia irlandese erano già salite a 41. Poi l’Alta Velocità con il primo freccia Mi-Bo. L’effetto sul turismo è stato incredibile. IdeeLa vita spericolata del Bocia, il più cattivo degli ultràGigi RivascrittoreIl nuovo volto turisticoBologna Welcome ha calcolato che nel 2022 i visitatori in città hanno raggiunto quota 2.068.848 e i pernottamenti sono stati 4.591.313. Più che nel periodo pre Covid. Le trasformazioni, spiega Brizzi, sono tre. La prima ha «effetti sul tessuto residenziale ed è dettata da piattaforme come Airbnb, che allontanano i residenti dal centro e snaturano l’identità». Poi c’è «un elemento di rottura: le difficoltà crescenti degli studenti di trovare alloggi, così che a volte restano a distanza o fanno pendolarismi eccessivi».Infine c’è «un impoverimento del tessuto commerciale tradizionale e un’omogenizzazione turistica». In pratica: taglieri, taglieri ovunque. Tant’è che qualcuno ha ribattezzato l’area del centro “Taglieristan”. Eppure, aggiunge Brizzi, «non tutto è negativo». Negli ultimi anni l’interesse storico per i musei e per la cultura in generale è tornato a crescere. La mostra del 2014 a Palazzo Fava dell’opera di Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, è stata la più frequentata a livello nazionale. Gli anni sono passati, nel frattempo la storia si è fatta memoria, e per molti è diventata nostalgia. La Bologna del Jack Frusciante di Enrico Brizzi, manifesto giovanile che usciva nel 1994, si è poi evoluta nella Vespa e nei colli bolognesi di Cesare Cremonini (Squérez?, album del 1999) e poi ancora nei cicchetti a pochi euro da Ken.Il laboratorio musicale che ha saputo sfornare la qualunque – da Carboni a Bersani, a Vasco, ai Pooh, a Mingardi, agli Skiantos – ha perso uno dei suoi simboli nel 2012: Lucio Dalla, e niente è stato più come prima. C’erano i fumetti (da Bonvi a Pazienza), lo sperimentalismo. Ma la cultura, in qualche modo, «si è normalizzata», spiega Claudio Marra, filosofo, teorico, studioso e per anni docente di fotografia al Dams. Eh già, il Dams. Nato qui, sotto i portici. Luogo del meraviglioso per chi lo ha frequentato, meno per chi lo ha solo giudicato.«Eravamo gli unici che offrivamo questo prodotto. È stato così fino agli anni Novanta. Una situazione che ci ha favorito come polo di attrazione culturale per chi voleva studiare queste materie. E poi c’era una sinergia stupenda tra università e città. Oggi questa centralità si è un po’ persa». Però c’è la Cineteca.Gian Luca Farinelli è un uomo solo al comando, con i meriti di far scintillare Bologna con le star e i registi del grande cinema internazionale e il restauro di capolavori. Wes Anderson, venuto in città per inaugurare il cinema Modernissimo, ha detto che «la Cineteca di Bologna per me è come il Louvre e come il Prado».Parla coi muriNessun’altra città parla come Bologna. E quando non lo fanno le istituzioni, con i gesti e le iniziative, a farlo sono i giovani. Sui muri. L’agosto scorso sono stati stanziati 2 milioni di euro dal comune per eliminare graffiti e scritte. Ma far tacere questo spazio è impossibile.D’altra parte, lo spazio per chi ha meno diritti Bologna lo ha sempre trovato. Nel 2016 si è celebrata qui la prima unione civile. E poi le innovazioni: a gennaio Bologna rallenta, diventa Città 30 grazie al sindaco Matteo Lepore.Intanto la Garisenda, uno dei simboli cittadini, pende sempre di più, le oscillazioni anomale hanno fatto scattare l’allarme. La paura è che crolli. Immaginare Bologna senza una delle torri è un incubo. In mezzo a queste metamorfosi, a questi cambiamenti, lo sport ha giocato un ruolo non secondario.Ha vissuto glorie e splendori, trovando il modo di conciliare gli opposti. Tutto è stato possibile, a Bologna. Persino che un uomo nato a due passi dalla città divenisse il simbolo dello sci italiano e il primo personaggio globale di uno sport tradizionalmente riservato ai montanari: Alberto Tomba. FattiLe sgasate del pensieroso Pecco Bagnaia. Un anti Valentino come erede di ValentinoGIORGIO BURREDDUBasket CityBologna, che è stata (e in qualche modo tornata) Basket City, con la Virtus e la Fortitudo regine della pallacanestro italiana negli anni Novanta. La Virtus di Massimo Zanetti è tornata a vincere in Italia, e adesso va alla grande pure in Eurolega. Bologna la rossa, che ha sempre avuto un trasporto inspiegabile per le passioni americane: non solo il basket, anche il football, l’ultimate frisbee, il baseball, il jazz. Bologna che metteva a nuovo i campioni un po’ acciaccati: Roberto Baggio, Beppe Signori, Marco Di Vaio. Nel 2014 una delle prime gestioni straniere della Serie A è nata qui, nel solito laboratorio.Joey Saputo, imprenditore italo-canadese, è diventato azionista di maggioranza, poi proprietario. Negli ultimi 10 anni ha investito più di 200 milioni. Ma ci è voluto un po’ per assestare le cose. E, guarda caso, adesso che ha finalmente deciso di trasferirsi qui per un anno, dal Canada, la squadra va alla grande. Altro che sogno americano, questo parla bolognese. CulturaCi vuole coraggio per rinascere. La nuova vita di Marquez alla DucatiGIORGIO BURREDDU© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiorgio BurredduGiornalista e autore. Cresciuto a Bergamo, diventato adulto a Roma, laureato al Dams di Bologna. Ha scritto una decina di libri, l’ultimo per Rizzoli.
Aperta un'inchiesta sulla morte del piccolo JosephLockdown totale in Austria, Kurz: “Unico strumento che funziona"
Il Papa: riconoscendo il ruolo degli anziani riceveremo tanti doni - Vatican News
Filippine, il tifone Gaemi flagella il sudest asiatico con oltre trenta vittime - Vatican NewsChi governa la Palestina? Al-Fatah, Hamas: ecco chi c'è dietro queste sigle - Focus.it
Fu la peste la causa del misterioso tramonto della cultura neolitica in Europa? - Focus.itUK, madre e figlio morti per coronavirus lo stesso giorno
Il lupo del Pleistocene perfettamente conservato - Focus.itFrancia e Belgio mandano pazienti Covid in Germania
Il Parlamento del Perù ha rimosso il presidente Martín VizcarraSarà ChatGPT a salvarci dal deepfake? - Focus.itOlimpiadi: a Parigi uno strumento AI di Alibaba per ridurre il consumo energetico - AI newsAI e responsabilità civile: normativa vigente e prospettive future - AI news
Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria - Vatican News
Tutte le tappe verso l'insediamento di Biden
Le meraviglie del Webb Telescope al Planetario di Milano - Focus.itViolenza alle donne e rappresentazioni di genere sui media: il 3 settembre due seminari a Stintino | FNSI - Violenza alle donne e rappresentazioni di genere sui media: il 3 settembre due seminari a StintinoNel carcere di Prato c'è stata una protesta e poi un detenuto si è suicidato - Il PostPadre nostro - Le preghiere - Vatican News
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 802Un'azienda ha deciso di inserire i chatbot AI nell'organigramma aziendale - AI newsAdobe ruba il lavoro degli utenti? La polemica accende il dibattito sul futuro del lavoro creativo - AI newsAnziana asintomatica è rimasta contagiosa per 70 giorni