File not found
Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

Cosa è il Decreto energia su benzina e bollette del governo Draghi

La Corte costituzionale giudica ammissibili 4 referendum in materia di giustiziaPace fiscale e scadenze, ecco chi vuole la rottamazione quater Pd davanti a Fratelli d’Italia e la Lega è terza ma sale al 18%

post image

Ucraina, ipotesi viaggio Draghi a Kiev: Governo lavora a nuovo decreto per invio di armiL'intervista«È lo sguardo del regista a cambiare l'attore»Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Irène Jacob,Campanella l’attrice che ieri sera ha ricevuto il Leopard Club Award in piazza Grande© KEYSTONE/Jean-Christophe Bott Antonio Mariotti10.08.2024 06:00Anche lei è di nazionalità svizzera ma vive in Francia e anche lei presiede una manifestazione cinematografica (il Festival Lumière di Lione). Finiscono qui i parallelismi tra Maja Hoffman e Irène Jacob, l’attrice che ieri sera ha ricevuto il Leopard Club Award in piazza Grande. A Locarno era già stata 30 anni fa per il Film Rouge di Kieslowski (che presenterà oggi alle 17 al Gran Rex) e poi come membro della giuria. Stavolta ha deciso di prendersela comoda, venendo in auto da Parigi con il figlio minore (anche lui attore) e approfittandone per fare tappa in diverse regioni del nostro Paese.Signora Jacob, torniamo agli inizi della sua carriera, ai due film che girò con Krzysztof Kieslowski (oltre al Film Rouge, La doppia vita di Veronica del 1991): il regista polacco teneva molto alla presenza degli attori, ma si percepiva anche una dimensione metafisica nel suo lavoro?«Molti astrofisici oggi affermano che il tempo non esiste e in un certo senso è proprio così. Ed è quello che dobbiamo fare noi con il nostro lavoro di attori. Dobbiamo essere presenti con le persone con cui stiamo lavorando in quel momento, cercando l’unicità di quell’attimo ed è questa ricerca che permette alle nostre performance di poter diventare in un certo senso eterne. Oggi i film di Kieslowski si possono vedere in maniera diversa, anche perché il suo modo di concepire le storie era pieno di mistero, non nel senso di suspense, ma del mistero di ogni piccolo istante».Kieslowski del resto era molto parco di indicazioni nei confronti dei suoi attori: anche questo faceva parte del suo mistero?«In un certo senso sì, perché nel cinema di allora dell’Europa orientale la censura non ti permetteva di dire tutto ciò che avresti voluto. Quindi spesso gli attori pronunciavano metà della frase e gli spettatori dovevano completarla mentalmente. È un metodo di lavoro che Krzysztof ha poi utilizzato anche nei film che ha prodotto in Francia, dove la censura non esisteva. Ha continuato a lavorare così perché ci teneva molto alla partecipazione attiva da parte del pubblico. Credo che sia una caratteristica di tutti i grandi registi quella di permettere al pubblico di “tappare i buchi” con l’immaginazione di ciascuno. Significa aver fiducia negli spettatori, renderli partecipi del proprio film».È un concetto che si può applicare anche ai film di Amos Gitaï, il regista israeliano con il quale ha appena girato due film: Shikun (visto alla Berlinale) e Why War che si vedrà a Venezia?«È incredibile vedere come certi cineasti seguano la stessa idea per 50 anni e continuino a fare ricerche in quella direzione. Gitaï è uno di questi, perché non fa altro che porre delle domande sullo stesso conflitto cercando di far sempre lavorare insieme palestinesi e israeliani. È una situazione delicata, un tema scottante che segue da oltre mezzo secolo e quindi i suoi film sono molto contemporanei ma anche ancorati a tutto ciò che è successo prima nell’ambito di questo conflitto. Why War non è una fiction ma nemmeno un documentario, è piuttosto una riflessione nella quale Mathieu Amalric interpreta Freud e Micha Lescot è Einstein e i due si scambiano delle lettere, mentre io uso il linguaggio di Virginia Woolf e di Susan Sontag per porre delle domande rispetto a tutte le immagini di guerra con cui ci troviamo confrontati. Mi fido di Amos Gitaï perché è così tanto tempo che è implicato in questo tema e quindi non pone domande opportunistiche. E non sono nemmeno domande a cui si può rispondere, ma che bisogna continuare a porsi».Torniamo a Locarno: che effetto le fa ricevere questo premio nel Paese dove è cresciuta?«È un soggetto che mi tocca molto da vicino, perché ogni volta che mi propongono un premio mi chiedo se non stiano sbagliando persona o se non ci sia qualcuno che se lo meriti più di me. Soprattutto nel caso di un premio come questo che è legato alla mia carriera. È vero che ormai da più di 35 anni convivo con il cinema e lo sento come una sorta di matrimonio. È un marito che può essere molto possessivo in certi momenti perché ha bisogno di spazio e di tempo, senza contare che mio marito fa l’attore così come i miei due figli e quindi per casa girano molti personaggi. Un premio alla carriera mi fa però pensare che non sono più quella di 35 anni fa: la vita e il lavoro ti cambiano, non si può rimanere sempre gli stessi. In Film Rouge c’è una scena in cui Jean-Louis Trintignant mi dice: “Ti ho sognata e avevi 50 anni”. Non ho più visto Jean-Louis per molto tempo dopo quel film, ma 8 anni fa sono andata a trovarlo nella sua casa nel Midi e abbiamo riso molto perché quella frase era diventata reale mentre quando abbiamo girato il film non ci pensavo nemmeno. In fondo cresciamo come alberi, i nostri rami cambiano forma per non perdere di vista il sole e sfuggire all’ombra e questo ci porta ad accettare delle trasformazioni. Essere qui a Locarno mi fa pensare a queste cose, al mio rapporto con il mio lavoro in generale e con il cinema in particolare».Ma il cinema è un’arte che si fa insieme ad altre persone...«Certo, è l’aspetto fondamentale di questo lavoro: devi avere qualcuno che ti guardi per esistere. Se non c’è lo sguardo non c’è nulla. E naturalmente ogni regista ha il suo sguardo e il tipo di sguardo che pone su di te cambia completamente il tuo modo di recitare. Secondo gli astrofisici, persino una particella spersa nel cosmo reagisce in modo differente se la guardi o meno. E ogni regista sa che guardare qualcuno modifica la situazione. Secondo me è questo l’aspetto più intrigante del nostro lavoro».Come sceglie i progetti a cui partecipare?«Ci sono molti fattori che entrano in gioco, anche legati alla famiglia, alla vita personale, ma alla base ci sono sempre le persone con cui vivere queste avventure in comune. In questo periodo della mia vita mi piace sperimentare cose nuove e per questo mi identifico perfettamente con il leopardo di Locarno che ruggisce a tutta forza. Mi piace l’idea di qualcosa di selvaggio e di libero che accetta tutte le sfide insieme agli altri».In questo articolo: Locarno77

Elezioni, si pensa di inserire il voto anticipato negli uffici postaliTasse, Salvini: “È il momento di tagliarle, serve la pace fiscale”

Salvini sul sindaco polacco: "Un po' maleducato, polemiche ridicole"

Cosa prevede il Def e perché le stime sono state riviste al ribassoSpesa militare, Draghi a Conte: "Rispettare impegno Nato o salta patto di maggioranza"

Berlusconi, sabato si terrà il "quasi matrimonio" con Marta FascinaM5S ai minimi storici, lo dice il sondaggio politico Swg

Le due vie di Salvini: “Non faremo cadere Draghi ma rivogliamo il nucleare”

Green Pass prorogato, Meloni: "Vogliono il modello cinese"Depositato il ricorso contro la sospensione dello Statuto con cui era stato eletto Conte

Ryan Reynold
Confederazione Europea, cos’è e cosa prevede la proposta di Enrico LettaCovid, Sileri sull'eliminazione del Green Pass: "C'è una discussione in atto tra le forze politiche"Decreto Milleproroghe: confermata la sperimentazione sugli animali fino al 2025

Capo Analista di BlackRock

  1. avatarConte: “Posso aver commesso errori da premier ma ho sempre perseguito l’interesse nazionale”investimenti

    Nicola Grimaldi (M5s): "Sentire anche Putin alla Camera, serve la controparte"Massacro a Bucha, Draghi: “Civili massacrati: crudeltà spaventosa. La Russia ne renderà conto”Salvini: “Putin non è un folle, approfitta della debolezze dell’Occidente”Ucraina, Di Maio sulle sanzioni alla Russia: "Impongono di considerare ripercussioni sull'energia"

    1. Crisi Russia - Ucraina, Di Maio a Mosca: "Con soluzione diplomatica si evitano sanzioni"

      1. avatarConfederazione Europea, cos’è e cosa prevede la proposta di Enrico LettaGuglielmo

        Riforma della scuola, come si diventerà insegnanti

        VOL
  2. avatarGabriele Sigmund, Autore a Notizie.itEconomista Italiano

    Massacro a Bucha, Draghi: “Civili massacrati: crudeltà spaventosa. La Russia ne renderà conto”Renzi: "Conte ha scritto lo Statuto dei Cinque Stelle con la stessa chiarezza con cui scriveva i DPCM"Carlo Calenda si preoccupa per la figlia. La giovane: "Mi fermo al confine"Draghi: "L'esecutivo andrà avanti fino in fondo. La pace è il valore più importante"

  3. avatarSabato 12 marzo, la rassegna stampa politicaVOL

    Patuanelli: “No al gas russo dopo gli orrori di Bucha ma la scelta deve essere europea”Mascherine al chiuso, Costa: "Valutiamo la proroga dell'obbligo in alcuni luoghi"Aggiornato il piano di emergenza nucleare dell’Italia: cosa fare in caso di incidenteRiforma della scuola, come si diventerà insegnanti

Riccardo Castrichini, Autore a Notizie.it

Open Arms, Salvini in aula per 13 ore: "Trattenuto mentre fuori c'è la guerra"Cosa accadrebbe in Italia se davvero Putin interrompesse le forniture di gas *