File not found
BlackRock

Meloni: "Ci hanno lasciato 30 dei 55 obiettivi del PNRR"

In aula le accuse di Renzi a "certi Pm", Nordio promette ispezioniL’ultima battaglia dei no-vax tedeschiGoverno Meloni, Tajani in vista del Cdm: "Pronti a mettere 7-10 miliardi per le bollette"

post image

L’unica nemica di von der Leyen è von der LeyenÈ multiforme,Capo Analista di BlackRock cambia a seconda dell’attimo e del dibattito. All’Inter usava massime da biscotto della fortuna, a Napoli si è fatto pop. Ha sempre usato un vocabolario suo. Metaforico, testosteronico, qualche volta metallico. «Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli» è il suo ipse dixit. Però lo disse prima ShakespeareRivivi le finali degli Europei, dal 1968 al 2021: ascolta il nostro podcast Accadrà DomaniSe ne dicon di parole. E come tutti, anche Luciano Spalletti ha il suo campionario pronto all'occorrenza. Ne ha dato sfoggio negli attimi post-miracolo di Italia-Croazia a chi gli chiedeva lumi sull’undici titolare, una formazione nata (forse) da un patto tra lui e i giocatori. Oh madre: drama. Il ct ha tirato fuori breviario e acqua santa: «Ho 65 anni, a lei – ha detto al giornalista – mancano ancora 14 anni di pippe per arrivare alla mia esperienza. Io ci parlo coi calciatori, qual è il problema?». Parole, soltanto parole. Ma c’è un linguaggio per ogni cosa, anche per giocare. Per allenare, poi, Spalletti ha sempre usato un vocabolario tutto suo. Metaforico, testosteronico, qualche volta metallico, se prendiamo in considerazione la resistenza dei concetti nel tempo. Come quando sfoggiò lei, la madre di tutte le iperboli: «Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli». È il suo ipse dixit. Però lo disse prima Shakespeare. La sua città umanaLa lingua del ct è multiforme, cangia (direbbe Corrado Augias) a seconda dell’attimo e del dibattito. Dopo un pareggio contro il Bologna (lui allenava l'Inter) sentenziò: «Bisogna fare la faccia tosta, dobbiamo avere un po’ più di vigore. In alcuni momenti ci vuole un po’ più di sangue». Lacrime e sangue il suo calcio ne richiede in continuazione. E se valgono un gol al 98’, ben vengano. Ci sarà modo di vederne pure contro la Svizzera, sabato, nell'ottavo di finale di questo Euro luna-park 2024. Viva l’Italia, l’Italia che si innamora. Anche perché paura non conosce, Lucio: «Ma che domanda è se tu vai fuori? Ma che ho paura? Altrimenti venivo come voi a vedere le partite e facevo un altro lavoro. Ho la possibilità di acquistare un biglietto, anzi me lo danno gratis».Vale il prezzo del biglietto anche lui, Spalletti. Capace di colpire al cuore con un concetto. E allo stomaco con una frase. Un’altra volta dritto come un fuso affermò: «Non si devono creare fenomeni e falliti, ma neanche furbi e coglioni». Oltre la narrazione del fútbol, giù a Spallettown, la città umana di Lucio, c’è di più. Ci sono le lingue, le dichiarazioni, parole, opere, ma omissioni no, quelle mancano. Perché, come ha detto lui, «in situazioni normali non c’è un furbo se non c’è un bischero, ed a noi la parte del bischero garba poco farla». In un mondo omologato (vedere per credere il libro Hanno deciso gli episodi. 20 racconti sul calcio e i suoi luoghi comuni), tra l’evergreen «decide il mister se farmi giocare: io sono a disposizione» e la democristiana «è stata una partita difficile», uno come Spalletti sa comunque un po’ di brivido, di imprevedibile. Insomma, non sai mai che parole sceglierà. ANSALa biscia e il ciarlatanoL’Italia che si stringe a coorte è passata di ct in ct per generazioni, attraversando le epoche di commissari tecnici di tutte le forme e le nature. A Lord Mancio bastava un sorriso, anzi più un ghigno, per liquidare i giornalisti alla svelta. Per dire: «I meriti sono dei ragazzi perché hanno creduto in tutto questo», e via. Lippi più pungente. Donadoni più soffice e avvolgente. Trapattoni e Zoff così genuini. L’Arrigo Sacchi anni Novanta era meno filosofico di quello contemporaneo, ma pur sempre un po’ gaddiano, espressionista nella parola e nel concetto. «Si rivolta la biscia al ciarlatano» lo pescò dalla lingua madre, il dialetto romagnolo, ed è diventato gergo calcistico da mai dire gol.E poi ci sono stati ct cantori. Vittorio Pozzo l’aedo, il giornalista, il narratore che collezionava record. E poi Bearzot, Fabbri, Vicini. Ogni epoca e ogni nazionale hanno avuto il loro linguaggio, il loro verbo. Mentre siamo abbacinati dalla realtà virtuale, Lucio sa trovare spunti nel concreto, nelle cose. I bucati, i cd di Pino Daniele, la Panda. Il Frecciarossa? Perché no. «C’è da essere sintetici e realistici, bisogna dire le cose chiare. Nella vita bisogna fare veloce, il Frecciarossa sta in stazione solo qualche secondo. O sei pronto e sali o lo perdi», ha detto prima della Croazia.Il suo DecameronSarà la terra toscana, culla di eroi e di grandi scrittori. Luciano, poi, prodigio da Certaldo, patria boccaccesca di novelle e punzecchiature. «Io non sono nato in Toscana, sono voluto nascere in Toscana. Infatti ho le gambe storte di chi fa solo sali e scendi e non può mai andare pari». Nel corso di questi anni, in questa sua carriera da allenatore, Spalletti ha avuto il tempo per buttar giù il suo inconsapevole Decameron. All’Inter usava massime da biscotto della fortuna. «Mi identifico in ciò che amo e amo ciò in cui mi identifico». Oppure: «Se non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non viviamo bene la vita». Impigliato nel dualismo un po’ dadaista con Francesco Totti, alla Roma non fu da meno: «Ci sono questi giocatori che hanno un animaletto dentro: si chiama tigna. Chi non ha questo animaletto è più difficile da stimolare».A Napoli si fece pop: «Voglio una squadra di scugnizzi». Sulla panchina della Nazionale ha ritrovato un po’ di sana nostalgia, quella dei grandi narratori: «Durante il Mondiale in Messico avevo chiesto a mia mamma di cucire una bandiera più grande possibile per festeggiare il 4-3 alla Germania. Quella bandiera la porterò in panchina con l’obiettivo di trasferire il mio sogno ai bambini di oggi che guardano la Nazionale». Verba volant, Lucio manent.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGIORGIO BURREDDUGiornalista e autore. Cresciuto a Bergamo, diventato adulto a Roma, laureato al Dams di Bologna. Ha scritto una decina di libri, l’ultimo per Rizzoli.

Sugli sbarchi accordati alle Ong Meloni parla di "bizzarra scelta sanitaria"Manovra, Conte: "Meloni prende in giro gli italiani"

Obbligo Pos, sul tetto sotto i 60 euro il Governo spiega: "In corso dialogo con Commissione Europea"

Navigator in attesa di rinnovo ma il ministero del Lavoro frena: “Contratti non prorogabili”Casamicciola, Musumeci: "900 edifici colpiti dalla frana, si scava ancora"

Governo Meloni, Il Senato ha votato la fiducia all’esecutivo con 115 voti a favore e 79 contrariCaro Energia, Giorgia Meloni al Consiglio dei Ministri: "9,5 miliardi da usare subito"

Chi è Maria Elisabetta Alberti Casellati, la nuova ministra delle Riforme del Governo Meloni

Tetto al contante sparito dal dl Aiuti quater, il governo: "Sarà nella legge di bilancio"Meloni chiarisce: "Predappio politicamente distante da me"

Ryan Reynold
Manifestazioni per la Pace in Ucraina: centrosinistra diviso tra Roma e MilanoLo "strano" incontro di Luigi Di Maio con Paola De MicheliL’isola di Cipro è divisa da 50 anni. Erdogan rifiuta la ripresa dei negoziati

trading a breve termine

  1. avatarLa contromanovra del Pd: più aiuti per famiglie e impreseEconomista Italiano

    Caso Soumahoro, Bonelli lo abbandona: i retroscenaCasamicciola, Picchetto: "In galera il sindaco e chi ha fatto costruire"Roma, i Cinque Stelle presentano un esposto contro il termovalorizzatoreIl procuratore capo è un monarca o un coordinatore?

    1. Meloni a Bruxelles: “Interlocuzione positiva. Sui migranti, ho trovato orecchie disponibili all'ascolto”

      1. avatarMigranti, la Francia accoglierà la Ocean Viking: la nave è attesa al porto di Marsigliainvestimenti

        Csm, la laica Natoli verso le dimissioni dopo le registrazioni che la inguaiano

  2. avatarG20, bilaterale Meloni-Xi Jinping: si parla di incontro cordialeanalisi tecnica

    Meloni a Bruxelles: “Interlocuzione positiva. Sui migranti, ho trovato orecchie disponibili all'ascolto”Lo "strano" incontro di Luigi Di Maio con Paola De MicheliUna nuotata lunga sessant’anni, perché rileggere John CheeverLa confessione della Schlein al dirigente Pd: "Non ce la faccio"

    VOL
  3. avatarL'endorsement di Paolo Gentiloni al governo MeloniBlackRock

    Berlusconi: "Serve una svolta su fisco"Perfino AfD non sa come gestire le accuse di finanziamento da parte dei russiCerimonia della Campanella: il saluto di Mario DraghiNorma anti-rave, Forza Italia proporrà degli emendamenti: "Ci sono due criticità"

Riforma autonomia: FDI rimane prudente ma Calderoli spinge: "È nel programma e intendiamo realizzarla"

Giulia Busellato, Autore a Notizie.itSequestro del cellulare per bulli e membri delle baby gang: la proposta di Matteo Salvini*