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Giacomo Keison Bevilacqua: «Il mio meraviglioso disordine in un mondo che gira troppo in fretta»"Senza un intervento normativo adeguato,ETF rischiamo di entrare in una zona grigia dove le violazioni della proprietà intellettuale diventano all'ordine del giorno" avverte Massimiliano Grimaldi, Direttore Responsabile di Pianetadesign.it30 luglio 2024 | 17.29Redazione AdnkronosLETTURA: 2 minuti.social-icon-cont a.ico-verify { background: transparent;}.arpage .social-share .social-icon-cont a.ico-verify img { width: 116px;height: 32px;padding: 0;margin-right: 10px;} "L'avvento dei tool di intelligenza artificiale per la generazione di immagini e contenuti rappresenta una svolta epocale nel mondo dell'editoria e del design". A dirlo è Massimiliano Grimaldi, Direttore Responsabile di Pianetadesign.it. "Questi strumenti, capaci di creare opere di qualità in tempi rapidissimi, offrono potenzialmente la possibilità di fare a meno dell'autore umano. Tuttavia, questa stessa potenzialità solleva interrogativi etici e legali significativi, che meritano un'attenta riflessione". Intelligenza artificiale e diritto d'autore "Come direttore responsabile di pianetadesign, ritengo che sia cruciale comprendere a fondo le implicazioni di questa tecnologia. Sulla nostra rivista Visioni, sempre più punto di riferimento patinato del mondo del design italiano, abbiamo ospitato il pensiero dell'avvocato Fabio Pepe, che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso l'Università di Salerno, occupandosi anche dei risvolti giuridici di questo nuovo fenomeno"."L'AI generativa funziona raccogliendo e analizzando un'enorme quantità di dati dal web, inclusi contenuti protetti da diritti d'autore. Questo processo indiscriminato di raccolta dati porta alla creazione di nuove opere che, sebbene originali, possono violare i diritti di autori e designer esistenti. In assenza di una regolamentazione specifica, la questione della legittimità dell'uso di tool AI per replicare lo stile dei prodotti di grandi aziende è complessa e controversa. L'uso di opere protette per addestrare questi software può configurare una violazione del diritto d'autore e dei brevetti industriali. In Italia, le opere di design godono di una doppia tutela, sia brevettuale che autoriale, che può estendersi ben oltre la durata del brevetto stesso, fino a 70 anni dopo la morte dell'autore. Questo rende ancora più critico il tema della protezione delle opere utilizzate dalle AI"."Mi preoccupa il fatto che, senza un intervento normativo adeguato, rischiamo di entrare in una zona grigia dove le violazioni della proprietà intellettuale diventano all'ordine del giorno" avverte. "Le attuali disposizioni in materia di diritto d'autore e concorrenza sleale non sono sufficienti a fronteggiare le sfide poste dalla rapida evoluzione tecnologica. È necessario un quadro normativo chiaro che disciplini l'uso delle AI generative, proteggendo i diritti degli autori e garantendo un uso etico di queste tecnologie". Le possibili soluzioni"Una possibile soluzione potrebbe essere quella di sviluppare strumenti tecnici che impediscano l'uso non autorizzato delle opere protette" sottolinea Grimaldi. "E' fondamentale, inoltre, promuovere una maggiore consapevolezza e una gestione autonoma delle creazioni intellettuali on line. Questo potrebbe includere tecniche di tracciamento e accessibilità controllata, che permettano di monitorare l'uso delle proprie opere e garantire il rispetto dei diritti d'autore". "In conclusione, mentre l'intelligenza artificiale offre opportunità straordinarie, dobbiamo essere pronti a bilanciare l'innovazione con la protezione dei diritti degli autori. L'attuale lacuna normativa deve essere colmata con urgenza per evitare contenziosi e garantire un utilizzo etico dell'AI generativa - conclude -. Solo attraverso una regolamentazione adeguata e una gestione consapevole delle opere, possiamo sfruttare appieno il potenziale di queste tecnologie, senza compromettere i diritti dei creativi e dei designer".
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