File not found
VOL

USA, Sparatoria a Sacramento: il bilancio delle vittime

Ucraina, scoperta una nuova fossa comune a pochi chilometri dalla CapitaleBrasile, il presidente Jair Bolsonaro è ricoverato in ospedale per un maloreUcraina, missili su Irpin. Unione Europea: "Pronti a nuove sanzioni"

post image

Guerra in Ucraina, soldati russi disarmati uccisi dagli ucraini: diffuso il videoLa cappella di San Rocco a Mondovì con l'installazione "Miracle" di Emilio Ferro - Roberto Conte COMMENTA E CONDIVIDI La suggestione arriva all’imbrunire,VOL in mezzo ai campi. Una scia di luce, come una cometa, indica la via verso il Santuario “Regina Montis Regalis” di Vicoforte, storico luogo di spiritualità in provincia di Cuneo, diocesi di Mondovì. Un Miracle, ma artistico. Quello che realizza Emilio Ferro con un’installazione site specific permanente ideata per la Cappella di San Rocco, lungo il percorso che porta al santuario dedicato alla Natività di Maria e costruito attorno alla “Sacra immagine del pilone di Vico”. Una struttura metallica di luce di oltre 18 metri attraversa lo spazio della cappella, indicando il Santuario, con una registrazione sonora, in sottofondo, creata dall’artista grazie al mescolamento delle vibrazioni dei campi magnetici della cappella e del Santuario, insieme con campioni di suoni del paesaggio circostante. Luce e suoni che muovono l’anima di chi qui arriva. È l’opera che ha aperto nei mesi scorsi “Landandart – andar per arte”, l’iniziativa dell’associazione culturale “Via” per la valorizzazione del Monregalese attraverso i diversi linguaggi artistici contemporanei. L’arte che dialoga con il paesaggio. Miracle potrà essere ammirata liberamente da chiunque, prenotando la visita della cappella, con l'accensione dell’installazione per la durata di mezz'ora in qualsiasi giorno della settimana, attraverso una app direttamente dal proprio smartphone. Perché la cappella di San Rocco, a Mondovì, fa parte di uno straordinario progetto, “Chiese a porte aperte”, esperienza unica in Italia, che utilizza la tecnologia per aiutare la comunità a rendere fruibili chiese e cappelle sparse per il territorio piemontese e valdostano. Una cinquantina di strutture (settanta entro la fine dell’anno) che si possono aprire con una chiave digitale (tutti i giorni, dalle ore 9 alle 18) con un innovativo sistema ideato dalla Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta e dalla Fondazione Crt – Cassa di Risparmio di Torino e realizzato con il sostegno della Regione Piemonte, con il cofinanziamento dei proprietari dei beni (parrocchie e comuni), e sotto l’alta sorveglianza delle Soprintendenze competenti.Non parliamo di chiesette chiuse o abbandonate, ma di luoghi vivi, in aree più interne e non urbane, di cui le comunità si occupano regolarmente, attraverso le parrocchie, i volontari e le associazioni, per tenerle aperte e ordinate, senza potere però garantire un presidio costante, dato il flusso non regolare di turisti e visitatori e la dispersione dei luoghi nel territorio. Da qui l’idea e la straordinarietà del progetto, frutto di un contagioso «gioco di squadra», come sottolinea don Gianluca Popolla incaricato regionale per i Beni culturali ecclesiastici che segue fin dall’inizio il progetto: «Ed è questo che fa la differenza: la sinfonia di tutti gli attori coinvolti, con la regia della Consulta, per valorizzare i beni e far sì che le comunità possano crescere, dialogare, interrogarsi sulla memoria per proiettarsi sul futuro».Il progetto Chiese a porte aperte nella Cappella di san Grato a Nole (To) - Consulta Beni Culturali Ecclesiastici PiemonteSono oltre 10mila i beni censiti e tutelati dal ministero della Cultura in Piemonte e Valle d’Aosta. «A differenza delle realtà cittadine dove le eccellenze architettoniche, i musei e i preziosi oggetti d’arte si trovano in uno spazio geograficamente circoscritto – continua don Popolla –, un grandissimo numero di siti culturali è sedimentato e diffuso sul territorio, soprattutto in montagna e collina, con il risultato che per i visitatori, purtroppo e spesso, a prevalere è l’esperienza della “porta chiusa”. Con il nostro progetto proviamo a liberare il patrimonio e grazie alla tecnologia garantire una risposta adeguata e sostenibile alla domanda di fruizione che c’è». Se sul portale “cittaecattedrali.it” si trova un censimento dei beni disponibili e mappati (oltre seicento) di Piemonte e Valle d’Aosta e gli itinerari suddivisi per temi e zone (Langhe e Roero, Monregalese, Colline torinesi e Monferrato, Canavese, Val di Lanzo e Valle d’Aosta, Valle di Susa e Val Sangone), la app “Chiese a porte aperte” offre la possibilità di vivere l’esperienza nei siti in assoluta autonomia con una suggestiva operazione di storytelling. Dopo avere scaricato l’applicazione sul proprio smartphone è sufficiente registrarsi e prenotare gratuitamente la visita: giunti sul posto nell’orario selezionato, inquadrando il Qr code si apre la porta della chiesa. Una volta entrati è possibile far partire una guida, sempre più completa e accattivante: una voce narrante in tre lingue (italiano, inglese e francese), con musiche e un sistema di illuminazione che esalta i dettagli artistici. Nel 2022 al fine di ampliare il grado di accessibilità e inclusività ai siti del sistema è nato anche il progetto “Chiese a porte aperte for all”. «Man mano stiamo attrezzando le strutture con pannelli visivo-tattili multisensoriali posizionati all’ingresso e completi di una descrizione della chiesa, la definizione degli spazi e della facciata – dice Enrica Asselle, storica dell’arte e collaboratrice della Consulta -. Il pannello contiene anche le riproduzioni tattili di alcune opere d’arte, oltre ai testi in braille e descrizioni audio. Sulla tavola è inoltre presente un QrCode che permette di azionare un contributo audio-video nella lingua italiana dei segni. Le riproduzioni delle opere d’arte e delle architetture dei beni sono realizzate con stampante 3D secondo i parametri e le indicazioni dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti». L’esperimento di “Chiese a porte aperte” è partito nel 2017: i primi due beni scelti per questo innovativo intervento sono stati la cappella di San Bernardo a Piozzo in provincia di Cuneo (diocesi di Mondovì) e la cappella di San Sebastiano a Giaveno (diocesi di Torino), due cappelle contenenti cicli di decorazioni parietali quattro-cinquecenteschi di elevata qualità artistica. Superato l’esame, fra l’entusiasmo di comunità e visitatori, di anno in anno il progetto si è esteso a tutte le diocesi, toccando decine di strutture. «Non introduciamo elementi nuovi, non optiamo per l’esperienza della realtà aumentata, preferiamo la realtà “narrata” che racconta la storia di quel luogo, più che la storia dell’arte», evidenzia Roberto Canu, coordinatore del progetto. Siti che hanno intorno una comunità che se ne prende cura, luoghi vivi e riconosciuti. «Ha poco senso – prosegue – la valorizzazione di luoghi e memorie che siano stati “abbandonati” dalla comunità, di beni culturali ecclesiastici senza “l’ecclesia”. Solo così si può generare un valore che può diventare anche sociale, funzionale ed economico». Legame con le comunità e apertura all’altro. Lo dice chiaramente Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e delegato per i Beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta: «La cosa bella è che con questo progetto si può dire a chiunque, che abiti il territorio o che arrivi dalla Germania o dalla Svizzera: “Tu hai le chiavi, puoi venire quando vuoi”». Un’esperienza che non vuole e non può restare circoscritta a Piemonte e Valle d’Aosta. Perché tocca un tema piuttosto diffuso nel Paese. «Per questo è stata sottoscritta una intesa fra Cei e ministero della Cultura e sono state avviate interlocuzioni per esportarlo in altre regioni, dal Lazio alla Lombardia», fa notare don Popolla.Dalla cappella di San Giuseppe, Sant’Ilario e Santa Barbara nella valdostana Mondanges, frazione di Valgrisenche, a quella di San Giovanni alle Conche di Calamandrana (Asti) o alla chiesetta di Santa Vittoria d’Alba e il suo meraviglioso ciclo di affreschi, ci sono chicche da scoprire in questo modo. «Ad Alba e in tutto il Piemonte, dal 2011, abbiamo costruito una rete di volontari che si prendono cura del patrimonio artistico e architettonico ecclesiale – dice Silvia Gallarato, responsabile e direttrice del Mudi, il museo diocesano di Alba –. Una rete di comunità e di persone, risorse straordinarie. Poi è arrivata la tecnologia e l’opportunità dell’apertura automatizzata. Ma al centro resta sempre la persona, che garantisce che il bene sia fruibile, ordinato e narrato. E prima che dai turisti crediamo che questi luoghi debbano essere vissuti dalle stesse comunità: con i volontari delle diocesi della provincia di Cuneo abbiamo organizzato uscite formative per visitare realtà di altre diocesi. E scoprirle, come tutti i viaggiatori e pellegrini, camminando e usando la nostra app». Un clic e la porta si apre. Provare per credere.

Sulle nuove sanzioni Zelensky soddisfatto a metà: “Bene ma non abbastanza”Ucraina, missili su Irpin. Unione Europea: "Pronti a nuove sanzioni"

Ucraina, distrutto ponte chiave per Kiev. Lugansk: "Russi usano bombe al fosforo"

Zelensky durissimo: “Nessuno tratta con chi tortura una Nazione”Ucraina, Zelensky: "Guerra mondiale? Non dovrebbe succedere ma tutto si sta ripetendo"

L’eminenza grigia di Putin: “Potrebbero essere colpiti obiettivi in Europa”Ucraina, Enpa: "Missione compiuta, consegnati gli aiuti ad Andrea Cisternino"

Patrick Zaky: "Sono sotto attacco informatico"

La sicurezza nazionale e perché l’Italia ha espulso i 30 diplomatici russiIl ritorno di Abramovich dopo il presunto avvelenamento: perché è protetto da Russia e Ucraina

Ryan Reynold
A Mosca un artista protesta in strada contro la strage di BuchaL'Azerbaigian aumenta a 9,5 miliardi di metri cubi di gas la fornitura all’ItaliaUcraina, il ministero della Difesa di Kiev confessa: "Il Wagner Group voleva uccidere Zelensky"

VOL

  1. avatarScuolabus cade da una scogliera in Colombia, sei bambini mortiCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Macron attacca il premier polacco e lo chiama “antisemita”Karaganov sulla guerra e sull’Italia: “Non è in grado di difendersi”L’accusa della Russia al figlio di Biden: “Mani in pasta nei laboratori di armi biologiche”Almeno 20 corpi di civili trovati in una strada a Bucha

    1. Guerra in Ucraina, Boris Johnson visita a sorpresa Zelensky

      1. avatarZelensky all'Occidente: "Se non ci date le armi vuol dire solo una cosa"Economista Italiano

        Macron tiene un comizio davanti a 35mila persone: "Ci battiamo per la pace. Non si fischia nessuno"

  2. avatarIncendio al deposito di petrolio a Belgorod, Russia: "Colpito da due elicotteri ucraini"Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    UE annuncia nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia: embargo sul carbone di MoscaGuerra in Ucraina, anche le patatine fritte adesso sono a rischioUcraina, negoziatori arrivati ad Istanbul. Biden: "Putin è un dittatore"Tony May, deceduto lo chef simbolo della cucina italiana a New York e proprietario del "San Domenico"

  3. avatarBoeing 777 Air France, panico a bordo: "L'aereo non risponde ai comandi"Professore Campanella

    Ambasciatore russo: "Armi all'Ucraina possono portare a guerra tra USA e Russia"Putin malato, Walesa: "Polonia potenziale bersaglio successivo"Il report sulle armi nucleari della Russia: ne ha quasi 5000 utilizzabiliVertice Nato: “Rafforzare le difese contro armi chimiche e nucleari”

Guerra in Ucraina, il cecchino canadese Wali smentisce la notizia della sua morte con un video

Guerra in Ucraina, lo stallo dell’esercito russo: i dieci errori commessi da MoscaAnastasia, la studentessa universitaria uccisa mentre portava aiuti in Ucraina  *