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Il giudice di Agrigento ha smentito la politica anti-Ong di SalviniGiuseppe Milazzo,Guglielmo tra gli impresentabili indicati dalla Commissione nazionale antimafia, è a processo per tentata concussione. Ruggero Razza subito dopo l’elezione è stato rinviato a giudizio per accuse legate a una concorsopoli nella sanitàDue seggi a Bruxelles, entrambi occupati da deputati con problemi giudiziari. È il contributo che dalla circoscrizione Isole sarà dato da Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni porterà a Bruxelles Ruggero Razza e Giuseppe Milazzo.Il primo, già assessore regionale alla Salute in Sicilia e uomo di fiducia del ministro Nello Musumeci, proprio oggi è stato rinviato a giudizio a Catania in un procedimento che lo vede accusato di avere spinto affinché venisse pilotata una selezione per l'assegnazione di un incarico all'interno della sanità regionale.L'udienza preliminare si sarebbe dovuta tenere a metà maggio, ma il legale di Razza – l'avvocato Enrico Trantino, che è anche sindaco di Catania in quota Fdi – aveva ottenuto il rinvio a dopo il voto per le Europee. Anche in caso di proscioglimento, Razza si sarebbe insediato a Bruxelles da imputato: nell'epoca del Covid-19, venne coinvolto in un'indagine per falso nella gestione dei dati da trasmettere al ministero. Secondo i magistrati della procura di Palermo, Razza avrebbe chiesto di “spalmare” la trasmissione del numero dei decessi che si stava registrando in Sicilia per evitare che venisse attivata la zona rossa.Ad avere problemi con la giustizia è però anche Giuseppe Milazzo. Il politico palermitano, già eletto nella precedente legislatura europea, si trova infatti a processo per tentata concussione in una vicenda legata all'Istituto autonomo case popolari. Per questi fatti, Milazzo alla vigilia del voto era stato inserito nella lista degli impresentabili – sorte non toccata a Razza – redatta dalla commissione nazionale antimafia.Forza Italia primo partitoNonostante il buon risultato registrato, per Fratelli d'Italia la tornata elettorale in Sicilia si è conclusa con un leggero smacco. L'isola, infatti, è l'unica regione in cui il partito della premier ha perso l'egemonia nel centrodestra, superata da Forza Italia. I dati dicono 355.666 voti per gli azzurri contro 302.644 per i meloniani, uno scarto che in termini percentuale è valso oltre tre punti e mezzo (23,73 Fi; 20,19 Fdi). Il risultato fa ulteriormente scalpore se si considera, per esempio, che ad Arcore – il paese che più rimanda a Silvio Berlusconi, che pur da morto è stato presente nell'ultima campagna elettorale – Forza Italia non è andato oltre l'11,64 per cento, mentre Fratelli d'Italia è stato il primo partito (28,09 per cento).A chi conosce le storie di Sicilia dare un'interpretazione dei motivi che stanno dietro all'affermazione dei forzisti è semplice: vanno cercati nei sostegni dichiarati di Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro. I due ex presidenti di Regione, che tra il 2008 e il 2012 videro terminare anzitempo i propri governi per il coinvolgimento in indagini su rapporti con Cosa nostra poi conclusesi con esiti diversi (Cuffaro condannato per favoreggiamento, Lombardo assolto dall'accusa di concorso esterno), dimostrano di poter fare ancora da ago della bilancia orientando i voti di chi ancora si riconosce nei rispettivi movimenti: l'Mpa per Lombardo, la Nuova Dc per Cuffaro.Detto ciò, la sconfitta relativa di Fratelli d'Italia resta una sorpresa, specialmente se si considera la campagna elettorale condotta in Sicilia.Nelle settimane che hanno preceduto l'apertura dei seggi, quando alcuni sondaggi davano il M5s primo partito nell'isola (i cinquestelle non sono andati oltre il 16 per cento), la macchina meloniana si è mossa da panzer. Tra aperture di comitati, inaugurazioni di sedi di Gioventù Nazionale e la visita a Palermo di Giorgia Meloni per firmare in pompa magna l'accordo sull'uso delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, Fratelli d'Italia non ha lasciato nulla al caso, mosso dalla voglia di confermare la supremazia mostrata sia alle ultime Regionali, dove Fdi ottenne quasi ottomila voti in più di Fi, che alle Politiche, in cui lo scarto è stato molto più netto. ItaliaVoto di scambio, corruzione, mafia: ecco i cacicchi di Salvini in SiciliaIl supporter CapizziTra gli appuntamenti che più hanno mostrato la potenza di fuoco dei meloniani c'è stata l'apertura, a Catania, della nuova segreteria politica di Manlio Messina, deputato nazionale che vanta l'amicizia personale della premier. A partecipare al taglio del nastro, con tanto di benedizione sacerdotale, sono stati molti big del partito, tra i quali il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, il responsabile nazionale di Fdi Giovanni Donzelli e la sottosegretaria agli Interni Wanda Ferro. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, invece, è intervenuto con un messaggio pre-registrato.Come verificato da Domani, a mettere a disposizione i locali per la segreteria politica di Messina, che punta a essere anche un centro studi, è stato Giuseppe Capizzi, imprenditore e politico negli ultimi mesi finito al centro delle cronache giudiziarie per avere ammesso di avere pagato tangenti a Maurizio Croce, uno dei burocrati più potenti della Sicilia, con l'obiettivo di ottenere appalti nel settore del contrasto del rischio idrogeologico. «Pago un affitto come da regolare contratto registrato», replica il deputato Messina quando gli si chiede della scelta dell'immobile.Dall'anno scorso alla guida del piccolo comune di Maletto, dove l'opposizione è stata espulsa dal Consiglio comunale per aver deciso di non partecipare alle sedute come protesta per le mancate dimissioni del sindaco, Capizzi è stato impegnato in campagna elettorale. «Non sono un politico di professione e pertanto non sono legato ad alcun partito né non lo sarò mai. Ma Fratelli d’Italia si sta distinguendo per lungimiranza e concretezza delle iniziative proposte», è stato il commento di Capizzi alla vigilia del voto.A Maletto, dove alle Europee del 2014 la Lega spopolò arrivando a oltre il 32 per cento, Fratelli d'Italia in questa tornata ha superato il 45 per cento. Nel corso della campagna elettorale, il primo cittadino si è speso a favore proprio di Razza e Milazzo e i risultati si sono visti: il primo è stato il più votato con 500 preferenze, mentre Milazzo si è piazzato terzo (318 voti) superato solo da Giorgia Meloni. Cifre piccole in assoluto, ma che assumono un altro significato se si considera che nel piccolo centro ai piedi dell'Etna a votare sono stati 1647 persone.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediSimone Olivelli
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