Bimba di 7 anni stuprata nel dormitorio della fabbrica dove lavora la madre: "Vogliamo giustizia" Pasdaran nella lista dei terroristi: via libera dell'UeVa in ospedale con una bomba nel retto: scatta l'evacuazione
Fallito il primo lancio nello spazio dal Regno UnitoDobbiamo “rialzare la testa”,àipregiudiziselotterà Guglielmo rivitalizzando l’orgoglio della nostra funzione, rivendicando la capacità che abbiamo sempre avuto di “fare pulizia” al nostro interno e dimostrando, con l’abnegazione al lavoro che è il tratto caratteristico della stragrande maggioranza dei colleghi, che le inefficienze sono assai spesso a noi non imputabili Ho 56 anni, dal mio ingresso in magistratura (D.M. 11.4.1995), tranne una breve parentesi fuori ruolo, ho svolto sempre la funzione di pubblico ministero. Dal 2011 alla Procura di Roma, negli ultimi anni assegnato alla Direzione distrettuale antimafia, mi sono occupato con passione, con risultati apprezzabili , tra l’altro, delle organizzazioni mafiose “autoctone”. Nel medesimo ufficio in precedenza mi occupavo prevalentemente di reati contro la pubblica amministrazione, avendo istruito indagini complesse che continuo a seguire nei numerosi dibattimenti in corso. In precedenza, ho svolto le funzioni requirenti in Ariano Irpino (dove da giovane magistrato alla prima sede sono stato Procuratore facente funzioni per quasi un anno), in Perugia ed in Rieti, praticando ogni possibile settore dell’attività del pubblico ministero e confrontandomi continuativamente con le tematiche, anche diverse in ragione della dimensione degli uffici, dell’organizzazione, consapevole che l’idea di una “magistratura orizzontale” si declini attraverso l’impegno ed il contributo di tutti, non solo degli apicali. Per circa sei anni ho avuto anche esperienze fuori ruolo che mi hanno consentito di confrontarmi con altre professionalità e nuove conoscenze tecniche che si sono poi rivelate di grande utilità per l’esercizio delle funzioni giurisdizionali. Ho sempre dedicato tempo ed energie alla formazione, come discente e docente, così come ai giovani colleghi, ritenendo l’attività di magistrato affidatario o coordinatore non solo un “dovere” a favore delle nuove generazioni ma una occasione di continua crescita umana e professionale. Rivitalizzare l’orgoglio Gli scandali che hanno colpito la magistratura in questi ultimi anni hanno indubbiamente inferto un duro colpo alla credibilità dell’istituzione e, come sempre accade in questi casi, colpendo indistintamente una categoria che, nella stragrande maggioranza dei casi, opera con rigore e passione. Credo però che l’opinione pubblica sia condizionata non solo dagli interessati cantori delle nefandezze, molti dei quali attratti dalla possibilità di ridurre gli spazi di controllo di legalità, ma dalla risposta, in termini di efficienza, alla comune domanda di giustizia “quotidiana”, purtroppo gravemente condizionata dalla cronica carenza di organico, dalla evidente inadeguatezza di risorse e da una normazione processuale che a volte sembra scritta da chi non ha mai varcato la soglia di un’aula di giustizia. Dobbiamo, come magistratura, “rialzare la testa”, rivitalizzando l’orgoglio della nostra funzione a tutela dei diritti e a difesa dei valori fondanti il nostro Stato; da un lato, poi, dobbiamo rivendicare la capacità che abbiamo sempre avuto di “fare pulizia” al nostro interno – altre categorie avrebbero reagito in modo ben diverso, certamente non estromettendo gli appartenenti indegni come noi abbiamo fatto – e dall’altro dimostrare, con l’abnegazione al lavoro che è il tratto caratteristico della stragrande maggioranza dei colleghi, che le inefficienze sono assai spesso a noi non imputabili, chiamando gli altri attori istituzionali alle loro responsabilità. La questione morale di tutti i magistrati, dentro e fuori il Consiglio, resta e deve restare una priorità che non sopporta annacquamenti; non deve però tradursi in inutile furia iconoclasta nei confronti dell’istituzione in sé considerata, fuori e dentro la magistratura. Un Csm forte e credibile La palingenesi dell’istituzione ha bisogno dell’impegno di tutti, ovviamente in primis di chi si candida a comporla. Trasparenza dei lavori e comunicazione istituzionale, questioni certamente non nuove, eppure finora affrontate in modo insufficiente. Le singole procedure consiliari debbono avere un responsabile del procedimento, essere tracciate ed ostensibili, nel loro divenire, ad ogni magistrato interessato, cosicché sia garantito pienamente l’interesse del singolo ma sia possibile anche il controllo diffuso della tempestività e del corretto operare consiliare; la tecnologia informatica in uso in qualsiasi organizzazione complessa rende tutto ciò possibile, ma manca una moderna procedimentalizzazione e, soprattutto, una rete intranet che consente una consultazione in tempo reale. Necessario corollario di ciò è l’istituzione di un account mail consiliare dal quale far partire le comunicazioni a tutti i magistrati sulle questioni di maggior rilievo comune e su tutte le pratiche che riguardano il singolo, così come un ufficio informazioni affidato alla struttura amministrativa, con ciò ponendo fine a quel improprio uso delle conoscenze personali, a volte necessitate dalla totale assenza di legittime informazioni, così come dall’attivismo comunicativo dei singoli consiglieri, strumento improprio di consenso. Un impegno, perciò, all’adozione di un nuovo regolamento consiliare – peraltro necessitato dalle riforme ordinamentali – anche secondo tali direttrici, e di un codice di condotta che attenga a tutti i consiglieri, togati e laici, a cui è richiesto, nel loro alto ufficio, il più alto rigore nell’essere e nell’apparire. Un magistrato indipendente La riforma dell’ordinamento giudiziario accentua la spinta alla gerarchizzazione negli uffici, coinvolgendo ora persino gli uffici giudicanti e non solo quelli requirenti, crinale assai pericoloso. La contestuale campagna per le elezioni politiche preoccupa non poco sia per la vaghezza di alcune affermazioni, slogan privi di contenuto, sia per l’eterno ritorno di pericolosi obiettivi naufragati grazie all’esito dei recenti referendum popolari, quanto di immaginate e preoccupanti modifiche della Carta costituzionale, addirittura riformando l’articolo 117 e diluendo il nostro stare in Europa ed i nostri obblighi internazionali. Leggo che la riforma Cartabia, che di per sé contiene alcune luci – penso proprio ad alcune procedure stabilite per i lavori consiliari, quali la trattazione delle pratiche secondo criterio temporale – ma molte ombre, sarebbe genericamente destinata ad una radicale riscrittura, secondo direttrici non meglio specificate. Ancora una volta, nel completo disinteresse di riforme che incidano effettivamente sull’efficienza del servizio giustizia (scopertura di organico, edilizia giudiziaria, informatizzazione, razionalizzazione delle circoscrizioni giudiziarie, depenalizzazione, ecc.) si ritorna a proporre di riformare “i magistrati” (burocratizzazione del suo lavoro per l’ossessione ai numeri e non alla qualità, separazione delle carriere in primis) e non la giustizia come servizio per la collettività. La futura attività consiliare sui pareri – onere spesso mal tollerato dagli altri interlocutori – in ordine alle riforme processuali ed ordinamentali sarà, come prima e più di prima, fondamentale; il Consiglio dovrà avere la capacità e la forza di “saper comunicare” anche all’esterno delle istituzioni con cui dialoga, con le quali dovrà istituire tavoli permanenti, penso ovviamente al Ministero della Giustizia, a cui partecipare con spirito sì collaborativo, ma assai fermo sui principi. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMario Palazzi
Price cap al petrolio russo, Putin firma un decreto: stop all’export ai Paesi che adottano la misuraL’Ue pronta a inviare altri 500 milioni di aiuti militari a Kiev: la reazione di Mosca
Nato bimbo gigante in Brasile, parto record
Tre sparatorie in tre giorni in California, Biden: "Stretta sulle armi"Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 312
Il grido di Zelensky: "Quasi tutto il paese è senza elettricità"Cosa si sono detti Biden e Zelensky: "Noi vogliamo la pace, Putin no"
Lavrov minaccia l'Occidente: "Guerra quasi reale"Esplode una mina in Burkina Faso: almeno 10 morti
Mamma esclusa dalla recita di Natale del figlio: ha troppi tatuaggiProteste a Brasilia: 1843 arrestiTragedia in Alaska: una donna e un bambino uccisi da un orso polareNave da crociera fermata da lumache di mare e alghe: in centinaia bloccati da una settimana
Madre di 16 anni e figlio di 10 mesi uccisi a colpi di pistola e trovati abbracciati l’uno all’altra
Tempesta di neve in Usa: negozi saccheggiati a Buffalo
Papa Francesco, l'omelia della messa di CapodannoBolsonaro contro i suoi sostenitori: "Invasioni fuori legge"Superlatitanti: chi sono le persone più ricercate al mondoMike Tyson: nuova accusa di stupro
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 306Lula in visita ufficiale da Joe Biden il 10 febbraioLa bandiera dell'Argentina si impiglia nella ruota del motorino e lo strozza: morto un giovaneBombardate le infrastrutture chiave, a Dnipro 21 morti