File not found
Economista Italiano

Giorgia Meloni e i giornalisti non vanno molto d'accordo - Il Post

Faida M5s: "Conte ingrato", lettera di fuoco di ex eletti in favore di Grillo – Il TempoTaylor Swift ha ammaliato il pubblico di ZurigoEdison Energia, cresce la quota di mercato. Nel Lazio la società supera i 200mila contratti attivi – Il Tempo

post image

Alla Rotonda di Locarno anche la Rappresentante di Lista ed Ermal MetaArrivato a quarant’anni,Capo Analista di BlackRock il cantautore ferrarese esce con un nuovo album e racconta di essersi riconnesso con la libertà degli esordi, quando lo conoscevamo come “Le luci della centrale elettrica”Vasco Brondi sembra portarsi dentro un tiro alla fune invisibile tra l’espressione e il rifugiarsi, la parola e il silenzio. Nel nuovo disco, Un segno di vita, questo dissidio – “aprire o chiudere il cuore” – si è caricato a tal punto da riuscire a liberarsi di sé stesso e funzionare come le pietre focaie, producendo scintille, fiammelle e piccoli roghi, attorno ai quali raccogliersi in gruppo, inventando storie, annodando insieme pensieri.Arrivato a quarant’anni, il cantautore ferrarese che all’inizio scambiavamo per una band – Le luci della centrale elettrica –, racconta di essersi riconnesso con la libertà degli esordi punk, equipaggiata questa volta però, viene da aggiungere, di una specie di tenerezza diffusa, possibile conseguenza del lavoro che continua a fare sul corpo e il respiro attraverso le pratiche contemplative, i maestri (buoni e cattivi), la poesia e le esplorazioni dei luoghi a basso tasso di colonizzazione umana. CulturaVasco Brondi: «Abbiamo solo 26mila giorni per mettere in musica la nostra vita»Massimo CoppolaautoreTesti, titoli, copertina: in questo disco c’è molto fuoco. Nelle tradizioni spirituali è associato al divino, in India è il tapas, l’ardore del discepolo. Ho visto apparire tutti questi fuochi quando gli altri me l’hanno fatto notare. Forse è una reazione al fatto di sentir descrivere questi tempi sempre e solo come oscuri. Io non voglio avere paura dei tempi in cui vivo. Come dice Kafka: per non avere di una stanza buia non devi tenere chiusa la porta, devi entrarci dentro e fare luce. Il fuoco purtroppo è molto attuale ma apre anche di qualcosa di eterno: nella storia dell’umanità la scoperta del fuoco fa saltare la divisione tra natura e cultura. Imparare a gestire e custodirlo ha modificato persino il nostro corpo. Mi piace pensare che la scoperta del fuoco e della musica siano avvenute insieme.Rimanda anche alla polarità yang, all’azione. Oggi sono contento se le canzoni arrivano agli altri di più: prima era una cosa che un po’ mi negavo. Il fuoco è anche quello che sentivo dentro da ragazzo, la fama e la sete di vita che mi hanno fatto il vuoto attorno. Urlavo le mie canzoni da solo, gli altri mi tenevano a distanza. L’ho annaffiato con tutte le sostanze possibili per tenerlo a bada. Poi ho trovato modi migliori: la cultura, lo studio, la meditazione.Nel duetto con Nada, Fuoco dentro, compare Simone Weil, «che non vuole essere abbracciata». Ha caratteristiche che me la fanno sentire vicina, come la serietà del suo rapporto con Dio. Si concedeva al massimo un Padre nostro al giorno. Solo di recente sto riscoprendo la tradizione cristiana. Ho sempre fatto fatica: la Chiesa si è creata una sovrastruttura di opulenza. Li guardo e penso: come vi è venuto in mente di mettervi le corone? In Weil vedo questi dubbi, il suo corpo messo in mezzo, la sua indole da scrittrice. Parla una lingua che capisco, la lingua della messa in discussione, del tormento. Un tormento contemporaneo, forse più comprensibile adesso che allora. Nei Quaderni Weil scrive: «Non potresti augurati di essere vissuta in un’epoca migliore di questa, in cui si è perduto tutto». In Un segno di vita si parla del «bel rumore che fanno le cose quando stanno per finire». Avrei voluto mettere: «Quando stanno per iniziare», ma nella metrica non ci stava. Ho lasciato fosse la musica a scegliere. La scrittura è anche un lavoro sull’ego: non decido io. L’inizio e la fine sono due miti dei nostri tempi: a me interessa molto anche la durata.Le sue canzoni spesso sono ritratti: osservazione o introspezione camuffata?Michele, del mio management, mi ha detto: “Sara, la ragazza di Illumina tutto, somiglia tantissimo a te”. Forse riesco a liberarmi di alcune cose usando le canzoni così: come nei sogni una cosa sta per un’altra. Chi mi conosce sa però che non ne parlo volentieri. Può sembrare assurdo, perché sono cose che canto davanti a tutti, ma se uno va a toccare quelle cose mi mette in difficoltà. Da sempre per me le canzoni hanno forma di dialogo, un “tu” che è venuto fuori subito, che in Un segno di vita è Dio, o chi per lui, in altre canzoni una figura femminile o maschile. Notti luminose è dedicata a un amico che non c’è più. Per me il punto è il dialogo impossibile: le canzoni sono l’unico modo che conosco per parlare con l’invisibile.Nel diario di lavorazione che accompagna il disco, il “manuale di pop impopolare”, racconta di una certa inquietudine, continui spostamenti.Ho radici brevi, poco profonde. Negli ultimi quindici anni non ho mai passato più di due settimane nello stesso posto. Pema Chödrön, la monaca buddhista, dice: “Dopo tutti questi anni di pratiche e di prediche sono ancora completamente pazza”. È liberatorio dirselo: le nevrosi ancora tutte al loro posto, non esserne telecomandati del tutto è già molto. È possibile riposarsi anche nel disagio. In questa società dell’insoddisfazione e della pressione scegliere la distensione è un atto politico. Accontentarsi è una parola tabù nella società capitalista: tutto ci spinge a volere di più, invece a me interessa molto il volere di meno.Si sente mai a casa?Scopro luoghi che appartengono a un albero genealogico che non c’entra col sangue. Ho preso una casa sulle colline dopo Lecco, su un sentiero tra il lago e la montagna. Non lontano dai luoghi di Antonia Pozzi, che sognava di essere sepolta tra le sue “mamme montagne”. Un richiamo della foresta che comincio ad ascoltare di più. CulturaLeggerezza, noia e disperazione di quel paraculo di Lodo GuenziMassimo CoppolaautoreChe rapporto ha con le aspettative esterne?Da ragazzino ero un reietto ma per la società funzionavo bene. Anzi ho bruciato le tappe: a 17 anni ho cominciato a lavorare, a 19 anni sono andato via di casa, a 23 il primo disco, e il successo. Ora ne ho 40 anni e rispetto agli standard sociali sono incredibilmente indietro. Ma ho l’esempio di persone che considero maestri, come Chandra Candiani e Massimo Zamboni.Entrambi hanno scelto di andare Fuori città, per citare un altro brano.Il loro modo di invecchiare mi piace. Mi interessa uscire dall’antropocentrismo. Quando sono da solo nel bosco o in montagna mi viene in mente Ocean Vuong: “La solitudine è comunque tempo trascorso insieme al mondo”. Mi sento profondamente ignorante quando i miei nipoti mi fanno domande sulla natura. La botanica Robin Wall Kimmerer parla di “solitudine della specie”: vogliamo sapere tutto su qualsiasi sciocchezza umana e poi non sappiamo distinguere un uccello dall’altro, mettiamo tutte le piante in un’unica macchia verde indistinta. È questo che ti fa sentire solo in mezzo al bosco.Nel disco ricorrono presenze naturali che sono occasioni di dialogo emotivo: Paul B. Preciado, a proposito di Virginia Woolf, parla di “comunicazione elfica”.La vita delle piante mi interessa molto: sono un modello di cooperazione e durata. Stiamo creando una situazione più adatta alla vita dei virus che alla nostra: cominciare a parlare del non umano mi sembra un antidoto. Rendersi conto della grande allucinazione di cui parla Jung: l’illusione della separatezza. Metà disco l’abbiamo registrato da Paolo Cognetti, in un rifugio a 2.500 metri: lì è impossibile essere antropocentrici, sentirsi la cosa di più di breve durata che c’è a perdita d’occhio ti rimette nella giusta proporzione. Come nasce l’amicizia  con Cognetti? Avevo amato il suo Manuale per ragazze di successo, da ragazzo, a Ferrara. Poi sette o otto anni fa ci siamo incontrati a un festival, e abbiamo iniziato a sentirci. Non ci vediamo per bere una birra ma facciamo cose insieme. Un viaggio, un progetto, una camminata di sette ore. È qualcosa in cui Paolo crede molto, l’ho imparato da lui. Mi sembra di conoscerlo da una vita: trovare un rapporto così da adulti è raro.Nel diario scrive che “c’è tanto da imparare dai propri vent’anni”.Soprattutto la non conoscenza delle regole del gioco. Un dono del punk. Ero timidissimo: sono salito sul palco senza saper suonare, eppure ero sicuro. Quel movimento passa per autodistruttivo, invece è stato la cosa più salutare che ho incontrato. Salire sul palco per manifestarsi e non per farsi dire bravo.Un ritorno a quell’intenzione?È il primo disco, dopo anni, che non mi stresso a fare. È nato con lo stesso entusiasmo di Canzoni da spiaggia deturpata. Che è appunto quello del “Do it yourself” o di questa scritta che c’era fuori dal centro sociale di Ferrara: “Porta quello che vuoi trovare”. La collego a una poesia di Mariangela Gualtieri, in cui, parlando di un rapporto difficile, l’ultimo verso dice: “La gioia ce la metto io”. In questo disco, in questi tempi bui, è stato così. “Ok, tranquillo, poi la gioia ce la metto io”: mi sembra di nuovo la cosa più sensata.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediJonathan BazziscrittoreHa esordito nel 2019 con Febbre (Fandango), Libro dell’Anno di Fahrenheit, Premio Bagutta Opera Prima e finalista al Premio Strega.

Il cane robot Sony Aibo ora ha un colore più realistico | Wired ItaliaIl «bambino blu» non deve morire

L'autobiografia di Renato Pozzetto, è proprio vero che la vita l'è bela

Nuovo minerale scoperto in Svizzera: bisogna ringraziare la pandemiaA Locarno77 verranno presentati 225 film

Volevano ricattare la famiglia di Michael Schumacher: arrestatiLa nazionale che non perde alle Olimpiadi dal 1992 - Il Post

«Nightbirds» all’ultimo concerto, tributo della Città per i 60 anni

Carlo Tacchini e Gabriele Casadei hanno vinto l'argento olimpico nei 500 metri con la canoa biposto - Il PostIl cane robot Sony Aibo ora ha un colore più realistico | Wired Italia

Ryan Reynold
Una truffa via SMS colpisce i dispositivi Android in 113 paesi | Wired ItaliaIran, passo indietro sull'attacco? "Asset militari Usa nella regione", che succede – Il TempoParigi 2024, straordinario oro di Errani e Paolini nel tennis. Paltrinieri show nei 1500 – Il Tempo

Economista Italiano

  1. Bloomberg ha dato una notizia troppo presto - Il PostDa Mbappé a De Niro: quando «l’appello VIP» cade nel vuotoIl SAF può ridurre gli effetti del riscaldamento climatico delle scie di condensazioneSapiens e Neanderthal si sono accoppiati (almeno) in tre momenti diversi | Wired Italia

      1. avatarOlimpiadi, la pista di atletica viola ha un ingrediente segreto | Wired Italiainvestimenti

        L'operazione militare ucraina in Russia è proseguita per il terzo giorno - Il Post

  2. avatarLocarno77, il Lifetime Achievement Award va ad Alfonso CuarónProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    L'operazione militare ucraina in Russia è proseguita per il terzo giorno - Il PostLa nazionale che non perde alle Olimpiadi dal 1992 - Il Post«Le donne fatturano, ha ragione Shakira»Olivone si anima con la musica dei Matia Bazar

  3. avatarIl grosso incendio nel quartiere Monte Mario, nel nord di Roma - Il PostBlackRock Italia

    Abbiamo provato i nuovi corsi online di Rocco Siffredi | Wired ItaliaDiego Armando Maradona e quella prima mezz’ora di un’infinita storia d’amoreLa nazionale che non perde alle Olimpiadi dal 1992 - Il PostMigliaia di manifestanti antirazzisti hanno protestato in tutto il Regno Unito  - Il Post

Cooperazione nello Spazio: la Svizzera firma gli «Accordi di Artemide»

Parigi 2024, bronzo di Ginevra Taddeucci nella Senna: "La corrente ti risucchiava ma..." – Il TempoCinture Sabelt per i cargo della Stazione Spaziale Internazionale e del Dream Chaser | Wired Italia*