L'Anticristo ed il 2023: la profezia del "Nostradamus vivente"Travolto da uno scooter in centro: è in prognosi riservataCadavere trovato a Salerno: per gli inquirenti è stato un suicidio
Ragusa, ucciso a sprangate la notte di Capodanno: aveva fatto un complimento a una ragazzaL’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. Rendersi più indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili,Economista Italiano ridurre il più possibile il rischio di nuove dipendenze (come quelle sulle terre rare e i semiconduttori) e garantire prezzi bassi dell’elettricità per l’industria. Lo vuole l’Unione europea, come lo vuole l’Italia. Ma i cicli di investimento durano 10-15 anni e gli attuali obiettivi climatici ai quali sono inevitabilmente allineati quelli di ammodernamento industriale, 2030 e 2050, rischiano di perdere di rilevanza: quelli al 2030 perché ormai, al netto di alcuni possibili passi indietro, la strada maestra è tracciata, quelli al 2050 perché, per l’appunto, ancora troppo lontani se non resi salienti da un percorso credibile fatto di tappe intermedie. L’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. La Commissione europea ha pubblicato una serie di strategie industriali nel passato – ne è stato responsabile Antonio Tajani per un periodo – ma i 27 capi stati non sono mai riusciti di adottare una visione comune, neanche in risposta all’Inflation Reduction Act americano. C’è da sperare che l’obiettivo per il 2040 venga chiarito il prima possibile perché l’industria ha bisogno di prevedibilità per promuovere l’innovazione. Il Green Deal Nell’attuazione del Green Deal europeo, molte aziende hanno investito nella circolarità o nell’uso dell’idrogeno verde senza una chiara previsione della domanda per i loro prodotti. Standard, quote e nuovi incentivi finanziari per i materiali riciclati e verdi (come l’acciaio) possono creare mercati in crescita e premiare i primi arrivati. Ma su quali scelte strategiche dipendono una reindustrializzazione e transizione energetica di successo? Il nuovo rapporto “Choices for a more strategic Europe” di Strategic Perspectives, think tank con base a Bruxelles, ha provato a rispondere a questa domanda prendendo come riferimento una riduzione delle emissioni nette del 90 per cento. Considerando le recenti evoluzioni politiche in Europa e il concreto rischio che il prossimo Parlamento europeo abbia posizioni diverse da quello attuale sulla transizione, una riduzione del 90 per cento delle emissioni al 2040 può suonare molto ambiziosa. Vista la ferocia dell’attuale ondata di caldo estremo è rassicurante che l’obiettivo sia fattibile quanto necessario. Non scordiamoci che il disallineamento con gli obiettivi di Parigi significherebbe andare incontro a eventi climatici estremi ancora più intensi e frequenti. Sulla competitività, rappresenta anche un’opportunità epocale per non soccombere alla concorrenza di Cina (la cui capacità di energia solare è già maggiore di quella di tutto il resto del mondo sommato insieme) e Stati Uniti (che sulle tecnologie pulite stanno impostando il proprio futuro con investimenti pari a 400 miliardi di dollari). Secondo il rapporto, le moltiplici sfide che l’Ue deve affrontare si articolano attorno a tre scelte principali: 1) aumentare l’elettrificazione in tutti i settori, sulla base del raggiungimento di un sistema energetico a zero emissioni entro il 2037, 2) sposare la circolarità per rendere l’industria europea più competitiva in un mondo di risorse limitate, prezzi energetici volatili e catene di approvvigionamento inaffidabili, 3) investire nella produzione di tecnologie a zero emissioni per garantire che l’Ue guidi la corsa globale e crei posti di lavoro nelle regioni che affrontano molteplici transizioni simultanee da industrie tradizionali come acciaio e automobili – come Piemonte, Puglia e Sardegna. È il momento per i leader di avviare un solido dibattito politico su come affrontare queste scelte e plasmare il futuro dell’industria europea. Linda Kalcher è Direttrice esecutiva di Strategic Perspectives © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLinda Kalcher
Papa Ratzinger, il clamoroso retroscena di Padre Georg sul suo ritiroTentano di rapinare un tassista: due arrestati
Siena, travolto da un'auto mentre si allenava in bici: muore il 47enne Alessandro Nogara
Taranto, bambino di 10 anni ferito da un petardo: mano amputataNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 607
Dieta del rientro: come perdere peso a gennaioPaura per lo Stromboli: interdetta la navigazione entro 2 miglia
Perché il covid ci fa perdere l'olfatto: le cellule "impazziscono"Donna suicida a Torino: il padre le preparava il cappio da un mese
Pavia, detenuto 20enne si impicca in carcereSpray urticante al McDonald's: evacuazione generale e maloriSpray urticante al McDonald's: evacuazione generale e maloriEra morto da una settimana ma non se ne era accorto nessuno
Scomparso 86enne ad Avellino: stava rientrando dalla festa di Natale
Si schianta con lo scooter: morto un 38enne
Vacanze: tra Natale e Capodanno 17 milioni di italiani in viaggioTenta di salvare il suo cane ma muore annegato in un pozzoNon gli risponde da giorni e chiede aiuto: 70enne trovato morto in casaFrana a Luino, caduta di massi da un costone roccioso: evacuate per precauzione 11 famiglie
Rimini, papà accusato di abusi sulla figlia: la mamma avrebbe saputoTragico incidente sulla Casalina: perde la vita un carabiniereCon la betoniera precipita in una scarpata e muoreValtellina, tragedia sulle piste: morto sciatore 29enne