E-commerce in Italia nel 2020: boom di ordini Stravideo, partner SEO&Love 2020Come crescere con i corsi di comunicazione e creatività
Recovery Fund, ecco quando arriveranno i soldi che spettano all'ItaliaUn soldato dell'esercito regolare sudanese in una strada di Omdurman nella capitale Khartum - Reuters COMMENTA E CONDIVIDI Ci sono guerre da prima pagina,Campanella perché raccontate dai numerosi reporter stranieri presenti sul posto (è il caso dell'Ucraina) o perché sono in gioco gli equilibri europei e mondiali (come in Ucraina e a Gaza) anche se lo schieramento più forte impedisce l'ingresso dei giornalisti sui campo (è il caso di Israele a Gaza). Ci sono poi guerre che si combattono lontano dai riflettori, in qualche Paese dimenticato. Magari africano. È il caso del Sudan. Dove non ci sono giornalisti a testimoniare.Scoppiata a metà aprile dell'anno scorso, la guerra civile sudanese ha causato almeno 20mila morti e più di 100mila feriti e più profughi che in Ucraina. Nel Paese c’è il più grande numero di sfollati interni al mondo: oltre 11 milioni. I profughi sono oltre 3 milioni: in Egitto, Libia, Ciad, Sud Sudan, Etiopia, Eritrea. Distrutte le infrastrutture e le grandi città. Bloccata l’agricoltura. E così, dopo undici mesi di guerra, si affaccia l'incubo della carestia: a rischio una popolazione di 45,5 milioni sparsa su una superficie di 1,8 milioni di chilometri quadrati (più di 6 volte l'Italia). Per la prima volta giornalisti della Bbc, l'emittente britannica che vanta una copertura pressoché totale del pianeta grazie a una rete capillare di collaboratori, sono riusciti a raggiungere il fronte dei combattimenti a Omdurman, nella capitale Khartum, al seguito dell'esercito. Per dissipare la cortina di fumo che nasconde lo scontro sanguinario tra l'esercito e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), ma soprattutto impedisce di vedere le vittime civili: famiglie, anziani, bambini ridotti alla fame, senza accesso ai medicinali e all'istruzione, costretti alla lotta per la sopravvivenza.Il vecchio mercato di Omdurman un tempo affollato si presenta in rovina - riferiscono i reporter della Bbc -, con i negozi completamente saccheggiati. Per le strade si vedono quasi solo veicoli militari. I pochi residenti rimasti sono anziani. Mukhtar al-Badri Mohieddin, che cammina con l'aiuto di un bastone, indica uno spazio coperto di tombe improvvisate vicino a una moschea diroccata: tumuli di terra contrassegnati da pezzi di mattoni e lastre di cemento. «Qui ci sono 150 persone, ne conoscevo molte: Mohamed, Abdullah... Jalal», dice, fermandosi a lungo davanti a un nome, il dottor Youssef al-Habr, noto professore di letteratura araba. «Sono rimasto solo io», aggiunge. Il fronte è a meno di un chilometro. La zona ora è in mano all'esercito, che l'ha sottratta al controllo dei paramilitari. Un residente, Muhammad Abdel Muttalib, li accusa di saccheggio: «Hanno ripulito le case, rubato automobili e televisori. Hanno picchiato gli anziani, le donne». «La gente moriva di fame - racconta -, alcuni li tiravo fuori dalle case perché i corpi non marcissero». Aggiunge che è «ampiamente noto» che le donne sono state violentate.Edifici e veicoli danneggiati dagli scontri a fuoco in una strada di Omdurman a Khartum - ReutersNella società sudanese è più difficile che altrove parlare di stupri, considerati motivo di vergogna per chi li ha subiti: la vittima è a rischio di stigmatizzazione. Ma più di 1.000 chilometri a ovest, nei campi profughi in Ciad, la quantità delle testimonianze dimostra che il numero dei casi è eclatante. Donne fuggite dal Darfur hanno raccontato alla Bbc di essere state violentate dai miliziani. Gli uomini hanno detto di essere sfuggiti a esecuzioni sommarie. Le Nazioni Unite hanno documentato 120 casi di violenza sessuale, ma è solo la punta di un iceberg.I paramilitari della Rsf, che sarebbero finanziati dalla Russia, controllano le aree a sud di Khartum e ampie zone del Darfur, dove le vittime di violenza sessuale sono soprattutto le donne nere africane. Vent'anni fa, durante la guerra in Darfur cui seguì una terribile carestia, una milizia araba chiamata Janjaweed, nella quale affonda le sue radici la Rsf, fu mobilitata dall'allora presidente Omar al-Bashir per reprimere una ribellione di gruppi etnici non arabi. In Darfur furono uccise 300mila persone (dati Onu) e lo stupro fu ampiamente utilizzato per terrorizzare le comunità nere africane. Alcuni leader Janjaweed e lo stesso Bashir sono stati incriminati dalla Corte penale internazionale dell'Aja con l'accusa di genocidio e crimini contro l'umanità. Ma nessuno è stato condannato.PER CAPIRE - Perché si combatte a Khartum e chi c'è dietro le opposte fazioni di Fabio Carminati
Verkhnyaya Gubakha, storia della città abbandonata in RussiaStop al blocco dei licenziamenti, i casi in cui ora sono possibili
Istat, 101 mila posti di lavoro persi a dicembre: 444 mila nel 2020
Mutui e prestiti sospesi, Associazione banche italiane: "Da luglio rischio default"Sconto sulla benzina in Friuli-Venezia Giulia, l'idea della Regione
Bancomat, micropagamenti a zero commissioni da gennaio 2021Dpcm, prevista un'ulteriore sospensione delle cartelle esattoriali
Cashback: cosa cambia nel 2021, bocciata mozione di FdiIl ministro Franco: "Con più crescita risorse per il taglio delle tasse"
Nicola Belli, Autore a Notizie.itIl Bonus Pos in Italia: agevolazioni per chi paga con cartaConsumi regionali, il Covid ha bruciato 116 miliardi di euroGoverno, tagli su pensioni: chi subirà penalizzazioni?
Decreto Sostegni, bonus da 2400 euro: la scadenza slitta al 31 maggio
USA-Cina, Michele Geraci: "Con Biden lo scontro sarà meno isterico, ma più difficile da risolvere"
Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 113Cgia lancia l'allarme: le pensioni erogate superano gli occupatiNadef: il governo presenta la bozzaLuca La Mesa: guida al corso Social Media Training
WomenX Impact: l'evento sull'empowerment femminileBancomat: il prelievo allo sportello costa fino al 273% in più che onlineReddito di cittadinanza, bonus a chi apre un'attività: requisiti, regole, come presentare la domandaDisney, chiudono tutti i negozi in Italia: oltre 200 lavoratori a rischio