Nuovo Dpcm: proposta sull'aumento dello smart working fino al 75%Nuovo dpcm tra domenica e lunedì: verso il coprifuoco alle 22Attentato a Nizza, Lamorgese: "Ora più controlli su chi arriva"
Attentato a Nizza, Lamorgese: "Ora più controlli su chi arriva"Il puntoLugano,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock scenari digitaliLe autorità cittadine commentano il percorso teorico e pratico del piano per lo sviluppo 2018-2028La svolta digitale dei servizi comunali di Lugano (e-gov) è stata tutta sviluppata «in casa» dagli esperti del Comune. © CdT/Gabriele Putzu Andreas Grandi06.08.2024 06:00Approfittiamo della pausa estiva e torniamo a una decina di anni fa, quando la finanza internazionale subiva ancora i contraccolpi della crisi finanziaria che nel 2008 aveva travolto Wall Street. La crisi del debito pubblico e i dubbi sulla solidità bancaria mondiale che ne erano seguiti portarono Mario Draghi, all’epoca presidente della Banca centrale europea (BCE), ad avvertire che la affidabilità della finanza europea andava difesa a ogni costo, «whatever it takes». In questi casi chi ha responsabilità di governo si trova confrontato a due opzioni. Cambiare tutto per non cambiare niente, oppure prendere atto della realtà e procedere in modo anticiclico, rinnovando la cosa pubblica nella sostanza e non solo nella forma. Il sindaco della Città di Lugano Michele Foletti e il vicedirettore della Divisione finanze Paolo Bortolin commentano il percorso teorico e pratico del piano luganese per lo sviluppo digitale 2018-2028 che, da schema programmatico per aggiornare le procedure amministrative della municipalità cittadina, si è poi evoluto in nuove conoscenze e anche in pionieristiche emissioni di prestiti obbligazionari in forma digitale.Lo sviluppo delle competenzeVisto che il piano 2018-2028 per l’evoluzione digitale della Città di Lugano ha ormai oltrepassato la metà del percorso, chiediamo al sindaco Michele Foletti di tracciare un bilancio intermedio. «Certamente - commenta Foletti - quanto fatto finora è positivo. Nel 2018 l’amministrazione comunale aveva poche competenze digitali. Abbiamo dovuto prima svilupparle e poi proporle alla nostra cittadinanza. Risultato: durante la pandemia oltre la metà dei certificati sono stati emessi in forma digitale. Ma la nostra attività è proseguita, sviluppando applicazioni native elaborate dagli uffici municipali e altre che abbiamo trovato sul territorio. In questo percorso abbiamo incontrato Paolo Ardoino e sviluppato insieme il “Plan B”, un progetto di formazione digitale per i giovani e i professionisti del nostro territorio. Da questi incontri sono poi nati la Summer School e il progetto B4B-Blockchain for Business, che a sua volta ha favorito ulteriori evoluzioni, come la digitalizzazione della finanza. La comparsa di nuovi operatori e di nuove competenze, che dopo essersi insediate nel nostro territorio ora si propongono a livello globale».Il ruolo dell’amministrazioneQuale ruolo ha giocato l’amministrazione comunale in questo progetto? «L’e-gov di Lugano, la svolta digitale dei servizi comunali, è stata tutta sviluppata dai nostri esperti - sottolinea Foletti - perché, come in passato, quando gestiamo i dati sensibili dei cittadini siamo responsabili della loro integrità. Quindi, più che aggiornare con l’informatica le vecchie procedure analogiche, la nostra strategia è stata crearne di originali, ovvero “native” perché ideate in partenza con una metodica digitale e coerenti con i prevedibili sviluppi delle tecnologie. Questa è stata la base operativa che l’arrivo delle applicazioni Blockchain hanno poi evoluto e che i nostri uffici hanno conformato alle specifiche necessità degli utenti del nostro territorio, prima ancora di apprezzarle per la loro valenza economica, le particolarità legali e le competenze di avanguardia». Queste conoscenze hanno anche aperto nuovi scenari per Lugano. «È vero - rileva -, i presupposti che nel tempo si sono sviluppati, ora favoriscono gli insediamenti nel Luganese di nuove forme di impresa o generano nuove opportunità. Prossimamente le ritroveremo come dichiarazioni di imposta, come evoluzioni nella dialettica con il mondo accademico del territorio e nei rapporti pubblico-privato, a cominciare da Tether, che ha deciso di collaborare con la Città di Lugano, attratta dalle competenze che l’amministrazione cittadina aveva sviluppato ben prima del suo arrivo». Concludendo, dal mio punto di vista, tra attività digitali e analogiche, più che una forzata convivenza penso che in futuro assisteremo a una convergenza delle rispettive applicazioni».Finanza digitale e tradizionaleLe prospettive che questa attività sta aprendo sono notevoli. Ce lo spiega Paolo Bortolin. «Anche nella mia attività - osserva - prevedo una convergenza a lungo termine tra finanza tradizionale e finanza digitale. Quest’ultima, è opportuno distinguerlo, non ha niente a che vedere con le operazioni in monete digitali come Bitcoin e simili. Si tratta semplicemente di finanza tradizionale basata su nuove tecnologie, come la Blockchain». Gli chiediamo un esempio. «Per quanto concerne le emissioni dei prestiti obbligazionari della Città di Lugano -illustra - SIX Group, che nella Confederazione gestisce l’infrastruttura dei mercati finanziari e quindi anche la Borsa svizzera, ha approntato una nuova piattaforma per le operazioni digitali native basata sulla tecnologia Blockchain, denominata Six Digital Exchange (SDX)». Quindi, anche i prestiti della Città di Lugano progressivamente si digitalizzano. «Le recenti emissioni digitali della Città, avvenute sulla piattaforma SDX, che l’agenzia di rating Moody’s ha equiparato in tutto e per tutto alle nostre obbligazioni tradizionali già in essere, testimoniano l’approccio innovativo assunto dalla Città di Lugano in campo digitale, in coerenza con il piano di sviluppo deciso dal Municipio nel 2018 e ne fanno un esempio concreto per altre istituzioni nazionali e internazionali».«Rammento inoltre - conclude Bortolin - che l’ultima emissione, effettuata nel febbraio 2024, è entrata a far parte, con altre istituzioni come la Banca mondiale, del progetto denominato Helvetia III della Banca nazionale svizzera (BNS), che ha visto l’introduzione di un wCBDC (wholesale Central Bank Digital Currency, ndr), un franco svizzero digitale emesso dalla BNS utilizzato limitatamente per la raccolta di capitali nelle transazioni tra istituti finanziari. Questa è una prima mondiale. Pochissime istituzioni pubbliche possono oggi vantare un tale approccio innovativo». In questo articolo: Luganese
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