I lavori in Alta Vallemaggia proseguono per tutto agostoSu X, a breve, i «mi piace» diventeranno privatiEurovision Song Contest: ora tocca alle città svizzere
Spari contro il primo ministro di HaitiLa produzione non è solo una minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock ma anche per il clima. E dietro la lentezza del processo politico ci sono gli stessi interessi che fermano la transizione energetica: la plastica è il grande piano delle B dell’industria dei combustibili fossiliQuesta settimana parte a Ottawa, in Canada, il nuovo round dei negoziati Onu per arrivare a un accordo internazionale sulla plastica. Erano partiti quasi due anni fa in Kenya con ambizione e ottimismo, entrambe condizioni che sembrano essersi sgonfiate con il tempo.A guidare il nuovo round sarà il ministro canadese dell’Ambiente, Steven Guilbeault, che di recente ha provato a smuovere questo immobilismo. «Diversi paesi sembrano essersi dimenticati delle ambizioni originarie, cioè l’intenzione collettiva di un trattato che avesse armi per combattere l’inquinamento da plastica ed eliminarlo entro il 2040», ha detto Guilbeault in un’intervista a Climate Home.Questo accade nonostante quella contro la plastica sia una delle sfide ambientali con più consenso pubblico a supporto. Un sondaggio pubblicato nel report People vs Plastic di Greenpeace ha misurato che il sostegno internazionale ad azioni radicali è dell’82 per cento.Coalizione trasversaleGuilbeault non ha menzionato i paesi né gli interessi che si stanno opponendo a questo accordo. Ma tra i più ostili c’è una coalizione trasversale. Gli Stati Uniti hanno chiesto che il trattato non sia «legalmente vincolante», mentre tra gli oppositori più feroci ci sono l’Arabia Saudita, l’Iran e la Russia, che di recente si è opposta a «qualsiasi enfasi su misure restrittive alla produzione o al commercio di plastica», cioè le uniche che potrebbero avere un’efficacia su scala globale a un flusso da 400 milioni di tonnellate ogni anno, di cui solo il 9 per cento viene effettivamente riciclato.«Non ne usciremo riciclando» è il mantra dell’Agenzia ambiente dell’Onu che sta guidando il negoziato, ma è un’idea che non sembra fare presa sui paesi contrari all’accordo.La produzione di plastica non è solo una minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità, ma anche per il clima, e dietro la lentezza del processo politico ci sono gli stessi interessi che fermano la transizione energetica: la plastica è il grande piano delle B dell’industria dei combustibili fossili.Il grande piano BSecondo un nuovo rapporto del Lawrence Berkeley National Laboratory, la plastica rappresenta il 12 per cento della domanda globale di petrolio e l’8,5 di quella di gas. Il risultato è che questo materiale compromette il clima quanto 600 centrali a carbone e rappresenta il 5 per cento delle emissioni globali di carbonio. Ed è un settore che oggi sta vivendo una traiettoria di crescita esponenziale: senza un trattato che fermi la produzione di plastica vergine, questa si troverà a raddoppiare o addirittura triplicare entro il 2050.A quel punto le emissioni di plastica nel 2050 sarebbero di 6,78 gigatonnellate, l’equivalente di 1.700 centrali a carbone. Se anche trovassimo il modo di avere una produzione elettrica interamente decarbonizzata entro la metà di questo secolo, l’aumento della materia plastica si troverebbe a vanificare molti di questi sforzi, consumando tra il 15 e il 19 per cento di tutto il nostro budget di carbonio a disposizione per rispettare l’accordo di Parigi. Oggi le bottiglie e le stoviglie di plastica sono uno dei principali ostacoli al rispetto degli impegni internazionali sul clima.In vista del negoziato di Ottawa, che prende il via domani, 23 aprile, anche un network di 160 istituti finanziari ha invitato i governi a creare le condizioni per avere questo accordo internazionale sulla plastica. Oggi la traiettoria di aumento della produzione è del 4 per cento ogni anno, per mettere l’economia circolare globale in linea con l’accordo di Parigi servirebbe, secondo i dati del Lawrence Berkeley National Laboratory, iniziare a ridurre la produzione del 12 per cento ogni anno, un risultato che può essere raggiunto solo con un trattato ambizioso e vincolante. Non solo l’accordo internazionale sulla plastica sarebbe il più importante in materia ambientale dai tempi dell'accordo di Parigi, ma ormai ne rappresenta anche una sua fondamentale integrazione per poter funzionare.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFerdinando CotugnoGiornalista. Napoletano, come talvolta capita, vive a Milano, per ora. Si occupa di clima, ambiente, ecologia, foreste. Per Domani cura la newsletter e il podcast Areale, ha un podcast sui boschi italiani, Ecotoni, sullo stesso argomento ha pubblicato il libro Italian Wood (Mondadori, 2020). È inoltre autore di Primavera ambientale. L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra (Il Margine, 2022).
Il diritto all’aborto negli Stati Uniti: tema meno divisivo, ma decisivoMG F, un roadster brillante e sfortunato
Altra notte di passione per gli appassionati di Swatch: «C'è chi è arrivato ieri pomeriggio»
Se la scelta di cosa guardare in Tv diventa poco sostenibileLo squalo bianco a rischio scomparsa nel Mediterraneo
Il video di Liendo ai 100m delfino diventa virale, ma per Ponti (quasi) nessuna possibilitàElon Musk, perché accusa gli inserzionisti di boicottare X | Wired Italia
Testa a testa tra Kamala Harris e Donald Trump: ora lei lo attacca sull'immigrazioneCon la BMW i5 M60 xDrive la guida autonoma è quasi realtà
5 giochi da spiaggia impermeabili che puoi portare al mare | Wired ItaliaUn capolavoro illumina la notte da Parigi a Varese: Martinenghi è d'oro!! - ilBustese.itMattea David lascia il Gran Consiglio e il Consiglio comunale di LuganoI Giochi di Noè: tifoso a Londra, sorpresa a Tokyo, diamante a Parigi
Anche il Ticino festeggia la giornata mondiale dello yoga: «Equilibrio tra mente e corpo»
Gli occhiali in scarti di caffè e riso ticinesi inaugurano le feste del Pardo
Tensioni Iran-Israele: ecco che cosa sappiamoBenvenuti nel mondo del post PilatesIl diritto all’aborto negli Stati Uniti: tema meno divisivo, ma decisivoI costi crescono, ma alla cassa non vanno Cantone e Città
Almeno 40 atleti positivi al Covid-19 ai Giochi olimpiciGli utenti di Instagram e Facebook addestreranno l'intelligenza artificialeXiaomi HyperOS, un sistema operativo pronto per il futuro | Wired ItaliaLa «rivoluzione» dell’Europa mette un freno al grande fratello