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Aja, Egitto: "Israele viola diritto internazionale"Gli occhi di un intero paese su Potsdam: in questo collegio si sfideranno Annalena Baerbock e Olaf Scholz,MACD candidati cancellieri per Verdi e Spd, per ottenere un seggio al Bundestag. Temi nazionali e locali sono al centro della campagna, come la chiusura del tribunale del lavoro, la ricostruzione della chiesa della Guarnigione ma anche clima e caro affitti. Finora la campagna di entrambi è stata caratterizzata da luci e ombre: non è perciò da escludere l’emergere di un outsider, come la candidata della Cdu/Csu Saskia Ludwig. Un Bayern Monaco-Borussia Dortmund alle porte di Berlino. Uno scontro ai massimi livelli, simile a der Klassiker, sarà quello che ci sarà nella sessantunesima circoscrizione, corrispondente al collegio di Potsdam, alle prossime elezioni federali: a contendersi il posto saranno Annalena Baerbock, candidata alla cancelleria per i Verdi, e l’attuale vicecancelliere e ministro delle Finanze Olaf Scholz, aspirante cancelliere della Spd. Un simile confronto in un singolo collegio in Germania non si era mai visto: basti pensare che l’attuale cancelliera Angela Merkel non ha mai dovuto affrontare avversari di spessore nel collegio in cui ha la residenza, il Vorpommern-Rügen-Greifswald nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore, dove vince ininterrottamente dal 1990. Un vantaggio che per i leader di Spd e Verdi non c’è, visto che entrambi vivono effettivamente nel distretto, ma che potrebbe conferire un insperato prestigio soprattutto nelle inevitabili trattative post-voto con l’altro candidato alla cancelleria, il cristiano-democratico Armin Laschet, che invece correrà per un posto nel suo collegio di Aquisgrana. L’epicentro della politica tedesca              Non ci sono solo loro ovviamente. Il ruolo di outsider è piuttosto affollato: corrono per il seggio anche la candidata della Cdu Saskia Ludwig, ex presidente dello stato di Brandeburgo; l’ex segretaria generale Linda Teuteberg in rappresentanza dei liberali della Fdp; lo sceneggiatore Tim Krause per Alternative für Deutschland e infine Norbert Müller per la Linke. Candidati che possono vantare un radicamento forse maggiore con il territorio ma che rischiano di passare in secondo piano rispetto ai due pesi massimi schierati da socialdemocratici e Verdi. La storia del collegio indica che sono i primi a essere i favoriti: la Spd governa Potsdam ininterrottamente dal 1990, cioè dalla riunificazione, sia a livello locale che nazionale. Gli ultimi anni hanno però segnato una netta inversione di tendenza. In città vivono oggi 182mila persone, 40mila in più rispetto alle 139mila del 1990: negli ultimi 30 anni nessun’altra città della Germania orientale ha trasferito così tanti nuovi residenti dai vecchi stati federali come Potsdam. Un cambiamento che ha inevitabilmente disegnato nuovi scenari politici, come dimostra il risultato delle elezioni statali del 2019 in cui la verde Marie Schäffer ha prevalso nel collegio di Potsdam superando Klare Geywitz, l’ex segretario Spd che aveva vinto senza interruzioni dal 2004. Un presagio non certo favorevole per l’attuale ministro delle Finanze che, rispetto a Baerbock, non può vantare lo stesso radicamento territoriale. La candidata cancelliera dei Verdi vive da anni con il marito Daniel Holefleisch e i due figli a Nauen, piccola cittadina a una trentina di chilometri da Potsdam. Pur non essendo molto attiva a livello locale, conosce perfettamente i problemi della circoscrizione, in cui si è già candidata per due volte senza successo nel 2013 e nel 2017. Lo stesso non può dire Scholz, ex sindaco di Amburgo trasferitosi nel distretto soltanto tre anni fa per questioni di famiglia: dal 2017 la moglie Britta Ernst, esponente anche lei della socialdemocrazia, ricopre il ruolo di ministro dell’Istruzione dello Stato di Brandeburgo. I problemi locali e le questioni nazionali Visti gli esponenti in campo, Potsdam può rappresentare una sorta di laboratorio nazionale, in cui vedere i candidati alle prese con grandi e piccoli temi. Le questioni locali non mancano, come la chiusura del tribunale del lavoro, voluta dalla maggioranza “Kenya” dello stato (Spd+Cdu+Verdi) su cui però Scholz da avvocato si è detto contrario, e la ricostruzione della Chiesa della Guarnigione, un pezzo di storia della città su cui però Potsdam si divide ancora. Costruita per volere del re Federico Guglielmo I tra il 1731 e il 1735 e appartenuta alla famiglia reale prussiana fino al 1918, deve la sua triste fama a quanto accaduto il 21 marzo 1933, quando Adolf Hitler tenne dal pulpito uno dei suoi discorsi più noti in cui chiese (e ottenne) i pieni poteri. Distrutta da un’esplosione voluta dal Partito comunista nel 1968, la chiesa è ora al centro di una disputa tra un Comitato di cittadini che vorrebbe ricostruirla, sfruttando l’assegno di 12 milioni di euro del Comitato nazionale tedesco per gli Affari Culturali, e un altro che invece vorrebbe lasciarla cadere definitivamente nell’oblio della storia. Nel dibattito all’interno del distretto non mancano però anche i temi nazionali, come il clima. «Avrei molto da chiedere ai politici, se potessi parlare con loro. Per esempio, vorrei chiedere alla signora Baerbock come immagina l'implementazione delle sue, direi, chiacchiere sul clima. Non credo che ci abbia pensato fino all'ultimo dettaglio», ha dichiarato una pensionata, residente a Potsdam, a l’emittente rbb24. A tenere banco però è soprattutto la questione degli affitti, uno dei temi più caldi non solo nel collegio di Potsdam ma in tutta la Germania. Nello stato di Brandeburgo le case hanno ancora prezzi abbordabili, grazie al controllo da parte delle cooperative, ma i prezzi stanno salendo. Secondo i dati pubblicati dall’Associazione delle imprese edilizie di Berlino-Brandeburgo gli affitti sono saliti di quasi il 2 per cento rispetto al 2019. Nulla di paragonabile alla capitale, dove gli affitti costano il 14 per cento in più, ma anche qui si osserva una crescita costante nel tempo: oggi l’affitto medio al mese è di 5,28 euro al metro quadrato, 10 centesimi in più rispetto al 2019 e addirittura 45 rispetto al 2015. Vista la costante immigrazione degli ultimi anni trovare un appartamento potrebbe diventare sempre più difficile per molti: il nuovo quartiere di Krampnitz, attualmente in costruzione a nord di Potsdam, rischia infatti di essere l’ultimo per molto tempo e il sindaco Mike Schubert vorrebbe affittare le case soprattutto ai locali. La campagna elettorale Per entrambi gli sfidanti la campagna è stata finora altalenante. Ha registrato una partenza a effetto quella di Baerbock, che ha iniziato la campagna nel distretto a metà giugno facendo prima rimuovere una vettura parcheggiata nella zona del palco. Una coincidenza sicuramente fortunata, che però si adattava perfettamente alla campagna della candidata che prevede di liberare i centri città dalle auto. Il problema sono soprattutto i sondaggi: dopo un buon inizio, il consenso per i Verdi sembra essere in deciso calo. Più problematico l’arrivo di Scholz a Potsdam: il trasferimento ad aprile nel condominio sull’Alter Markt non è stato ben visto dagli abitanti della zona, non abituati ad avere poliziotti e guardie del corpo in giro per il quartiere. La comunità ha percepito le misure di sicurezza come una sorta di imposizione e si è sentita ignorata dal candidato della Spd, come ha raccontato un residente a RP ONLINE. «Per lui è come se fossimo aria, nessun buongiorno, nessun incontro. Per essere uno che vuole essere vicino al cittadino, come primo tentativo è fallito».  Eppure, l’attuale ministro delle Finanze rimane un animale da campagna elettorale, come dimostrano gli incontri virtuali tenuti sin da febbraio e quelli reali degli ultimi giorni, che cerca di tenere compatibilmente con gli altri appuntamenti nazionali e gli impegni da ministro. Con due pesi massimi come Baerbock e Scholz le speranze di vincere della candidata dell’Unione Ludwig, entrata nel Bundestag come rappresentante della circoscrizione dopo che Manja Schüle della Spd è passata al parlamento statale, sono davvero residuali. Per questo la candidata della Cdu ha deciso di basare tutta la sua campagna mostrandosi come l’unica in grado di rappresentare il territorio, al contrario dei politici “di passaggio”. Una mossa saggia, l’unica forse davvero in grado di darle qualche chance, ma che rischia di non bastare. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLucio Palmisano

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