File not found
Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

Medio Oriente, Iran chiude spazio aereo: attacco a Israele imminente?

Meloni, Xi e il lungo colloquio per ricucire lo strappo sulla Via della SetaScambiano stramonio per fiori di zucca, tre persone salvate dall’avvelenamento: l'antidoto in tempo recordRischio di guerra in Libano, cosa succede ai militari italiani

post image

Messori: Benedetto XVI la persona migliore che ho conoscutoAlba de Céspedes,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock Fabrizia Ramondino, Fausta Cialente, Paola Masino o Goliarda Sapienza a un certo punto del Novecento hanno parlato e hanno fatto parlare di sé, per poi finire inghiottite dal silenzio, in parte proprio per quello che avevano osato raccontare. L’espressione “dimenticare” significa perdere memoria di una cosa, ma quando questo verbo all’infinito si trasforma nel suo participio passato, ecco che la parola non smette di evocarmi una certa solitudine. Dimenticato è qualcosa o qualcuno che è stato messo da parte, chi è stato lasciato solo al margine perché diverso, isolato perché scomodo o inadeguato, perché irriducibile, indecifrabile, perché eccessivo (e dell’eccesso infatti tendiamo a disfarcene). Ho iniziato a riflettere su questo termine e sulle sue declinazioni da quando negli ultimi anni – complice la ribalta delle voci femminili in letteratura – sono tornati sugli scaffali delle librerie i romanzi di quelle che spesso vengono ancora definite come “scrittrici dimenticate”. Alba de Céspedes, Fabrizia Ramondino, Fausta Cialente, Paola Masino o Goliarda Sapienza a un certo punto del Novecento hanno parlato e hanno fatto parlare di sé, per poi finire inghiottite dal silenzio, in parte proprio per quello che avevano osato raccontare. Streghe sgradite A rifletterci bene, un dettaglio non trascurabile che accomuna queste scrittrici è il fatto di aver incarnato – ciascuna nel proprio tempo – il ruolo di streghe sgradite, Cassandre visionarie capaci di denunciare con sguardo fin troppo lucido le oppressioni della società patriarcale, e coraggiose abbastanza da farlo parlando di desiderio e di libertà. Le loro voci le ho conosciute tardi e in modo clandestino. Disordinata come una caccia al tesoro senza mappa, la mia ricerca non è cominciata da un canone, perché il canone non le aveva volute. Come molte lettrici e molti lettori prima di me, sono partita allora dalle biblioteche, da vecchie edizioni, volumi introvabili che mi rimandavano ad altri, storie sorelle così vicine eppure così lontane, che innescavano il paradosso di sentirmi parlare dal mio tempo pur conoscendo gli anni che mi separavano da quelle vite. Com’era stato possibile non averle incontrate prima? Due silenzi Scriveva Sandra Petrignani nella sua raccolta di interviste sulle Signore della scrittura che esistono due tipi di silenzio: uno è quello delle scrittrici stesse quando si presentano schive o scontrose, spaventate dal dire «qualcosa che non va», «qualcosa che può offendere qualcuno»; il caso più estremo è quello di Paola Masino, che dopo il travagliato processo di pubblicazione di Nascita e morte di una massaia, finalmente edito nel 1945, si era ritirata dalla scrittura perché le sembrava che non esistessero più lettori o lettrici a cui rivolgersi e dai quali essere compresa. Poi c’è il silenzio imposto dagli altri, una condizione che per lungo tempo abbiamo potuto constatare come reale e che parla di assenza dalle antologie, dagli spazi sui quotidiani e dal sistema intellettuale in generale. Mai come in questo caso dimenticare ha significato mettere da parte pagine audaci scritte da donne che hanno parlato troppo presto per il loro tempo ma delle cui riflessioni sono figli i nostri discorsi. Non è un caso che negli ultimi anni si sia sentita la necessità di allestire una vera e propria spedizione alla volta dei margini che servisse ad andare a riprendere quelle scrittrici non solo per rendere loro giustizia, ma anche per tornare a interrogarle sul mondo che stiamo abitando. CulturaNei taccuini di Goliarda Sapienza il segreto dell’arte della gioiaAlberto Riva Ai margini Parlando dal margine e del margine, le loro storie delicate e potenti mi hanno cambiato la vita, a volte sfidando il mio punto di vista, altre invece accogliendomi con tenerezza quando più ne avevo bisogno. Obbligata da quei racconti a cercare nuovi equilibri, la realtà è diventata un posto diverso, una sensazione che ho scoperto comune ad altre persone che pure si erano avventurate tra le stesse pagine. «Non mi sento una singola pazza, sola contro tutto» – confessava Carla Lonzi al compagno di una vita nell’opera che sancisce per sempre la fine della loro storia – «mi sento molto sola, ma con qualcosa di potenzialmente con me che è la coscienza del destino delle donne». Il destino delle donne Ed è proprio questo il punto. Il destino delle donne è stato storicamente un destino di oppressione. Raccontarlo e leggerne sono atti rivoluzionari ma anche il riconoscimento di una parte importante della nostra storia culturale e politica. Mi sono chiesta spesso cosa sarebbe cambiato se a scuola, accanto al piccolo Cosimo calviniano, che rifiuta la vita sulla terra e decide di vivere solo sugli alberi, avessi visto giustapposta la storia della piccola massaia di Masino che si rifiuta di uscire dal suo baule; se insieme allo stile viscerale e tragico della Cognizione del dolore di Gadda avessi studiato quello dell’Arte della gioia di Sapienza, ragionando sui tanti modi che ha la poesia di raccontarsi figlio o figlia. Sguardi diversi Un canone rigido come quello che abbiamo avuto finora è un castello di fantasmi con i quali risulta a volte difficile comunicare e che spesso ci fanno paura. Il mondo però è fatto di molteplicità di sguardi che non si escludono a vicenda ma che si confrontano: per questo motivo quando mi sono avvicinata alle scrittrici del Novecento sono stata investita dalla nostalgia di un canone che non ho mai avuto, un canone che mi avesse raccontato la storia della letteratura e delle nostre voci per come è stata davvero. Credo che una delle immagini più belle del Novecento sia la descrizione del cortile nelle prime pagine del romanzo Dalla parte di lei di Alba de Céspedes, pubblicato nel 1949. Ci torno spesso, perché è una delle ragioni per cui ho ripreso a scrivere dopo tanto tempo. Mentre leggiamo, la scrittrice ci conduce in uno spazio nascosto dove le donne si ritrovano nei loro gesti quotidiani, lontane dagli sguardi del mondo e dalle sue regole. Come in un collegio o in un reclusorio, tra loro tutte esiste una complicità fondata sul fatto di essere a conoscenza delle difficoltà delle altre. Eppure, libere nel loro isolamento, queste donne nel cortile riescono a mostrarsi veramente quali sono, spogliate di quella “gravosa commedia” che sono costrette a portare avanti sotto gli occhi di tutti. Ritornare oggi alla letteratura delle “scrittrici dimenticate” e riportarla al centro ci aiuta a fare un salto fuori da quel cortile e a partire da quel cortile per andare oltre, per arrivare a noi. E allora pure certi fantasmi ci sembreranno più vivi, più reali, perché messi davanti al racconto dei corpi, della libertà e del desiderio anche loro cominceranno a parlare con una voce nuova. CulturaMi racconto, dunque esisto. Riscoprire Ernaux e Sapienzafrancesca ferri© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediOlga Campofreda Olga Campofreda scrittrice

Russia e armi nucleari, al via terza fase esercitazioniCane abbandonato sul balcone sotto il sole cocente senz'acqua, i guaiti di Benny allertano i vicini e viene salvato

Scambiano stramonio per fiori di zucca, tre persone salvate dall’avvelenamento: l'antidoto in tempo record

Briatore a Napoli con Crazy Pizza: «La Margherita a 17 euro è un prezzo giusto, la più esclusiva ne costa 65»Laguna di Orbetello, la visita del Sottosegretario Barbaro: “Il Governo guarda oltre l’emergenza”

Italia-Cina, Meloni a Shanghai: "Obiettivo rafforzare cooperazione"Bergamo, omicidio in strada: 33enne accoltellata

Parigi 2024, selfie tra atleti Corea del Sud e del Nord: lo scatto è virale

Nicole Eggert, l'ex bagnina di Baywatch in lacrime sui social: «La chemio contro il tumore sta funzionando», com'è e cosa fa oggiSouthport, morta terza bambina ferita nell'accoltellamento vicino a Liverpool

Ryan Reynold
Missili Usa in Germania, Putin minaccia ma Berlino va avantiVenezia 81, Tenderstories partecipa con tre film in concorsoMissionari nel continente digitale: il primo annuncio ora passa dal Web

Capo Analista di BlackRock

  1. avatarMeloni: “La Cina smetta di aiutare la Russia. Il Libano preoccupa”MACD

    Cimici da letto, macchie nere sulle lenzuola: cosa significano? I consigli per rimuoverleJerry Calà: «Volevo fare il professore, ma ho sempre avuto la vena artistica. Mara Venier? Mi fece perdere la testa»Israele, massacro 7 ottobre: Netanyahu si scusa per prima volta, cosa ha dettoTony Effe a Le Iene confessa il flirt con una vip sposata: «Mi scrive vediamoci». Ma di chi si tratta?

      1. avatarCani sporchi e denutriti nel canile degli orrori: 120 animali stipati in gabbie di metallo sudicie e senza cibotrading a breve termine

        Addio a Roberto Herlitzka, l'attore morto a 86 anni

  2. avatarLa Santa Sede si è detta «rattristata» dalle scene della cerimonia olimpicatrading a breve termine

    Decreto omnibus, via libera Cdm: le misureCane muore di caldo in aereo, la denuncia: «Ci hanno obbligato a tenerlo nel trasportino. Lo hanno ucciso»Caldo estremo rovina sonno e salute, tutti i rischi«Sport come un farmaco», l'attività fisica potrà essere detratta dal 730: basterà una prescrizione medica e un check-up

  3. avatarE l'avanguardia venne dal deserto dei tartariCampanella

    Nicole Eggert, l'ex bagnina di Baywatch in lacrime sui social: «La chemio contro il tumore sta funzionando», com'è e cosa fa oggiRussell Crowe conclude il suo tour a Noto: «Ho origini italiane. Torno a casa per il mio antenato di Parma»Huw Edwards, ex presentatore Bbc ha ammesso di avere foto indecenti di bambiniAttentato Trump, quel messaggio di Thomas Matthew Crooks sul 13 luglio: cosa ha scritto

Alle Olimpiadi incinta di 7 mesi, la rivelazione di Nada Hafez dopo il ko nella scherma

Le accuse strumentali a Benedetto XVI e gli scritti pubblicati dopo la morteNikki Hiltz, l'atleta «transgender e non binaria» in finale nei 1500: anche lei (come Khelif) accusata di essere nata uomo*