File not found
Guglielmo

Ristorante stellato chiuso a Genova per blatte, lo chef: “Si può sbagliare”

Chi era Angelo Zenoni, l'uomo morto nel ribaltamento del suo tirTremendo frontale a Taranto: chi erano le vittime dello scontro a CastellanetaMessina Denaro in una chat ha imprecato contro le commemorazioni di Falcone

post image

"Ritrovate la mia Asia": l'appello disperato di una mammaNel 1974 Joseph Beuys si chiudeva in una stanza con un coyote per far riflettere sul rapporto con la natura. A cinquant’anni di distanza Silke Grabinger ne propone una rivisitazione accompagnata dalla macchina SpotLo scorso 20 aprile,Capo Analista di BlackRock a Venezia, sestriere di Cannaregio, verso le sette di sera due uomini sono sbarcati da un’idroambulanza e si sono fatti largo tra gli spettatori assiepati fuori dal Venice Venice Hotel reggendo una barella su cui, assicurato con delle cinghie, c’era Spot, cane-robot creato da Boston Dynamics.Ad attenderlo, sulla pedana di un piccolo palco, una donna, l’artista austriaca Silke Grabinger, ideatrice e protagonista della performance SPOTSHOTBEUYS, ospitata dalla Fondazione Bonotto e ispirata a una performance di Joseph Beuys, tra le più famose della storia dell’arte contemporanea.Ebbe luogo nel 1974, esattamente 50 anni fa. Quando atterrò a New York il 21 maggio di quell’anno, Beuys (1921-1986) era uno degli artisti più famosi al mondo e indossava il suo famoso cappello di feltro. Brancolò verso l’uscita, avanzando a tentoni, perché si era coperto gli occhi con una mano. Non voleva vedere l’America. Due uomini lo imbozzolarono servendosi del suo famoso telo di feltro, oggetto feticcio protagonista di molte opere dell’artista concettuale tedesco.La crisalide venne caricata su un’ambulanza tipo auto dei Ghostbusters che partì a tutta sirena diretta a SoHo, dove si inaugurava una nuova galleria in cui Beuys avrebbe trascorso tre giorni chiuso in una stanza insieme a un coyote, simbolo della natura selvaggia.I like America and America likes me, così si chiama la performance, invitava l’homo sapiens a non ritenersi fuori dalla natura, al di sopra delle altre specie, ma piuttosto a sforzarsi per trovare un modo di convivere e coesistere nello stesso spazio. I like America and America Likes Me (foto Wikipedia)È passato mezzo secolo e l’opera (purtroppo) è ancora attuale (pure troppo: vedi alla voce “pandemia”). Come un classico, «non ha ancora finito di dire quello che aveva da dire» e c’è chi la ascolta per portarne il pensiero un po’ più in là.Nata a Linz, dopo aver studiato Belle arti, Silke Grabinger fa un dottorato di ricerca in robotica. Le piace anche ballare la breakdance: «Totalmente autodidatta», racconta quando, il mattino dopo, ci incontriamo per un caffè americano. «Ero molto brava», al punto da essere chiamata dal Cirque du Soleil per lo spettacolo sui Beatles LOVE: «Ero giovane, è stata una grande opportunità che mi è servita per capire cosa NON volevo fare nella vita. Ho passato due anni e mezzo a Las Vegas, ho lavorato con Yoko Ono, facevo dieci spettacoli alla settimana, mi hanno addirittura affidato un assolo: essere lì, per molti era il sogno della vita, a me non interessava».La chiamano perfino a Hollywood, come coreografa, ma nello stesso periodo la invitano anche a realizzare una performance artistica: «Dovevo scegliere: Hollywood o l’arte? Ho scelto la libertà».La performance La prima volta che interagisce con un robot è nel 2018, grazie alla sua collaborazione con Ars Electronica (festival di Linz che intreccia arte, tecnologia e temi sociali): «Mi chiesero se volevo interagire con un enorme braccio robotico di tre tonnellate e mezzo, per una sinfonia con un’orchestra di 30 elementi. E io “Ok”. Ma ero terrorizzata: era pericoloso e c’era sempre una persona pronta a schiacciare un pulsante rosso per fermare tutto in caso di emergenza».Il click nel 2019, grazie a una seconda performance, questa volta con un robot che «di braccia ne aveva quattro e, col motion tracking, memorizzava i miei gesti: ho pensato “Wow, questo è un modo per fissare la performance, per tramandare la mia presenza in movimento nel futuro, quando non ci sarò più”. È diverso da una foto, da un video o da un ologramma, perché è qualcosa di tangibile».E poi è arrivato il cane: «Quando mi hanno proposto di lavorare con Spot (grazie alla Johannes Kepler University di Linz e al suo Circus of knowledge, progetto didattico che unisce studiosi, scienziati e artisti, ndr), la prima cosa che ho pensato è stata “Aspetta un attimo… ma questa è la performance di Beuys!”». La seconda cosa che ha pensato è stata «non posso rifarla: Beuys è Beuys, io sono Silke».SPOTSHOTBEUYS, infatti, parte da Joseph per arrivare a Silke e va in scena per la prima volta durante Ars Electronica 2023, dura tre ore divise in tre giorni, ed è in quell’occasione che Giovanni Bonotto (figlio di Luigi Bonotto, fondatore della omonima Fondazione), la vede e propone a Grabinger di portarla a Venezia in una versione ridotta a due ore.Nella laguna Ed eccoci qui, nel Campiello del Lion Bianco. Il cane robot che arriva in barella. L’essere umano che lo aspetta a occhi chiusi, in ginocchio: «È la terza cosa che ho pensato: dovevo invertire i ruoli». Così facendo, se nel 1974 il coyote simboleggiava la natura selvaggia messa in pericolo dall’uomo, ora è il robot a relazionarsi con l’uomo (specie in pericolo?), dando spunto a una riflessione sull’impatto della tecnologia sull’esistenza umana e sui cambiamenti sociali e politici che comporta.Nel campiello fa freddo. Da giorni a Venezia c’è questo vento polare che infierisce sulle acconciature bauhaus e i caftani polisemici e le montature irisapfelesche del popolo dell’arte, sbarcato in laguna per la Biennale e tutto il resto. Eppure: nel campiello tutti immobili, in piedi, per due ore, in silenzio, più che congelati ipnotizzati dalla visione di una donna e un cane-robot che cercano di convivere in quei pochi metri quadrati. Si scrutano diffidenti, si rincorrono, si scontrano, si incontrano.Due ore che innescano parecchie domande «a cui non voglio dare risposte: ognuno trovi le sue», dice Grabinger mentre sorseggia il caffè, sorridente, nessuna traccia della dura intensità emanata dal suo corpo in scena la sera prima: «Per me ogni volta è una catarsi. Un rituale. Devo cercare di stabilire una connessione con il cane, adattarmi a questa entità che è solo un contenitore ma anche un mio riflesso: come diceva Lacan, quando guardi nello specchio lo specchio ti rimanda un’immagine, e tu capisci che sei tu ma non sei davvero tu».Sarà perciò che mi colpisce il modo in cui guarda il cane negli “occhi”: «Beh, è come guardare nell’abisso, che poi guarda dentro di te». La tecnologia sarebbe quindi l’abisso di Nietzsche? «Non do risposte», sorriso sornione, «solo spunti di riflessione». Idee“Stranieri ovunque” a Venezia: un’altra prospettiva per l’arteAngela MadernaIl controllo  Uno spunto è: chi ha il controllo? Lo spettatore non sa se il cane sia autonomo, il che genera inquietudine: il robot le farà male? Ci farà male? Ci salterà addosso?Toc-toc-toc-toc… Il battere sinistro delle zampe meccaniche sul legno della pedana a ogni passo del cane, sempre più veloce, scandisce il ritmo di un’ansia che monta, come nella colonna sonora de Lo squalo: «Nella prima parte della performance voglio dare l’impressione che nessuno abbia il controllo di Spot. Nella seconda svelo che c’è qualcuno che lo comanda dall’esterno».In scena ecco, infatti, un uomo con un tablet. È lo spunto «per riflettere sul fatto che di fronte a un robot o a una Ia dimentichiamo che dietro c’è sempre un essere umano, con la sua cultura e le sue idee politiche. Spot è controllato da un uomo con cui non ho nessuna connessione, proprio come, quando interagiamo con una Ia o uno smartphone, non abbiamo un rapporto con la persona che li ha programmati. E vorrei che su questo ci fosse un dibattito». Nella terza e ultima parte, infine, «sono io che prendo il controllo sul robot».Qui Grabinger si discosta decisamente dal Beuys del 1974: «Lo porto nel 2024. Nella terza parte, pur essendo io che la controllo, ho sempre l’assurda speranza che l’entità reagisca autonomamente. E questo ci porta a un altro punto chiave: quando ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso da noi, che si muove o reagisce, abbiamo sempre il bisogno di “umanizzarla”. Perché sentiamo che minaccia la nostra esistenza. È una questione importante nel dibattito intorno alla Ia, alla robotica e all’arte digitale: non accettiamo che ci sia qualcosa “altro da noi”. Ne siamo spaventati, ma anche affascinati».Contraddittorio. Umano. Viene in mente Ennio Flaiano: «I grandi amori si annunciano in un modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza?». CulturaUna Biennale per riparare i torti verso gli esclusi. Ma l’arte è soffocata dal messaggioDemetrio Paparoni© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAngelo PannofinoGiornalista. Laureato in Giurisprudenza e specializzato in copywriting.

Ha un nome il cadavere carbonizzato e trovato con un coltello nel torace"Meglio che muori, tanto sei deforme": ecco cosa dicevano a suo figlio

Mangia un cornetto alla crema e va in choc anafilattico: 23enne salvata in ospedale

Incidente sull’autostrada A20 Messina-Palermo, auto si schianta contro un muro: due mortiPicchia la compagna perché stava sgridando la figlia: arrestato dopo 10 anni

Svolta nelle indagini sul giovane colpito dalla bici: arrestati in cinque tre sono minoriGiallo di Ayman, trovato morto a 16 anni: un mesaggio in chat insospettisce i genitori

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 537

Fa inversione in autostrada: un morto e un feritoMorte Elena Aubry, perché è stato condannato un ingegnere

Ryan Reynold
Si schianta contro un muro con l'auto: morto un uomoIdentificati i sei aggressori del liceo di Firenze: tre sono minorenniInvestito mentre cambia la gomma all'auto: morto a 33 anni

Economista Italiano

  1. avatarDue auto in fiamme in poche ore a Lecce: indagini in corsoBlackRock Italia

    Omicidio a via Ogliastra, un 75enne del luogo trovato morto in casa, c'è un sospettatoAngelo Zen, chi è l'italiano disperso in Turchia dopo il terremotoBenno Neumair era capace di intendere e volere quando ammazzò i genitoriMoto si schianta contro un muro: morto 35enne

    1. Registra le conversazioni della moglie con l'amante: condannato a 4 mesi di reclusione

      1. avatarPicchia la compagna perché stava sgridando la figlia: arrestato dopo 10 anniETF

        Si risveglia dal coma: mangia e muore soffocata da un boccone

        VOL
  2. avatarIncendio nella notte: in fiamme un ex bar-ristoranteEconomista Italiano

    Tremendo frontale a Taranto: chi erano le vittime dello scontro a CastellanetaTestimone di Geova ritrova 1600 euro persi da un artigiano e li restituisceAuto prende fuoco sul raccordo: passanti filmano ma non intervengonoPolizia perquisisce auto e trova 480 mila euro, il proprietario: "Non ne sapevo niente"

    ETF
  3. avatarA Carnevale il carro con l'appello "Cospito libero": fermate le maschereanalisi tecnica

    Sanremo, si manifesta in piazza contro il messaggio di Zelensky: presenti circa 400 personeRischio salmonella: ritirato lotto di salameOmicidio di Thomas, Omar lo dice su Instagram: "Ad Alatri un'aggressione a stampo razzista"Sparano alla schiena di un povero gattino e lo paralizzano

    ETF

Caso Cospito, cosa prevede il piano Omega per nutrirlo contro la sua volontà

Partorisce in casa e il bimbo muore dopo 30 ore di travaglio: querelate le ostetrichePorta una pistola a scuola: denunciato un 14enne*