Alice Neri: il giallo del telefono mai ritrovato e ultima localizzazione al barFrana per il maltempo a Ischia, il fango travolge case e persone: c'è almeno una vittimaFrana Ischia, trovato un altro cadavere: il bilancio sale a 11 vittime
Malore improvviso, muore 42enne di PopoliLo scisma lefebvriano è molto più grave e drammatico. Dopo la morte dell’arcivescovo francese la tensione si è stemperata e non pochi tradizionalisti sono rientrati nella chiesa cattolica. Ma il fuoco non è spento e il caso del prelato italiano – sullo sfondo dello scontro sulla liturgia – rischia di far divampare nuovamente l’incendioScaduto il 28 giugno il termine per difendersi di persona o attraverso uno scritto,investimenti nei prossimi giorni l’arcivescovo Carlo Maria Viganò sarà giudicato in Vaticano dal Dicastero per la dottrina della fede, l’antico Sant’Uffizio. Per un’accusa molto grave: quella di scisma.È stato lo stesso prelato a pubblicare il decreto curiale proprio nel giorno della convocazione in Vaticano, il 20 giugno, e a rifiutare con asprezza un processo che ritiene dall’esito scontato.Termine greco che significa «scissione», lo scisma imputato all’arcivescovo ottantatreenne consiste, secondo il tribunale, in «affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la chiesa cattolica: negazione della legittimità di papa Francesco, rottura della comunione con lui e rifiuto del concilio Vaticano II». Gli si rimprovera dunque – non a torto – una contestazione frontale dell’indirizzo impresso dai pontefici alla chiesa di Roma nell’ultimo sessantennio.La notizia, piombata all’improvviso in un contesto vaticano già agitato da contrasti e incidenti, ha molto sorpreso. La decisione ha infatti dato enorme visibilità a una vicenda esplosa nel 2018 ma piuttosto circoscritta e ormai in esaurimento.Anche se resta aperta la questione della messa secondo il rito preconciliare, autorizzata da Benedetto XVI con un provvedimento che però, tra persistenti polemiche, è stato ristretto da Francesco. E secondo siti tradizionalisti il papa si appresterebbe a un ulteriore giro di vite, destinato inevitabilmente ad aggravare le divisioni.La carrieraAvviato alla carriera diplomatica, osservatore permanente della Santa sede presso il Consiglio d’Europa e dal 1992 arcivescovo, il prelato varesino è dapprima ambasciatore del papa in Nigeria e poi in Segreteria di stato ricopre l’incarico, delicatissimo, di delegato per le rappresentanze pontificie. Nel 2009 viene nominato segretario generale del Governatorato vaticano, ma la sua gestione e le sue circostanziate denunce di corruzione suscitano malessere e opposizioni interne.Viene così decisa, nel 2011, la sua nomina come nunzio apostolico (cioè ambasciatore papale) a Washington, vissuta dall’interessato come una rimozione, sino al raggiungimento del limite di età. Dai vescovi statunitensi – tra loro divisi, e in maggioranza conservatori – di Viganò sono apertamente apprezzate, ma anche criticate, tanto la linea sempre più tradizionalista quanto soprattutto la franchezza nel descrivere senza attenuazioni gli scandali vaticani.Enorme e ovvio clamore solleva, appunto nel 2018, durante il viaggio del papa in Irlanda, la richiesta da parte del prelato – ormai in pensione e sempre più amareggiato – di dimissioni del pontefice. Il motivo? Bergoglio avrebbe coperto i continuati abusi anche su ragazzi minorenni commessi dal cardinale Theodore McCarrick.Presente a Roma durante la sede vacante successiva alla rinuncia di Benedetto XVI, il potente arcivescovo emerito di Washington, allora ottantatreenne, non entra in conclave ma continua a esercitare una grande influenza. Deflagrato lo scandalo, poche settimane prima della fragorosa denuncia di Viganò il prelato americano viene privato del cardinalato e poi ridotto allo stato laicale, mentre la Santa sede pubblica uno sconvolgente rapporto di ben quattrocento pagine (accessibile in rete in inglese e italiano).Le accuse al papaA queste vicende, punteggiate da colpi di scena, è seguita una deriva di Viganò verso posizioni non solo sempre più critiche nei confronti del pontefice, ma anche negazioniste sull’epidemia del 2020. In seguito, con toni esaltati e complottisti l’arcivescovo ha appoggiato Trump e attaccato Biden, denunciando in ripetute occasioni un progetto massonico di dominio del mondo.Fino alla diffusione all’inizio del 2024 di notizie, non accertate ma nemmeno smentite, di una sua nuova ordinazione come vescovo da parte di un prelato reazionario e filonazista scomunicato.Oltre a ribadire accuse esasperate nei confronti di papa Francesco, nell’accesa reazione al decreto romano Viganò definisce il concilio Vaticano II «il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana “chiesa sinodale” è necessaria metastasi». Con una chiesa simile – ha aggiunto il prelato – «nessun cattolico degno di questo nome può essere in comunione, perché essa agisce in palese discontinuità e rottura con tutti i papi della storia e con la chiesa di Cristo».Già nel 2023 un curiale di lungo corso come il cardinale Julián Herranz aveva commentato con incredulità nel suo libro Due papi (Piemme) il caso Viganò: «Avendo frequentato e stimato anni prima Carlo Maria, mi risultava impossibile comprendere, e mi dispiaceva enormemente, la sua grave offesa al vicario di Cristo e alla comunione cattolica».L’autorevole esponente dell’Opus Dei aggiungeva poi che il «manifesto» dell’arcivescovo era stato sostenuto «dai blog dei vaticanisti Aldo Maria Valli e Marco Tosatti».Toni analoghi ha riservato ora a Viganò il segretario di stato Pietro Parolin: «L’ho sempre apprezzato come un grande lavoratore molto fedele alla Santa sede, in un certo senso anche di esempio; quando è stato nunzio apostolico ha lavorato estremamente bene, cosa sia successo non lo so».Lo scisma lefebvrianoNell’ultima dichiarazione il prelato italiano si è richiamato, con orgoglio, alla vicenda ben più celebre dell’arcivescovo francese tradizionalista Marcel Lefebvre, oppositore del concilio Vaticano II (1962-1965) fino al punto da rompere con Roma: «La sua difesa è la mia, le sue parole sono le mie». Ma lo scisma lefebvriano è molto più grave e drammatico.Missionario nell’Africa occidentale e delegato papale per tutti i paesi francofoni del continente, Lefebvre era stato arcivescovo di Dakar. Superiore generale dell’ordine dello Spirito santo, aveva partecipato ai lavori conciliari come agguerrito esponente della minoranza conservatrice, firmandone tuttavia i documenti. Nel 1970 però, raccogliendo le opposizioni al concilio, aveva fondato a Écône, nel cantone svizzero del Vallese, con un iniziale consenso del vescovo locale, la Fraternità sacerdotale San Pio X e un seminario tradizionalista, con ramificazioni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.Lefebvre era contrario alla riforma liturgica appena varata dal papa, al movimento ecumenico e alla dichiarazione sulla libertà religiosa. L’arcivescovo moltiplicò così le critiche nei confronti di Paolo VI e dei suoi collaboratori; tra questi il segretario di stato, il cardinale francese Jean Villot, che Lefebvre accusò di isolare il papa, ma Montini rigettò l’accusa con una difesa pubblica di Villot.La crisi si allargò, con echi internazionali amplificati dal sostegno di settori politici conservatori e naturalmente dai media, sorpresi e ingolositi da una storia che sembrava d’altri tempi.Tra il 1975 e il 1976, soppressa formalmente la fraternità lefebvriana e sospeso a divinis l’arcivescovo ribelle che aveva ordinato diversi preti senza il consenso di Roma, lo scontro si acutizzò. Montini allora intervenne più volte chiedendo al prelato, con lettere personali e discorsi pubblici, di recedere dalle sue posizioni «di sfida a queste chiavi poste da Cristo nelle nostre mani».Contrariamente al parere del segretario di stato, il papa acconsentì nel 1976 a ricevere Lefebvre, ma senza risultati. La verbalizzazione dell’udienza, voluta da Paolo VI e pubblicata nel 2018, dà conto di un incontro drammatico: «Lei lo ha detto e lo ha scritto. Sarei un papa modernista. Applicando un concilio ecumenico io tradirei la chiesa. Lei comprende – concluse Montini – che, se fosse così, dovrei dare le dimissioni; e invitare lei a prendere il mio posto e dirigere la chiesa».Dopo la morte di Paolo VI e del suo successore Luciani, con il nuovo papa sembrò aprirsi una nuova fase. Ma anche la disponibilità di Giovanni Paolo II e del cardinale Ratzinger nominato alla guida dell’antico Sant’Uffizio si rivelò inutile. Lefebvre, che dimostrò sempre un comportamento ambiguo e sleale, nel 1988, alla vigilia di un accordo con Roma, si tirò indietro e ordinò quattro vescovi (tra questi quello da cui Viganò si sarebbe fatto riordinare), e fu scisma. Automaticamente scomunicato, il prelato francese morì poco dopo, nel 1991.Nei decenni successivi, scomparso Lefebvre, la tensione si è stemperata e non pochi tradizionalisti sono rientrati nella chiesa cattolica. Ma il fuoco non è spento e l’affare Viganò – sullo sfondo dello scontro sulla liturgia – rischia di far divampare nuovamente l’incendio.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiovanni Maria VianstoricoStorico e giornalista, ordinario di filologia patristica all’università di Roma La Sapienza, redattore e autore dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, è direttore emerito dell'Osservatore Romano, che ha guidato dal 2007 al 2018. Tra i suoi libri più recenti: Pablo VI, un cristiano del siglo XX (2020), Andare per la Roma dei papi (2020), I libri di Dio (2020, tradotto in francese), Il cristianesimo antico. Bibliografia degli scritti di Manlio Simonetti (2023)
Simone Sartini è il ragazzo di 27 anni morto nell'incidente tra un tir e un'ambulanzaSindaco mantiene fratellini orfani di femminicidio: "Senza di me sarebbero invisibili"
Milano, centro commerciale allagato causa maltempo. Calciatori aiutano i volontari
Incidente stradale a Tortona: un morto e due feriti sulla A7Castel Volturno, uomo decapitato da un guard rail in seguito a un tragico incidente
Si schiantano con l'auto contro l'albero: morte due ventenniFrana a Maratea: strada chiusa a causa dei detriti
Scuole chiuse in diverse Regioni sabato 26 novembre, allarme ciclone in ItaliaQuarto Grado, la morte di Alice Neri: il giallo del cellulare e la soluzione nelle telecamere
Si fanno la grappa in cella e ubriachi le danno fuocoEntra in chiesa a Minturno e strappa il messale, denunciato dal parrocoVende droga a una minorenne: arrestato 24enne tunisinoPestaggio ai danni di un detenuto: 6 agenti ai domiciliari
Orrore all'ex acquapark di Montesilvano: ritrovato un cadavere
Giuseppe Provenzano morto in un incidente in Egitto, addio al professore dell’Università di Palermo
Crolla ponte di Toscana: tragedia sfiorata42enne ucciso a calci e pugni: aggressore in fugaRapina una donna in gravidanza: arrestato 62enneBari, anziana morta per le esalazioni del braciere
Nuova ondata di maltempo: quali sono le regioni a rischioMassa Carrara, 47enne accusa un malore in auto dopo il calcetto e muoreMalore mentre torna dalla partita di calcetto: 47enne muore in autoUccide sua madre a colpi di forbice e prova a darle fuoco