Calcio: Osimhen a riposo, il Napoli vince l'amichevole con l'Egnatia - Calcio - Ansa.itCaldo a Roma, domenica da bollino rosso: c'è allerta per ondate di caloreCome umidificare la casa senza umidificatori
Ultimo, sold out i concerti allo Stadio Olimpico di luglio 2025Parlava un italiano quasi passabile,trading a breve termine ed è una di quelle star che non hanno snobbato gli autori di casa nostra, anche quando non si chiamavano Fellini e Bertolucci, Giuseppe Tornatore o Paolo Virzì. Anche nella terza età non è scivolato in desolanti cameo, come hanno fatto tanti altri gigantiGuerra di Corea, 1951. Donald Sutherland (il Capitano Benjamin Franklin ‘Falco’ Pierce) sta sorseggiando il Martini che ha insegnato a mixare al ragazzo coreano della mensa. Nella tenda dei chirurghi arriva la new entry, un buffo tizio con un berretto più buffo di lui. È Elliott Gould (il Capitano John Francis Xavier ‘Razzo John’ McIntyre). E stappa una lattina di birra. «Vai a birra o preferisci bere Martini con noi?» gli chiede Sutherland. Ed Elliott Gould estrae inopinatamente dal taschino un barattolo di olive: «Non si può mica chiamare Martini un Martini senza olive. Altrimenti diventa un’altra cosa». L’espressione di Donald Sutherland è indimenticabile, esilarante. Due anime gemelle si sono riconosciute all’istante.Per oscure ragioni il film più citato dai nostri media dando notizia della morte di Donald Sutherland, a 88 anni, il 20 giugno, è Il Casanova di Federico Fellini. Dico oscure perché se pensi a questo canadese così statunitense, nato a Saint John e premiato solo in vecchiaia con un Oscar alla carriera, la prima cosa che ti affiora alla memoria è quell’inatteso, magico aggancio di M.A.S.H. tra le olive e il Martini. La mia devozione per Robert Altman finirà insieme a me nella tomba, su questo non si discute. CulturaI critici odiano la commedia? Non quella di Ficarra e PiconeTeresa MarchesiMa quella dissacrante guerra di Corea, che in quel 1970 suonava infallibilmente e polemicamente Vietnam, in un Mobile Army Surgical Hospital tappezzato di sangue e corpi dilaniati, ci ha consegnato quello spilungone dall’eterna smorfia ironica in una versione indelebile. Lasciamo stare la Palma d’oro a Cannes, ma la (finta) Corea di Altman ha cambiato il modo hollywoodiano di raccontare la guerra.L’irriverenza era di sceneggiatura (Oscar) ma per un buon cinquanta per cento era merito di Donald Sutherland ed Elliot Gould, circondati da un cast che sarebbe diventato iconico.Parlo da spettatrice, s’intende, ma indovinate quale, tra i tanti film di cui andava orgoglioso, Sutherland metteva in cima alla lista? Mi capitò di parlarci a lungo, a Venezia, nel ventennale (forse) del Casanova, probabilmente perché i controllori inflessibili della schedule per una volta avevano altro da fare. Ricordo che l’attore scherzava senza imbarazzo sulle forti obiezioni di Fellini alla scelta di un protagonista americano, fortemente voluto dalla produzione. «Una funebre marionetta senza idee personali, sentimenti, punti di vista», diceva del suo personaggio Fellini.Postura e movimenti meccanici, il volto modificato dal trucco per aderire ai lineamenti del vero Giacomo, la Venezia settecentesca interamente costruita nel Teatro 5 di Cinecittà: quanta autonomia è concessa a una prestazione d’attore? A doppiarlo in italiano, se non altro, avevano chiamato Gigi Proietti. CulturaAl cinema l’amore è solo amore, basta che sia raccontato beneTeresa MarchesiRicordava con molto più affetto, Sutherland, al suo ritorno sullo stesso mare, quel magnifico thriller diretto da Nicolas Roeg, A Venezia un dicembre rosso shocking, girato nel 1973, giusto a metà strada tra M.A.S.H. e Fellini (1976), con le calli notturne e le premonizioni da brivido.Era così intrigante quel quasi-horror che sono corsa a leggermi il racconto di Daphne Du Maurier da cui era tratto, Don’t look now. È uno di quei pochi, segnalati casi in cui il cinema surclassa la pagina scritta. Il cappuccetto rosso rincorso come il fantasma della figlia bambina perduta, quando rivela un feroce nano omicida armato di coltellaccio è uno dei colpi di scena più agghiaccianti di sempre.Ai tempi - probabilmente solo per titillare il pubblico ansioso di scene scabrose - si chiacchierò molto della realistica sequenza di sesso tra i coniugi in lutto (Sutherland e Julie Christie), sul fatto che nella camera fossero rimasti solo gli operatori e via spettegolando. Va da sé che interrogare in proposito l’interessato sarebbe stato di pessimo gusto.Comunque è vero che Donald Sutherland – così compassato nella vita reale - ha dato il meglio di sé su due corde agli antipodi. Si è mosso da vero gigante tra lato oscuro e ambiguità, da villain in agguato dietro un sorriso sbilenco (Quella sporca dozzina di Robert Aldrich, naturalmente, ma anche Il giorno della locusta di John Schlesinger e La cruna dell’ago di Richard Marquand, Novecento di Bernardo Bertolucci, il suo ‘cattivo’ più ripugnante ). E quanto a oscurità tormentata si può aggiungere degnamente alla lista Una squillo per l’Ispettore Klute di Alan J.Pakula, anche se lì era buono. Nero-nerissimo o autoironia dichiarata: non dimentichiamo il suo ruolo di prof in quella pietra miliare di John Landis che è Animal House e il sarcastico patriarca della famiglia Bennet di Orgoglio e Pregiudizio. IdeeNelle immagini di Golino la lavica scrittura di Goliarda SapienzaTeresa MarchesiParlava un italiano quasi passabile, ed è una di quelle star che non hanno snobbato gli autori di casa nostra, anche quando non si chiamavano Fellini e Bertolucci, Giuseppe Tornatore (La migliore offerta, 2013) o Paolo Virzì (Ella & John-The Leisure Seeker, 2017). Gli va reso onore anche perché nella terza età non è scivolato - come tanti giganti par suo quando il lavoro scarseggia - in quei desolanti cameo da cinecomics Marvel che sfruttano ex nomi illustri e ti mettono malinconia.La sola franchise che si è concesso è Hunger Games: Il canto della rivolta, uscito in due parti. E a giudicare da quello che ha trasmesso a noi spettatori, ha anche l’aria di essersi divertito.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediTeresa MarchesiCritica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come inviata speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, Effedià - Sulla mia cattiva strada, su Fabrizio De André, presentato al Festival del Cinema di Roma e al Lincoln Center di New York, premiato con un Nastro d'Argento speciale, e Pivano Blues, su Fernanda Pivano. presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.
Assicurazioni Rc auto: la scatola nera diventa portabile | Gazzetta.itVacanza no stress con gli animali, in camper libertà e comfort on the road - Pets - Ansa.it
Come lavare vetri e specchi senza lasciare aloni
Parigi:Panziera,oro Martinenghi carica di più nostra nazionale - Nuoto - Ansa.itMorata e Rodri nel mirino della Uefa per i festeggiamenti post-Europeo - DerbyDerbyDerby
Meloni in Cina riallaccia il dialogo, focus sull'Ucraina - Notizie - Ansa.itRistorante Alfredo alla Scrofa nel registro imprese storiche - In breve - Ansa.it
I bacini idrici del Lazio sono ai minimi storici e nel centro sud scatta l’allarme: “A rischio l’agricoltura”Cinghiali e peste suina, niente proroghe alla stagione faunistica: si punta sulle nuove trappole
Patente agli anziani: in Corea del Sud incentivi per rinunciare | Gazzetta.itGuide utili: Informazioni e consigli | Gazzetta MotoriIl Papa: 'Le nuove tecnologie siano strumento di pace' - Societa' - Ansa.itHonda Crf250R 2025: prova, prezzo e scheda tecnica | Gazzetta.it
Roma, chiudono due reparti della questura. I sindacati si appellano al Governo: "Bisogna intervenire"
Motociclismo | Gazzetta Motori
Poste, assistente digitale da 5 anni al servizio dei clienti - Poste News - Ansa.itViolenze in carcere, tornano in servizio i sei agenti imputati - Notizie - Ansa.itGazzetta Motori: tutto sul mondo motori | Gazzetta MotoriHonda Crf250R: sostituzione scarico e cambio pneumatico | Gazzetta.it
Come umidificare la casa senza umidificatoriLibri scolastici RomaSbk GP Most 2024: Razgatlioglu vince Superpole e gara 1 | Gazzetta.itillycaffè chiude semestre con utile doppio e Ebitda +26,2% - Notizie - Ansa.it