Napoli riemerge sempre. Anche dall’omologazioneLa Camera approva la riforma della giustizia: il testo in Senato a settembreAnche i sentimenti mutano, lo dice la storia delle emozioni
Generale Vannacci: "Valuto candidatura alla Lega alle prossime Europee""È un atto di accusa nei confronti di Diya Lumumba" il memoriale scritto da Amanda Knox il 6 novembre del 2007 dopo essere stata fermata per l'omicidio di Meredith Kercher (per il quale è stata poi definitivamente assolta) con il quale lo chiamava in causa per il delitto al quale risultò completamente estraneo.Lo ha scritto la Corte d'assise d'appello di Firenze nella motivazione con la quale ha condannato per calunnia l'americana a tre anni di reclusione già scontati con i quasi quattro passati in carcere.I giudici hanno sottolineato che il testo "è stato redatto spontaneamente e liberamente come confermato dall'imputata"."L'urlo straziante" di Meredith Kercher quando venne uccisa "è un fatto realmente accaduto" e una "circostanza puntualmente riportata nel memoriale" di Amanda Knox,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock "veritiera" secondo la Corte d'assise d'appello di Firenze che l'ha condannata per calunnia.Per i giudici l'americana "era perfettamente consapevole dell'innocenza" di Patrick Lumumba perché "si trovava all'interno della casa al momento dell'omicidio e quindi ben sapeva che lì non c'era". E "quell'urlo straziante che nel suo racconto le imponeva di portarsi le mani alle orecchie e di rannicchiarsi in cucina nel tentativo di non sentirlo è un fatto realmente accaduto". Amanda Knox accusò ingiustamente Patrick Lumumba dell'omicidio di Meredith Kercher "per uscire dalla scomoda situazione in cui si trovava, accusando un innocente per porre termine alle indagini, reputandosi in una posizione delicata e non potendo prevederne l'esito". Lo sostiene la Corte d'assise d'appello motivando la sentenza con la quale ha condannato per calunnia la trentasettenne di Seattle.Secondo i giudici Knox era "l'unica delle coinquiline di Meredith Kercher presente a Perugia la sera dei fatti e con la disponibilità della chiave d'accesso all'abitazione nella quale è avvenuto l'omicidio".Nelle motivazioni si sottolinea che "neppure nei giorni seguenti" a quando scrisse il memoriale "abbia chiarito agli inquirenti che Lumumba era estraneo alla vicenda, nonostante la consapevolezza dimostrata e il senso di colpa manifestato". "Il perdurare di tale atteggiamento segna una netta divaricazione dal comportamento volto alla collaborazione con gli investigatori, più volte rappresentato dalla difesa e dalla stessa imputata" sostiene la Corte. L'accusa a carico di Knox per la calunnia a Lumumba (che passò in carcere 14 giorni finché le indagini non rivelarono la sua estraneità al delitto e venne prosciolto su richiesta del pubblico ministero) è stata riconosciuta in tutti i processi celebrati per l'omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia la sera del primo novembre del 2007.Divenne quindi definitiva con la sentenza della Cassazione del 26 marzo del 2013 mentre poi lei e Raffaele Sollecito, nel 2015, vennero assolti sempre dalla Suprema Corte "per non avere commesso il fatto" per il delitto al quale si sono sempre proclamati estranei.La difesa di Knox - gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati - si sono però poi rivolti alla Corte europea dei diritti dell'uomo che ha riconosciuto la violazione del diritto all'assistenza da parte di un difensore e e di un interprete negli interrogatori che precedettero il fermo. I legali si sono quindi rivolti alla Cassazione in base all'articolo 628 bis del codice di procedura penale per "ottenere provvedimenti necessari per porre rimedio alle violazioni".La Corte ha così revocato e annullato la condanna per calunnia a Knox rimettendo gli atti a Firenze per valutare se il solo memoriale "contenesse dichiarazioni accusatorie nei confronti di Lumumba formulate nella consapevolezza della sua innocenza e tali da sostenere il giudizio di colpevolezza". Ha infatti ritenuto che quel testo "non poteva dirsi compromesso dalle violazioni ritenute dalla Corte Edu". I legali di Amanda Knox, dopo le motivazioni della condanna per calunnia a Patrick Lumumba, fanno sapere di valutare il ricorso in Cassazione."Senz'altro vediamo vari profili di censurabilità proponibili avanti alla Corte" ha detto all'ANSA l'avvocato Luca Luparia Donati che la rappresenta insieme a Carlo Dalla Vedova."Sullo sfondo - afferma - noto un tentativo di ridurre la portata della sentenza della Corte europea che aveva condannato l'Italia. Una difesa ad oltranza delle pronunce domestiche rispetto alle decisioni sovranazionali a tutela dei diritti fondamentali delle persone". "Il dato oggettivo è, con certezza assoluta, inconfutabile, Amanda Knox è colpevole, è una calunniatrice e non una vittima": questo, invece, il commento dell'avvocato Carlo Pacelli, legale di Patrick Lumumba."La Corte d'assise d'appello di Firenze, al solo fine di servire verità e giustizia, con motivazione giuridica scientificamente ineccepibile, ha riconfermato, al di là di ogni ragionevole dubbio, un dato di irrefutabile certezza, la colpevolezza di Amanda Knox in ordine alle calunniose accuse mosse dalla stessa nei confronti di Patrick Lumumba" sottolinea in una dichiarazione all'ANSA."Tale condanna, del resto - evidenzia Pacelli -, si pone in totale continuità con le sentenze di tutte le Corti (di Assise, di Assise di appello, di Cassazione), che nel corso del processo si sono susseguite nel vaglio delle doglianze della Knox e che sono giunte, tutte, alle stesse univoche e convergenti decisioni per quanto concerne l'affermazione della sussistenza del reato di calunnia e della penale responsabilità della Knox". 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