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Apple dichiara guerra all’Ue: così gli europei potrebbero ritrovarsi senza l’ultima versione di SiriPechino,analisi tecnica 28 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia nella Grande Sala del Popolo a Pechino, ha incontrato il primo ministro Li Qiang. Dopo l’accoglienza e gli inni nazionali è iniziato il colloquio bilaterale tra le due delegazioni. Al centro dell’incontro i rapporti tra i due Paesi, dopo l’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta, ma anche i temi internazionali, a partire dal conflitto in Ucraina. Italia e Cina hanno la “volontà di iniziare una fase nuova, di rilanciare la nostra cooperazione bilaterale” ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aprendo l’incontro bilaterale con il primo ministro cinese Li Qiang a Pechino. Questo, ha ricordato, “nell’anno in cui ricorre il ventesimo anniversario della nostra partnership strategica globale ma anche nell’anno in cui ricorre un altro importante anniversario: sono i 700 anni dalla morte di Marco Polo, di uno tra gli italiani più grandi e forse anche di uno degli uomini che sono stati più importanti perché Oriente e Occidente si incontrassero e perché ci si potesse reciprocamente conoscere e reciprocamente comprendere”. Per questo, ha concluso, “ha senso proprio in questo anno rilanciare con il piano d’azione che firmeremo oggi, il piano d’azione triennale, i nostri margini di cooperazione, lavorando per implementare quello che abbiamo già fatto e lavorando anche per sperimentare nuove forme di cooperazione”. Nei rapporti tra Italia e Cina “abbiamo sicuramente molto lavoro da fare e sono convinta che questo lavoro possa essere utile in una fase così complessa a livello globale che possa essere importante anche a livello multilaterale” ha detto ancora Meloni. Più tardi, intervenendo al al business forum Italia-Cina a Pechino, Meloni ha detto che “la nostra nazione resta desiderosa di cooperare, è importante che i nostri partner siano genuinamente collaborativi: se vogliamo un mercato libero deve essere anche equo”. C’è l’occasione, ha aggiunto, di dar vita a “un nuovo modello di cooperazione con il Sud globale” per “dimostrare che si può collaborare in modo trasparente, leale, vantaggioso”. “Gli antichi rapporti tra Italia e Cina sono caratterizzati da una significativa cooperazione economica e commerciale. Una dimensione strategica, che dobbiamo continuare a coltivare anche e soprattutto dinanzi alla complessa situazione internazionale. Penso all’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, alla crisi in Medio Oriente, alle tensioni nel Mar Rosso, all’instabilità crescente in Africa. Sono crisi che si ripercuotono sulla sicurezza e l’integrazione economica globale, rimettendo in discussione l’ordine internazionale basato sulle regole”. “Ma queste crisi – insieme allo shock della pandemia – ci pongono dinanzi agli effetti collaterali della globalizzazione e ai rischi legati alla scelta di avere catene di approvvigionamento globali. Se è vero che l’economia mondiale molto ha beneficiato dalla liberalizzazione dei commerci, è vero anche che i dividendi di questo processo non si sono sempre distribuiti in maniera equilibrata, sia tra le Nazioni sia tra i diversi fattori di produzione all’interno di ciascuna di esse. È una realtà con cui dobbiamo fare i conti, perché tutto ciò pone un rischio oggettivo in termini di sicurezza economica. All’aumento delle tensioni politiche si somma una tendenza alla frammentazione geo-economica. E su questo scenario già complesso impatta l’emersione di tecnologie dirompenti”. “La nostra Nazione resta desiderosa di cooperare, ma è fondamentale che i nostri partner si dimostrino genuinamente cooperativi giocando secondo le regole, per assicurare che tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di parità” ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. C’è, per Meloni, “l’opportunità storica di costruire un nuovo modello di cooperazione con gli attori del Sud Globale, a cominciare dall’Africa, interlocutore fondamentale per una Nazione mediterranea come la nostra. E ci offre l’occasione di dimostrare che si può collaborare in modo leale, trasparente e reciprocamente vantaggioso. Perché è questa l’unica vera cooperazione di lungo periodo. Le relazioni tra Italia e Cina sono state fin qui generalmente ispirate a questi principi. Relazioni che, nonostante gli shock degli ultimi anni, si sono dimostrate solide e resistenti”. Tra Italia e Cina “l’interscambio è cresciuto e si è assestato nel 2023 a circa 67 miliardi di euro con un ampio potenziale, credo, ancora inespresso. Non possiamo però nascondere il problema del forte squilibrio con un importante deficit per l’Italia. Si tratta di una questione di grande rilevanza che dobbiamo affrontare insieme e portare verso un progressivo bilanciamento. Su questo il Governo italiano è pronto a lavorare insieme alle autorità cinesi e al settore privato. Sono convinta che il dialogo su questo tema, sul miglioramento delle condizioni di accesso al mercato cinese e sulla tutela della proprietà intellettuale, possa produrre effetti ben più benefici di quelli che immaginiamo”. Quindi Meloni ha detto che il Memorandum di collaborazione industriale firmato oggi tra Italia e Cina Pechino “comprende ora settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili, settori dove peraltro la Cina già da tempo opera sulla frontiera tecnologica, il che le richiede di agire come un’economia pienamente sviluppata, quale è, condividendo con i partner le nuove frontiere di conoscenza”. -->
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