File not found
MACD

Stupro a Piacenza, il guineano nega tutto: "L'ho solo aiutata"

Roma, vandalizzato il murale per Falcone e BorsellinoAperitivo da 753 euro a Fregene, i clienti protestano sul copertoBenno Neumair, la zia: "Aveva degli occhi da squalo, immobili e inespressivi"

post image

Incidente in scooter a Brindisi, Giuseppe De Vincentis morto a 37 anniLa cripta della Galleria San Fedele la chiesa milanese affidata alla Compagnia di Gesù - Galleria San Fedele COMMENTA E CONDIVIDI Padre Andrea Dall’Asta,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock architetto e gesuita, è il direttore della Galleria San Fedele a Milano. Tra i massimi esperti di arte sacra, è autore di numerose pubblicazioni sul tema. Ha deciso di spendere gran parte della sua vita e del suo ministero nello studio delle opere d’arte: «L’espressione estetica – racconta il gesuita – mi ha sempre profondamente colpito. Sin da bambino, dall’età di 5 o 6 anni, sfogliavo i libri di arte che erano in casa. C’era qualcosa in quelle immagini colorate che, senza che me lo potessi spiegare, attirava in profondità la mia attenzione. Mi facevano sognare… Poi col passare degli anni ho compreso che parlavano della mia vita, dei miei desideri come delle mie difficoltà». Di cos’altro le parla l’arte? L’arte parla dell’esistenza umana: è attraverso questo punto prospettico che cerco oggi di studiare le opere d’arte, gli spazi sacri. L’arte parla dell’uomo nella sua integralità: per entrare nel suo mondo, solo l’approccio storico-critico non è sufficiente. Se l’arte parla della vita nella sua unitarietà, per affrontarla occorrono analisi interdisciplinari: dalla filosofia alla teologia, dall’antropologia all’architettura.... La nostra vita non è suddivisa in settori, fatta di scatole separate. Siamo chiamati a vivere un’unità che è l’esperienza stessa della vita, anche se oggi tutto ci porta alla frammentazione, alla parcellizzazione, alla specializzazione, per cui spesso sappiamo tutto su un dettaglio, senza tuttavia avere una visione d’insieme. E l’arte è un luogo privilegiato di questa sintesi vitale. L’arte è un linguaggio che arriva a tutti: grazie ad Instagram c’è stata una grande riscoperta delle arti visive... cosa ha da raccontare l’arte ai giovani? L’arte arriva a tutti. Se da un lato questo è vero, dall’altro lato la proliferazione dell’immagine attraverso i social media conduce inevitabilmente alla perdita della sua “aura”, come osservava Walter Benjamin. Di fatto, l’immagine sta diventando sempre più un puro oggetto di consumo, come ci ha mostrato la Pop Art. Oggi più che mai ci troviamo di fronte a un’estetizzazione del reale, per cui tutto diventa immagine. E l’infinita produzione di immagini appiattisce ogni cosa. In questo modo, anche la “bella” immagine – vale a dire l’opera d’arte – perde la sua capacità di rispondere con lo sguardo. È sufficiente entrare nei musei per vedere su cosa è diretta l’attenzione del turista: scatta decine di foto, in continuazione, senza soffermarsi davanti a nessuna opera. Pensiamo semplicemente alla follia collettiva dei turisti davanti alla Gioconda, diventata una pura immagine da consumare, un’icona svuotata del suo senso. Che cosa dunque direi ai giovani? Che le opere d’arte parlano di loro, dei loro sogni come delle loro paure e ansie. Tuttavia, le opere vanno ascoltate con attenzione, in silenzio, come quando si prende sul serio una persona che si ama e le si presta l’attenzione dovuta. Altrimenti, sono solo forme e colori svuotati della loro vita, di quella trama simbolica originaria che è invece diretta a interpellarci e a porci le domande più profonde. L’arte può essere ancora impiegata per la catechesi... soprattutto con i giovani...in che modo secondo lei? Generalmente, dal punto di vista ecclesiale, si parla di arte sacra a servizio della catechesi. Se da un lato è un’espressione molto chiara e semplice, dall’altro lato non va fino in fondo al suo significato. L’immagine sacra ha sempre avuto la finalità di suscitare e di promuovere un’esperienza che apra alla relazione con Dio. In questo senso, l’arte è un “luogo teologico”. Anche oggi, tante iniziative espositive hanno come finalità quella di porsi all’origine di un’“esperienza”. Pensiamo solo alle tante mostre immersive a realtà aumentata, create per stimolare i sensi. In questo modo, si “fruisce” di una mostra, per vivere un’inedita esperienza sensoriale… Ma poi? Quando il visitatore è uscito, che cosa ne ha ricavato, oltre ad avere fatto esperienza degli stimoli dai quali è stato bombardato? In che modo si aiuta la persona a prendere consapevolezza di se stesso? Quando parlo di immagine penso al suo significato originario, così come lo potevano vivere gli antichi. Ci siamo mai chiesti perché nell’arte paleocristiana o bizantina le diverse figure hanno gli occhi aperti? Gli occhi sono spalancati perché i personaggi sono dei veggenti, il loro sguardo si apre sull’infinito, sul trascendente, sulle realtà divine. L’immagine è quel “luogo” che mi permette l’accesso alla visione del divino, è come una soglia tra un al di qua e un aldilà. Ecco, direi ai giovani che l’arte a che fare con il senso più profondo della vita, con Dio stesso. Rothko diceva che ogni vera arte ha a che fare con la morte... L’arte non potrà mai ridursi a semplice merce. Contemplare un’opera d’arte significa ascoltarsi. Un museo può essere un luogo di incontro con l’Altro? Come valorizzare i Musei diocesani? Certo, il museo diocesano può essere un luogo di incontro con l’Altro, con la A maiuscola, e con gli altri, uno spazio di valorizzazione delle forze positive della società, perché vengano incentivate e promosse. Tuttavia, questi spazi devono essere predisposti a suscitare questi incontri. Non ci possiamo limitare ad appendere alle pareti le diverse opere le une accanto alle altre come se queste fossero oggetti di un negozio. I musei diocesani devono diventare spazi generativi di cultura, luoghi di formazione delle coscienze, dove arte, musica, riflessione sociale e dimensione spirituale sono chiamate a convivere per esplorare la bellezza del mistero umano che si offre sempre in una molteplicità di forme. È questo molto difficile. In realtà, oggi, per i nostri musei diocesani non è sempre facile dialogare con il mondo contemporaneo, rendersi conto delle sfide della cultura di oggi, fare proposte che possano essere spunti di riflessione a una realtà sempre più secolarizzata.Ci racconti cosa significa per lei un “buon uso” dell’arte nella pastorale e nella catechesiPenso alle visite guidate che teniamo nel Museo San Fedele: una visita è per me riuscita quando le persone si accorgono che il percorso compiuto parla della loro vita. La visita diventa allora una sorta di percorso iniziatico, una mistagogia. Oppure, sono davvero felice quando mi accorgo che una conferenza si fa una meditazione, un’interrogazione profonda sul mistero dell’uomo. E allora le persone si chiedono: perché quell’immagine mi ha interpellato, che cosa mi stava dicendo, che cosa ho sentito? L’opera d’arte si fa così “specchio” in cui si dialoga con un altro… L’immagine si confronta allora veramente con la vita.Padre Andrea Dall'Asta gesuita parmense, classe 1960, che guida la Galleria San Fedele a Milano - FOTOGRAMMA Piaggesi

Milano, tassista nega a cliente il pagamento con la carta e lo insultaVermi nel panino, denunciato panettiere a Torino per sporcizia e alimenti mal conservati

Coronavirus, bilancio del 27 agosto 2022: 21.805 nuovi casi e 80 morti in più

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 790Materassi gettati nel cassonetto a Palermo, arrestato un uomo di 34 anni

Pompei: musicisti della band di Eugenio Bennato sedano lite e vengono investitiPoliziotto investe e uccide un 19enne: era positivo a droga e alcool test, arrestato

Incidente sul lavoro a Verona, morto operaio caduto nel silos vuoto durante la manutenzione

Intossicazione alimentare a Pesaro: tre ragazze in ospedale dopo aver mangiato tartare di tonnoL'addio del direttore di un Pronto soccorso: "Siamo un sacco da prendere a pugni"

Ryan Reynold
Morta Lorenza Carlassare, addio alla giurista e costituzionalista italiana: aveva 91 anniBambina di 5 anni con il Covid è in pericolo di vitaDonna muore per la puntura di un calabrone, i soccorsi sono arrivati troppo tardi

BlackRock

  1. avatarTir carico di pomodori si ribalta in A16, morto il conducente di 59 anni: segnalati 4 km di codaGuglielmo

    Primo giorno di scuola senza mascherine per gli studenti dell’Alto AdigeGran Sasso, tre turisti sono stati feriti da un fulmine: uno è ricoverato in gravi condizioniL'addio del direttore di un Pronto soccorso: "Siamo un sacco da prendere a pugni"Enac rimescola le carte: ecco il nuovo piano per gli aeroporti italiani  

      1. avatarAlberto Balocco, le bici non hanno subito danni: come l'imprenditore piemontese è decedutoProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

        Tragico incidente in crociera, batte la testa e muore mentre era in vacanza

  2. avatarTragedia sulla spiaggia di San Teodoro: turista muore a causa di un malore improvvisocriptovalute

    Incidente ad Asti, morti due ragazzi di 18 e 16 anni: il giovane alla guida aveva la patente da dueMorto in casa da giorni a 63 anni, la compagna è rimasta sotto shock e non ha chiamato aiutoPrevisioni meteo, torna il maltempo: in arrivo il ciclone irlandese Peggy e la Corrente a GettoIncidente in scooter a Brindisi, Giuseppe De Vincentis morto a 37 anni

  3. avatarBestemmia alla festa del paese, ma i carabinieri lo sentono: multa da 200 euroETF

    Coronavirus, bilancio del 31 agosto 2022: 21.817 nuovi casi e 90 morti in piùRoberta esclusa da scuola a 6 anni malgrado la sua rarissima malattia  Novara, morto il 12enne caduto in montagna durante una gitaIncidente sul lavoro a Offanengo, uomo di 59 anni cade dal tetto di un capannone

Cliente tira fuori la pistola per far rispettare la fila per le offerte al supermercato

Napoli, in sei sullo scooter per le vie di ScampiaVaiolo delle scimmie, chi era Germano Mancini: il carabiniere morto a Cuba*