File not found
criptovalute

Stop allo spot con patatine al posto delle ostie

Avvocato Alessia Pifferi: "Ho documenti dello Stato che attestano infermità mentale"Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 81Previsioni meteo, grande caldo fino a martedì: poi il cambiamento

post image

Fuga di gas durante la messa: 40 persone finiscono in ospedaleI pochi dati esistenti dimostrano che è falso che il giudice sia appiattito sul pm: circa la metà dei processi in dibattimento con rito ordinario e addirittura i due terzi per le opposizioni a decreto penale di condanna finisce con una pronuncia di assoluzione o di non luogo a procedere. Separando le carriere esalteremmo una deriva con pm che mostrano una crescente insofferenza al controllo del giudice: avremmo un giudice più debole a fronte di un pm che impersonificherà la volontà punitiva di una società sempre più incattivita. Questo scenario sarebbe garantista?BlackRock Italia A me sembra esattamente il contrario. Interventi sono necessari ma devono andare in una direzione radicalmente opposta, quella di unire e non di separare.   Continuiamo ad inseguire parole magiche d’un tratto capaci di risolvere i problemi che da decenni affliggono il nostro sistema. Uno di questi è la riforma della giustizia, su cui in astratto nessuno può dirsi contrario, ma che quando viene declinata in concreto dimostra troppe volte o la sua modestia o la sua valenza fondamentalmente ideologica e propagandistica. Si dimentica che negli ultimi quindici anni abbiamo avuto una complessiva riforma ordinamentale con i decreti legislativi del Ministro Castelli del 2005 e del 2006 (solo parzialmente modificati dal Ministro Mastella), la riforma della giustizia appunto. Riforma che però non è stata evidentemente risolutiva se oggi ci troviamo di nuovo a dover riaffrontare il problema. Ed anzi a dover rimediare ad alcuni drammatici effetti che proprio quella riforma ha innescato quali i rapporti di potere personalistici all’interno del Csm e il carrierismo nella magistratura. La realtà è che quando si parla di riforma della giustizia in generale ci si riferisce ad intervenire su due settori quali l’ordinamento giudiziario e le regole processuali, che sono importanti, ma che non sono determinanti, dovendosi invece affrontare anche le modalità organizzative, le priorità nell’investire risorse, le pratiche e la governance degli uffici giudiziari. Il problema è che è molto più facile lanciare parole magiche con la pretesa che di per sé risolvano i problemi, rispetto ad affrontarli in concreto con pazienza, umiltà e conoscenza della realtà degli uffici giudiziari e dell’avvocatura. Servono (anche) riforme normative, ma soprattutto investimenti mirati, interventi organizzativi, formazione e accompagnamento allo change management. Nulla è di per sé risolutivo, bisogna operare su più canali con una visione complessiva ed una strategia condivisa. Separazione delle carriere La separazione delle carriere è uno dei mantra che viene spesso presentato come risolutivo di alcuni dei mali della giustizia, ma che in realtà rischia di essere un poderoso boomerang con effetti del tutto opposti a quelli che almeno alcuni dei proponenti si propongono. Ci viene raccontato, spesso in buonissima fede, che con la separazione delle carriere tra giudicanti e requirenti il giudice verrebbe liberato da ogni legame con il pm e ciò lo renderebbe più libero e indipendente di decidere. Ciò come se oggi i giudici fossero condizionati dall’operato dei pm. I pochi dati esistenti dimostrano come la vulgata di un giudice appiattito sulle richieste del pm sia del tutto falsa: circa la metà dei processi in dibattimento con rito ordinario (il 50,5 per cento) e addirittura i due terzi per le opposizioni a decreto penale di condanna (67,1 per cento) finisce con una pronuncia di assoluzione o di non luogo a procedere. (Fonte Relazione per l‘inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2021 del Presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio). E i pochissimi dati relativi all’accoglimento o rigetto delle richieste di misure cautelari da parte dei Gip parlavano di circa un quarto delle richieste non accolte (fonte Bilancio Sociale del Tribunale di Milano 2013). Il rischio del pm superpoliziotto La realtà è diversa: separando le carriere esalteremmo una deriva di cui abbiamo già qualche sintomo con pm che mostrano una crescente insofferenza al controllo del giudice ed un’enfatizzazione del momento delle indagini preliminari e delle ipotesi accusatorie. Avremmo un giudice più debole a fronte di un pm che impersonificherà la volontà punitiva di una società sempre più incattivita. Non dobbiamo illuderci: il rischio è di produrre un pm superpoliziotto, molto più forte del giudice, soggetto ai richiami dell’allarme sociale e alle pressioni dell’opinione pubblica, attento più al risultato da perseguire che alle garanzie. Se a questo uniamo il perverso connubio che si può facilmente creare tra prospettazioni accusatorie, mass media e social arriveremmo ad un pm potentissimo e sostanzialmente incontrollabile. Nessuno oggi ha il coraggio di augurarsi un pm sottoposto all’esecutivo, ma se si imbocca questa strada è facile preconizzare che nel giro di pochi anni questo passaggio sarebbe auspicato da molti, in modo da non avere un organo sostanzialmente incontrollabile. No alla gerarchizzazione Non è neppure pensabile di risolvere il tutto con una forte gerarchizzazione verticale in capo al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione per poi scendere ai Procuratori Generali presso le Corti di Appello, per arrivare ai Procuratori della Repubblica e ai singoli sostituti. Sarebbe una sorta di militarizzazione che, come ci insegna l’esperienza di questi anni, che già hanno visto una forte gerarchizzazione degli uffici (comunque autonomi), si rivelerebbe fallimentare. Un’autonomia del singolo pm nella gestione della fase delle indagini, ed ancora più dell’udienza, è inevitabile. Il ruolo del procuratore, necessario per assicurare una uniformità di indirizzo dell’Ufficio, può essere efficace e porta risultati solo quando si basa su scelte trasparenti e condivise e non con mere imposizioni. Questo scenario sarebbe garantista? A me sembra esattamente il contrario. Interventi sono necessari ma devono andare in una direzione radicalmente opposta, quella di unire e non di separare.   Formazione e coordinamento A partire dalla formazione che deve essere comune e unitaria per tutti coloro che aspirano a professioni giuridiche (tramite nuove Scuole di specializzazione comuni a numero chiuso obbligatorie come era previsto in origine o attraverso un V anno di università a numero chiuso destinato unicamente a chi voglia accedere a professioni giuridiche) per creare un’osmosi ed una cultura comune. E poi un forte coordinamento tra procure e tribunali, con l’interlocuzione dell’avvocatura, per far sì che i progetti organizzativi di Procure e Tribunali (le tabelle), non si muovano su piani distinti, ma siano un unico progetto coordinato e sinergico che sia compatibile con le risorse esistenti, con le esigenze dei territori, capace di fare i conti con continuità e trasparenza con risultati ed esiti.     © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediClaudio Castelli Presidente della Corte d'appello di Brescia

Quattordicenne abusa in un campo nomadiCaserta, lite in un parcheggio finisce nel sangue: morto un uomo di 60 anni

Malore fatale per l'imprenditore Alberto Lombardini

Morta 13enne dopo stupro di gruppo: settimane di agoniaIncidente in provincia di Brescia, 36enne morto sul colpo

Taranto, donna incinta al nono mese morta per dolori all'addomeSesto San Giovanni, un 19enne aggredito e ferito alla testa

Como: 49enne trovato morto in un parcheggio a Dosso del Liro

Macerata, 45enne accoltellato davanti al figlioSfreccia sulla quattro corsie Sassari-Olbia a 218 km/h: patente ritirata

Ryan Reynold
La Salle: trovato corpo di una donnaFermato un gruppo di Ultima Generazione a PadovaTragedia a Poggiridenti, Valtellina: giovane accoltella e uccide lo zio

Capo Analista di BlackRock

  1. avatarNapoli, lite in chat tra mamme sfocia in rissa: 7 denunceCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Napoli, lite in chat tra mamme sfocia in rissa: 7 denunceSfreccia sulla quattro corsie Sassari-Olbia a 218 km/h: patente ritirataOstia, donna morta in strada: forse è stata lanciata dalla finestra di casaIncidente sull'A1: due morti e sei feriti

    1. Roma, arrestato membro attivo dell'Isis: era colpito da mandato d'arresto internazionale

      1. avatarScende dall'auto in panne: 85enne travolta da un'altra macchinaGuglielmo

        Giornata mondiale dell'acqua: la situazione idrica in Italia

        VOL
  2. avatarL'Aquila: morta una ragazza di 20 anni in seguito ad un incidente stradaleETF

    Napoli: ragazzo di 14 anni accoltellato alla schiena mentre era in scooterWilly Monteiro, Gabriele Bianchi dal carcere: "Qui comando io"Incidente stradale a San Miniato, Pisa: una vettura si ribalta, due i feritiAlessia Pifferi: "Non sono un assassino né un mostro"

  3. avatarOmicidio Willy, Cassazione: "Nuovo processo per fratelli Bianchi"Campanella

    Accerchiato, derubato e picchiato in strada: dove è successoScomparsa da una settimana, donna trovata morta al Muro TortoIncidente nella centrale sul lago di Suviana: non si fermano le ricerche dei dispersiVicenza, baby gang rapina due fratelli

Stop allo spot con patatine al posto delle ostie

Incidente stradale nel Pavese: una mortaNapoli e Palermo: il cielo giallo per la sabbia del Sahara*