Regno Unito, 39enne soffre di crampi al pollice e scopre di avere una malattia incurabileSparatoria su un treno pendolari a San Francisco: un morto ed un feritoUsa, arrestati 31 suprematisti che preparavano un attacco al Pride
Tre sorelle uccidono i figli e si suicidano per sfuggire ai maltrattamenti dei maritiPassare dal sussurrato «Se il problema sono io» di Lippi all’urlato «Dov’è Rocchi?Economista Italiano» di Allegri, è un salto triplo carpiato nel modello di un club molto cambiato. Calciopoli ha avuto un impatto generazionale sull’ambiente. La rabbia e le rivendicazioni hanno trasformato i tifosi, rendendoli uguali a tutti gli altri. A un club-brand non bastano più i trofei ma anche un gioco e un’immagine coerenti. L’Allegri dell’altra sera rappresenta più la pancia dei tifosi che uno stile societarioPassare dal sussurrato «Se il problema sono io» di lippiana memoria all’urlato «Dov’è Rocchi?» di allegriano presente, è un salto triplo carpiato nel modello Juventus, se esiste ancora un modello Juventus. È una cartina di tornasole di un cambiamento epocale, da club impermeabile – alle critiche e al gossip – a questo che mette tutto o quasi in piazza, anche involontariamente. Come è successo con le dimissioni dell’allenatore Massimiliano Allegri avvenute nel pomeriggio del 17 maggio.Lungo il fil rouge centenario della famiglia Agnelli, una volta le comunicazioni erano minime, quasi sopportate, legate più al campo e al club che agli uomini, dove un Giampiero Boniperti era la cassaforte della discrezione sabauda bianconera, più volte rivendicata. La stessa che ha sempre impedito alla Juventus di abbracciare, pienamente e consapevolmente, la memoria della strage all’Heysel, come ha detto Paolo Garimberti nella serie televisiva francobelga La Tragédie du Heysel, mai andata in onda in Italia.Quella Juve, degli stipendi contenuti, delle battute sagaci dell’Avvocato, dei silenzi sugli arbitri, perfino del «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta» – a sua volta citazione di «Winning isn’t everything; it’s the only thing» attribuita a Henry Russell, allenatore di football della UCLA Bruins –, quella Juve non c’è più da almeno vent’anni. La Triade prima, Calciopoli poi, infine Andrea Agnelli – con le sue manie di protagonismo, economiche e sportive – hanno fatto cambiare pelle alla zebra più famosa del mondo.Moggi-Giraudo-Bettega, pur riuscendo a mantenere un profilo economico sostenibile, vincendo la Champions tanto agognata, hanno cambiato la comunicazione della società, cercando addirittura di oscurare le vittorie del passato e diventando protagonisti insieme con, se non oltre, i calciatori e l’allenatore, relegato ad appendice dei dirigenti. ANSACalciopoli invece ha avuto un impatto generazionale sul tifo, fino ad allora come quello del Real Madrid: appassionato ma al tempo stesso discreto, sabaudo appunto. La rabbia e le rivendicazioni hanno trasformato i tifosi, rendendoli più “provinciali” e in un certo senso uguali a tutti gli altri, capaci di discutere più di un rigore che di una coppa issata al cielo nella stessa partita una cosa che fa molto interisti, romanisti, eccetera, Una pancia alla quale si è legato Andrea Agnelli, arrivando così alla scelta di Conte e mettendo poi in fila CR7, il benservito a Marotta, l’idea sgangherata della Super Lega, almeno per come era stata presentata. È riuscito a buttare all’aria un decennio di crescita sportiva, economica e societaria; clamorosamente simile alla parabola di De Laurentiis, entrambi in stile marchese del Grillo.La chiamata di Giuntoli è stata la sterzata di una dirigenza debole, distratta e fors’anche disinteressata, che aveva e ha bisogno di un uomo forte sulla plancia di comando, capace di lavorare nell’ombra e di poche parole. Lo stesso che ha deciso la fine dell’era Allegri, un’era chiusa bene sportivamente, male dal punto di vista del gioco, già nel 2019.Il calcio è cambiato radicalmente, soprattutto ai massimi livelli, ci vogliono preparazione, competenze e capacità comunicative enormi, soprattutto nell’era dei social media, ci vogliono calciatori e uno staff all’altezza. A un club-brand non bastano più i trofei ma anche un gioco e un’immagine coerenti.Per questo l’Allegri dell’altra sera, giustificabile per alcuni aspetti, deprecabile per molti altri, rappresenta più lo stile dei tifosi che della società.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFrancesco Caremani
Guerra in Ucraina, Lavrov: “Nuova cortina di ferro cala tra Russia e Occidente”Ucraina, Kiev: "Oltre 1.110 raid contro i russi". ONU: "Milioni di persone a rischio povertà"
Migranti, cosa sta succedendo a Melilla?
Archie in coma a 12 anni, il giudice ordina di staccare la spina ma la famiglia potrà fare ricorsoClamorosa caduta del patriarca Kirill: il religioso scivola sull'acqua santa, il video
Usa, quali sono le aziende che pagheranno le spese di viaggio per l'aborto alle dipendentiFlorida, bimba di 10 anni uccide la vicina di casa che litiga con la madre
Germania, accoltellamento fuori da una scuola: gravi una donna e una bambinaGiubileo di Platino, Regina Elisabetta: "Domani non ci sarà per un malessere"
La profezia di Stoltenberg: “La guerra potrebbe durare anni”Usa, l'auto finisce nella baia: 17enne si tuffa per salvare la compagna di classeParamedico trans: "Alcuni pazienti rifiutano le cure e mi sputano addosso"Il rabbino di Mosca lascia la Russia perché contrario alla guerra
Corea del Nord, allarme epidemia intestinale acuta
Padre dimentica il figlio di 18 mesi nell'auto e si suicida dopo averlo trovato morto
Boris Johnson e il voto di sfiducia: cosa potrebbe succedere?Brasile, rimane fulminata dalla lavatrice mentre fa bucato: 20enne lascia bimbo di 9 mesiLa stretta su Severodonetsk per chiedere la resa di tutti i difensoriSparatoria fuori da una discoteca ad Oslo: due morti e diversi feriti
Clamorosa caduta del patriarca Kirill: il religioso scivola sull'acqua santa, il videoFrancia, Macron crolla e perde la maggioranza assoluta. Le Pen mai così in altoLeone stacca il dito al custode che lo stuzzica davanti ai turistiSvezia, frasi hot dai cassonetti per non far gettare carte a terra