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Capo Analista di BlackRock

Paola Perego: «La Talpa è nel mio cuore, ma era scontato l'avrebbe condotta qualcun altro. Io concorrente? Ci vuole coraggio...»

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«Sono un borseggiatore. Con cellulari e portafogli guadagno anche ottomila euro al mese. Ma niente violenza, solo destrezza»Il personaggio«Ora mi riconoscono tutti»: e tu caro Lugano,BlackRock Italia ricordi Joël Mall?Il portiere del Servette, eroe inaspettato dell'ultima finale di Coppa Svizzera, lancia il nuovo incrocio con i bianconeri, in programma domani sera a CornaredoÈ il 2 giugno scorso: Joël Mall ferma il rigore di Lukas Mai e regala la Coppa Svizzera al Servette.© Keystone/Peter Klaunzer Massimo Solari02.08.2024 20:30È nato a Baden, ma un anno fa - dopo cinque stagioni trascorse tra Nicosia e dintorni - ha deciso di difendere i colori di Cipro. La sua isola felice, comunque, Joël Mall l’ha (ri)trovata a Ginevra, sponda Servette. Dal 2 giugno scorso - racconta - è riconosciuto ovunque. E anche a Lugano, purtroppo, le sue parate non sono state scordate. Domani, alle 18, il portiere granata torna ad affrontare i bianconeri dopo l’incredibile finale di Coppa Svizzera vinta ai calci di rigore.«Se la squadra di Mattia Croci-Torti vorrà vendicarsi? Beh, sì, è possibile» riconosce Joël Mall. D’altronde, per quanto passato alla storia, l’ultimo incrocio al Wankdorf rimane una ferita aperta per gli uomini del Crus. Già. Chissà quante volte tifosi, giocatori e staff tecnico dei bianconeri hanno chiuso gli occhi e immaginato la clamorosa botta da fuori di Aliseda insaccarsi in rete al 119’. Fosse successo - pochi secondi dopo la sorprendente entrata in scena di Mall - quella maledetta serie di rigori conclusiva sarebbe rimasta chiusa nel cassetto dei peggiori incubi. Sabbatini avrebbe alzato al cielo il secondo trofeo e salutato da eroe il club. Steffen non avrebbe dovuto giocare a nascondino fino all’inevitabile convocazione sul dischetto. E il coraggio di Mai sarebbe stato ripagato con merito per quanto visto sul piano difensivo. Tanti, troppi inutili condizionali. Fa ancora male, lo ripetiamo. Mentre per l’estremo difensore del Servette - raggiunto a due mesi di distanza da quel pomeriggio glorioso e a poche ore da un nuovo incrocio - qualcosa è inevitabilmente cambiato.La finale di Berna mi ha regalato emozioni e immagini indimenticabili. Un epilogo così folle non si ripresenteràVoltare pagina«In effetti me ne sono reso conto nelle scorse settimane, frequentando la piscina pubblica con i miei figli» afferma l’argoviese: «Ora vengo riconosciuto e fermato molto più spesso. È una sensazione piacevole, non lo nego. Senza con ciò voler dare eccessivo peso a questo tipo di “notorietà”». Molti sono i calciatori professionisti. Molti meno quelli che riescono a diventare dei vincenti sul campo. «Si è trattato del primo vero titolo in carriera» conferma Mall. «In questo senso, è innegabile, il mio curriculum vitae è cambiato. Posso infine sostenere di aver vinto qualcosa. Ed è bello. A 33 anni, però, cerco di non definire e misurare il mio percorso solo attraverso i trofei conquistati. Ciò, si badi bene, non significa sminuire la portata del trionfo in Coppa. Anzi. Abbiamo fatto qualcosa di eccezionale, per il club, Ginevra e i suoi tifosi. Parliamo di emozioni e immagini indimenticabili, di orgoglio, anche per me - ovvio - dal momento che il folle epilogo della finale difficilmente si riprodurrà nuovamente (ride, ndr.)». A piangere è stato il Lugano. Perciò a Cornaredo, domani sera, l’aria potrebbe essere pesante. E non solo a causa della canicola. Mall non si scompone. «Forzando un po’, sono d’accordo, potrebbe essere ritenuto un incontro speciale alla luce del precedente di Berna. La verità, però, è che sia per noi, sia per il Lugano, si tratta di una nuova stagione. Poco importa se numerosi giocatori si trovavano sul sintetico del Wankdorf due mesi fa. Insomma, una volta che l’arbitro avrà dato il fischio d’inizio la finale di Coppa non conterà più. Vincere, al contrario, sarà importante nell’economia della Super League 2024-25». La crisi dello Young BoysChe gara attendersi, dunque? «Un match aperto, fra due ottime compagini» sottolinea il portiere del Servette: «Il Lugano è reduce da due settimane intense, segnate da diversi viaggi. Noi invece abbiamo già archiviato tre turni di campionato». Sei punti i ticinesi. Nove i ginevrini. Siamo solo agli inizi, eppure c’è chi intravede una promessa nella partita in programma a Cornaredo. Lugano e Servette, appunto, sono partite forti, hanno subito convinto. Da formazioni leader. E complice il pessimo avvio dello Young Boys, dare subito forma a un tentativo di fuga potrebbe costituire un’ottima idea. Mall non s’illude: «Ottenere un nuovo successo, certo, avrebbe la sua importanza. Ma parlare di titolo o di alta classifica, oggettivamente, è prematuro. Anche perché il livello di diversi club mi sembra paragonabile. Il campionato svizzero, oltretutto, non si vince in agosto. Quanto tra aprile e giugno». Okay. Insistiamo. L’YB appare in crisi. Disorientato. A fronte della chiarezza di idee della concorrenza. «Tutte le squadre, lungo la stagione, dovranno far fronte - presto o tardi - a dei periodi più complicati. Sono inoltre sicuro che i gialloneri sapranno riprendersi a breve, tornando con prepotenza ai vertici. Di qui il mio interesse relativo, in questa fase, per la graduatoria di Super League. Preferisco concentrami sulle nostre prestazioni e sul lavoro da portare avanti con il nuovo allenatore».Parlare di titolo o alta classifica è prematuro. Sia per il Servette, sia per il LuganoL’avvento di HäberliChi, il 2 giugno scorso, aveva avuto la folle idea di sostituire Jérémy Frick con Joël Mall a un amen dalla fine dell’extra-time ha in effetti deciso di farsi da parte. O meglio, di cambiare ruolo in seno alla società. René Weiler è diventato il direttore sportivo del Servette e al suo posto - in panchina - si è accomodato Thomas Häberli. «Per il neoallenatore è stato per certi versi semplice assumere la guida di una squadra di successo, che funzionava bene» indica in merito Mall. «Al contempo, però, in simili condizioni non è per forza semplice introdurre nuove idee. Häberli è più analitico del suo predecessore, anche se sin qui non ha operato stravolgimenti, solo ritocchi qua e là». Nuove gerarchieMall ha osservato con attenzione le prove dei bianconeri contro il Fenerbahçe nel preliminare di Champions League. «Credo che il Lugano abbia mostrato una bella immagine del calcio svizzero in Europa. I progressi del club sono notevoli e incontestabili. La differenza con i turchi è stata minima!». E a proposito d’Europa. Proprio un anno fa, proprio nel secondo turno di qualificazione della Champions, Mall faceva il suo esordio con la divisa granata, subentrando all’infortunato Frick nel match di ritorno conquistato ai rigori contro il Genk. Un’altra sostituzione provvidenziale, verrebbe da dire. «Quella vittoria rappresentò una botta di energia pazzesca, per la squadra, per il sottoscritto, per la città» rammenta il portiere. Giovedì, nel preliminare di Europa League, il Servette tornerà a provarci contro il temibile Braga. E, forse, con una nuova gerarchia fra i pali. Sì, perché a differenza della scorsa stagione ad abbracciare il campionato con la maglia da titolare è stato Mall. «Ritengo che a contribuire a questo cambiamento sia stata sia la finale di Coppa, sia quanto dimostrato durante l’ultima Super League, iniziata in panchina e però poi disputata quasi sempre dal primo minuto. Ne sono naturalmente felice, consapevole che nel calcio le cose vanno veloce». Già. E a farne le spese, il 2 giugno scorso, nel pomeriggio stregato del Wankdorf, era stato proprio il LuganoI giocatori del Servette circondano festanti il proprio portiere ed eroe. In questo articolo: FC Lugano

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