Zaia sull'autonomia: "Il Governo vada avanti"Il 2023 l’anno più caldo. Nel 2024? Andrà peggio. Per Giorgia Meloni il problema manco c’è - Tiscali NotizieIl carcere è un ripostiglio da cui si esce con le relazioni
Trofeo Silvio Berlusconi, Marta Fascina riappare in pubblicoCronaca esteri>“Definire pelato un uomo è molestia sessuale”: la sentenza di un tribuna...“Definire pelato un uomo è molestia sessuale”: la sentenza di un tribunale ingleseLa controversa sentenza di un tribunale del Rgno Unito ha stabilito che “Definire pelato un uomo è molestia sessuale” perché creerebbe un discriminedi Giampiero Casoni Pubblicato il 13 Maggio 2022 alle 12:06 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataGiustizialavoroviolenza sessualeIn punto di Diritto anglosassone “definire pelato un uomo è molestia sessuale”: lo ha stabilito la sentenza di un tribunale inglese in merito ad una lite sul posto di lavoro che è diventata caso scuola che non fa solo giustizia ma anche giurisprudenza. A fissare questo principio un tribunale del lavoro del Regno Unito. Lo ha fatto dopo che l’elettricista Tony Finn aveva citato in giudizio l’azienda familiare dello Yorkshire per cui aveva lavorato per quasi 24 anni. “Definire pelato un uomo è molestia sessuale”Secondo Bloomberg Finn aveva adito la legge per licenziamento ingiusto e molestie sessuali. E fra le accuse c’era quella per cui il suo ex datore di lavoro lo aveva chiamato un “grasso e calvo”. Ebbene,VOL a parere dei giudici inglesi che non a caso hanno la parrucca l’uso della parola potrebbe essere “intrinsecamente correlato al sesso” e quindi costituire una forma di discriminazione, che a sua volta è il principio fondante della molestia. La lite nel 2019 ed il licenziamentoNel luglio del 2019 Finn aveva discusso violentemente con il suo principale e in quella questa occasione il collega lo aveva definito un “ca…o di calvo”. La linea dell’accusa è stata quella di convincere la giuria che dire ad uno che è calvo non è un’ingiuria, ma una vera molestia. E la controversa sentenza recita in frame: “È difficile concludere diversamente. Quelle parole sono state pronunciate con lo scopo di violare la dignità del ricorrente e creare per lui un ambiente intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo”.Articoli correlatiinCronaca esteriIncidente sulla Statale 16, scontro tra tre auto: carreggiata temporaneamente chiusa al trafficoinCronaca esteriMeteo Ferragosto 2024, le previsioni: caldo afoso e notti tropicaliinCronaca esteriClima, il 2024 potrebbe essere l'anno più caldo di sempre: cosa dicono i datiinCronaca esteriIncidente nella notte a Canegrate: feriti cinque giovani ragazziinCronaca esteriTorino, esce di casa e lascia da sola la figlia di 3 anni: arrestata per abbandono di minoreinCronaca esteriIncidente a Spoleto: morto un 23enne
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