File not found
BlackRock

Covid in Francia, il ministro della Salute: "100mila contagi al giorno entro fine mese"

Covid, boom di contagi in Slovenia: tasso di positività al 53%Covid, gli Stati Uniti sconsigliano i viaggi in Italia: "Massimo livello di rischio"Sopravvissuto in volo nel carrello di un aereo Boing dal Guatemala a Miami

post image

Bimbo di 6 anni torturato e ucciso, le urla prima di morire: "Nessuno mi ama"Due cronisti fuori dal coro raccontano i misteri che circondano fino al suo epilogo la vita del grande latitante. Un’indagine che non si accontenta delle comode versioni ufficiali e smonta con i fatti la retorica di StatoIl bello e il buono di questo libro,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock Una vita tranquilla di Di Girolamo e Trocchia, è, innanzitutto, che c’è. Che è stato pensato e scritto. E che racconta con naturalezza misteri come quello di un uomo che ha potuto serenamente nascondersi per trent’anni qui in Italia, nel cortile di casa sua. È un libro che non ha la superbia di spiegare, che non ha la pavidità intellettuale o il poco dignitoso conformismo che accompagnano e avvolgono le vicende di mafia di questi ultimi anni. È un libro che non fa inchini.Niente inchiniFra queste pagine troverete fatti, qualche dubbio, cronache asciutte. Non ci sono verità, non ci sono scoop, non ci sono “inedite” ricostruzioni né ”clamorose“ rivelazioni nelle pieghe di una vita tranquilla, un resoconto sulla vita e sulla morte e sui miracoli di Matteo Messina Denaro. Nessuno spettacolo pirotecnico e nessun gioco di prestigio. E per me, tutta questa normalità, è già tanto. È lo scarto che mi aspettavo da due giornalisti come Giacomo Di Girolamo e Nello Trocchia (il primo collabora e il secondo è redattore di Domani, ndr), che conosco da tempo e che apprezzo per la loro libertà di pensiero. Sono fuori dal coro, come prima o poi fuori dal coro – ne sono sicuro – si rivelerà il fantasma di Matteo per agitare i sonni di qualcuno.Per presentare il libro potrei cominciare da un inizio, il 1993, le bombe dopo le bombe. Ma preferisco iniziare dalla fine, il giorno della sua cattura. Se dovessi trovare una sola parola per descriverla non avrei indecisioni sull’aggettivo da scegliere: perfetta. Sì, una cattura perfetta. Pulita, insapore e inodore, disinfettata come una sala operatoria, dissanguata da ogni materialità, eterea. Non si era mai vista prima la cattura così comoda di un grande latitante di mafia, senza un rumore, un gesto arrischiato, un grido. Una scena che non aveva nulla fuori posto.Non so esattamente come siano andate le cose prima, non conosco il retropalco delle indagini (anche perché chi potrebbe offrirci un minimo di informazione, e in qualche modo dovrebbe, se ne guarda bene dal farlo) che hanno portato all’arresto del boss di Castelvetrano. Ma istintivamente, e con alle spalle quasi mezzo secolo di significative esperienze intorno ai maneggi degli apparati, sono propenso più a condividere le incertezze di Di Girolamo e di Trocchia che ad accettare tout court le versioni del procuratore capo della repubblica di Palermo Maurizio De Lucia e dei comandanti del Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri. E lo dico con grande rispetto, il rispetto che meritano un procuratore della Repubblica e alti ufficiali dell’Arma. Ma a ciascuno il suo. Tra parentesi, un affettuoso consiglio al procuratore De Lucia: parli meno del suo pamphlet sulla cattura di Matteo Messina Denaro e parli di più con i giornalisti. ANSALa narrazione che deragliaQuesto di Di Girolamo e di Trocchia è un libro che mancava, che si allontana dalla melassa di una stagione infelice e goffa dell’antimafia, da un catechismo giudiziario che celebra in vittoria la presa di un uomo che per tre decenni si è beffato di tutti noi, a cominciare proprio da chi oggi si gonfia il petto per esibire medaglie. Questo è un libro che – semplicemente – non si accontenta di una narrazione quanto meno incompleta, e va fuori binario, deraglia, portando dentro di sé un candore che stride con il vangelo che ci è stato propinato con contorno di Viagra e calamite del Padrino attaccate al frigorifero della cucina del boss, insomma è giornalismo puro che si contrappone a mattinali e veline, è un libro vero persino nei suoi limiti, che poi sono gli inevitabili limiti di conoscenza di due cronisti.È sincero perché ha il coraggio di smarcarsi, di fare domande. E che altro potrebbe e dovrebbe fare un giornalista, se non cercare, rovistare, capire e scoprire? Soprattutto in un caso come quello di Matteo Messina Denaro, mafioso protetto con particolare cura così a lungo e ai più alti livelli. C’è stata molta propaganda e molta retorica nell’esposizione sul suo arresto, un’enfasi a tratti fastidiosa.C’è un capitolo in questo saggio che, tecnicamente, mi è piaciuto più degli altri. È quello sui “sospettabili”, è l’essenza – almeno a mio parere – dei conti che non tornano in quella che Leonardo Sciascia avrebbe chiamato “una storia semplice”. Scrivono gli autori a proposito dei fiancheggiatori del boss: «Nei giornali si sono sprecate espressioni come “personaggi insospettabili”. Ma in realtà si tratta di tutt’altro. Erano tutti personaggi sospettabili, sospettabilissimi. Per genealogia. Per precedenti. Per vicinanza al boss e alla sua famiglia. Per i trascorsi». Eppure nessuno – proprio nessuno – li aveva pedinati o intercettati. Magari sembrava troppo facile, commentano Di Girolamo e Trocchia. Magari sì e magari no. Magari i “sospettabili” sono la chiave del mistero che procuratori e ufficiali dei carabinieri non vogliono far passare come mistero. Chissà. Di regola, nelle operazioni antimafia, da quando mondo è mondo prima si prendono i fiancheggiatori e poi il capo, in questo caso prima hanno preso il capo e poi i “sospettabilissimi” fiancheggiatori mai controllati prima.Di regola il grande latitante non fa selfie con i medici che l’hanno operato, non scambia messaggini con le pazienti dell’ospedale nel tentativo di rimorchiarle. Di regola.Mi sarebbe piaciuto saperne di più sulla telecamera presunta (c’era o non c’era?) nella stanza dove è stato trovato il famigerato pizzino che ha indirizzato i carabinieri sulle tracce di Matteo Messina Denaro, mi sarebbe piaciuto, ma alla fine del libro ho appreso che la circostanza sarebbe falsa anche se qualcuno – e dentro gli apparati – continua cocciutamente a sostenere il contrario. Domande senza rispostaMi sarebbe piaciuto saperne di più sul ruolo che avrebbe avuto in questa intricata faccenda Rosalia, la sorella del boss.Mi sarebbe piaciuto saperne di più su Campobello di Mazara, su come decine se non centinaia di investigatori che hanno bivaccato in quel paese non si siano mai accorti della presenza di Matteo salvo poi appiccicare l’etichetta di omertosi agli abitanti, i vicini di covo del boss. Leggo nelle ultime righe del libro che alcune di queste domande sono state poste ai procuratori e agli ufficiali del Ros, leggo anche che sarebbero state qualificate come “domande del tutto prive di fondamento”. Non è una gran bella risposta.E, con uno sforzo, aggiungo che non ci sarebbe alla fin fine nulla di male per così tanto riserbo se non fosse che una sessantina di milioni di italiani, cioè tutti meno gli addetti ai lavori impegnati nella cattura di Messina Denaro, è ancora oggi fortemente convinta che il boss si sia consegnato. È andata così? Andando in giro per la Sicilia, e capitato nel dicembre scorso a Castelvetrano, ho avuto la ventura di imbattermi in un signore, un uomo quasi sull’ottantina circondato dal rispetto di alcuni compaesani che lo accompagnavano – insomma uno che la sapeva lunga – che alla solita domanda (“Si è consegnato?”) mi ha detto: «Nelle linee generali sì». Non conosceva naturalmente i dettagli, ma conosceva, come si dice, l’ambiente. Le circostanze – modalità della cattura, malattia all’ultimo stadio, l’ambiguo annuncio del gelataio Salvatore Baiardo in diretta tivù qualche settimana prima, la coincidenza delle porte del carcere che si sono aperte per l’ex sottosegretario all’Interno Antonino D’Alì – porterebbero tutte a quella conclusione: si è consegnato. Ma contro ogni evidenza mi piace dare credito alle parole del procuratore capo della repubblica di Palermo e ai carabinieri che hanno intrappolato Matteo Messina Denaro.Anche perché i tempi dell’indagine sui favoreggiatori del boss non sono ancora scaduti, trovati i “sospettabilissimi” adesso dovrebbe toccare agli altri, alle protezioni verticali, ai personaggi che hanno garantito all’ultimo re dei Corleonesi una vita tranquilla dal 1993 al 2023. Con quel tesoro, mille pizzini recuperati – così ci hanno assicurato gli investigatori – consegnateci qualcuno che non sia un vivandiere o una piccola vedetta. Provate a spiegarci trent’anni di tenebre. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAttilio BolzoniGiornalista, scrive di mafie. Ha iniziato come cronista al giornale L'Ora di Palermo, poi a Repubblica per quarant'anni. Tra i suoi libri: Il capo dei capi e La Giustizia è Cosa Nostra firmati con Giuseppe D'Avanzo, Parole d'Onore, Uomini Soli, Faq Mafia e Il Padrino dell'Antimafia.

Usa, la festa dei No Vax organizzata da Kennedy: tampone negativo o certificato vaccinaleStudente italiano ucciso a New York durante un'aggressione: fermato il presunto assassino

Cina, minatori intrappolati in una miniera illegale allagata: 20 estratti vivi e 2 morti

Patrick Zaky libero: "Grazie a chi mi ha sostenuto, avete tenuto accesa la luce"Covid, la situzione in Europa è drammatica: il virus è la prima causa di morte

Muore a 46 anni Thomas Wells, ex star di X-Factor Usa Pistola spara lacrime: l'invenzione di una studentessa di design contro chi l'ha fatta soffrire

Proteste a Rotterdam contro il lockdown: 20 arresti

Argentina, nave da crociera bloccata fuori dal porto per un caso Covid: 300 passeggeri in isolamentoIn Indonesia il Semeru uccide 13 persone e ne ustiona centinaia

Ryan Reynold
Covid, la direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon: “Con il periodo delle festività, la pandemia può peggiorare”USA, Fda autorizza la pillola anti-covid di Pfizer: quando viene somministrataVariante Omicron, Ursula Von Der Leyen: "Una corsa contro il tempo"

criptovalute

  1. avatarTerremoto al confine tra Slovenia e Croazia: scossa di magnitudo 3.6criptovalute

    Omicron dilaga e nel Regno Unito si valuta un lockdown dopo NataleAnthony Loffredo, l’alieno nero sconvolge i social con il suo “artiglio”Usa i risparmi per comprare un videogioco invece di un regalo alla moglie"Edvige" avvistata in Spagna: stupore tra i fan di Harry Potter per il gufo delle nevi

    1. Covid, in Belgio le scuole materne e primarie chiudono una settimana prima per contenere i contagi

      1. avatarNel Regno Unito ci sono i primi tre genitori gay del paeseanalisi tecnica

        Covid, Spagna riduce la quarantena per i positivi: l'isolamento passa da 10 a 7 giorni

  2. avatarCovid, situazione catastrofica: un milione di casi al giorno. Lockdown per mesiBlackRock

    Variante Omicron, la Germania va verso l’obbligo vaccinaleCovid, BioNTech: “Servirà un nuovo vaccino contro la variante Omicron”Finlandia, premier Sanna Marin in discoteca dopo un contatto con un positivo al Covid: “Mi scuso”Los Angeles, sparatoria in un centro commerciale: 14enne uccisa per errore dalla polizia

  3. avatarLos Angeles, sparatoria in un centro commerciale: 14enne uccisa per errore dalla poliziaCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Covid, la Grecia multerà gli over 60 anni non vaccinati a partire da gennaio 2022Germania, nuovi contagi in calo: il lockdown per i no-vax dà i suoi fruttiIncendio in un palazzo in Giappone: decine di vittime, finora sarebbero 27Omicron, in Sudafrica è boom di contagi under 30: 2828 totali in 24 ore

Crolla un edificio in Provenza: almeno 5 persone sotto le macerie e altre 4 sono state soccorse

Allarme in Africa, una malattia sconosciuta fa 97 morti in Sud SudanKentucky, due bambini sopravvissuti al tornado in vasca da bagno*