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Da Israele il monito di Draghi: “Siamo attivi nella lotta all’antisemitismo”Secondo il giudice e i pm gli arresti rivelano un quadro desolante della politica locale. Coinvolte 12 persone. Tra gli arrestati l’ex coordinatore della segreteria Pd e l’ex presidente di Enit Palmucci,trading a breve termine ora in Confindustria«Un quadro francamente allarmante e desolante che descrive scenari particolarmente gravi che si connotano per la propensione dei soggetti odierni indagati a commettere una serie di reati potenzialmente senza limiti». Così il giudice, Antonio Baldassarre, descrive gli esiti dell’indagine che ha portato in carcere Nicola Oddati, già coordinatore della segreteria Pd con Nicola Zingaretti alla guida del partito, e Vincenzo Figliolia, ex sindaco democratico del comune di Pozzuoli, già nel 2005 primo cittadino dell’ente quando il comune venne sciolto per condizionamento malavitoso. Le accuse della procura In questa vicenda la camorra non c’entra, i fatti riguardano la gestione della gara d’appalto per la valorizzazione di Rione Terra, a Pozzuoli, che sarebbe stata truccata in cambio di «doni, promesse e collusioni». Un’area di particolare pregio artistico che il comune voleva trasformare in albergo diffuso, suscitando gli interessi delle imprese locali e non solo. Nell’inchiesta della procura di Napoli guidata da Nicola Gratteri, infatti, sono stati arrestate anche altre due persone, l’imprenditore Salvatore Musella e Giorgio Palmucci, ex presidente dell’Enit e attuale numero due di Confindustria alberghi. L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile di Napoli, guidata da Alfredo Fabbrocini, e dalla guardia di finanza, agli ordini del colonnello Paolo Consiglio, coordinati dai magistrati Stefano Capuano, Immacolata Sica e Sergio Ferrigno. In tutto gli indagati sono dodici, ci sono anche altri due esponenti del Pd coinvolti, l’ex consigliere regionale calabrese e segretario provinciale di Reggio Calabria, Sebastiano Romeo, e Luciano Santoro, candidato alla segreteria provinciale del Pd di Taranto. La gara turbata I fatti contestati risalgono al periodo 2021-2022, quando gli indagati erano politicamente in auge, e per questo attrattivi per l’imprenditoria locale, in particolare per Salvatore Musella, amministratore di fatto della Cytec. In cambio della gara in questione, della progettazione e realizzazione di un parcheggio multipiano, l’imprenditore prometteva all’allora sindaco Figliolia soldi, assunzioni di operai e di personale a lui gradito. Ma non era l’unico destinatario di regalie: Oddati per accreditare l’imprenditore presso pubblici ufficiali riceveva 4mila euro, «oltre ad ulteriori e periodici versamenti di somme di danaro, nonché il pagamento di pernottamenti presso l’hotel Terminus in Napoli, il pagamento di abiti sartoriali per sé e di lavori di ristrutturazione di un’abitazione (...), riceveva altresì l’utilizzo esclusivo di autovetture prese a noleggio per il tramite di Flaminio Gianluca». Oddati otteneva anche diecimila euro da destinare a Romeo e Santoro. Per il giudice, che ha condiviso l’ipotesi della procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, gli indagati sono partecipi di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al traffico di influenze, alla rivelazione di segreti d’ufficio, reati finalizzati a favorire le imprese di Musella, con un ruolo apicale svolto dall’imprenditore e da Oddati. Il giudice parla di un «disinvolto malaffare» radicato nel comune di Pozzuoli che gira attorno agli interessi di Musella e della sua galassia imprenditoriale. Il gruppo aveva messo gli occhi sulle opere di valorizzazione di Rione Terra, area di particolare pregio paesaggistico, dove l’amministrazione comunale, a guida Figliolia, voleva realizzare un albergo diffuso. Progetto che aveva suscitato l’interesse dell’imprenditore Musella, che aveva contattato Oddati, all’epoca esponente politico di rilievo. Da lì è nato, secondo la procura, il rapporto tra i due che si è consolidato attraverso l’erogazione di favori, piaceri e soldi, e che ha visto, in un secondo momento, il coinvolgimento anche del sindaco Figliolia e di Palmucci, all’epoca a capo dell’agenzia nazionale del turismo, ente sotto il controllo del ministero del Turismo. I soldi di Oddati In un passaggio dell’indagine si torna sulla perquisizione effettuata ai danni di Oddati, l’11 gennaio del 2022, quando il politico, in uscita dalla sede romana della regione Campania, dopo un incontro con Musella, aveva addosso 14mila euro in contanti. Quando gli inquirenti gli avevano chiesto di quei due pacchi, Oddati si era giustificato così: «Queste sono le copie delle tessere che mi hanno portato, che devo portare a Taranto». Gli investigatori così lo invitavano ad aprire i pacchi, e a quel punto sono spuntati i soldi. «Queste sono le tessere del Partito Democratico...sono commissario del Partito Democratico a Taranto», aveva risposto Oddati. Per capire le modalità di raccolta delle quote delle tessere sono stati ascoltati alcuni dirigenti, tra questi il tesoriere del Pd, l’attuale senatore Walter Verini, «il quale, in sintesi, tra le varie informazioni, ha confermato il tracciamento dei pagamenti per i tesseramenti e l’anomalia sul possesso del denaro contante da parte di Oddati», si legge nelle carte dell’indagine. La parabola dell’assessore Il tramonto politico per Oddati inizia nel giugno 2022, poco dopo aver ricevuto un decreto di perquisizione. Cioè quando l’indagine che ha portato agli arresti di queste ore diventava in parte nota agli indagati e all’opinione pubblica. In quell’occasione il Pd comunicava per Oddati la sospensione e la revoca di tutti gli incarichi. Oddati, dopo aver svolto il ruolo di assessore a Napoli, nella giunta guidata da Rosa Russo Iervolino, aveva provato anche a diventare candidato sindaco della città nel 2011, quando le primarie democratiche si trasformarono in una saga di scandali con molte ombre sul voto. Il ritorno in pista era arrivato con Nicola Zingaretti segretario e Vincenzo De Luca governatore, quando Oddati era diventato coordinatore della segretaria nazionale. Con Enrico Letta si era dovuto accontentare dell’incarico di responsabile delle agorà dem. In Campania, invece, diventa responsabile della sede romana della regione Campania e fino a qualche ora fa anche di quella di Bruxelles nonostante l’indagine a carico. Oddati, nonostante le dimissioni, ha continuato a mantenere contatti e rapporti con personaggi di spessore nel panorama politico e istituzionale nazionale e locale. Il giudice ha disposto gli arresti in carcere in virtù dei comportamenti «spregiudicati e spudorati» degli indagati, che potranno naturalmente fare ricorso al tribunale del Riesame. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediNello Trocchia
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