File not found
BlackRock Italia

Tangenti Mose: sequestrati 12,3 milioni a Giancarlo Galan

Sondaggi politici: la Lega continua a calareRevoca autostrade, pressing di M5s: "Togliere la concessione"Prima riunione delle Sardine: scoppia la polemica sulla sede

post image

Renzi propone piano da 120 miliardi per rilanciare il PilI due momenti più felici nella storia del calcio a Bergamo – la vittoria in Coppa Italia del 1963 e la qualificazione per i quarti di Champions del 2020 – sono arrivati entrambi in coincidenza di momenti drammatici: la morte di papa Giovanni XXIII e il covid in città. Ora,Professore Campanella la qualificazione alla prima finale europea della storia può essere finalmente celebrata senza pesi sul cuore. La maledizione Le precedenti gioie nei giorni della morte di papa Roncalli e del CovidC’è un arco narrativo da romanzo nella storia che l’Atalanta ha scritto tra il 10 marzo 2020 e il 9 maggio 2024, poco più di quattro anni. Protagonista muta ma partecipe, la città. Allora la squadra tornò da Valencia con la qualificazione in tasca ai quarti di finale di Champions League e i quattro gol di Josip Ilicic, il nostro personale Pallone d’oro.Trovò le luci spente e le strade vuote, l’oppressione palpabile di un’angoscia diffusa vissuta ciascuno a casa propria nella tragedia individuale e collettiva allo stesso tempo. Non potevamo noi cantare con il piede del Covid sopra il cuore, per parafrasare il poeta.La Dea era una goccia di sollievo da gustare sottovoce, una vacanza di spensieratezza di due ore o poco più. La beffa del destino aveva voluto che l’apice dell’epopea nerazzurra coincidesse con le ore più buie di Bergamo e della sua provincia.La memoria dei più anziani tra i tifosi andò al 2 giugno del 1963, la vittoria, unico trofeo nella bacheca, della Coppa Italia contro il Torino di Bearzot, tripletta di Angelo Domenghini, quando pure furono sospese le feste perché in un letto romano stava spirando il papa bergamasco e contadino, «il papa Buono» per tutti, Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli da Sotto il Monte. CulturaL’ultimo trasformismo di Ancelotti. Ora abbraccia il calcio alla HitchcockMarco CirielloscrittoreIl muratore presidenteLa maledizione incombente, nella credulità popolare assurta a dogma, voleva che non si potesse godere di momenti di trascurabile felicità calcistica nella terra dedita proverbialmente al lavoro, alla fatica, e non ai circenses. L’Atalanta, una Dea nel nome di battesimo, punita da questa nemesi, lei e il suo cattolicissimo popolo, per l’affronto di essere venerata come un idolo pagano. E che dunque trionfa, ma senza poter gioire, «ad ogni morte di papa» secondo la battuta più spesa di humor nero.Per rompere l’incantesimo ci voleva un muratore. Nel cliché diffuso il muratore è l’emblema dei bergamaschi. Usato dai comici come nei programmi televisivi e radiofonici, è quello che il mattino si sveglia e sale sul furgoncino in direzione Milano per raggiungere i cantieri della metropoli, assoldato per la sua dedizione assoluta, il piacere per l’opera ben fatta, la tenacia.Muratore di Clusone, valle Seriana, era il ragazzo Antonio Percassi, prima di diventare calciatore, nell’Atalanta ovviamente, poi imprenditore di successo, infine presidente della squadra di cui fu atleta. E quelle caratteristiche gli sono rimaste nel dna.Regola grosso modo sempre rispettata del mondo del calcio vuole che una provinciale, quando prende l’ascensore sociale, resta ai piani alti delle classifiche il tempo di un gatto in tangenziale, fiorisce una sola stagione come le rose. È il frutto di condizioni fortunate e irripetibili che si sono inanellate. Ma il muratore Antonio ha dimestichezza con le case che, per resistere a lungo, necessitano di robuste fondamenta, muri solidi, tetti a prova di infiltrazioni. È razionale, non crede alla cattiva sorte, e ha fede nella meritocrazia. Dunque ci riprova a costruire una Dea all’altezza di quella semi-perduta dopo la stagione del virus.Non sarà un’avventuraLe sue fondamenta sono lo stadio rifatto e ora quasi completato, il centro di Zingonia per le giovanili e la prima squadra ampliato e ristrutturato. E, non da ultimo, la vendita della maggioranza azionaria a un magnate americano, Stephen Pagliuca, anche proprietario dei Boston Celtics di basket, che a differenza di altri suoi connazionali, ha lasciato ai Percassi, oltre al padre Antonio il figlio Luca, la conduzione della società: non si tocca un giocattolo che funziona.Siccome è corta la carriera dei calciatori, grazie ai bilanci in attivo da più di un lustro e all’iniezione del corposo capitale statunitense, pazientemente viene rifondata, pezzo dopo pezzo, la rosa da affidare al solito capomastro, il migliore mai apparso sotto le mura della Città Alta, l’allenatore Giampiero Gasperini.La squadra di Valencia: Sportiello; Djimsiti, Caldara, Palomino; Hateboer, de Roon, Freuler, Gosens; Pasalic; Ilicic, Gomez. La squadra che ha annientato il Marsiglia: Musso; Djimsiti, Hien, de Roon; Zappacosta, Ederson, Koopmeiners, Ruggeri; De Ketelaere, Scamacca, Lookman. Quattro ne sono rimasti se si considerano Pasalic ed Hateboer entrati dalla panchina.Il risarcimentoL’altra sera, come se fosse un risarcimento e con un’impazienza contraria ai tratti caratteriali, i tifosi sugli spalti non hanno atteso nemmeno il fischio finale per illuminare con i fuochi d’artificio il cielo sopra il Gewiss stadium, hanno goduto del terzo gol arrivato sul morire della partita, hanno cantato assieme ai giocatori e all’allenatore.Poi si sono riversati in massa nel centro della Città Bassa per la loro notte finalmente memorabile e senza i pensieri nefasti di qualche lutto arrivato a negarla.Solo con la piccola nube del timore che le sirene napoletane possano convincere Gasperini, dopo otto anni di panchine orobiche, a seguire Aurelio De Laurentiis.«Se ne va se alza un trofeo a coronamento del suo ciclo», è la voce di popolo.L’Atalanta ha raggiunto una finale europea, massimo traguardo di una storia cominciata 117 anni fa, è in finale di Coppa Italia, in campionato lotta per conquistare un posto in Champions. Su nessuno dei tre fronti ha ancora certezze, se non quella di avere comunque già varcato le sue colonne d’Ercole.Mai a questo punto della stagione è stata ancora in corsa per tutti i traguardi e il dubbio riguarda la tenuta sino in fondo, la stanchezza di troppe battaglie, la sindrome di Dorando Pietri che già l’ha vista soccombere sul filo di lana in due finali di Coppa Italia con Lazio e Juventus, perdere una semifinale di Champions League all’ultimo minuto con il Paris Saint Germain. CulturaCosì simili, così distanti. Gli scudetti diversi di Inter e NapoliMarco CirielloscrittoreLa coppa delle piccole cittàMa le scaramanzie da tifosi non annullano l’orgoglio di un percorso che è già epica, comunque vada sarà un successo. L’Atalanta-Davide ha dimostrato, all’Italia e all’Europa, che lo sport più bello del mondo è tale se contempla le incognite. Esattamente quelle che i progetti di SuperLega e simili vorrebbero cancellare. I grandi club reclamano posti al sole in virtù di un diritto di censo, introiti sicuri da mettere a bilancio qualunque sia il loro rendimento sul campo.Il calcio come specchio fedele di una società che allarga sempre di più la forbice tra ricchi e poveri, la finanza che domina sull’economia se sono i fondi d’investimento ad allungare le mani sui marchi più blasonati.Capita invece che, a dispetto delle audience televisive, la finale di Europa League sia tra una città di 120mila abitanti (Bergamo) contro una città di 160mila (la tedesca Leverkusen). Non è necessario essere tifosi atalantini, come chi scrive, per salutare con simpatia un evento che è un antidoto alla noia del sempiterno ritorno dei soliti noti.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGigi RivascrittoreÈ stato direttore del Giornale di Vicenza dal 2001 al 2002 e caporedattore centrale del settimanale L'Espresso dal 2012 al 2016. È stato a lungo inviato speciale nell'ex Jugoslavia e in Medioriente rispettivamente per il Giorno e L'Espresso. Ha lavorato anche al Giornale di Bergamo, Gazzettino, e D - la Repubblica delle donne. Attualmente è editorialista del gruppo L'Espresso.

Renzi non chiude a Salvini e critica il Pd sullo ius culturaeNotizie di Politica italiana - Pag. 583

Fondazione Open: perquisizione della Guardia di Finanza

Salvini indagato per vilipendio dell'ordine giudiziarioOscurato gruppo Facebook dei pinguini: possibile attacco hacker

Sardine nere a Roma: proteste per salire sul palco del radunoMatteo Salvini a Bari: grande accoglienza per l'ex ministro

Open Arms, Salvini indagato: fascicolo al Tribunale dei ministri

Sardine a Ferrara: presente al flash mob anche Ilaria CucchiAutostrade, Di Maio contro Benetton dopo la lettera aperta

Ryan Reynold
Senatori M5s potrebbero passare alla Lega: chi sono?Fondo salva-Stati, la posizione dell'ex ministro dell'Economia TriaMes, Gualtieri: "Accordo raggiunto all'Eurogruppo"

Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

  1. avatarMatteo Salvini: "Al lavoro per aiutare la Liguria"Guglielmo

    Sanità Emilia Romagna: è scontro tra Bonaccini e SalviniIl sindaco di Villa Literno Nicola Tamburrino è stato arrestatoArriva la risposta dei leghisti alle 'Sardine' dopo le protesteGiorgia Meloni sul 5 per mille: "Usarlo per rimpatriare i migranti"

      1. avatarScontro tra Sala e Provenzano sul ruolo di Milanoinvestimenti

        Open Arms: Salvini indagato dalla Procura di Palermo

  2. avatarFuturo di M5s, Di Maio: "Fondamentale una riorganizzazione"investimenti

    Di Maio contro Grillo: "Si rischia scissione verso Salvini"Salvini propone di abolire la scuola media: "È un parcheggio"Funerali della madre di Alessandro Di Battista: presente Di MaioSardine a Pescara: lo striscione contro Salvini

    VOL
  3. avatarArchiviata l'indagine su Salvini per la vicenda Alan KurdiMACD

    Virginio Merola, il sindaco di Bologna minaccia gli emilianiTessera Pd, il costo passa da 30 a 60 euro: la polemicaZingaretti, voto subito e crisi di governo: il piano BOpen Arms: Salvini indagato dalla Procura di Palermo

    ETF

Notizie di Politica italiana - Pag. 584

Marco Rizzo contro le Sardine: "Fate un favore a Salvini"Propaganda Live, Nicola Gobbi disegna la sua sardina*