Elezioni politiche 25 settembre, Marta Fascina eletta alla Camera a Marsala con il 36%La "gaffe di italiano" del Presidente della Camera Lorenzo Fontana: impiegato scritto con la "n"Elezioni politiche 25 settembre, chi sono gli elettori indecisi?
Roberto Saviano: "Matteo Salvini di nuovo al Viminale sarebbe un atto criminale"L'ex portiere,trading a breve termine campione del mondo nel 2006, voleva incidere maggiormente: ora starà sempre accanto alla squadra, anche tra un ritiro e l'altro Andrea Elefante e Luigi Garlando 24 luglio - 08:31 - MILANO La mattina del 30 giugno scorso, nel day after della disfatta con la Svizzera, mentre il ct Luciano Spalletti teneva l’ultima conferenza stampa nella triste Iserlohn, il volto da seguire era quello di Gigi Buffon, defilato a sinistra, in prima fila. Spalletti ammetteva le proprie responsabilità con mille clausole ("Però non ho avuto 20 partite a disposizione come altri"), il Capo delegazione diceva tutto stando zitto: delusione, amarezza, ma, soprattutto, sconcerto. Non riusciva ancora a spiegarsi come la Nazionale avesse potuto sciogliersi a quel modo, senza reagire, senza orgoglio, senza sofferenza. Inconcepibile per il più azzurro della storia calcistica, che dalla neve di Mosca all’Apocalisse svedese, passando per la gloria di Berlino, ha sempre spremuto il cuore, cresciuto tra anime forti come Maldini, Gattuso, Cannavaro, Chiellini... Non solo selfie— Ma se in quelle ore l’ex portiere ha meditato di andarsene è stato per un altro sentimento dominante: quello dell’impotenza. Buffon ha avuto la sensazione di parare con le mani legate, mentre gli tiravano addosso da tutte le parti, come gli spagnoli contro Donnarumma. Poco ha potuto per arginare il disastro. Ha speso la sua esperienza parlando spesso ai giocatori, ha provato ad accendere gli animi e le vigilie con i ricordi della sua lunga militanza azzurra. Ma, tutto sommato, la maggior parte delle energie le ha spese a firmare autografi e a sorridere nei selfie. A queste condizioni non sarebbe rimasto. Pretendeva legittimamente un ruolo più operativo, meno rappresentativo, per avere la possibilità di incidere di più e di spendere meglio la propria esperienza. Lo avrà. Gli hanno slegato le mani. Nei giorni scorsi, in una riunione tra il presidente Gravina, il ct Spalletti, il Capo delegazione Buffon e il Coordinatore delle nazionali giovanili Viscidi sono state ridisegnate le funzioni dell’ex portierone che da settembre dovrebbe diventare direttore sportivo del Club Italia. Sarà più vicino alla squadra e al campo, senza invadere le competenze di Spalletti. Sarà attivo anche tra un ritiro e l’altro, tenendo i contatti con i giocatori e con i club. Buffon si è diplomato ds a Coverciano nel febbraio scorso. La figura del ds è comune nella Spagna che ha avuto, per esempio, l’ex portiere José Francisco Molina col il ct Luis Enrique e potrebbe avere presto Mateu Alemany, già carismatico ds del Barcellona. La logica è quella di ricostruire in nazionale i meccanismi di un club. Per questo, molte nazionali, quasi tutte, si sono dotate di un direttore tecnico che assicura la continuità del progetto tecnico, anche nelle rappresentative giovanili e anche se i c.t. cambiano. Il dt Rudi Voller è un cuscinetto potente e operativo tra squadra e federazione tedesca. Determinante anche l’allora dt Oliver Bierhoff al fianco di Joachim Low nella Germania Mondiale del 2014. Nella Svizzera che ci ha tritato, dt è l’ex difensore Pierluigi Tami. Nella Spagna campione d’Europa, il ct Luis De la Fuente ha caldeggiato la promozione di Francis Hernandez, selezionatore delle giovanili spagnole. La Uefa ha appena invitato a Berlino per il 16-17 settembre "gli allenatori e i direttori tecnici" delle Nazionali. Il doppio ruolo è dato per acquisito. Noi facciamo eccezione. A Berlino ci andrà il solo Spalletti. Serve un dt— Perché noi rifiutiamo un ruolo, quello del dt, che le nazionali vincenti hanno? Perché siamo legati a una concezione arcaica del ct: l’uomo della provvidenza cui consegnare la Nazionale chiavi in mano. Si blinda con il suo staff e tutto il mondo fuori. Appena Gravina ha ipotizzato Lippi dt, al Mancio si è impennato il ciuffo. Spalletti difficilmente accetterebbe una figura del genere. E invece ci servirebbe quel salto di maturità professionale che le nazionali top hanno fatto. Un dt non è un badante, non fa la formazione. Non è un rivale, ma un aiuto in più. Ha una visione dall’alto, libera il ct dai rapporti con i federali e nei momenti di crisi tecnica può offrire un confronto prezioso. Solo con i suoi fantasmi, Spalletti si è incartato ed è andato a sbattere. Viscidi, responsabile della filiera giovanile, è arrivato a 7 finali europee e una mondiale con 6 allenatori diversi. Questo è il senso di un dt: curare un progetto tecnico vincente declinato da squadre e mister diversi. La forza della Spagna è la sua identità, il suo stile. Abbiamo un ds, può servirci un dt. Costruiamo anche noi un gruppo di lavoro aperto, moderno e solidale. Lo splendido isolamento della Nazionale maggiore non ha più senso. Il dogma dell’infallibilità del sommo ct pure. Lasciamolo al Papa. Calcio: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
Salvini annuncia la chiusura per il 22 e boccia le larghe inteseGoverno, Silvio Berlusconi dice no "ai tecnici puri"
Calogero Pisano (FdI), eletto alla Camera il candidato siciliano che inneggiava a Hitler
Fratelli d'Italia contro Peppa Pig: "Un personaggio con due mamme è inaccettabile"Al via l'incontro Meloni-Salvini per discutere dei ministri
Notizie di Politica italiana - Pag. 154Lega, Iaverone sulle elezioni in Campania: "Abbiamo consolidato la nostra presenza"
Borghi attacca i figli di Berlusconi sul "conflitto di interessi"Sondaggi politici, dopo le elezioni aumenta la fiducia in Meloni e Conte
Totoministri, ipotesi governo Meloni formato per metà da tecnici: tensioni nel centrodestraBersani sul reddito di cittadinanza: "Non è che possiamo tirarlo via, miglioriamolo"Elezioni politiche 25 settembre, in Alto Adige la lista No Vax di Sara Cunial oltre il 6%Conte su Renzi e Calenda: "Loro sono le prefiche di Draghi"
Lo scenario: incarico a Meloni anche senza l'appoggio di Forza Italia
Ponte sullo Stretto, Salvini: “Creerà oltre 100 mila posti di lavoro. È uno dei miei obiettivi”
Dopo il crollo della Lega alle urne, Roberto Maroni affonda Matteo Salvini: "È ora di un nuovo leader"Draghi: "C'è chi parla tutti i giorni di nascosto con i russi"Meloni sulla scritta contro La Russa alla Garbatella: "Non prevalga l'odio"Oggi l'incontro del possibile "disgelo" fra Meloni e Berlusconi
Conte sul reddito di cittadinanza: "Può servire anche a un politico che non viene eletto"Corrado Formigli contro la Meloni: "Votata solo da 7,3 milioni"Accuse di Mosca, Cingolani contrattacca: “L’Italia non prende ordini da nessuno”Elezioni, l'ex assessore Piero Vercelli: "Ho lasciato il PD. Perché voterò il Movimento Cinque Stelle"