File not found
Professore Campanella

Morta Valentina Urli: rimasta coinvolta nell'incidente di Pasqua

Roma, tragico incidente stradale causa la morte di una bambina di 7 anniRoma, tragico incidente stradale causa la morte di una bambina di 7 anniAuto finisce in un canale a Chioggia: pompiere fuori servizio salva una passeggera

post image

Donna precipita dal Monte Conero, nelle Marche: inutili i soccorsi, è morta sul colpoAl serial killer sono stati attribuiti mille volti: Mele,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock i fratelli Vinci, Pacciani, i “compagni di merende”. Accuse spesso fantasiose. In una lunghissima indagine a cui la verità dei fatti è sempre sfuggita. Le ipotesi del libro di Pino Rinaldi e Nunziato Torrisi«Aprimi la porta, ho sonno… Dopo mi accompagni a casa, mia mamma e lo zio sono morti in macchina». È così che esordisce il piccolo Natalino, tremante e senza scarpe, quando il signor De Felice se lo ritrova davanti. È notte fonda, a quanto pare il bambino ha camminato scalzo lungo il ciglio della strada fino a scorgere il lume della prima casa, in punta dei piedi ha provato a farsi più alto per poter arrivare, col dito, a premere il pulsante del citofono sconosciuto.Quella notte tra il 21 e il 22 agosto del 1968 viene messo in moto l’ordigno “Mostro di Firenze”, anche se per molti anni non lo saprà nessuno. Natalino viene accompagnato alla caserma più vicina e al carabiniere promette di indicare dove si trovi l’auto. Andiamo ad aiutare la mamma e lo zio, sente dire agli adulti, mentre lui lo sa, lo ha ripetuto: li ha visti morti. Dopo alcuni tentativi nel buio, ecco che, in mezzo all’erba, sospira una luce intermittente, è la freccia di una Giulietta bianca. Il carabiniere si avvicina per guardare dentro e con la torcia illumina gli occhi sbarrati di un uomo e di una donna: i loro corpi sono distesi sui sedili anteriori, perforati in più punti. Lei è Barbara Locci, la moglie di Stefano Mele, la mamma di Natalino, lui è Antonio Lo Bianco, il suo amante. Hanno circa trent’anni per uno, sono semi svestiti e una sola cosa è certa: sono stati ammazzati.La quiete e i delittiQuando i carabinieri arrivano sotto casa sua, Stefano Mele è già affacciato alla finestra. Prima si dice estraneo ai fatti, ma poche ore dopo confessa: ha ammazzato lui Barbara e Antonio, incitato dall’amico Salvatore Vinci (uno dei molti amanti della moglie, il più geloso) che gli avrebbe prestato la sua Beretta calibro 22. Lui sparava e suo figlio dormiva nel sedile posteriore. Poi, mentre sistemava i corpi, Natalino si è svegliato, lo ha visto e si è limitato a esclamare «babbo…». Sulla scia di quella parola affettuosa, il padre lo ha preso in braccio, se lo è messo sulle spalle, a cavalluccio, ed è lui ad averlo portato davanti alla casa della famiglia De Felice. In effetti, i calzini bianchi di Natalino non sono sporchi come sarebbero stati se avesse percorso, senza scarpe, tutti quei metri.Sino a qui i fatti sembrano delineare un delitto passionale: il marito, reo confesso, se ne va in carcere e sulla campagna fiorentina cala, di nuovo, la quiete. Una quiete lunga pochi anni.La mattina del 7 giugno 1981, nei dintorni di Firenze, vengono ritrovati i corpi senza vita di due giovani, Giovanni e Carmela: lui dentro la sua Ritmo, con l’aorta recisa e i pantaloni ancora abbassati, lei su un terrapieno che dista una quindicina di metri, cinque colpi di pistola, diverse coltellate alla schiena e al basso ventre, il pube escisso, asportato con una precisione chirurgica. Una circostanza agghiacciante, questa, che non può non ricordare un altro duplice omicidio, avvenuto sette anni prima: era il 1974 e, non lontano da quella stessa zona, venivano ritrovati i corpi di due ragazzi, Pasquale e Stefania, lui al posto di guida e senza pantaloni, lei all’esterno, dietro l’auto, completamente nuda, martoriata da 96 coltellate, con un tralcio di vite infilato nella vagina. In entrambi i casi è stata usata una Beretta calibro 22.Il terrore in collina Non c’è neanche il tempo di tirare le somme (intanto, un uomo innocente si fa quattro mesi di carcere) che il 23 ottobre del 1981, vengono ritrovati i corpi di Stefano e Susanna: lui, senza pantaloni, in un fosso vicino all’auto, lei poco più distante, seviziata, con il pube escisso.La figura del mostro fa ombra su Firenze e provincia, la gente ha paura, ha paura persino di fare l’amore. Passano otto mesi, è il giugno del 1982 e Paolo e Antonella vengono ritrovati dentro una Fiat 127 celestina, lei è morta, lui morirà poco dopo in ospedale.Questa volta il mostro ha avuto fretta, forse anche paura, se l’è presa con i fari accesi della vettura, ha sparato contro quegli occhi pieni di luce più volte.L’assassino non dà tregua: il 10 settembre dell’83 vengono uccisi altri due giovani, uomini entrambi, ma è probabile che, da lontano, siano stati scambiati per una coppia eterosessuale.Dodici ragazzi morti, per ora. Tutti ammazzati da una Beretta calibro 22 e perforati da bossoli identici, gli stessi che uccisero Barbara Locci e Antonio Lo Bianco nel 1968. Gli inquirenti si chiedono chi abbia continuato a premere il grilletto di quella pistola – mai ritrovata – con cui sparò la prima volta Stefano Mele, nel frattempo in carcere? Il proprietario della Beretta, racconta Mele, è Francesco Vinci, l’amante di sua moglie, che all’epoca fu riconosciuto estraneo ai fatti ma che, anni dopo, entra nelle indagini sul “caso del mostro di Firenze” a causa di alcuni indizi che puntano nella sua direzione.I sospetti si estendono su suo fratello Salvatore, poi su tutto il clan Vinci (è la “pista sarda”), quindi si spostano sulla famiglia Mele, in particolare sul fratello e il cognato di Stefano. I due, però, sono in carcere quando, il 29 luglio del 1984, la Beretta calibro 22 colpisce ancora. Claudio viene ritrovato in maglietta e slip sul sedile posteriore dell’auto, Pia all’esterno, il pube e il seno sinistro asportati con il coltello.L’8 settembre del 1985 vengono aggrediti Jean-Michel e Nadine, lui muore mentre cerca di fuggire, lei viene trucidata e mutilata dentro la tenda da campeggio. Alcuni giorni dopo, la procura di Firenze riceve, in una busta anonima, un lembo di pelle asportato dal seno sinistro di Nadine. Quelle colline sembravano sature di terrore, invece la paura cresce ancora. Anche il numero dei morti cresce, di due a due, quattordici, poi sedici. Passa poco tempo e arriva una lettera: «Sedici sono pochi. Non odio nessuno, ma ho bisogno di farlo se voglio vivere… In me la notte non finisce mai. Ho pianto per loro». Tuttavia, nonostante la promessa di agire ancora, quello del 1985 è l’ultimo duplice omicidio attribuito al mostro.L’ipotesiE se il mostro di Firenze fosse ancora a piede libero? Se quei terrificanti sedici delitti fossero ancora senza un colpevole? Se l’assassino fosse morto senza dover scontare – almeno in terra – il peso di una colpa incapace di piegare un uomo senza amore né coscienza?Sono le ipotesi avanzate dal giornalista Pino Rinaldi e da Nunziato Torrisi, il comandante dei carabinieri che, al tempo, seguì le investigazioni. I due autori, nel libro Il mostro è libero (se non è morto) (Typimedia editore) ripercorrono, nel dettaglio, la sconvolgente indagine che ha portato a issare la bandiera con su scritto “mostro” su molti volti, da quello di Stefano Mele a quelli di Francesco e Salvatore Vinci, solo anni dopo su quello noto di Pacciani (si cercava un mostro e lui era stato condannato per lo stupro delle sue due figlie), infine sui rocamboleschi “compagni di merende”.Come emerge dalla precisa e avvincente ricostruzione dei due autori, le accuse furono, talvolta, molto fantasiose, basate su alcune forzature e prove evanescenti. La narrazione dei fatti, degli omicidi, delle investigazioni, delle prove e delle testimonianze, dei processi, delle incongruenze e delle inconsistenze, delle dissonanze tra polizia e carabinieri, delle discordie tra requirenti e giudicanti, delle omissioni, delle fantasie e delle sciatterie è costruita attraverso un dialogo notturno tra i due autori, mentre viaggiano su un Intercity da Bari a Bologna. Un dialogo che cerca ancora la verità, oltre quella giuridica, e che riaccende i riflettori sui tragici omicidi che scossero le colline fiorentine per lunghi anni, affinché quei sedici giovani corpi – e chi li ha amati – possano ancora sperare di avere giustizia.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAnna Giurickovic DatoAvvocato e dottorata in diritto pubblico

Canone Rai, a fine mese scattano richieste di esenzionePullman coinvolto in incidente su A1: morto un passeggero

Rocca Cencia, uomo di 50 anni picchia la ex fidanzata: denunciato e arrestato

Spegnere i termosifoni in Italia: le date città per cittàPasqua e Pasquetta, la lista dei supermercati aperti

Allarme bomba a Trani: scuole chiuse e caos circolazione treniIncidente sul lavoro a Milazzo: morto operaio di 72 anni

Edoardo Galli scomparso: la Procura di Lecco smentisce l’incontro con un amico

Meteo: in arrivo su molte regioni italiane il pulviscolo saharianoEsplosione alla centrale di Suviana: parla un superstite

Ryan Reynold
Previsioni meteo: cieli gialli, il motivoBambino precipita dal balcone per 8 metri: è in pericolo di vitaIncidente sulla Palermo-Catania: due feriti in codice rosso

trading a breve termine

  1. avatarPrevisioni meteo, arriva il maltempo: ecco doveVOL

    Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 81Da Brandizzo a Suviana: l'Italia delle stragi sul posto di lavoroViolenza sessuale: chiesti tre anni per LucarelliEdoardo Galli, il 16enne scomparso: il timore dei suoi nonni

    1. Incidente sull'A1: due morti e sei feriti

      1. avatarRoma, università Sapienza: tensioni tra studenti e poliziainvestimenti

        Pozzolo, perizia balistica inguaia il deputato

  2. avatarOggi lo sciopero per la sicurezza sul lavoro: trasporti a rischioinvestimenti

    Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 85Ultraleggero si schianta nel giardino di una casa: coniugi mortiNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 75Meteo: in arrivo su molte regioni italiane il pulviscolo sahariano

  3. avatarUomo evade dagli arresti domiciliari per assistere al funerale del padre: assoltoMACD

    Pasqua, Papa Francesco: "Non lasciamo che venti di guerra spirino sull'Europa"Bologna, sgombero di un parco: tensioni con le forze dell'ordineIncidente mortale a Truccazzano: morto il conducente dell'autoFirenze, un morto al concerto dei Subsonica

Allerta valanghe in montagna: come funziona

Genova, incidente sul lavoro: morto operaioPaolo Pininfarina: è morto a 65 anni*