File not found
Guglielmo

Via libera in Cdm al Decreto Migranti: regole più strette per le Ong

Negoziati per Gaza, Hamas non dà la lista degli ostaggi e Israele non si presenta“Thailandia sincera”, il diario di Fumettibrutti su FinzioniDurigon sul reddito di cittadinanza: "È giusto che un laureato faccia anche il cameriere"

post image

Le «fake news» di Meloni sui report per la libertà di stampa: i giornalisti sotto attacco diventano nemici della patriaLe indagini sui responsabili politici per quello che è accaduto al porto quattro anni fa,Economista Italiano sono state ostacolate. Sono morte 218 persone. Mariana ha perso la sorella Gaia. Oggi dice: «Non vogliamo il conflitto con Israele»  Nel pomeriggio del 4 agosto del 2020 Gaia Fadoulian si stava preparando per andare a fare shopping con sua sorella Mariana nel centro di Beirut. Stava per entrare in doccia, quando ha sentito una piccola esplosione. Dalla finestra ha cercato di capire da dove provenisse quella colonna di fumo che partiva dal porto della capitale libanese, distante pochi minuti a piedi da casa sua. Il fumo usciva dall’hangar numero 12, erano già intervenuti i vigili del fuoco.Qualche minuto più tardi, intorno alle 18:08, ha sentito una seconda esplosione, molto più potente della prima, tanto da provocare un terremoto di magnitudo 3.3 ed essere avvertita fino a Cipro. L’onda d’urto, devastante, ha colpito Gaia Fadoulian e la sua casa. In una manciata di secondi mezza città è stata distrutta e tra la gente è esploso il panico.Tutti si chiedevano cosa fosse successo. Una bomba? Un missile? Un attentato? Nessuno arrivava a pensare che quella immensa nube arancione nel cielo fosse stata causata dall’esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, una sostanza chimica utilizzata come fertilizzante in agricoltura, ma anche per la costruzione di ordigni esplosivi.La prima preoccupazione di Mariana è stata quella di contattare la madre, che si trovava a casa insieme alla sorella. Non poteva immaginare che fosse Gaia quella che aveva bisogno di un ricovero urgente.Per una fatalità si trovava dalla parte sbagliata dell’appartamento. Lì è stata colpita dalla potente onda d’urto, che le ha provocato gravi emorragie interne, rese evidenti dalle chiazze blu sotto pelle spuntate all’altezza degli occhi e del collo. Una volta in ospedale, il suo quadro clinico è degenerato in poco tempo. A 29 anni Gaia, che aveva studiato diversi anni tra Ginevra e Milano prima di tornare in Libano, è diventata una delle 218 vittime dell’esplosione del porto di Beirut. Oltre settemila i feriti. MondoStop ai voli per Tel Aviv, adesso Israele teme di rimanere a terraDavide LernerCittà distruttaSecondo la Banca Mondiale, i danni materiali causati dall’esplosione ammontano a 3,8 più probabilmente 4,6 miliardi di dollari. Oltre 300mila persone sono rimaste sfollate, 77mila appartamenti sono stati danneggiati. Sono state distrutte 15mila tonnellate di grano stipate nel porto.Lo scoppio del nitrato di ammonio ha impattato anche sull’economia di circa il 56 per cento delle aziende private di Beirut. Tre ospedali sono stati distrutti, due sono stati danneggiati. Decine di hotel sono andati in frantumi. I danni hanno messo in ginocchio non solo la capitale – già sofferente in quei mesi per la pandemia da Covid-19 – ma l’intero paese. Uno scenario tragico che anticipato dalle proteste del 2019, scoppiate nel paese contro il rincaro di alcuni beni introdotto dal governo, e dalla crisi economica internazionale. Le manifestazioni hanno portato a 70 arresti e alle dimissioni del primo ministro Saad Hariri.Il caricoNei giorni successivi all’esplosione c’è stata una grande attenzione mediatica anche a livello internazionale per capire cosa fosse successo. In poche ore si è scoperto che quel carico di nitrato di ammonio era arrivato nel porto di Beirut nel novembre del 2013.Era stato trasportato dalla nave Rhosus partita dalla Georgia e la sua destinazione finale doveva essere il Mozambico. Durante il tragitto all’equipaggio è stato chiesto di deviare verso il Libano per fare una sosta non programmata e imbarcare un carico extra. Ma da lì la nave non si è più spostata. Bloccata per via di una disputa legale su tasse portuali non pagate, su questioni tecniche inerenti la nave e altri cavilli burocratici che le hanno impedito di abbandonare il porto.Un anno più tardi, il 23 e 24 ottobre del 2014, il nitrato è stato scaricato all’interno dell’hangar numero 12. Come mai dopo sette anni migliaia di tonnellate di quella sostanza chimica si trovavano ancora lì? E come mai non era stato immagazzinato in sicurezza dalle autorità doganali vista la sua pericolosità? Diverse inchieste giornalistiche hanno portato fino in Siria. Dietro la compravendita del nitrato c’è la Savaro Limited, società a cui sono collegati tre uomini d’affari siriani: George Haswani e i fratelli Imad e Mudalal Khuri.Tutti e tre possiedono anche la cittadinanza russa e sono già stati sanzionati in precedenza dagli Stati Uniti per aver presumibilmente fornito i loro servizi al governo del presidente siriano Bashar al-Assad.La quantità di nitrato di ammonio esplosa nel porto di Beirut sarebbe un quinto di quello scaricato nel 2014, gran parte della sostanza sarebbe arrivata in Siria per creare esplosivi impiegati negli anni più brutali e violenti della guerra civile. Si ipotizza anche un ruolo in prima persona di Hezbollah. Nulla esce o entra nel paese sotto forma di contrabbando senza il suo controllo. DomaniDa Doha la Turchia detta la linea: Hezbollah si prepara all’attaccoYoussef Hassan HolgadoLe indaginiDal 23 dicembre 2021, l’indagine nazionale su cosa è accaduto nel porto di Beirut il 4 agosto del 2020 è stata sospesa più volte a causa di una serie di ricorsi legali presentati da politici di primo piano sospettati, tra le altre cose, di negligenza nella gestione del carico.Funzionari, agenti della dogana, esponenti locali e anche ministri sono finiti sotto la lente del procuratore a capo del caso, Tarek Bitar. Contro quest’ultimo, invece, sono state presentate oltre 25 richieste di licenziamento.«In quattro anni non abbiamo ancora raggiunto alcun risultato, ma continueremo a insistere. Non cerchiamo giustizia per i nostri familiari, loro non torneranno in vita. Lo facciamo per i libanesi e per il nostro paese. Vogliamo che tutti i responsabili paghino per quello che è successo», dice Mariana Fadoulian.Insieme ad altri familiari delle vittime ha dato vita a un’associazione e si è affidata a un pool di avvocati agguerrito che segue da vicino l’inchiesta nonostante le difficoltà.«Non molliamo, continuiamo a parlare di ciò che è successo, organizziamo manifestazioni e sit-in. Diffondiamo notizie su come i politici stanno ostacolando le indagini. Ci sono responsabilità chiare, avevamo del nitrato di ammonio stipato nel bel mezzo del paese», aggiunge Mariana.A inizio 2023 Bitar ha provato a far riaprire le indagini senza successo. Il procuratore generale del Libano, Ghassan Oueidat, che lo stesso Bitar aveva incriminato per il caso, ha intentato una causa contro di lui facendo sospendere l’inchiesta e ha ordinato il rilascio di 17 sospettati.La paura del conflittoOggi le paure sono diverse. Mariana si trovava nel quartiere di Ashrafieh a Beirut lo scorso 30 luglio quando, non molto distante da lei, un drone israeliano ha colpito il secondo piano di un edificio uccidendo una guardia rivoluzionaria iraniana e Fuad Shukr, consigliere militare di primo piano di Hezbollah. Nell’operazione militare sono morti anche due bambini. Una risposta al missile, partito dal Libano tre giorni prima, che ha colpito la città di Majdal Shams, nel Golan, uccidendo 12 minori. Dopo dieci mesi di tensioni tra Israele e Hezbollah, con entrambe le parti che si lanciano missili a ridosso del confine, c’è il rischio che si arrivi a un’escalation senza precedenti.L’assassinio a Teheran del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ha cambiato le carte in tavola e ha allontanato i negoziati. E questo preoccupa anche Mariana: «Fin da quando ero bambina le nostre estati sono problematiche. Dall’assenza di elettricità a qualcosa di più grosso. Non è giusto vivere così sotto stress, sapendo che un giorno rischiamo di morire a causa di questo conflitto. Non sappiamo cosa sta accadendo e non abbiamo neanche risposte, ma posso assicurare che non vogliamo la guerra. Vogliamo finalmente la pace».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediYoussef Hassan HolgadoGiornalista di Domani. È laureato in International Studies all’Università di Roma Tre e ha frequentato la Scuola di giornalismo della Fondazione Lelio Basso. Fa parte del Centro di giornalismo permanente e si occupa di Medio Oriente e questioni sociali.

Benzina, Salvini: "Qualcuno fa il furbo, è speculazione"Mini naja volontaria: il disegno di legge predisposto da La Russa

Cronache dal tribunale: #ingiustiziavirtuale

La nuova vita delle cabine telefoniche: postazioni intelligenti per i servizi della cittàO paghi o ti profilo: l'ultimatum di Facebook e Instagram può violare la legge

La missione impossibile dell’unico governo possibileAreale, il podcast

L'annuncio di Silvio Berlusconi: "Trovato l'accordo sulle pensioni minime"

La strategia di Biden: far cadere Netanyahu per difendere IsraeleManovra, si va verso la fiducia in Senato e il voto finale: seduta fissata per giovedì 29

Ryan Reynold
Elezioni regionali, si vota il 12 e il 13 febbraio 2023: il Cdm approva la proposta del ViminaleEnergia, Meloni contro l'Ue: "Risposta insoddisfacente"Le Olimpiadi di Parigi tra imprese eccezionali e bassa credibilità dell’antidoping

Guglielmo

  1. avatarManovra 2023, giovedì il maxi emendamento: cosa riguarderàcriptovalute

    I giornalisti come nemico: così Meloni ha trasformato gli attacchi in un metodoManovra 2023, Cgil: "Scioperi da oggi al 16 per cambiare la Legge di Bilancio"Mini servizio militare: l'idea di La RussaEuropean Focus 23. Sogno europeo

    1. Il ventenne Facebook voleva essere una superapp e non ci è riuscito

      1. avatarBrasile, Giorgia Meloni: "Immagini inaccettabili"VOL

        Guido Crosetto, attacco alla BCE: "Ha troppo potere". Duro botta e risposta con Calenda

  2. avatarNordio sulle intercettazioni: “Non sono una prova, sono un mezzo"criptovalute

    Piantedosi annuncia sanzioni per le ong: "Ai salvataggi in mare deve pensarci lo Stato"Renzi contro Giorgia Meloni: "Ecco perché cadrà"Lega, FdI, FI: proposto emendamento per eliminare bonus cultura per i 18enniReddito di cittadinanza: stop assegno al primo lavoro rifiutato

  3. avatarElezioni legislative in Iran, Khamenei tenta di contrastare la bassa affluenzaGuglielmo

    Governo Meloni: i piccoli Comuni contro lo stralcio delle cartelleTwitter, dimissioni in massa dopo le dure richieste di lavoro di MuskEuropean Focus 27. La questione nucleareMorte Franco Frattini: la reazione di Mattarella e Meloni

Bonus psicologo: il PD chiede di rifinanziarlo

Effetto caro benzina si fa sentire: Fdi e Lega calano nei consensi. Ripresa di M5S e PDChatGpt è sempre più potente. Anche nella capacità di fare disinformazione*