File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Putin contro l'omosessualità in Russia: "È come una malattia mentale"

Russia, la rivolta della Wagner e la reazione di Mosca: aperto un procedimento penaleUSA, rischio default: "Potrebbero dichiararlo dal primo giugno"In Corea del Sud si ringiovanisce: il nuovo calcolo dell'età

post image

Sottomarino Titan imploso, capo della Titanic International Society: interrompere le visite al relittoIl tesoro della coesione,Campanella ristoro per le comunità più fragili del continente, non va dato per scontato. Il principale grimaldello per scalfirlo o dirottarne lo spirito originario è l’argomento dell’emergenza, e l’ultima mossa in tal senso si chiama Step. Questo contenuto fa parte del progetto #CoesioneItalia È il paradosso di Robin Hood: ciò che finora è stato redistribuito in favore dei più poveri ed emarginati rischia di essere ricollocato a favore dei ricchi e forti. Sulle politiche di coesione, l’Europa finora è stata un’avanguardia. Il principio che le orientava era quello dell’unione e della solidarietà: non è possibile avere una solida Unione europea se si lasciano indietro intere porzioni di territorio e di società. Ma, a colpi di emergenze e di urgenze, il tesoretto dei fondi di coesione viene progressivamente eroso. L’ultima mossa in tal senso si chiama Step, e l’esito paradossale è che soldi europei una volta destinati ai territori più svantaggiati potrebbero ora finire alle regioni più ricche e a imprese con grandi volumi d’affari. C’è quindi il rischio che le politiche di coesione finiscano snaturate? «Ci sono buone ragioni per essere preoccupati», risponde a Domani la commissaria europea Elisa Ferreira, che si occupa di Coesione. «E io per prima condivido queste preoccupazioni». Questa fase così delicata per le sorti delle politiche di coesione europee si intreccia con l’era del governo Meloni, che ha spinto per Step; e che, con Raffaele Fitto ministro, ha accentrato sempre più le competenze su questi fondi. EuropaParte #CoesioneItalia, viaggio in otto tappe con l’Europa vicinaFrancesca De Benedetti La coesione è un tesoro «Correggere gli squilibri fra paesi e regioni», e ovviamente «rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale nell’Unione europea»: questi sono, in sintesi e con le parole di Bruxelles, gli obiettivi della politica di coesione dell’Unione europea. L’integrazione europea finora si è mossa principalmente seguendo il paradigma funzionalista, e cioè l’idea che possa essere l’integrazione economica a fare da apripista verso un’unione politica, pur ribadendo le prerogative dei singoli stati. Ma, in questo contesto di attenzione al mercato comune, l’idea che gli squilibri vadano appianati, e i divari colmati, rappresenta una delle punte più illuminate dell’Europa per come la conosciamo finora. «Già il Trattato di Roma del 1958 parla di “sviluppo armonioso”», ripercorre le tappe Sabina De Luca, che alle politiche di coesione ha dedicato gran parte della sua vita professionale, e che partecipa al Forum Disuguaglianze e Diversità. «Sin dall’inizio del percorso di costruzione europea era chiaro che bisognasse tener dentro tutti, e più l’Unione si è allargata più ci si è resi conto che ciò poteva portare a un ampliamento degli squilibri». Ecco perché la politica di coesione attira su di sé una fetta cospicua del bilancio europeo; con 392 miliardi di euro, rappresenta circa un terzo del budget Ue 2021-2027. Subito dopo la Polonia, che tra gli stati membri è la principale destinataria e una efficiente utilizzatrice di questi fondi, arriva l’Italia. A seguire, Spagna e Romania. In fondo a tutti, la Danimarca. Per le nostre regioni, e per il Mezzogiorno in particolare, la coesione è un elemento chiave per promuovere lo sviluppo territoriale. Da Delors al Green Deal «Inizialmente la politica di coesione era limitata a un fondo ed era più compensativa che proattiva. Nel corso del tempo ha assunto sempre di più una natura strutturale», spiega Sabina De Luca. La piena maturità è stata raggiunta con alcuni passaggi chiave, e grazie al ruolo di leader e politici che hanno dato impulso alla coesione. De Luca ne cita tre: «A guidare i passaggi chiave sono stati Antonio Giolitti», commissario europeo per la Politica regionale in due mandati e fino al 1985, «e poi ovviamente Jacques Delors», presidente della Commissione europea tra il 1985 e il 1995. «Anche Fabrizio Barca con la sua agenda per la riforma della politica di coesione». L’allora commissaria Ue Danuta Hübner gli aveva affidato il compito di stilare un rapporto indipendente. Ovviamente la politica di coesione si intreccia anche con l’imperativo delle due transizioni, ambientale e digitale, citate tra le sue priorità da Ursula von der Leyen sin da quando ha assunto la presidenza della Commissione europea nel 2019. «Tutte le politiche europee sono chiamate a concorrere al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda europea, e quindi anche quella di coesione, che porta un suo valore aggiunto, visto che interviene anche sui territori più marginalizzati e quindi abilita davvero tutti a partecipare alle transizioni green e digitale». Solidarietà a rischio Ma il tesoro della coesione, ristoro per le comunità più fragili del continente, non va dato per scontato. Fa gola, e il principale grimaldello per scalfirlo o dirottarne lo spirito originario è l’argomento dell’emergenza. I fondi sono già stati riprogrammati sulla base di urgenze che vanno dalla pandemia all’accoglienza dei rifugiati ucraini. Ma Step è il caso più insidioso, perché i soldi europei «che solitamente immaginiamo indirizzati alle aree più povere, al nostro meridione, possono ora finire pure alla grande impresa lombarda», dice l’eurodeputata verde Rosa D’Amato. Step sta per Strategic Technologies for Europe Platform, e secondo Bruxelles è «la risposta al bisogno di incentivare gli investimenti nelle tecnologie critiche». Il governo Meloni, dopo essere stato messo all’angolo nel dossier sugli aiuti di stato e dopo aver verificato che non sarebbe nato nessun “fondo sovrano”, ha preso Step come contentino. Ma Step non si basa su nuovi investimenti – come invece l’Inflation Reduction Act di Biden – e anzi reindirizza fondi nati per altri scopi, tra cui la coesione. Sinistra e verdi europei hanno chiesto invano un tetto del 5 per cento per evitare che la politica regionale finisse gravemente compromessa da questo dirottamento. Inoltre, per accedere a Step vale il Pil della nazione, non della regione; l’esito paradossale è che fondi pubblici nati per colmare i divari territoriali potranno essere utilizzati per foraggiare la grande industria privata. Questo contenuto giornalistico fa parte del progetto #CoesioneItalia. L’Europa vicina, che è finanziato dall’Unione europea. I punti di vista e le opinioni espresse sono tuttavia esclusivamente quelli dell’autore e non riflettono necessariamente quelli dell’Ue. Né l’Ue né l’autorità che eroga il finanziamento possono essere ritenute responsabili per tali opinioni. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFrancesca De Benedetti Scrive di Europa ed Esteri a Domani, dove cura anche le partnership coi media internazionali, e ha cofondato il progetto European Focus, una coproduzione di contenuti su scala europea a cura di Domani e altri otto media europei tra i quali Libération e Gazeta Wyborcza. Europea per vocazione, in precedenza ha lavorato a Repubblica e a La7, ha scritto per The Independent, MicroMega e altre testate. Non perdiamoci di vista: questo è il mio account Twitter

La verità sulla fuga dai paparazzi di Harry e Meghan: parla una fonte anonimaCalifornia, un uomo è morto investito mentre faceva attraversare delle anatre

Addio Loonkiito: è morto il leone più vecchio d'Africa

Porridge contaminato, morte 15 persone in NamibiaRapito in Ecuador lo chef italiano Panfilo Colonico

Tragico incidente durante una gara di Triathlon: schianto mortale in diretta TvI leader del G7 si impegnano per arrivare a emissioni zero entro il 2050

Un bambino di 12 anni si impicca in Messico: era stato rimproverato dalla madre

Traghetto prende fuoco nelle Filippine, 120 persone tratte in salvoSommergibile disperso, chi è il 19enne a bordo Suleman Dawood

Ryan Reynold
Climate change: entro il 2027 supereremo la soglia del 1,5 °CPride Bruxelles più di 100mila persone sfilanoTornado in Usa: gravi danni a Louin, nel Mississippi

Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

  1. avatarCade nello stagno mentre urina e un alligatore gli strappa via un braccio: è successo in FloridaCapo Analista di BlackRock

    Titan, il sottomarino disperso: chi sono i 5 passeggieri a bordoUsa, maltempo provoca blackout e cancellazione di migliaia di voliLa Russia riarma Lukashenko: atomiche a 40 km dal confine UECisgiordania, attacco a una stazione di servizio: morti quattro israeliani e almeno quattro i feriti

    1. Austria, hacker diffondono dagli altoparlanti di un treno la voce di Hitler

      ETF
      1. avatarBiden: "Libereremo il mondo dalle armi nucleari"Campanella

        Mogadiscio, attentato ad un hotel da parte di terroristi islamici: 9 morti e 84 feriti

  2. avatarBombardato dalla Russia un ospedale in Ucraina: due morti e più di venti feriti a DniproProfessore Campanella

    Guerra in Ucraina, Draghi sicuro: "Kiev vinca o per l'Ue sarà fatale"Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 238Turchia, Kilicdaroglu sulle elezioni: "Sono una farsa, siamo in vantaggio noi"Continuano incendi e fumo in Canada e negli Stati Uniti, Joe Biden: "Sono le conseguenze del cambiamento climatico"

  3. avatarSottomarino Titan: cos'è un'implosione e come ha provocato la morte dei passeggeriETF

    Padre Georg lascerà il Vaticano: la decisione di Papa FrancescoNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 224Turchia, Erdogan sull'affluenza record: "Trionfo della democrazia"Tragedia a Parigi, uomo barricato in casa con la figlia di 5 anni: la sgozza e poi si suicida

Ucraina, gli effetti della diga distrutta: le immagini shock delle migliaia di pesci morti

Giappone, almeno il 30% di donne in ruoli dirigenziali entro il 2030Rivolta Wagner, i motivi della ritirata e la fine di Prigozhin*