Potenza, pullman finisce fuori strada, nessun ferito grave - Tiscali NotizieBasilicata, Sileo "In un mese sbloccati interventi importanti" - Tiscali NotizieSilvio Berlusconi, ultimi aggiornamenti: quando arriva il prossimo bollettino
Regionali Basilicata, sondaggio Dire-Tecnè: Bardi avanti su Marrese, Fdi e Fi in testa - Tiscali NotizieLa settima puntata di AI Talks,BlackRock il format di interviste di AI news alla scoperta dell’intelligenza artificiale, è con Fabio Ferrari, founder e chairman di Ammagamma.Fabio Ferrari si laurea in ingegneria e nel 2013 fonda Ammagamma, società che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale per migliorare i processi delle aziende. Dal 2016, l’azienda si occupa anche di attività educative, nelle aziende e nelle scuole, allo scopo di formare un pensiero critico sull’intelligenza artificiale.Partiamo da una definizione, che cos’è l’intelligenza artificiale?Intelligenza artificiale altro non è che matematica. Il termine intelligenza artificiale è altisonante, ma in realtà dietro c’è matematica, statistica, algebra, niente di fantascientifico. La grande capacità dell’intelligenza artificiale è di estrarre da dati e informazioni quelle correlazioni, aspetti e peculiarità che l’uomo fatica a vedere, e così darci un punto di vista che noi non vedremmo in numerosi ambiti, produzione fisica, dinamiche transazionali, sport, relazioni e molto altro.Quindi possiamo dire di essere all’interno di una relazione tra uomo e tecnologia, lontano da quegli scenari che vedono un’AI muoversi in modo completamente indipendente dall’uomo.Ho sempre visto l’uomo come un grande protagonista delle tre fasi principali dell’intelligenza artificiale. Nella fase di selezione dei dati è l’uomo che li seleziona. Nella fase di creazione dei modelli matematici, i famosi algoritmi, è l’uomo che li crea. Nella fase di interpretazione dei risultati, è sempre l’uomo che li interpreta. L’uomo viene chiamato a partecipare a tutte queste tre fasi. La difficoltà che abbiamo oggi è far sì che l’uomo sia sempre ingaggiato in queste fasi, perché l’AI ha un approccio nel vedere i dati in modo diverso rispetto all’uomo; quindi, l’uomo è chiamato a cambiare la sua forma mentis nel leggere le informazioni e nell’avere un senso critico su questi strumenti. Così si crea una relazione duale tra uomo e matematica.E dal punto di vista delle imprese, come avverrà l’integrazione dell’intelligenza artificiale?Questa è una bellissima domanda a cui oggi è molto difficile rispondere, perché l’avvento dell’AI generativa rende difficile capire come questa nuova tecnologia impatterà nel modo di lavorare e di vivere delle persone. La tecnologia sta crescendo a una velocità estrema, ogni giorno vengono rilasciate applicazioni che possono avere impatti importanti sul modo di vivere, ragionare, imparare. Dall’altra parte vediamo ancora molte aziende, soprattutto in Italia, restie al cambiamento tecnologico. C’è una velocità diversa di crescita, e capire come queste due velocità si integreranno è una vera sfida, perché la tecnologia disponibile per attuare cambiamenti significativi c’è già, occorre capire come adottarla nel modo più rapido nelle aziende senza creare degli strappi. Oggi non c’è un problema tecnologico, quanto il dare strumenti e formazione alle persone perché possano capire la tecnologia e come impiegarla per portare reali benefici lavorativi e alla società. Questa è la sfida più grande.In tempi non sospetti, quando ancora non si parlava di etica legata all’AI come si fa oggi, perlomeno, avevi già lanciato un programma per le scuole sull’intelligenza artificiale, oltre a una pubblicazione divulgativa per adulti e bambini. Da cos’è scaturita questa tua intuizione?Lavorando nel settore da anni, sviluppando i modelli matematici per le persone, ci siamo resi conto che c’era un confronto, quasi uno scontro a volte tra due forme mentis, quella dell’uomo, che ha un approccio deterministico, e quello della matematica che è stocastico, statistico. Per far dialogare questi due approcci, o andiamo tutti a studiare matematica, o troviamo un linguaggio adeguato. Ci siamo resi conto che forse l’approccio migliore era quello di raccontare la matematica tramite analogie, e una è stata quella del Bestiario di Intelligenza Artificiale, che racconta le tecnologie alla base dell’AI come un bestiario medievale, un po’ per esorcizzarle, un po’ per spiegarle alle persone usando l’allegoria di bestie immaginifiche che illustrano come funziona la tecnologia. Anche nelle aziende ci siamo resi conto che era fondamentale adottare linguaggi diversi, e così abbiamo iniziato a introdurre nei nostri team numerosi designer, laureati in filosofia, laureati in storia delle religioni, che potessero portare linguaggi che arricchissero la comunicazione scientifica, l’allargassero, usando altri modi di parlare per poter trovare queste connessioni. A un certo punto ci siamo resi conto che la vera etica, l’unica etica a cui potevamo ambire come organizzazione, era l’etica della scienza, rendendo trasparente il metodo scientifico. Ci siamo concentrati sulla scienza e sul metodo scientifico, dalla selezione del dato, a come viene utilizzato nei passaggi matematici, rendendolo trasparente, perché tutti possano confutarlo, analizzarlo, o generalizzarlo. Senza pensare ad approcci filosofici troppo alti, abbiamo dato alle persone gli strumenti perché potessero avere un senso critico su queste fasi che possono essere molto ardue da decifrare se non si possiedono strumenti matematici e un bagaglio culturale forte.Europa, USA e Cina: diversi approcci all’etica dell’AIVerrebbe quasi da pensare che questa potrebbe essere una delle vie d’uscita da quella narrativa che si sta diffondendo ultimamente secondo cui saremmo prossimi a scenari catastrofici in cui un domani l’intelligenza artificiale soppianterà l’uomo.È urgente, perché del doman non ve certezza! Si fa molta fatica a dire cosa accadrà domani, ma cosa possiamo fare oggi è sicuramente questo: iniziare ad approfondire, a studiare, ad andare alle fonti e uscire dal racconto mainstream, quello più pop, capendo dentro l’AI cosa c’è. Così come sarà importante una presa di posizione dell’Europa su questo fronte, definendo e riportandoci a una cultura nella matematica, e rendendo trasparente cosa c’è dietro a un risultato. Ci sono tantissime opportunità per far sì che la cultura europea possa avere un impatto sulle applicazioni della matematica. Non so cosa potrebbe accadere domani, è veramente difficile leggere questi scenari così veloci dove ci sono investimenti economici impressionanti, e si fatica intuire cosa potrebbe accadere, ma la cosa migliore, visto che le cose stanno già accadendo, è entrarci dentro e formarsi.Hai nominato l’Europa, e vorrei di capire dal tuo punto di vista come ci stiamo muovendo in questo momento a livello di Paese e di Europa.L’AI Act è sicuramente qualcosa di interessante, ma il problema sono i tempi con cui lo vedremo in atto, perché si parla di un anno e mezzo, se non due, prima che arrivi come strumento normativo e legislativo. Ed invece la tecnologia cambia ed evolve ogni mese. Ad esempio, stanno già rivedendo l’AI Act includendo la definizione di AI generativa, non contemplata nel momento dell’approvazione nel suo primo step a giugno. Si fa molta fatica a normare qualcosa i cui impatti non sono chiari, e per questo si aprono scenari molto interessanti. Torno all’aspetto culturale, dove l’Europa forse potrebbe proporre un approccio di questo genere, più che normativo, perché la paura che questa tecnologia sia un po’ sfuggita di mano all’Europa c’è. Queste tecnologie vengono importate o dagli Stati Uniti, o dal mondo asiatico, e l’Europa, trovandosi in balìa di questi strumenti, di conseguenza crea normative. Ma allo stesso tempo non propone un approccio culturale. E questa potrebbe essere un’occasione da cogliere. Oggi, quando si parla di AI generativa, si parla molto di ChatGPT, di fare i PowerPoint in modo più rapido, di svolgere ricerche più rapide, di macchine a guida autonoma, tutte cose molto utili probabilmente, però manca un impatto sulle persone. Non sento raccontare che grazie all’AI generativa stiamo curando in modo nuovo delle malattie rare, che stiamo diminuendo l’impatto di emissioni di CO2 perché abbiamo rivisto il modo di produrre o la logistica. Anche nel mondo dell’istruzione, perché non sappiamo ancora se l’Italia adotterà ChatGPT o meno, bisognerebbe investire, rivedendo i modelli di istruzione e formazione. L’Europa potrebbe essere protagonista proprio sull’uso, sull’applicazione.L’AI Act e la tutela dei dirittiProvando a portare questo discorso nell’ambito dell’impresa, quali sono le competenze che dal tuo punto di vista un leader d’azienda deve possedere nell’era dell’AI?Dal nostro punto di vista, lavorando con tantissime aziende in tutta Italia, da multinazionali a PMI, quello che vediamo come elemento differenziante e vincente è quando un leader capisce che i suoi strumenti a volte sono limitati e che ha bisogno di qualcosa di nuovo per vedere oltre. Credendo in questa tecnologia, si affida, si assume un rischio, perché non sa cosa accadrà. Tu hai sempre visto quei dati e quelle informazioni nello stesso modo per tutta la tua vita lavorativa, e a un certo punto fai un salto e ti affidi a un modo nuovo di leggere e di vedere lo stesso fenomeno che hai analizzato e controllato per anni. E poi capire che servono competenze esterne, perché difficilmente in azienda ci sono; anche quelle più grandi e più tecnologiche faticano ad avere competenze interne in grado di padroneggiare bene questa tecnologia. Così facendo, si può avere un acceleratore esterno che aiuta a entrare in modo molto più verticale sulla tecnologia, con in più la garanzia dell’aggiornamento costante. Crederci, provare, questo, secondo me, è il punto da cui partire, perché la cosa migliore è iniziare a testare le cose, a farle, e quando si inizia a farle, a conoscerle, si inizia a vederne limiti e le opportunità, cadono delle paure, sopraggiungono nuove incertezze. Vedo quando le aziende dicono “io non capisco niente di intelligenza artificiale, però intuisco che potrebbe essere molto utile al mio processo, voglio testarla”. Quando c’è questa propensione a mettersi in discussione, allora si inizia realmente a collaborare con l’AI e a quel punto capisci. Con questa attitudine è molto facile che si crei una cultura aziendale volta al progresso con l’ausilio della matematica, dell’intelligenza artificiale.Le nostre interviste in formato podcast:Hai citato più volte il tema dei dati, che è sicuramente centrale quando si parla di intelligenza artificiale. Quanto le imprese oggi hanno una cultura del dato e sanno utilizzarlo per alimentare la tecnologia di cui stiamo parlando?Poco. L’accompagnamento è ancora fondamentale, l’elaborazione dei dati che possono essere funzionali e immessi in questi algoritmi è fondamentale, e ancora oggi non c’è una grande cultura sull’uso del dato e sulla creazione dei database per la sua gestione. O se questo viene fatto, è in modo molto verticale, legato al singolo processo, senza una visione ontologica. Serve quindi un approccio volto all’accompagnamento, perché la bellezza dell’intelligenza artificiale è che lavora molto bene anche con dati adiacenti al fenomeno che analizza. E quindi, più dati, più informazioni, anche esogene, si hanno, più il modello diviene accurato e la risposta sarà nuova e mi stupirà dandomi nuovi scenari.In conclusione, come immagini lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nei prossimi anni e in quali settori vedi il potenziale per una maggiore penetrazione?Non serve fare previsioni sul futuro. Già oggi l’AI può essere un supporto notevole in tutti i lavori d’ufficio, in cui l’AI può essere un partner, un agente con il quale interagire. Gli impatti maggiori potrebbero essere nel settore finanziario – economico, banche e assicurazioni, dove l’AI potrebbe velocizzare tantissime attività. Mi auguro che possa esserci un grande impatto anche nel mondo dell’education e dell’informazione: sarebbe bellissimo leggere un domani sui giornali che grazie all’AI generativa sono stati sviluppati corsi di formazione in grado di far imparare cose nuove e con programmi di studi personalizzati. La tecnologia esiste già, è l’uomo che deve fare il passo per comprendere come adottarla per migliorare il suo modo di apprendere e di relazionarsi, così un domani i ragazzi che saranno il futuro del nostro Paese saranno molto più pronti e consci su come gestire questi strumenti dominandoli.
I vescovi della CEI scendono in campo a favore del RdCBasilicata prima per uso terminali Ion nel servizio di emergenza 118 - Tiscali Notizie
Sergio Mattarella sul Primo Maggio: "Lavoro motore di crescita e coesione"
Salvini, Lega ha chi saprebbe ben governare in Basilicata - Tiscali NotizieVespa e Bortone, due pesi e due misure: procedimento disciplinare per lei, lui può criticare la Rai in trasmissione
L’Italia premia FdI. Meloni festeggia, bene il Pd, ko M5sMeloni (Pd): «Serve un Nuovo Ulivo, nel partito si è aperta un’altra storia»
La proposta di FdI: un premio per chi torna dall'estero con 3 figliFini sul 25 aprile: “Fratelli d’Italia dica che ha chiuso con il fascismo”
Salvini, Lega ha chi saprebbe ben governare in Basilicata - Tiscali NotizieConte il sabotatore è solo al comando del M5s: Grillo è troppo deboleIl Consiglio di Stato respinge il ricorso contro le modalità di formazione del cda Rai. L’elezione dei vertici va avantiBasilicata, Meloni: "Il Sud puo' dimostrare il suo valore" - Tiscali Notizie
Pd, Elly Schlein parla per la prima volta in conferenza stampa: "Siamo preoccupati per il Pnrr"
Basilicata al voto, Bardi in netto vantaggio su Marrese - Tiscali Notizie
Bardi "Ottimi risultati per il bonus idrico in Basilicata" - Tiscali NotizieL’esperienza italiana di The Hollywood Reporter finisce con le dimissioni in massa: giornalisti non pagati da mesiNotizie di Politica italiana - Pag. 82Regionali, Tajani "Nessuna alternativa a Cirio e Bardi" - Tiscali Notizie
Torniamo al voto divisi tra maschi e femmine: i tentativi (falliti) di superare la norma del 1945Nicita (Pd): «Meloni in Albania, tanti soldi solo per prendere i voti a Salvini»Cosa ha detto Meloni sul partito di centrodestra e sulla sua "ricchezza"Basilicata, Marrese: "Candidato per amore e appartenenza al territorio" - Tiscali Notizie